164 RIVISTA POPOLARE per ora almeno, la caratteristica dell'esercizio di Stato. (Economista, 10 Marzo). + Eugène Fournière: Internazlonallsmo e panger1na:ntsmo. - Ho ricevuto il seguente questionario: (< Cento anni fa Napoleone riassumeva le due tendenze eu • ropee, la reazionaria e la democratica, con questa frase profetica : Fra cinquant' anni, l' Europa sarà repubblicana o cosacca. (< In quei tempi si parlava del pericolo russo. ~ I. Credete che oggi si passa con maggiore verità parafrasare il pensiero napoleonico in questa ;iffermazione : Fr·a cinquant'anni l'Europa sarà repubblicana o germanica ? t< II. Credete che il pangermanismo in generai~, e la politica avventuriera deli' Imperatore Guglielmo, rappresentino un vero pericolo per l'Europa e particolarmente per l'Italia, tendendo la Germania a conquistare una posizione politica e commer • ciale preponderante nel Mediterraneo, limitando così fatalmente lo sviluppo ed il successo delle energie latenti della razza ita - liana? t< III. La Germania raggiungerà il suo scopo, ovvero giungerà un momento in cui i legami che costituiscono la sua unità politica si troveranno spezzati ? 1) Il problema, posto da un italiano, è considerato dal punto di vista italiano. Ma l'eventuale liquidazione dell'impero degli Absburgo e la parte preponderante che vi può prendere la Germania fa questo problema europeo - quanto italiano. Quindi io lo esaminerò su tutto dal punto di vista francese, che nello stato attuale dell' Europa non si può separare dal punto Ji vista democratico e socialista. Non è sempre facile far profezie : ma mi pare che si può dir molto bene: (( Se da qui a cinquant'anni I' Europa non è divenuta repubblicana e socialista , la colpa sarà del cesa • rismo germanico che sarà riuscito a comprimere le aspirazioni dei popoli verso un regime di libertà, di uguaglianza e di pace disarmata. In un interessante lavoro sulla germanizzazione della Polonia pubblicato nei Cahiers de la Quin 1 aine, Eduardo Bernus dico con molto senno : « La politica tedesca è , attualmente tale, che sarebbe colpevole da parte nostra di non tenerci accuratamente al corrente cii ciò che avviei;e dall'altra riva del Reno >>. E aggiunge: (( l socialisti hanno una spiacevole tendenza a dimenticare I' importanza capitale del fattore nazionale »: il p~incipio di nazionalità è stato un po' negletto in pro' del1' internazionalismo. Ora l'internazionalismo non può esistere che sul solido fondamento delle nazionalità libere ed autonome, volontariamente alleate con un patto di pace e di solidarietà. Altrimenti non è meno del cosmopolitismo, la sommissione ·di tutte ad una sola : Roma, ieri, la Germania, forse, domani. Nel socialismo internazionale , l'egemonia tedesc~ é incon- _testabile. Ed .:ssa è dovuta non solamente alla forte organizzazione dei nostri c~mpagni di oltre Reno, ma anche e più, agli avvenimenti del 1870-7 r. Non si gridi al paradosso. La Francia, prima del 1870, asservita· all' interno, ma forte ali' estero, o sembrandolo, ebbe l' egemomia nella prima Internazionale. E se il pensiero marxista ha trionfato del pensiero prodhoniano , è stato non solo perchè il primo portava una formula più precisa se non più scientifica , ma ancora e su tutto per~hè il prestigio non era più dalla nostra parte. A loro insaputa i socialisti subiscono le grandi correnti sentimentali determinate da fatti storici : i socialisti dei diversi paes hanno volti gli occhi verso i loro compagni di quel forte e grande paese in pieno sviluppo di potenza militare ed econo. mica, mentre la Francia ferita si ripiegava su sè stessa. Lo sviluppo economico della Germania, unificata ha rapidamente raggruppata una· classe operaia numerosa ne' grandi centri di produzione, mentre la Francia restava un paese relativamente di piccola e media produzione dalle innumerevoli officine disperse sul suo territorio. Così, molto più che per il valore intrinseco delle teorie rispettive, si spiega lo spostamento d'influenza constatata nello stesso momento in cui il socialismo europeo si organizzava. Ma se i nostri compagni tedeschì hanno tanta influenza da imporci- la tattica politica che credono migliore, come fecero al Congresso d'Amsterdam, hanno esai in casa loro la stessa potenza? Sì, su essi stessi, sulle masse numerose da essi disciplinate e che formano il quarto della popolazione attiva, mentre che noi formiamo appena la decima parte degli elettori francesi. Ma il loro potere si arresta là. Di fronte ad essi più forte, nonostante la dispersione del partito conservatore, nonostante l'assenza d'un partito democratico borghese, o forse a causa della sua assenza , il potere imperiale e la sua feudalità agraria e militare, si drlzza, ancora minaccioso. In Germania non vi è che una caricatura del parlamente - rismo. Ecco perchè il parti~o socialista, la più grande potenza elettorale, ha tanto poco azione pel potere. In Francia dove siamo molto meno numerosi, meno organizzati e molto più poveri, spingiamo i radicali socialisti che trascinano i radicali; e tutti insieme ci sbarazziamo della potenza clericale e attacchiamo la potenza capitalistica. Ebbene il pericolo è qui. Noi subiamo I' autorità dei compagni tedeschi i quali non ne hanno alcuno sul loro governo : e il gover"no tedesco si trova padrone della sua politica e di quella del suo governo. Una prova : Nel periodo del conflitto marocchino sotto i rimproveri di coloro che lo accusarono di lavorar per la Germania, Jaurès lavorava eroicamente per la pace. Ma i socialisti tedeschi non seppero fare uno sforzo equivalente. Non disconosco gli sforzi dei socialisti tedeschi per la pace nè le difficoltà nelle quali cozzano : ma qui è precisamente il pericolo. I socialisti. francesi mettono dei diesis al loro internazionalismo mentre i tedeschi son costretti a mettervi i bemolli. Così rischiamo di indebolire la Francia democratica e socialista non solo a vantaggio di una Germania feudale e militare ma con pericolo del libero pensiero, della democrazia e del socialismo dell' Europa intiera• Da un secolo la Francia fa esperienze politiche e sociali per conto della intera umanità. Ma per continuare ad esser padroni in casa nostra è necessario di esser sicuri da qualunque pericolo dal difuori. Giacchè la forza è passata alla Germania vogliono quei socialisti aiutarci a muovere le molle potenti della nazionalità e della democrazia? Dopo la generosa protesta di Bebel e Liebknecht per l' an_nessione dell'AlsaziaLorena, nulla più ci è venuto dalla Germania. Mi sbaglio; nel nostro congresso internazionale i tedeschi sono stati contrari al riconoscimento della nazionalità dei polacchi. Forse ciò è dovuto alla dottrina marxi ..ta che fa sparire la nazionalità dietro la classe che dà alla vita sociale una concezione semplicista che racchiude tutti i fenomeni nella categoria economica ove li subordina. Essi dimenticano troppo che nell'internazionalismo socialista non è la sciabola del conquistatore e la penna dei diplomatici che deve tracciare i rispettivi limiti nazionali , ma la libera volontà dei popoli. Nella società umana vi sono classi, qia vi sono anche nazioni, le une libere, le altre oppresse. Il diritto delle nazionalità non è altro che la realizzazione collettiva dei Diritti dell' Uomo proclamati per l' individuo. Pensino a questo i nostri amici di Germania e di Francia e non accentuino la divergenza che esiste tra essi. l primi vi
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