Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 5 - 15 marzo 1907

116 R I V I S T A P O P O L AR E. Secondo i dati del Genossenschaftliche Mitteilungen nel 1902 le società federa te .erano 586 ; nel 1905 arriva vano a 855. Rispettivamente il numero dei socii era di 480,916 nel 1902; di 719,239 nel 1905. I socii di tutte le cooperative di consumo sono 1,200,000. Fecero affari nel 1902 per 147,895,161 marchi ; per 230,656.440 - cioè per circa 300,000,000 di lire - nel 1905. + Vedute chiare del giapponesi. - Il contegno della stampa Inglese, dopo 1a discussione alla Camera dei Comuni , in proposito del trattato di alleanza Ni ppo-Inglese , deve avere aperto gli occhi ai figli del Sole molto meglio e più che qualunque violenza o sotterfugio Californiano. Infatti venuta in quistione la possibilità di una guerra fra il Giappone e l' America, si è osservato che in forza del trattato d'alleanza, l' Inghilterra, dovrebbe battersi contro l' America , a fianco del Giappone. La cosa appare mostruosa e non solo la maggior parte della stampa si ribella a questa possibilità, ma il sentimento pubblico generale è , rssolutamente contrario ad ammettere che ciò possa entrare nella realtà dei fatti. Naturalmente quest0 atteggiamento dell' Inghilterra - popolo e stampa - non sfugge ai Giapponesi, come non sfugge loro il fatto che gli Stati Uniti fortificano febbrilmente le isole Honolulu che potrebbero essere un'ottima base di rifornimento e di operazioni in una. guerra navale fra Stati Uniti e Giappone;. non sfugge loro neppure il fatto che mentre nella California dove con la nuova legge gli stranieri non potranno acquistare terre altro che naturalizzandosi, la naturalizzazione, il diritto di cittadinanza è in.variabilmente negato dalle autorità. californiane agli emigrati Giapponesi ; non sfugge loro il fatto che , in fondo , nelle questioni fra Giappone e Russia per Sakaline e la Manchuria, fra Stati Uniti e Giappone per le scuole californiane tutte le shnpatie-benchè diplomaticam.ente velate - dell' ~uropa, sono pur i popoli bianchi Russi e Americani e contro il Giappone, per quanto dal lato del Giappone stiano il diritto e le leggi di umanità. Onde non sembra essere male avvisato il conte Okuma che in pieno parlamento Giapponese, esponendo la situazione politica estera, dichiara francamente che: e i buoni rapporti del Giappone con le grandi potenze non sono , in fondo, che di pura forma - perchè le grandi potenze europee pensano che il mondo appartenga alla razza bianca, e i popoli di altro colore, sia pure il Giapponese, troveranno sempre una diffidenza insormontabile nelle potenze europee ; dif5.denza che impedirà sempre un'alleanza veramente sincera e una simpatia viva. L'incidente della California è una prova di questi sentimenti >. Or questo è vedere e parlar chiaro, e agire chiararamente è preparare armamenti formidabili, come appunto fa il Giappone, quantunque partecipi alla Confe. renza dell' Aja ! Soltanto per aumentare il materiale navale il Giappone ha stanziato in sette esercizi dal 1907 al 1914, una somma maggiore di 500 milioni di franchi, e in undici esercizi , dal 1907, son ripartiti 605 milioni per la rinnovazione del materiale per l' esercito. Naturalmente il Giappone sent.e che le potenze Europee lo tollerano non lo amano, e capisce pure che un giorno o l' altro la questione della supremazia delle ra,1,ze iu Asia si aprirà violentemente e allora ..... i voti platonici della conferenza dell' Aja anderanno all' aria e dovranno parlare i cannoni, e il Giappone che lo sa se ne provvede, perchè è contro la potenza Giapponese che dovranno parlare i cannoni Europei. + La conf'erenza dell' Aja. - L' articolo pubblicato da Campbell Bannermann su The Nation a proposito del disarmo e dell' arbitràto ha sorpreso l' En ropa, ha avuto il dono d'irritare la Germania, e dt apparire 11topistico alla Francia. Questo s11l primo e come risultato delle prime imptessioni; poi poco a poco il buon senso ed il ragionamento hanno ripreso il sopravvento e l' articolo di Campbell Bannermann è apparso assai logico, perfino dopo la discussione alla Camera dei Comuni -- perfino opportuno. Ed è natu raie. Bisogna tener di conto, ed il Camphell !o noh nel suo articolo, che la prima Conferenza dell' Aja fu convocata proprio con l'intento e la speranza di trovare il modo di porre un freno alla p~zzii:. dei sempre aumentanti armamenti; se non si riusci a nulla di positivo in quel senso non fu già perchè si fosse riconosciuto che la Conferenza doveva avere altri scopi, ma perchè se c'è della gente incapace di precorrere gli eventi - salvo le eccezioni degli uomini di genio - son proprio i diplomatici. Affidato a costoro il compito di vedere se era possibile limitare gli armamenti dissero naturalmente, che q,iella era cosa di cui era bene non parlare. E il risultato della prima conferenza dell'Aja fu, a quel proposito, una vescica piena di vento. Ci fo un soffio eppoi rimase un brandello di protocollo. E questa conferenza avrebbe avuto i risultati della prima, se il primo ministro Inglese non avesse pubblicato il sno articolo. Egli ha obbligato la diplomazia a parlare della cosa che era ... tabu, e alla Conferenza dell'Aja bisoguerà bene, ormai, che se ne parli. Anzi è oramai certo che i rappresentanti dell'Inghilterra intayoleranno francamente la questione. Naturalmente anche, perchè, se le condizioni generali dell' Europa e dell' A.nerica non sono mntate dal 1898 ad oggi, grandemente mutato però è lo spirito pubblico : il sentimento nuovo della possibilità del la pace, per mezzo ò.ell' arbitrato è penetrato profondamente fra i popoli e consente, oggi, la discussione non solo, ma anche la risoluzione e l'adozione di provvedimenti che allora sembravano immaturi. Il Campbell nel suo articolo nota questo fatto e vi appoggia con assai lucidità una delle ragioni della proposta della diminuzione degli armamenti. Egli dice : « Ma mi sembra che noi farem•no bene di approfittare delle recenti esperienze: se dopo la Conferenza dell' Aja i punti di divergenza fra le diverse potenze sono diventati più acuti, queste divergenze sono ora sopra un terreno più ristretto; i sentimenti favorevoli alla pace, a quanto almeno si pnò giudicare, sono fortificati e rafforzati. L'idea dell'arbitrato e della soluzione pacifica dolle divergenze internazionali ha raggiunto un'applicazione pratica ed nn' autorità morale alle quali non si sarebbe pensato nel 1898. Sono queste delle considerazioni alle quali bisogna attribuire l'importanza che è loro dovnta )>. Si dice che la Germania, prima d'ogni altra potenza si opporrà alla discussione della proposta e si aggiunge pure che sarà appoggiata dalla Francia e dall'Austria Ungheria; e prevedendo questo il Carnpbell continua, nel suo articolo con questi argomenti : « Forse si può considerare come· inamissibile l'e8ame di questa grave questione alla Conferenza, seguendo una sola ipotesi : le garanzie di pace, quali che possano essere, debbono essere trattate come seuza alc11na. importanza pratica nella questione della importanza e della intensità dei preparativi guerreschi. Questa sarebbe una conclusione debole e impotente che sarebbe fatta per indebolire la si tu azione morale della Conferenza e per n6u tralizzare i suoi effetti agli occhi del mondo intero ; essa equivarrebbe alla dichiarazione che l'interesse comune delle pace, proclamato per la prima volta dalla. comunità delle nazioni riunite all'Aja e portato tanto più lontano con una rapidità. maggiore che non sognassero i più convinti, è stato confidato alla custodia dei Ministeri della guerra e della marina delle di verse potenze. » E anche questi sembrano argomenti inoppugnabili e

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