Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 6 - 31 marzo 1907

152 RIVISTA POPOLARÈ Qui , come vediamo , la bohéme non si distingue dal proletariato: con centocinquanta -lire al mese uno studente può vivere discretamente a Parigi. Le co~ lonie degli studenti slavi vivono con meno, e meno percepiscono gli studenti italiani, i qnali son pure obbligati a stare in grandi città, ove la vita è assai cara. Lo studio sulle condizioni economiche e sul sistema dì vita dello studente italiano non può farsi mediante grandi rilevazioni di dati dalla massa universitaria, perchè, a differenza della Germauia, noi non possediamo statistiche ufficiali, donde possa dedursi lo stato sociale della famiglia cui il giovane appartiene e tanto meno quindi, noi possiamo dedurre il contingente dato da una classe di persone agli studi accademici, anzichè da un'altra (1). L'unico sistema da seguirsi è quello dell'inchiesta mediante la monografia. E, se ancora 11n tipo deve scegliersi, questo è lo studente napoletano: l'università di Napoli riunisce quasi tutta la gioventù delle province meridionali, è centro intellettuale per eccellenza, ed in esso vegeta - esempio continuo della surproduzione universitar;a - pletoricamente il proletariato accadem}co. Fra gli Jtudenti delle diverse regioni d'Italia esiste nel tenore della vita una differenza profonda : le industrie ed il commercio nel not·d offrono immediato e sicuro guadagno alle classi medie, dimodochè là in genere la via degli studii superiori rimane aperta ai figli delle classi ricche e della alta borghesia. Al , contrario nel mezzogiorno fra la clientela universitaria predomina l' elemento delle classi povere : i piccoli funzionarii ed i piccoli proprietarii, i contadini, i mili tari e gli operai si sforzano con tutti i mezzi a mandare i loro figli dalla provincia negli impieghi governativi o nelle facoltà universitarie, credendo, che il funzionarismo od il dottorato siano ·titolo necessario per elevare la famiglia sia dal punto di vista morale, che economico (2). Si tratta dunque d' un vecchio preg indizio, che trova nelle condizioni speciali del mezzogiorno ancora un terreno per prosperare, malgrado i segni di risveglio di coscienza, manifestantisi sopra tutto col crescente sindacalismo delle classi operaie contro i sopravanzi del feudalismo : e feudale è questo pregiudizio di orgoglio spagnuolo: il medio-evo accanto alla nobiltà della spada e del rocchetto aveva creato anche quella della toga e della penna. ( 1) Le statistiche prussiane specialmente - cnme avremo occasione di osservare in seguito - tengono conto di queste ricerche sulla condizione sociale dello studente , desumendola dalla professione paterna. Il Ferraris ne rileva tutta l'importanza nei suoi articoli (ved. La statistica della coltura intellettuale e specialmente delle università - Atti del R. Istituto Veneto di Scienze , Arti e Lettere. Anno 1890 -9 1, pag. 557. Venezia) e propone che queste ricerche siano fatte per tutte le università e gl'istituti superiori (ved. Programme pour une statistique i.1ternationale de l' enseignement supérieur -- Inst. int. de statistique. lX Session. Berlin 1903). Quest'ultima proposta è stata svolta ed appoggiata validamente dal prof. Bela Foldes (ved. ultima opera citata). (2) Lo stesso fatto è notato dal Lebaud circa il proletariato indigeno delle Antille francesi (ved. Marius Ary Lebaud. Le proletaria! français ,wx colonies). Ma nell'Italia Meridionale, più ancora che dal pregiudizio sociale, dipende dalla falsa educazione della piccola e grande borghesia; gli studi - come at tualmente vi sono organizzati - moltiplicano l'attitudine al funzionarismo ed alle carriere professionali. L'università di Napoli oggi ha 5344 studenti: (1) presenta una forte diminuzione rispetto agli anni anteriori nei quali raggiunse la cifra di 6199 (anno 1901-902). La diminuzione è stata prodotta in parte da una tendenza di emigrazione della gioventù meridionale nelle altre università, specie in quella di Roma, e dal largo contingente di persone sottratto dalle enormi richieste di penmnale burocratico da parte delle pnbbliche amministrazioni - nelle quali l' elemento giovane pre - dominante è composto appunto di meridionali. Una parte-posso ben dire i due terzi-dei colleghi napoletani e della provincia vi ve, se non nel vero proletariato, in uno stato dì ristrettezza economica , più doloroso qualche volta della stessa miseria. Ve ne è un certo numero, che deve provvedere al proprio sostentamento col lavoro : la concorrenza dei profes · sionisti senza impiego rende questa esistenza ben triste e difficile. Il sistema di lotta per la conquista del pane è pressochè egt1ale per lo studente povero io tutti i tempi ed in tutti i paesi : è la lotta di Mario Pontmercy, resa. più aspra di un secolo fa, dall'esistenza odierna sul mercato professionale del sopravanzo della enorme produzione accademica. Risorse rimangono: la ripetizione, il giornalismo, i riassunti poligrafati delle lezioni universitarie, il far da censori o capi-famiglia in qualche collegio. I guadagni, per i fortunati, sono identici a quelli di Pontmercy: 800 o 1000 lire ali' anno, colla differenza, che occorre avere il doppio di virtù per guadagnarli e per non spenderli, e, che il costo di vita nello spazio di un secolo, si è quasi raddoppiato. Oggi esiste pure una categoria speciale di studenti, quella degli studenti-impiegati: ve ne sono moltissimi nelle amministrazioni pubbliche e private delle grandi città. Lo studente può cosi guadagnare più sicuraniente il proprio pane, ma la vita non gli è meno dura di quella degli altri colleghi poveri. Le umiliazioni a cui sono sottoposti gli studenti-impiegati, il disprezzo dei superiori gerarchici, pei quali ogni manifestazione d' intellettualit,à dei propri dipendenti è considerata assai male, per il vecchio pregiudizio che l'impiegato deve essere una macchina esecutrice di ordini ed al quale non occorre istruzione, l' invidia dei compagni d'ufficio, che temono nei loro giovani colleghi istruiti i concorrenti di domani ai posti superiori della burocrazia, rendono il periodo dello studentato in simili condizioni assai critico. E si giunge dal piccolo dispetto di colpire il giovane, che profitti 11ll'avvicinarsi dell'esame di qualche minuto di libertà durante il tempo di servizio - w.inuto che altri impiegati occupano a leggere il giornale od in chiacchiere- sino al caso pm grave di rifiutare due ore di permesso per dare un esame ed a quello gravissimo , successo in ferrovia, di rifiutarlo, nelle condizioni più normali del se1·vizw, pe1· im esame di laurea. E spesso gli esami vengono dati in condizioni assai critiche, p. e. dopo (1) Questi dati si riferi~cono ali' anno scolastico 1903-904; negli anni seguenti il numero supera i 6000, ma bisogna tener conto che circa 400 degl'iscritti appartengono al corso speciale per i licenziati delle scuole normali e quindi non si possono considerare come studenti universitari effettivi.

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