Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 5 - 15 marzo 1907

130 RIVISTA POPOLARE Per le riforn1egiudiziarie Ci) Marghc:rita di Savoia, 27 febbraio 1907. On.le Signor Professore, Un magistrato, che si trincera dì_etro il_ solito anonimo, (abituale oramai per quei pochi depa classe giudiziaria che scrivono nella stampa p~riodica), si è compiaciuto, in un articolo pubblicato nel numero ultimo della Rivista, di esprimere la sua opinione intorno ai progetti di riforma giudiziaria dell' On. Gallo. Mi consenta, Onorevole, alcune brevissime os~e1~- vazioni critiche in proposito (non essendo qm il caso dì una trattazione diffusa) , e non già per mancar dì riguardo all'egregio magistrato, ma per . amore alla verità e per una discussione puramente obbiettiva. A parte che mi sembra non pecchi di trop~a fretta il Ministro Gallo provvedendo ora alla riforma giudiziaria, dopo una quarantina di progetti che sono andati a riposare negli archivii e dopo altrettanti anni che invano si aspetta, noto in generale che X. Y. ha rivolto la sua attenzione alle modifiche delle giurisdizioni più che a quelle del1' organizzazione del personale, e che ha sorvolato sui punti essenziali, ~u cui si dovrebbe basar~ una buona riforma nell mteresse soprarntto sociale e generale; e cioè migliore cernita dei funzior:iarii, e loro piena indipendenza. Come sarebbe pericoloso concedere autonomia intera al corpo giudìziario, senza migliorare il personale, così non basta soltanto· migliorare il personale e retribuirlo meglio. « ,Un giudice che ogni giorno debba temere o spe~ i·are, dice il Caggiano, sarà travetto, ma non moderatore di lotte civili ». Comunque quei pochi rilievi fatti da X. Y. non --.mi paiono neppure perfettamente giusti e sufficienti. Egli ritiene poco sennata la soppressione dei VicePresidenti di Tribunali effettuata con la legge Ronchetti del 1904 e dice che ha prodotto effetti esiziali. Sarei curioso di vedere la dimostrazione di queste affermazioni, che io mi permetto di non condividere. La soppressione è invece consona alle giuste aspirazioni di una riduzione dei gradi e di un alleviamento della gerarchia. E poi perchè questi effetti esiziali? possibile che non si trovi un giudice capace di funzionare da Vice-Presidente? Sono d'accordo nel ritenere che non bisognerebbe aumentare l' organico dei funzionarii, nei limiti delle esigenze del servizio (ma non bisognerebbe a tal fine esser contrario al giudice unico), che occorre inoltre stabilire specialmente per l'ingresso in carriera norme ancora più rigorose e adatte, e che sia d' ·uopo procedere ad una giusta epurazione del personale. Sembra però che X. Y. ìntenda l'epurazione specialmente pei gradi inferiori, mentre inveée occorrerebbe di più e sarebbe più giusta nei gradi superiori, dove (a parte le tante illustri eccezioni), l' età, le malattie, ed anche il sistema di reclutamento anteriore alla Legge Zanardelli del 1890 che stabilì norme più rigorose di concorso, può far ritenere vi sia del personale assai più scadente, sia dal punto di vista dell' attività che della capacità. (1) L' improvvisa morte di Nicolò Gallo toglie alquanta opportunità a questa lettera, perchè si può essere sicuri che il suo progetto di riforma giudiziaria non· gli sopravviverà; ma noi la pubblichiamo perchè il problema vi rimane ali' ordine del giorno e dovrà a vere, meglio presto che tardi, la sua soluzione. La Reda{ione Ancora più saliente e contestabile è l' osservazione che l' egregio scrittore fa circa il progettato allargamento della competenza dei Pretori,- che egli disapprova, perchè implicherebbe una restrizione del sistema da lui preferì to· della collegialità. Ora ciò è in contrasto non solo col bisogno sentito di un maggiore avvicina-mento della giustizia al popolo, ma con l'aspirazione moderna del sistema del giudice unico in prima istanza, al quale l'aumento della competenza pretoria è un avviamento. Chi per poco ha pratica della vita .giudiziaria, sa quali miseri pettegolezzi personali quali stupidi e vili dietroscena si nascondono spesso nei giudizii collegiali, e come non è sempre l'opinione del più buono ·che prevale. E chi non sa come, in materia civile, non vi sia che una discussione illusoria, rimettendosi per lo più tutto al parere del relatore, che solo ha potuto studiare le carte? E di fronte all' ipotetico vantaggio di un miglior consiglio e di una maggiore delucidazione, che si può avere egualmente senza la collegialità e che è per lo più superfluo stante il contraddittorio delle parti, si vuole ostacolare il giudice unico, che offre garenzie di maggiore serietà e responsabilità? E poi è stato dimostrato in pra- :ica che i giudizii dei Pretori sono relativamente i migliori (ciò espose anche lo Zanardelli nella Relazione al suo Progetto); giacchè non è vero che fra i Pretori si trovano elementi più cattivi che fra i Giudici di Tribunali. Del resto è unanimamente invocata la parificazione di questi due gradi, che anzi' ai posti di pretura che implicano maggiore capacità, operosità e responsabilità dei Tribunali dovrebbero essere adibiti giudici anziani. Convengo che, se il personale delle preture , rimanesse com' è, con l'aumento di competenza, avrebbe un grande ingombro di lavoro; e perciò si dovrebbe provvedere ad una più giusta perequazione, aumentando e migliorando il personale dove occorra. Infìne sono anch' io del parere che convenga ridurre i piccoli Uffici di Pretura, di Tribunale e di Corte : ma è appunto da questo lato che, dato il nostro sistema parlamentare, s'incontrano le maggiori· diffiéoltà. Tuttavia, allo stato attuale, sarebbe almeno utile provvedere alla soppressione delle piccole Preture o alla loro trasformazione in Sezioni, aggregandole ai vicini Mandamenti ; perchè anche nel loro interesse è preferibile questo all' anormale deplorevole condizione odierna, in cui circa 200 preture in media restano senza titolari e senza giustizia addirittura per lunghi mesi se non per annate intere. Ed osservo ancora che anche gli uffìcii troppo grandi non sono senza inconvenienti, perchè ivi i Capi sono umanamente impossibilitati ad abbracciare e sorvegliare tutto il lavoro· caotico che vi si svolge, ed assumere una coscienziosa responsabilità di tutto l'andamento. In media stat virtus. Ringrazio ed ossequio distintamente. Dev.mo S. D' Assrsrr 11' esodo sieiliano La questione sociale in Sicilia in questi ultimi anni - e precisa men te dal ' 94 in poi - ha preso un indirizzo cosi allarmante quanto inaspettato , da qualunque angolo visuale si voglia guardare , da quello borghese e conservatore come da quello democratico e progressista.

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