l{lVISTA POPOLARE 153 un servizio continuo notturno di diciassette ore! Bisogna sacrificare le ore del riposo l ,er poter studiare e, qualche volta, dopo otto o dieci ore di servizio noth.rno. La freqnenza dei corsi è difficile particolarmente per gli studenti d'ingegneria (1). In generale quasi tutti gli studenti-impiegati si laureano con qualche ritardo nella durata media degli studi: molti, dopo qualche anno di lavoro,. rinunziano alla gloria del lauro dottorale e si rassegna.no deiinifrramente alla vita burocratica; altri cadono ammalati per malattie d' esaurimento o di tubercolosi (2). Miei colleghi di medicina e del politecnico si sono rassegnati durante ì cinque o sei anui dei loro studi ad un lavoro continuo nott11rno di otto ore, allo scopo di poter così seguire diligentemente le lezioni durante il giorno. Talvolta si accettano per necessità impieghi servili e rimunerazioni, che gli ste si operai rifiuterebbero: io so di parecchi laureati i quali durante il periodo di studentato coprivano in ferrovia e nella posta umilissimi impieghi dì aiutanti, di assistenti e di scrittnrali e persino di manuali: uno, che attnalmeute trovasi nella magistratnra, copri per ben cinque anni le umili man sioni di guardiano di un magazzino nelle ferrovie. Del resto ciò non deve meravigliarci, quando ci consta che in Italia vi sono avvocati, che adempiono all'ufficio di vuotacassette postali e di fattorini di tramway. I guadagni di questi paria, per quanto meschini, sono sempre da preferirsi agli ignobili e vergognosi sfruttamenti, che professionisti di grido, usano verso i loro giovani as~istenti e procuratori, rimunerandoli raramente con quaranta o cinquanta lire, per una effettiva prestazione d'opera di molte giornate intere. A Napoli poi, la vita degli studenti poveri è speciahnente d11ra, perchè il numero delle borse di tudio e di i;ussidi è insufficiente per il bisogno; d'altra parte quel poco, che esiste di beneficenza uni verdi tari a in Italia tutta, - bisogna pure constat11.re la verità - è ben lungi, per organizzazione e per garanzia contro abusi , dalle istituzioni degli altri stati , fatta eccezione delle borse del t Collegio delle province > di Carlo Alberto in Torino , quelle della fondazione Ghisleri di Pavia e le numerose delle scuole superiori speciali, istituite per incoraggiare i nuovi studi. Noi siamo anJora assai lungi, non dico dalle borse di 10 o 20000 lire dell'Università di Parigi , ma dalle più semplici organizzazioni di beneficenza, atte a lenire le sofferenze dei bisogni più importanti. della vita dello studente. L'Ungheria in vece, ha 28 società uni vers~- tarie di soccorso, largamente sussidiate dalla benefi (1) Sulla difficoltà di vivere per lo studente povero in rapporto alla facoltà cui appartiene ed al lavoro cui attende, leggasi l'importante articolo del Dr. Cornei Szemeznei: La 111ta della gioventù ungherese (Egyetemi - Lapok. Budapest 1900). In esso si parla lungamente del proletariato universitario. (2) Che questo lavoro· buro..:ratico, unito al surmenage intellettuale, predisponga a ma latti e, ho avuto campo d' osservarlo in miei colleghi, impiegati nelle poste, nelle ferrovie e nei telegrafi. Per quanto le mie rilevazioni possano avere lieve importanza , non essendo fatte su una gran massa di persone, pure credo necessario notare 3 casi di morte per tubercolosi e di notare ancora, che quasi tutti gli studenti impiegati della stazione ferroviaria di Napoli hanno sofferto malatt!e d'esaurimento. cenza pubblica e privata, delle quali il capitale varia da un minimum di 2027 corone ad un ma1:1simodi 167.436. Queste società sorte per spirito di cooperazione fra la gioventù, per iniziativa di privati e di corpi accademici, sovvenzionate dal governo e dai principi, presentano un assetto regolare, sia per la stabilità dei bilanci, che per tutto il loro funzionaruento. La direzione di esse vien affidata ad un consiglio di professori e di stndenti. La mensa accademica di Budapestcostitnita fino dal 1891 r.on un capitale di 167.436 corone, su.ssidiata dal Re, da privati e dal ministero della P. I. - può pagare 4000 corone aunualmen te per l'affitto dei locali; assicura gratuitamente ogni giorno il pranzo e Ja cena a 27 r-1tudenti poveri, la cena a 99, il pranzo e la cena a metà prezzo a 75. Inoltre ogni studente può ricevere dalla mensa un pranzo, che non costa più di L. 0,80 ed una cena per L. 0,50. La Società gene1·ale di socco1·so di Buòapest dà alloggio gratuito a 100 studenti; ne occupa annualmente in amministrazioni private ed in altri impieghi circa 400. Altre nu• merose associazioni a Budapest e per tutta l'Ungheria aiutano gli studenti poveri con sussidi in danaro e con libri, anticipano i denari per le tasse scolastiche, li forniscono di vestiti, prestano l' assistenza medica. E tutto ciò si compie con una esattezza meravigliosa (1}. · La Francia possiede a Parigi ed a Lilla delle vere maisons des étudiants, ove si provvede regolarmente il vitto e l'alloggio per un certo numero di studenti poveri (2). Esistono istituzioni identiche à Leida nell'Olanda ed a Gand nel Belgio (3); nella Boemia a Praga ( 4). A Kolozsvar in Ungheria il prof. Carlo Lechmer ha offerto 2000 corone, come primo fondo, · per la costruzione di una casa di studenti, i cui piani sono già 8tati approvati ; pure a. Budapest una sorgerà per iniziati va della Società Generale Universi,- taria di Soccorsi (5). La Germania, l'Austria, il Oanadà e la Gran Brettagna (ricordo per quest' ultima. la splendida maison des étudiants di Edinburgo, costituita ad iniziativa della Extension University) gareggiano nelle svariate forme di beneficenza univer sitaria. Anche la Russia ha società di soccorso per gli studenti in 9 università ed in 43 tra istituti superiori tecnici e scuole femminili, istituti di belle arti, di lingue orientali, di agricoltura, di foreste e mine ed in altre facoltà distaccate. Numerose società simili ( 1) lJ.r R. Ludwig et D.r C. S:remen,tei - Les étudiants ho11grois et lew· associations 1impr. Soc. Anon. Athl.neum. Budapest 1900) ed anch1,; l'.1/ma11ach universitaire di J. Rèngi (1891 92 Budapest). (2) Vedansi 1) La maison des éludia11ts de Li/le pu_blii~ par l' Union des itudiants de l' état, Lille 1906. 2) Les etudzants de Li/le chez eux. lìn petit palais de la jeunesse, articolo del Peti! Journal, 28 settembre 1906. 3) La maiso11 des etudiants à Paris articolo del Petit Journal 5 settembre 1906 e la rivista l' U11iversité de Paris dello stesso mese. (3) V~dasi nell' Èclw des étudiants de Bruxelles l'articolo del pro.f. Leboucq, rettore dell'università di 0and_, ove s! parla • della sua opera in favore della ma1son des etudzant~ dt Gand e l' articolo Leyde-Bruxelles ove si parla delia maiso11 des étudiants di Leida. (4) Vedasi_nella Revue interna:i~nal: de l'e~seigne!ne11t superieur l'arncolo: Un college d etud1ants tr_eques a Prague (Paris 1900). (5) Kolozsvari Egyetemi Lapok (october 1901) ed Egyetemi Lapok di Budapest (1900).
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