Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 5 - 15 marzo 1907

122 RIVISTA POPOLARE tributaria, ci sarebbe sempre convenienza a propugnarla sotto lo stesso riguardo finanziario per un motivò d'indole generale e per un altro particolare o regionale. Le finanze dei Comuni, invero, si trovano quasi in tutta Italia in disagio; basterebbe a provarlo l'impegno che i rappresentati del settentrione e del mezzogiorno hanno messo nell'imporre allo Stato l' esecuzione dello articolo 272 della legge Comunale e provinciale che assegnava allo Stato talune spese di giustizia e di polizia, che allo Stato realmente competono e che erano state caricate ai Comuni e alle Provincie nei momenti, nei quali non si sapeva come riparare al deficit nel bilancio nazionale. Quei sedici milioni, che temporaneamente e indebitamente furono gravati sui Corpi locali si ritenne indispensabile riversarli sullo Stato per salvare le finanze Comunali e provinciali, o almeno per alleviarne gl'imbarazzi. Il ritorno allo Stato di tali spese, poi, non si ritiene sufficiente a compensare le perdite che i bilanci . comunali del mezzogiorno su birono per la legge Sonnino, fatta votare del Ministero Giolitti. Ora mentre le finanze dei Corpi locali sono tutte dissestate, quelle dello Stato per fortuna si trovano in condizioni di floridezza insperata. Non è dunque più semplice, più razionale e più economico ad un tempo alleviare i Comuni del gravissimo onere scolastico anzichè da un lato procedere agli sgravi, che illuderebbero i contribuenti; e dall~altro costringere Comuni e Provincie a mettere nuove imposte o inacerbire le esistenti per tappare le falle dei rispettivi biianci? Lo sgravio da parte dello Stato, forse , passerebbe del tutto inavvertito pei contribuenti; le nuove imposte o lo inacerbimento delle attuali da parte dei Comuni e delle Provincie, invece, darebbe occasione ad inasprimenti anche sproporzionati ai bisogni, ad aggravare le ingiustizie esistenti ed a crearne delle nuove, provocando un malumore, di cui davvero non si sente il bisogno , special mente nel mezzogiorno. Dove oramai non si sa se sia maggiore il perturbamento morale o il disagio economico, dove tutti soffiano nel fuoco con leggerezza imperdonabile per ambizioni e per interessi personali, per sete di potere nei gruppi e negli individui. Perchè nasconderselo? I malumori e i tumulti del mezzogiorno si ritengono comodo espediente per acchiappare le chiavi delle Case Comunali o quelle dei Ministeri. E soffiano nel fuoco uomini di governo che domani potrebbero raccogliere le tempeste provocate dai venti da loro stessi scatenati! La così detta partita di giro, che si vorrebbe mettere in ridicolo colla sola sua denominazione , insomma, risponderebbe alla non piccola sapienza racchiusa nel motto : queta non movere I Volendo· procedere ome0paticamente come consigliava l' on. Maggiorino Ferraris fin dal 1904 e come tentò di tare il Ministero Sonnino, poi, date le buone condizioni del la finanza pubblica, non sarebbe difficile dare ad un tempo e i piccoli sgravi e gli otto milioni all'anno da aumentare nella stessa misura sino .a che riuscissero a raggiungere quegli ottanta milioni occorrenti per formare la metà della spesa annua - 160 milioni - consacrata alla scuola dalla Prussia e dall'Inghilterra. Colla proposta Ferraris si provvederebbe gradatamente al le maggiori spese occorrenti per la lotta contro l'analfabetismo; ma si lascerebbe immutato il disagio delle finanze comunali. Coll' avocazione, anche graduale , dello intero onere scolastico allo Stato, si con-:b, atterebbe meglio armati contro il nemico e si risanerebbero le fi::1:1nzecomunali , che non possono alla fine rimanere lungamente ammalate senza turbare la salute dei contribuenti e della Finanza dello Stato. Il motivo d' indole particolare o regionale che c-:>nsiglia l' avocazione della Scuola allo Stato non è meno evidente e non meno grave dei precedenti. Invero dove maggiore è il disagio economico, <love maggiore è il dissesto dei bilanci comunali ivi è più vergognoso e più alto l'analfabetismo; ivi è maggiore e più urgente il bisogno di provvedere 3 cioè: nel mezzogiorno, dove è minima la potenzialità economica eci occorre la massima spesa ! Le condizioni precedenti non rapprese □ tano una semplice coincidenza ma stanno tra loro in rapporto causale. Il quadro di quelle condizioni sarà completato aggiungendo che nelle masse incontra scarsa simpatia o decisa avversione la scuola, perchè maliziosamente si fa credere - e talora realmente questa è la verita - che la grave pressione. tributaria deriva dalla legge sull'istruzione obbligatoria. Perciò i lavoratori vedono nel maestro un vampiro che toglie un pò di pane ai loro figli..... A parte queste considerazioni politico morali, resta formidabile la domanda: se è urgente, se è doveroso combatterepiù intensamente , più efficacementel' analf abrtismo a colpidi milioni, come si potrà rag :iungere l'alta finalità nel mezzogiornodovemaggioredev' essere la spesa e minore è la possibilitàdi affrontarla - anzi vi è evidente la impossibilitàdi provvedere ? A questa domanda una sola risposta è possibile: avocazione della scuola allo Stato. Lo Stato provvederà alla scuola secondo la misura del bisogno del luogo, come provvede all'amministrazione della giustizia e alla sicurezza pubblica senza preoccuparsi della potenzialità economica dei singoli e delle collettività. E così ciò eh' è razionale: provvedere con mezzi finanziari. dello Stato alla funzione generale di dare l'istruzione primaria a tutti i cittadini verrebbe ad essere imposto inesorabilmente dalle contingenze s.peciali dei luoghi e del momento. Ed a tali criteri per lo appunto rispondevano le proposte del Ministero Sonnino, che atlermavano il principio generale dell' avocazione della scuola allo Stato e volevano cominciare ad attuarlo parzialmente dove maggiore e più urgente era il bisogno, dove minore era la possibilità di risolvere il grave problema colle risorse locali : nel mezzogiorno. ♦ 3° I pretesipèricolie danni dell'avocazionedella scuola allo Stato. Se ne scorgono e se ne denunziano di diverso genere e con intenzioni diverse. Alcune sono veramente sospette di poca sincerita. Si accusa d'incapacità lo Stato e si teme che esso non sappia provvedere allo insegnamento meglio dei Comuni. Che alla Minerva non si diano prove sufficienti di buona amministrazione era noto; ma certamente quella che c' è nei rispetti della scuola nella grande maggioranza dei Comuni non fa temere il peggio. I funzionari alla dipendenza dello Stato potranno lamentarsi e si lamentano, della esìguìtà degli sti-

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