RIVISTA POPOLARE 157 all'ombra della libertà individuale, per salvare un qualunque concetto di popolarità, quando: fortifìcazioni in terra, navi sul mare, cannoni, fucili, spaventevoli ordigni di morte, di distruzione, da ognj parte s'apprestano - i quali -- non la fola libertà individuale limitano, ma innumerevoli vite struggono, e la privata e nazionale ricchezza immobilizzano e consumano? S'impone una legge, la quale impedisca l'emigrazione de le famiglie e regoli quella degl'individui. Uomini e donne, per ragioni morali, economiche, igieniche, mai dovrebbero partire prima che abbiano compiti i trentotto anni, nè lo si dovrebbe permettere senza il pieno consenso dell'altro coniuge se coniugati. Per nessuna ragione potrebbe eoncedersi quanto sopra è vietato. Sia inibita l'emigrazione a gli analfabeti ed alle persone che subirono anche una sola condanna, perchè non si persista a spedire nei paesi che debbono ospitarU, gli avanzi· di galera ed i bruti cui solo i Cinesi sono forse inferiori. Gli emigrati che rimpatriano soli e con le famiglie debbono subire le stesse restrizioni qualora volessero riparti re. Questi i concetti fondamentali della nuova legge ed urge farla ed applicarlai non solo perchè si va incontro alla miseria ed allo spopolamento, ma perchè, a detta degli stessi emigrati, gli Americani cominciano ad averne troppo di noi - e basta il semplice cambiamento di partito al potere, per vedersi, non che limitata l'immigrazione a gli Stati Uniti, espulsi anche quelli che colà vivono - nè pé · ottenersi questo è necessario andare oltre la chiusura dei lavori, come ogni volta, del resto, si · minaccia nei periodi delle elezioni presidenziali. E per fini re : ho letto che nel progetto di legge per l'emigrazione interna, si propone che lo stato fornisca danaro per lo acquisto del terreno, per la costruzione delle case coloniche, per lo acquisto delle scorte vive e morte. Si vede che c'è del danaro da mettere in movimento. Ma se vogliono mandare a noi , dei coloni , non è necessario forniscano loro il danaro per comprare terreno, perchè, noi non lo vendiamo-è sufficiente provvedano alle spese di viaggio, al danaro per le costruzioni delle case coloniche, ed a quello che può occorrere pel mantenimento fino al primo raccolto. Alle scorte vive e morte, agli attrezzi, provvederemo noi, meglio che non saprebbero fare i soliti incaricati governativi ...... . DOTTOR G. SAELI Latini ed ~nglo-sassoni di N. eeL1lJ1lNNI (I) I g·iudizi Il Prof. Luigi Fontana Russo nel Giornale di Sicilia consacrò un lungo articolo al libro; articolo ben poco dissimile per l'ammirazione da quello dell'Ojetti del Corriere della Sera. Egli comincia così: E' la seconda edizione di un'opera di Napoleone Colajanni, ma un'edizione che assai poco somiglia alla precedente, tale e tanto è il lavoro di riordinamento e di ulteriore ricerca a cm l'illustre autore si accinse. ( r) Un ekgante volume di 450 pagine in ottavo grande con prefazione di G. Novicow. E' stato già tradotto in Francese ed in !spagnuolo e se ne farà tra breve la traduzione in Inglese. Costa L. 6; per gli abbonati della Rivista L. 3,00. Elegantemente legato in tela e oro L. 5,00. E' - e trattandosi ciel Colajanni non potrebbe essere diversamente - una nuova e forte battaglia combattuta colle armi più perfette del!' indagine scientifica e della retta interpretazion~ dt tutti gli elementi di fatto. E' un attacco logico, serrato, 111calzante, che non dà tregua agli avversari, sino a quando non li ha demoliti: fino a quando non ha eretto sulle loro rovine l'edificio bene architettato e durevole della verità scientifica. Dopo aver dato un'idea del libro conclude: Leggendo questo libro, che, tra l'altro , ha il merito tipografico dell'eleganza , io pensavo al vantaggio inestimabile che alla trattazione scientifica di qualsiasi argomento deriva dalla conoscenza deile discipline collaterali. Perchè il dotto deputato per Castrogiovanni sviscera le questioni che tratta: perchè l'opera sua di clinico sapiente riesce completa in ogni sua parte? Perchè egli è uno statistico di quasi insuperato valore, che maneggia con somma perizia le cifre. Perchè egli è un economista, a cui molti insegnanti potrebbero invidiare l'erudizione vastissima, ragione per cui collega in modo geniale le risultanze statistiche, alle economiche come del resto le collega alle biologiche e a quelle di netto carattere sociale. Pere hè a lui non è ignoto alcun problema della antropologia, del!' etnografia e della soci ologia. Ora quando un uomo di quella taglia, dotato di mente poliedrica e di sottilissimo intuito, ha a propria disposizione tanto patrimonio scientifico, ben si comprende che debba avvicinarsi a~sai alla perfezione nello studio dei più difficili pro blemi, a cui dedica il suo tempo e il suo intelletto. Egli ha sempre delle forze in riserva da utilizzare· ha inesauribile for1te di nuovi argomenti da rovesciare sugli avversari; ha , infine, quella sicurezza di sè; che è efficacissimo fattore di successo in qualsiasi dibattito. Anche per queste ragioni il libro odierno, così dotto e pur così agile, così erudito e pur cosi sempliee, dovrebbe correre per le mani di tutti gli studiosi; di tutti eoloro che amano la cultura moderna e che han sete di vero. Sarebbe inoltre un doveroso omaggio a chi portò sempre nella vita una rettitudine inflessibile f! nella scienza una dirittura di pensiero impareggiabile. Pra gli Albanesidi Pirrno (Note di viaggio) La gita a Firmo, paesetto Albanese oggi tristamente noto per una rivolta di popolo, costituisce per me uno dei più cari ricordi della peregrinazione intrapresa lo scorso autunno con due buoni colleghi , a traverso le tre Calabrie. Partimmo di buon mattino da Castrovillari , la cittadina ben edificata e ariosa - a no,rd di quella Calabria Citra che sotto lo Svevo chiamavasi Val di Crati - là, tra la catena Appenninica e il torvo gruppo del Pollino, ricca di giardini (orti) irrigati dal Coscile, dei vigneti 1 di fichi, e di ulivi. Girato il Monte S. Angelo, un cocuzzo grigio azzurrino che al sommo accoglie la Madonna del Riposo, come per incanto la campagna cangia d'aspetto; sono aririe lande di crete incolte, color di cenere, desolate, colline sassose che al sole nascente hanno un freddo tono di viola. Corsi d' aequa preci pi tosi scendono quasi a picco : il Coscile si diroccia veloce tra le sponde scoscese, accompagnato da gruppetti di pioppi esili ed alti, dalle foglie giallognole. Siamo nel paesetto di S. Basile, e la carrozza sosta dinnanzi alla Chiesa di rito greco. Un canto stentoreo e stranissimo ci consiglia ad entrare: grandi altari di marmo, e di legno dorato sorretti da gravi colonne a spirale, brutti quadri bizantineggianti, icone goffe scolpite in legno e tinte a vivaci colori, mazzi di fiori d'argento. In terra una massa confusa d'un color rosso
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