RIVISTA POPOLARE 123 pendi ; ma essi vengono puntualmente pagati ed hanno uffici, nei quali si rispetta un minimum di decenza. Invece le Inchieste Torraca e Ravà in forma ufficiale e le altre che hanno promosso alcuni giornali didattici tra le quali notissima quella eseguita dal Fabiani del Corriere delle Maestre, ci appresero che in molti Comuni le scuole stanno al disotto della stalla per la igiene e per la decenza; e che gli stipendi magri vengono p,1gati con ritardi enormi, che creano una sitrn1zione penosa agli insegnanti. Nessuno, avverte giustamente l'on. Caratti, potrà affermare con serena coscienza che lo Stato stia al disotto dei Comuni nella gestione della Scuola. Si ricordi ezi~rndio che se i Comuni spesso arano diritto ciò si deve all' intervento continuato del Regio Provveditore e del Consiglio provinciale scolastico - cioè del Prefetto, dell' organo lo_cale dello Stato. Il signor Giuseppe Lombardo Radice avversa la gestione dello Stato con criteri politici più elevati, facendosi forte dell' autorità di· Antonio Labriola, di cui ri~orta questa pagina: « Quando alla pa- « rola « Stato » in senso nè scientifico nè pro- « prio, si attribuisce il. valore semplicemente di « Governo centrale , e per governo centrai e , si « intende addirittura qaell' organo particolare che « è il Ministero della P. I., io mi dotoando come « possa venire in mente umana la strana idea, che « alcune diecine di migliaia di maestri e maestre « siano messe sotto gli ordini e alla dipendenza bu- « rocratica di un uomo solo. Di un solo uomo che « cambia per ragioni di. politica parlamentare, e, per « il tempo che rimane in ufficio, delle cose che ac- « cadono sopra luogo non risà se non quello che « gli è testimoniato per via di informazioni, con- « sacrate in lettere che gl'impiegati si affannano a « far passare dai protocolli agli archivii. Alle molte « causedi corruzionecheporta il parla,nentarismo male « inteso e male applicato come è da noi, manche- « rebbe solo · questa: di mettere, cioè, alcune diecine cc di migliaia di maestri traslocabili a disposizione cc di un Ministro ! » (Scritti varii pag. 277). La parola di Labriola è servita all' insegnante siciliano per dare credito a queste sue paurose previsioni, che riferiamo colle sue stesse parole e che si possono leggere nei pochi giornali, ct1e avversano l' avocazione della scuola allo Stato; egli scrive sui Nuovi doveri: cc L' avocazione , intesa cosi all' ingrosso, è un concetto pericolosissimo, assai più che non quello della educazione affidata 1i Comuni: rispetto al Comune il maestro elementare ha una certa indipendenza. Ma se le scuole passano allo Stato , e lo Stato poi in concreto significa questo o quel deputato, questo o quel ministero, che cosa avverrà del maestro che non sappia essere galoppino elettorale e schiavo del grande elettore? Continuerà a restare servo delle cricche politiche, o a ribellar.si, come ora fa, quando è onesto, avendone la peggio. E forse anzi la sua soggezione crescerà ». « Ecco dunque un pericolo, al quale bisogna bene guardare se si vuole che l'avocazione allo Stato non si traduca in strumento di @ominio di questa e quella cricca elettorale, che può rovinare un maestro con un trasferimento e con altri mezzi intimidirlo o corromperlo)>. Innanzi tutto pèr rispondere bisogna tener conto della realtà attuale. Questa ci dice che la indipen- <lenza del maestro nel Comune è una· 1eggend:1 inventata da coloro che non han no vissuto la vita nei piccoli Comuni specialmeni:.e. Nei qu::i.liil maestro di ordinario è un a latare del Sindaco, un galoppino elettorale e talora il gestore dei suoi affari privati. Nella Relazione Torraca si riferiscono i lagni dell'Ispettore di Luca e le melanconiche osservazioni di quello di Campobasso perchè nei loro circondari si cambiano ogni anno le sedi delle scuole per far piacere a questo o a quel consigliere comunale a questo o a quell'elettore influente. A Livorno, a Roma, a Napoli si depìorano le stesse cose (1). Altre peggiori se ne potrebbero deplorare. Se il fatto non dimostrasse insussistente il timore di un pericolo nuovo, a priori si potrebbe affermare dover riuscire più temibile e più pesante la sorveglianza diretta e la pressione immediata delle autorità locali, mosse da tutti gl'interessi e da tutte le passioni dei piccoli ambienti, anzichè quelle esercitate da Roma, da centinaia di chilometri di distanza. Se i mutamenti dei Ministeri dovessero perturbare le condizioni dei funzionari, non si dovrebbero temere soltanto pei 50000 maestri; ma anche pei 100,000 ferrovieri e per al tre centinaia di migliaia di fonzio~ari. In Italia, grnz.ie a Dio, non vige lo spoil system , sistema del saccheggio , degli Stati Uniti; dove ad ogni nuova elezione di Presidente si dice che si mandano a casa i funzionari in carica e si danno i posti agli amici del partito vittorioso. Ad onore del vero si deve aggiungere che anche nella Repubblica delle Stelle questo spoil system nelle sue peggiori applicazioni si ridusse sempre a poca cosa; che Cleveland lo sbandì e che e' è tutta una scuola politica che propugna il sistema burocratico stabile europeo - o meglio ancora : francese. D'altra parte questi paurosi custodi della indipendenza del maestro dimenticano una circost,rnza di fatto veramente caratteristica. Il Parlamento ha dovuto votare delle leggi che resero stabile la situazione dei segretari comunali, dei medici condotti, degli stessi maestri elementari. Contro chi furono votate quelle leggi? Da chi furono invocate ? Dai medici, dai segretari, dai maestri, che denunziarono le pressioni, i capricci, le prepotenze delle autorità amministrative locali! Una buona legge provvederebbe al la inamovibilità degli insegnanti, e lo Stato potrebbe esercitare su di essi una influenza assai minore di quella che esercita sui magistrati, sui professori secondari, su tutta la vasta burocrazia alla sua dipendenza perchè non possederebbe nelle sue mani i mezzi di seduzione delle promozioni. I miglioramenti economici dei maestri avverrebbero automaticamente cogli aumenti periodici di stipendi, che la legge st:1bilirebbe in termini non suscettibili di equivoche interpretazioni. Analoga alla precedente, in parte confusa col la medesima è ]' obbiezione indotta dalla di fesa del principio dell' autonomia dei corpi locali. In Giugno 1906 fu adoperata autorevolmente dall' on. Bertolini nel combattere l'art. 60 del progetto di legge Sonnino sull' avocazione graduale della Scuola allo Stato. (1) Angelo Sic chi rollo : L' isfru-rione popolare in Italia. (Nuova Antologia r. 0 agosto 1903).
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