Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 5 - 15 marzo 1907

RIVISTA POPOLARE 125 non ostante la scuola non è stata maggiormente adoperata contro le idee progressiste. Ciò è avvenuto perchè scuola e maestri hanno le garenzie opportune nelle leggi dello Stato, limitatrici, come fu avvertito della ,rntonomia dei Comuni e subiscono l'azione dell'ambiente generale. Se lo Stato dovesse cadere' in potere dei clericali - quod 7Jeus awrtat - essi faranno ben altro che impadronirsi della scuola! Essi riaprirebbero le galere per farvi entr,ire tutti i propugnatori delle pubbliche libertà. E chi loro potrebbe impedire legislativamente di rsercitare b maggiore azione limitatrice della autcmomia comunale una volta che disporrebbero della 111:1ggioranzaparlamentare? Un' ultima parol:l ,11 dottrinari della libertà. Credevamo che 11011 ce ne fossero più in Italia dopo la scomparsa di Z:rn::-irdell,i che fu uno dei più sinceri e dei più eminenti e chè pur dovette, perYenuto :li governo e sperimentata la fallacia del suo apoftegma: reprùneree non prevenire, fare a ntroso colle proprie teorie. A costoro ricorderemo, che se sono logici gli anarchici - e perci6 i sindacalisti italiani che ad essi maggiormente si avvicinano mostrano i denti all' avocazione della Scuola allo Stato mettendosi a braccetto coi clericali - nel domandare libertà assoluta, sconfinata ; non lo sono punto i dottrinari , che parteggiano per una libertà, che sia mezzo, strumento di una evoluzione progressiva. L'intervenzionismo, l'azione dello Stato non contraddicono la libertà sostanza, negano soltanto la libertà verbale. La libertà poi concessa ai suoi nemici reali , in nome delle astrazioni teoriche e dottrinali che in Francia furono in onore sotto Luigi Filippo e che in Italia trovano imitatori nei migliori della vecchia sinistra, riesce al maggiore danno della medesima. Sono liberali, nel senso antiintervenzionista, i clericali del Belgio; e lo sono quanti hanno in mano il capitale e la forza politica. La storia di Francia è la condanna di questo dottrinarismo liberale, precisamente in fatto di Scuola. Chi non ricorda la leg~eFalloux del 1850? Victor Hugo la combattè con eloquenza inspirata; pochi repubblicani dottrinari fecero blocco coi suoi sostenitori e la fecero trionfare. Essa venne difesa e sostenuta contro l'ingerenza che lo Stato e l'Università esercitavano nella scuola in nome del grande principio della libertci d'insegnamento - proprio come oggi in Italia ! La legge Falloux, intanto, fu il primo passo che i reazionari, sotto l'egida della libertà, fecero contro la repubblica e contro ogni libertà politica. Dalla qualità degli autori veri della legge e dai fini, che si proporn~vano di raggiungere , e che raggiunsero, si comprenderà meglio ciò che dovremmo attenderci d_al tr~onfo di questa specie di libertà cara ... ai reaz10nan. Scrive Georges Renard nella sua : La repubblique de r848 (che fa parte del!' Histoire socialiste che si pubblica sotto la direzione di Jaurès ): « Nell'anno 1867 « il visconte di Falloux, assistendo al Congresso Cat- « tolii.:o di Malincs, vi fu :1ppLtudito e salutato come « l'crntore della legge che ha conservato il suo nome. « Egli rispose : No1lsono iv che ho fatto la legge. Vi << dirò chi l'ha fatta. Ed egli nominò da prima Mon- « talembert, poi l'abbate Dup:rnloup - che divenne « il famoso arcivescovo di Orleans -- infine un terzo, « che avendo gettato uno sguardo coraggiosoeprofonclo cc su tutte le piaghedella società,fece il successodella leg- « ge. Co? tali p_a~oleegli_designava Thiers >) (p.177). Alcum cattolici dalla vista corta- tra i qua li alcuni vescovi - non com presero il valore della libertà della legge Falloux che combatterono. Ma Dupanloup osservò che il Cielo aveva permesso l'avvento della Repubblicain vista della rientrata dei Gesuiti in Francia e della libertà che sarebbe loro concessad' inse;;nare. E poi scrisse: chiunque non vede in tale fatto visibil11tente la 'Provvidenza non vedrà tnai niente. . L'or~i~e _dei Gesuiti ringraziò Thiers dell'appogg10 vabd1ss1mo dato allà leuae Falloux sulla libertà d ' , bò insegnamento e Pio IX che aveva tentennato tra i cattolici ,:h' erano <li pensiero disparato fini col ringraziare Falloux e Montalembert, che avevano fatto trionfare la libertà... (Renard pag. 188 e 190). Dalla legge Falloux si arriva all' antidreyfusismo ed a tutti i maneggi clericali contro la terza repubblica francese. Gli anelli della catena che dovevano strozzarla cominciarono ad essere rotti colla legue Ferry del 1879, vigorosamente difesa dal suo auto~e che ai repubblicani ricordo che la libertà d'inseana- . • • b mento a1gesmu non era stata accordata nè dall' q,ncien règime, nè dalla Restaurazione, nè dalla monarchia di Luglio ; che Luigi XVI nel 1777 aveva lasdato rientrare in Francia i gesuiti a (ondizione di astenersi da ogni inse~oamento pubblico e p~ivato. La leg6e Ferry,_ dopo 11 Boulang1smo e dopo l ajfaire 7Jnyfus ebbe 11 suo completamento nella legge contro l'insegnamento dei congregazionisti e sulla separaiione. In Italia se si volesse cercare un altro preponderante motivo, oltre il finanziario ; nell' avocazione della scuola allo Stato , certamente lo si dovrebbe cercare nella necessità di difendere lo Stato la libertà . ' ' la civiltà, dalle insidie clericali. Questa indicazione diviene più urgente oggi che in Italia i clericali si risvegliano _eche gesuiti e congregazionisti, scacciati dalla Francia, vengono a portarvi i loro milioni e il loro insegnamento. In quanto la scuoh1 può educare - e crediamo ·che da sola poco possa educare - questa educazione dev' essere iniziata in senso italiano. I nordamericani, con alla loro testa uno scienziato come Mayo-Smith ed un politico come Roosevelt, sperano per mezzo della scuola di fondere i vari elementi etnici, che si rifugiano nella grande Unione _repubblicana e di americanizzarli. Nè si può dire del tutto van_a_quest' opez:a della scuola che trova negli Stati Umu cooperanti efficacemente altri fattori politici ed economici e tutto l'ambiente sociale. i:'er mezzo della scuola e nei limiti che è lecito sperare dalla sua azione; organizziamo la scuola in guisa che essa contribuisca a formare o a rinvigorire la coscienza nazionale italiana tenendo sempre dinanzi alla mente l'ammonimento solenne di Giuseppe Mazzini: « Senza educazione nazionale non « esiste moralme~te nazione. La coscienza nazionale « non puo uscir che da quella». La Rivista Tra i tanti articoli da pubblicare-e che aspettano da mesi e mesi! ce ne perviene uno dell'egregio Prof Edoardo Calenda dal titolo: Filosofì e plebe ... socialista. Per la solita tirannia dello spazio - che è per noi davvero insopportabile - siamo costretti a rinviar·ne la pubbiicaz..ione al 31 :.\1arz.o.

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