Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 6 - 31 marzo 1907

150 RIVISTA POPOLARE Ho citato un esempio ed ognuno comprende che non è unico, ma quì non è sede per esporne molto. Basterà immaginare quale deve essere stata la faraggine, la tumultuarietà di ordini e disposizioni di uomini, rerum novarwn avidissimi, agitati dalla febbre di segnalarsi; di quella febbre che spingeva Barattieri alla tragica avventura di Abba-Garima, in conscio della eterogeneità di truppe ed ufficiali che gli avevano confusamente racimolato, inconscio delle difficoltà topografiche e della finezza degli avversari; solo avido di colpire con un bel gesto il Parlamento che stava per riaprirsi. E intanto alle Officine mancarono i materiali di uso più corrente; alle stazioni persino l'inchiostro e la carta da scrivere. Questi uomini che lavorano, come hanno sempre lavorato; questi uomini che badaluccano serenamente tra i pericoli continui e le responsabilità penali, provano un malessere indeterminato: il malessere delle collettività che si sentono non governate. Facciamo che non arrivi l'orgasmo dell'anarchia; inevitabile, se coloro che lavorano realmente con locomotive e vagoni e rotaie vedranno chiaramente quanta è la discordia tra coloro che vivonc negli Uffici. · Si dice che gli agenti ferroviari avanzano pretese esorbitanti e tutte le apparenze giustifieano questo giudizio. Più ancora: le continue elargizioni di denaro, oggidì arrivate a limiti compromettenti, sembrano fatte apposta per alimentare e rinfocolare quelle pretese. C'è in esse qualche cosa che ricorda il criterio dei tiranni antichi verso la plebe: panem et circenses ! Non si vuole vedere ch'e il problema del personale è sopratutto nell'aspirazione alla giu- _,stizia; che le esigenze economiche cedono posto a desideri più elevati. Qual peso può avere il regalo di cento o mille lire ad un macchinista intelligente ed onesto, se subito dopo un intrigo d'Ufficio gli mette innanzi nella carriera altri meno onesto ma più procacciante? Od egli stesso può venir sbalestrato da Savona a Reggio-Calabria, senza conoscere il perchè, senza alcun riguardo alle sue condizioni famigliari? Il regalo allora influisce sull'animo dell'agente come il saluto cortese, apparentemente amichevole, che precede la coltellata nella schiena. Uno scrittore d'Economia, mi pare Achille Loria, credette intravedere che la gente d'Ufficio alla lunga sia favorevole all'altra che è al contatto diretto delle cose. Nulla di più erroneo. La gente di Ufficio è sopratutto cortigiana: abilissima negli intrighi, prona ai potenti dell'ora, arrogante e tiranna ·verso i deboli. E il problema d'oggi è nello sba1agliare l'orda cancelliera, perchè gli intrighi e gli accorgimenti meschini sieno ridotti alle proporzioni minime, quanto è compatibile colla natura umana; perchè le oligarchie sono sempre pericolose, ma più disgustano quando sono spurie e nascoste. E' sempre lo stesso problema che Giambattis~a Vico ha messo nei termini precisi: <e I deboli vogliono leggi; i potenti le avversano; gli ambiziosi, per farsi seguito, le promuovono; i principi, per uguagliar i potenti coi deboli, le proteggono >>. Da questo punto di vista è chiaro che nessun miglioramento può aversi nella disciplina della maestranza ferroviaria, a confronto di quella poca che mantenevano le Compagnie, se delle Compagnie si continuano i metodi inorganici. Esse potevano usare ed abusare del criterio liberista, secondo il quale ogni industriale debba essere arbitro nel governo del personale, sebbene l' errore dannoso all'economia stessa dell'azienda si nascondesse proprio nello sregolato arbitrio; ma lo Stato non può più accampare tale criterio. È giusto in astratto che un'impresa essenzialmente industriale debba scegliere e favorire gli uomini migliori; ma quando la scelta deve avvenire tra un numero grandissimo, come ad esempio nell'esercito, è indispensabile una regola fissa, chiara a tutti, perchè tutti ne possano profitta re e, quando non ne profittano, sappiano che dipende da loro deficienza o colpa o dalla fortuna naturale di altri, non dall'intrigo nascosto. Alrimenti i disgustati formeranno legione; e il rendimento d'opera della gente disgustata scende al più basso limite di macchine arrugginite e guaste. Oggi avviene nella grande· famiglia ferroviaria quello che può avvenire in una famiglia comune, nella quale il padre, poco adatto al governo dei figlioli, li regala oggi di giocattoli , domani caramelle, senza pensare che gli appetiti risvegliati non si calmano, anzi vengono acuiti. Abbisogniamo sopratutto di ordine e sincerità. Onorevole Signor Professore, l'amor del mestiere e l'ammirazione per il personale con cui vissi tanti anni mi hanno tratto a scrivere forse troppo a lungo. Non ho altro intento che quello di contribuire a rettificare criterii erronei, se le mie forze modeste lo permettono. Con tale proposito La prego perdonare se abusai soverchiamente della sua cortesia e voler benevolmente accogliere i miei anticipati ringraziamenti. · Devot.mo Giovanni Fossati IN POLONIA ( Nostra corrisponden,r a da Varsa11ia) I vostri giornali pubblicano solo gli atti prn rumorosi contro la vita e la proprietà e quindi i vostri concittadini non saprebbero immaginare l'atmosfera anarchica che tutto involge e nella vita pubblica e nella privata, nelle offici ne, negli uffici ed intraprese ferroviarie appartenenti al governo o a società private. Nè il capomanro, nè il Direttore, nè l'ingegnere osano intervenire-perchè cadrebbero sotto i colpi di palle avvelenate. Uccidere colle palle avvelenate è il dernier cri della moda socialista-anarchica. Il furto nelle officine di tessitura del cotone o in altri stabilimenti ove la materia prima o gli ultimi prodotti possono trovar compratori, ha preso dimensioni sorprendenti. Oltre a ciò vi è lo spreco, la mano d'opera negligente, malpropria, secondo il buono o malvolere dell'operaio pagato ad ora. Ma siccome i prodotti manufatti hanno subìto un rialzo, vi è ancora profitto a tener aperte le officine in certe industrie. Il male si evita su tutto a Lodz e nei distretti carboniferi di Dombrowa e Varsavia; dove si perviene piano piano a ristabilire un principio d'ordine, ma io dubito che questo principio possa avere un seguito. Insomma vi sono parecchie industrie perdute ; gli intraprenditori se ne vanno; gli operai intelligenti, stanchi di sopportare il terrore se ne vanno essi pure. Ma la Duma, si dice, si riunira, pacificherà e condurrà i popoli che costituiscono l'impero degli Tsars verso un futuro felice! Il tempo dei miracoli è passato e la nostra fede è di porre le nostre speranze tutte in una evoluzione lenta mercè il lavoro e la educazione. La Russia ha bisogno di enormi capitali per spingere il progresso economico e morale degli agricoltori che lavorano attualmente nei campi 60 giorni all'anno e passano il resto dell'anno nell'ozio. Solamente fra 10 anni il bilancio

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