.. RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze ·sociali IHrettore: Prof. NAPOLlJONJiCJOLAJANNI (Deputato al Parlamento) ---4-1 .O<~>C>: -+1--- Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese rt,alia : anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno lire 8; semestre lire 4:,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: C01·soVittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI Anno Xli[ - Nnm. 5 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 1~ Marzo 1907 SOMMARIO: Gli avvenimenti e gli uomini: Noi: (Deputati e socialisti nel mezzogiorno d'Italia - Sempre arbitri nel mezzogiorno - La Camorra - La separazione in Francia - Von Bulow e la politica interna al Reichstag - Le forze' economiche dei sindacati socialisti e delle cooperative di consumo in Germania - Vedute chiare dei giapponesi - La conferenza dell'Aja - Cose inglesi-· N. C.: Nicolò Gallo'. - La Rivista: L'avocazione della Scuola allo Stato - iVott.· N•. Colajanni: Sulla questione degl' impiegati - A. Agresti: La seconda Duma - S. D'Assisti: Per le riforme giudiziarie ~ G. Bonàgiu~o: L'esodo siciliano - Dal '' Bollettino dell'Ufficio del lavoro ,, (Febbraio 1907) - Kivista delle Hl viste: I sodalisti italiani giudicati da un socialista (Critica Sociale) - Per l'esercito imperiale - Il reale e !',ideale nel Papato (North A,6-'àican Review)- Il vampiro milionario (The Arena)-l partiti politici in Russia (Deutschland)- ·• ln guerra nel linguaggio (Deutschland) - R-ecensf onL GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Deputati e socialisti nel mezzogiorno d'Italia. -In una delle ultime sedute della Camera dei Dep ,, tati Olindo Morgari, colla onesta franchezza che lo distingue ha denunziato come complici del governo i cattivi consiglieri del medesimo, i deputati del mezzogiorno, che tengono un piede a Montecitorio ed un altro nelle amministrazioni locali, che servono loro di base per salire più alto e che vanno a rotta di collo. Tutto ciò egli disse a proposito dei fatti di Gravina di Puglia, Aucceduti a quelli di Firmo, meno gravi per le conseguenze ma più deplorevoli per la leggerezza di coloro che li provocarono. Contro le parole del Deputato per Torino e la sfida di qualche altro socialista, che domandò se ci fossero deputati meridionali nella Camera, giacchè nessuno protestava contro la fiera requisitoria del Morgari, si levò l' on.· }?ascale. a ripetere le solite giaculatorie sulla fierezza, sulla indipendenza ecc. dei deputati del Mezzogiorno , che lasciarono tutti increduli più di prima sulla esattezza di queste asserite virtù. In verità chi conosce, uomini e cose in ciò che disse l' on. Morgari non può trovare menzogna o esagerazione ; può deplorare soltanto che egli sia stato parziale sulla esposizione dei mali politico-amministrativi che affliggono il Mezzogiorno e non poche provincie del Nord e che abbia prudentemente taciuto delle marachelle grosse dei propri amici - specialmente dei meneurs. Noi crediamo che la Camera avrebbe apprezzato meglio i giudizi severi contro la borghesia e le amministrazioni locali se l'accusatore avesse asse stato quella dose di legnate che si meritano i socialisti come pervertitori di ogni buona regola ammm1strativa, come provocatori di disordini, come sfruttatori poco puliti della parola Socialismo. Il Morgari, ad esempio, avrebbe dovuto rilevare che sono i suoi amici socialisti che spsso invocano lo scorretto intervento del deputato nelle cose locali e che non di rado al rappresentante del Collegio perdonerebbero il -servilismo verso il ministero e tutto il resto purchè egli si prestasse a fare allontanare tale o tal'altro funzionario inviso e sopratutto a fare sciogliere il Consiglio Comunale ed a cooperarsi affinchè la minoranza socialista di ieri si trasformasse in maggioranza nelle successive elezioni. Ma al Morgari che si era compiacentem~nte indugiato a far sapere chi sono i deputati del mezzogiorno correva l' obbligo di far conoscere anche chi sono i socialisti rigene1·atori del Mezzogiorno. All'uopo poteva ricorrere alla collezione della nostra Rivista. Questa forse potè sembrargli sospetta, perchè non è diretta da un socialista autentico ; perciò un' altra volta lo preghiamo di avvalersi della descrizione che ne ha dato il Prof. Gaetano Salvemini ( il Travet, Tre Stelle, Rerum Scriptor, il Pessimista ec.) nell' ultimo numero della Oritica Sociale di Filippo Turati. Noi verso di essi non fummo mai cosi feroci, come si rivela il socia.lista autentico che insegna nell' Università di Messina. Il Salvernini veramente si riferisce ai socialisti di tutta Italia ; ma L, descrizione si attaglia maggiormente a quelli del Mezzogiorno. Non sappiamo se un'altra volta l' on. Morgari avrà il coraggio di servirsi di questo documento ; ma riteniamo utilissimo, che i nostri amici conoscano ciò che dei socialisti italiani ha scritto il Prof. Sa.lvernini suscitando anche il malumore di Filippo Turati, che non avrà pott1to digerire l'accenno all'opera sua proletaria, come Presidente dei Posttelegrafici. Perciò riproduciamo quasi integralmente l' articolo in discorso nella Rivista delle riviste mutandone il tilolo. Nella 01·itica sociale apparve come: Spettri e realtà (La malattia del partito); noi vi abbiamo sostituito questo: r socialisti ilaliani giudicati da tm socialista. • Sempre arbitri nel mezzogiorno . . . - Dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale di Napoli credevamo che non fosse possibile commettere alcun altro atto che lo potesse supera.re nella inopportunità politica morale e amministrativa.. Ma no! Un proverbio meridionale dice: al peggio non o' è limite. E infatti è
114 RIVISTA POPOLARE venuta la destituzione del Sindaco di Reggio Calabria, on. Demetrio Tripepi, che rappresenta una vera mostruosità, cui si sono date le parvenze della legalità. Appena ci fu noto il fatto per la violenta reazione, che provocò in Reggio Calabria e sorpresi delle notizie contraddittorie che correvano, chiedemmo chiarimenti ad amici personali. Questi ci pervennero troppo tardi per poterli pubblicare integralmente, percbè la Rivista era già pronta; ma la loro lettura ci fece Ja più penosa impressione. Data la situazione anormale che a forza di succes sivi scioglimenti si era creata nel Consiglio Comunale uoi avremmo potuto comprendere ancora un Decreto .di scioglimento ; anzi crediamo che questa soluzione s' imponga, perchè i due parti ti sono irreconci1ia.bili e dispongono di un numero quasi uguale di voti. Ce n' è voluto del lavoro per assirurare al partito Camagna 21 voti e lasciarne 19 a quello Tripepi ! Ma mai avremmo potuto immaginare che si sarebbe velluto alla destituzione del Tripepi, proprio per evitare lo scioglimento e le nuove elezioni, per la sicurezza nei suoi avversari che queste sarebbero a loro riuscite disastrose. In tutta questa l9,ida faccenda fa una. figura più laida ancora il Prefetto. Su di lui ricade la responsabilità. di tutte le violenze , delle informazioni , che hanno tratto in inganno il Consiglio di Stato. L' on. Giolitti so non vuole dichiararsi solidale con quell'indegno funziona.rio dovrà mandarlo a casa: e cosi si farà in parte perdonare l'altro grave errore commesso pnnendo il Prefetto di Catanzaro, reo di aver· voluto vedere chiaramente nell'uso delle somme destinate alle vittime del terremoto di Calabria.... ,. Noi non possiamo fare la cronaca delle dimostrazioni entusiastiche di Reggio in onore del Sindaco destituito e- delle gravi provocazioni della polizia. Ma vogliamo dare questo semplice saggio della situazione. Il Prefetto aveva assicurato il governo che destituito il Tripepi e convocato il Consiglio si sarebbe manifestata una maggioranza avversa al primo e che avrebbe nominato il nuovo Sindaco. Il Consiglio fu convocato; ma intervennero soltanto il Tripepi e i suoi amici. I suoi avversari furono sostituiti da carabinieri e questurini ..... Il caso recentissimo di Reggio Calabria è uno della serie interminabile di atti intesi a distruggere qualunque idea di legalità e diretto funzionamento del regime rappresentativo nel Mezzogiorno. Con tali atti si è riusciti all'altro caHo tipico, unico, di Cosenza. Dove non si poterono fare le elezioni amministrative e le operazioni si chiusero con un verbale negativo del magistrato per mancanza assoluta di ..... candidati e di elettori ! · La cittadinanza di Reggio Calabria noi siamo sicllri che risponderà alle gravi provocazioni del governo colla calma e colla fermezza nelle sue deliberazioni. Essa deve dare lezioni di legalità, a chi ne fa strazio. + La camorra. - La onorata Società come chiamano la camo1'ra i suoi membri, per opera del maresciallo Capezzuti attraversa in Napoli un brutto quarto d'ora. Le mosse del bravo sotto ufficiale dei carabinieri furono prese da q nel processo Cuocolo, cui consacrò un articolo il nostro Floriano Del Secolo. (Rivista popolare 15 agosto· 1906). Si rimproverano al Capezzuti ed ai suoi superiori alcuni deplorevoli arbitri; e siamo anche noi disposti a biasimarli. Ma. per l'amore di Dio si ricordi che ben altri arbitri si commettono per interessi elettorali, mentre i primi, se non altro, furono commessi nel vero interesse sociale. Si riuscirà a sgominare questa triste istituzione eh' è un prodotto naturale delle condizioni economiche di Napoli, dei suoi precedenti, della sua educazione, del mal governo secoliu·e? Ne dubitiamo. Giornali, dep11tati e persone influenti sono all' opera per impedire che si riesca nell'opera tanto meritoria. Segnaliamo su questo proposito un eccellente articolo del corrispondente del Secolo (4 marzo), Nicola Daspuro nel qnale coraggiosamente e con esattezza Rono indicate le gravi responsabilità dei ra ppresen tau ti di. ogni grado del governo, degli intriganti elettorali , della cittadinanza fiacca - di tutti. Noi aggiungiamo col Caggiano che se oggi si rinscisse a deportare in un isola dell' Oceano tutti i camorristi, essi risorgerebbero fatalmente He rimanes sero immutate le condizioni di Napoli. Ma noi abbiamo fede che mn teranno in bene per opera di quella legge del 1904 che i socialisti scioccamente e malignamente chiamarono legge - trnffa, ma che promt>tte d' industrializzare rapida.mente la città. Avevamo seri tto lo stelloncino q nando leggemmo nella P1·opaganda un'intervista col Marchese di Campolattaro , il quale r::on linguaggio ~hiaro e preciso, e col racconto di alcuni aneddoti, dimostra che, proprio in qt1est' ora in cui si tenta di colpire la tenebrosa associazione, governo e deputati trescano con essa per averne il poco onorevole appoggio nelle imminenLi elezioLti amministrative napoletane. Dopo queste precise accuse del Campolattaro, persona nota, che fu Sindacc, di Napoli e che non avrebbe affermate cose così gravi a cuor leggero. crediamo - e speriamo-che le persone alle quali si è all11so nella intervista sentano il dovere di intervenire e di dare esaurienti spiegazioni in proposito. Intanto va data lode ali' on. Morgari per la interrogazione presentata sui fatti emersi dalla intervista e attendiamo la parola del governo sull' argomento doloroso. + La separazione in Francia. - Noi dobbiamo turnare - e ce ne d_uole- su la que:,tione che trattammo già, nel precedente numero della nostra Rivista, - a proposito della Separazione dello Stato dalla Chiesa in Francia ; ma due fatti nuovi si sono prodotti : 1. la rottura delle t,rattati ve: 2. la pubblicazione di alcune delle carte appartenenti a Mont::1.Montagnini. La rottura delle trattative è indubbiamente un fatto assai grave nella politica attuale del ~overno Francese. Essa rimette tutto in questione, e q11ella paci ficazi1>ne che doveva essere il risultato della libertà, finalmente raggiunta, e per lo stato e per la Chie:;a, è, ora lontana assai da essere realizzata. E questo è cnrtamente un fatto g1·ave e nocivo per le due parti in causa. Poiché bisogna tener conto, malgrado le smargiassate dei giornali intran::iigP-nli delle due parti, che tanto lo Stato q11auto la Chiesa hanno bisogno -della pacificazione e della libertà. La Chiesa per l' esercizio del suo' culto e per non vedere ridotto a zero il numero dei suoi fedeli, le ct1i file sono enormemeu te assottigli ate; lo Stato per poter metter mano a quelle riforme sociali, e alla legislazione oµeraia da. tanto tempo pl'Omessa, ed alle quali non può accudire se prima non ha. ast::1estato la q nestione della i:1epara zione. E' un fatto cbe a questo as::iestamento il Vaticano si piega di cattivo garbo. ~ questo si spiega. Non é la questione della intromissione governativa nella gerarchia ecclesiastica di cui si teme in Vaticano - questa questione era stata risolta con sodisfazione di ambo le parti-ma è la questione del denarochi pagherebbe il mantenimento delle chiese? - ed nna questione di autorità temporale che il Vaticano vede sfuggirsi per sempre. Lo Stato, e con ragione, ha detto al clero:_ voi usufruite della chiesa, voj dovete dunque i.Oantenerle. Il Vaticano ha rifiutato: di qui ]a, recente rottura delle trattative. Rottura accolta con gioia in Vaticano poichè
RIVISTA POPOLARE 115 si spera che quella autorità politica che la Chiesa possedette, fino ad ieri, in Francia potrà. esser le restituita. Ora , possiamo sbagliarci , ma ci sembra che i politicanti del Vaticano s'ingao.nino a partito facendo questo calcolo ; e ciò che dovrebbe disilluderli è il sequestro di quelle famose carte della Nunziatura, delle qnali, oggi, il governo conosce il contenuto. E questo contenuto non è tale certamente da incoraggiare il governo a riprendere le trattative, od a farlo desideroso di restituire alla Chiesa, o di vederle ripigliare in Francia una qualsiasi autorità. E si capisce Dalle carte se1ue1:1trate a Mons. Montagnini risulta, anche troppo chiara , l' azione della Chiesa, copertamente ma anche energicamente ostile alla Repubblica. Dinanzi ali' opera messa in !tic~ da quei documenti il governo repubblicano ba diritto di domandarsi: Ma costoro sono ministri di pace, e predicatori e seguaci del Vangelo, o non pinttostu una setta politica tendente a distruggere, a favore di non importa chi, la repubblica? E concludere per questa. seconda ipotesi. Ora il punto interessante è questo. Intende la Chiesa occuparsi soltanto della fede o vuol sovvertire il governo repubblicano? A giudicare dai documenti sequestrati alla Nunziatura la Chiesa è nemica - politicamente - della repubblica: è logico . che la repubblica non vo~lia scaldarsi la serpe in seno. Tutte le supposizioni d' intervento delle Potenze , di azione di ambasciate cadono a vuoto dinanzi a questo fatto: Mons. Montagnini era fin dal_ 1904 un privato residente in Francia, egli poteva essere, come fu. Pspnlso e le sue carte dal 1904 in poi possono appartenere all'autorità giu iiziaria. Ebbe torto, egli che cospirava, a non distrnggerle. Tuttavia un terreno d' in tesa per la pacificazione sulla separazione dovrà e::iser trovato , ma non potrà essere il governo a fare i primi passi. Dovrà essere, e sarà la Chiesa e bisognerà che si adatti alla separazione completa, ed a rimanere ministra di fede, non agitatrice di passioni politiche. E su queste basi si farà. la pace. + Von Bttlow e la politica Interna al Relchstag. - Due gravi rimproveri, non privi di ragione, sono mos8i dai partiti di opposizione al Cancelliere dell' Impero tedesco. I deputati del Centro ed i loro giornali accusano il Cancelliere di voler riaprire un periodo di Kulturkampf; ed i socialisti. dichiarano francamente che il governo s' è rimangiato il bel programma col quale recentemente, è riuscito a fare le elezioni contro il loro partito. E - almeno a quanto risulta dai fatti attuali - nè gli uni nè gli altri hanno torto. Una breve nota del ministro dei Culti diramata pochi giorni, fa sembra essere un avvisaglia di provvedimenti severi contro i cattolici tedeschi : la nota in questione dice: e Tutte le congregazioni religiose della regione del Reno , sono invitate a dichiarare, entro otto giorni, se hanno ricevuto l' autorizzazione e quando l' hanno ricevuta. ,, Qu·esto provvedimento diventerà. generale, e sarà seguito dalla revisione della situazione di tutte le congregazioni religiose. , Ora, questa richiesta e questa revisione hanno l'aria assai minacciosa e i deputati del Centro se ne sono preoccupati obbligando il ministro dell'interno, Conte Posadovsky a dichiarare che nulla sarà. mutato nella politica sociale e interna perseguita fin'ora dal governo tedesco, E può essere anche vero. In questo caso la nota non sarebbe che uno spauracchio del quale però i deputati del centro sembrano non aver troppa paura. Intanto però la composizione politica della maggioranza del Reichstag comincia a non esser più compatta come in su i primi giorni. I primi screzii sono avvenuti e più si andrà avanti e più profondi i dissensi si faranno fra liberali e conservatori· Non è quella una maggioranza che potrà durare. La riforma della Leg~e sulle Borse, vivamente sostenuta dai liberali e dai nazionalisti, è energicamente respinta dai Conservatori, anzi questi ultimi fanno dell'abbandono di questa riforma una delle condizioni della loro permanenza nel blocco della ma.ggioranza del governo. Nel tempo stesso il progetto ventilato , fra governo e conservatori , di una legge di espropriazione dei proprietarii fondiari mette questi al punto di dimettersi a favore di candidati socialisti. Naturalmente, non siamo ancora che alle avvisaglie, ma intanto mentre i socialisti per bocca di David, uno dei loro leaders dichiarano di esser pronti a sostenere qualsiasi politica favorevole ?.gli interessi dei lavoratori, la K6lnische Volkszeitung, organo del centro, facendo coro col Vorwae1·ts , l' organo ufficiale dei so• eia.listi, dimanda dove sono andate a finire le belle promesse di leggi sociali, di riforme , di democrazia tanto strombazzate da. Biilow durante le elezioni. E' naturale che con una maggioranza di agra.rii, di conse1·vatori, di reazionarii, e di liberali che di riforme sociali non vogliono seatir parlare il Cancelliere cerchi di tirare avanti facendo una politica di compromessi e di tira e molla che non potrà durare lungo tempo. Intanto, malgrado i violenti attacchi della stampa liberale, e le sfuriate di Erzberger contro Hoebel , e Dernburg, il conte Sphan uno dei più influenti deputati del centro, non nasconde che quando il governo vorrà scendere a patti troverà. il centro pronto a trattare. E le trattative si faranno; senonchè siccome, malgrado il centro, quando il gov-erno avrà. perduto i liberali o i conservatori - che sono opposti alle leggi sociali - dovrà mantenere l'accordo con una di queste frazioni per a vere una maggioranza , il centro dovrà sacrificare il suo programma sociale agrario e operaio, e la politica e la vittoria di Von Biilow finiranno per profittare al partito socialista tedesco che farà bene a metter da parte la sua intransigenza. + Le forze economiche del sindacati soolallsti e delle cooperative di consumo in Germania.-ln Genna.nia gli operai sindacati sono circa due milioni - 1,8~2,343 - ; cioè la quarta part~ degli operai industriali. Economicamente i più forti sono i sindacati con tendenze socialiste : e la loro forza è andata continuamente crescendo come può rilevarsi da questo specchietto : Anni Entrata Spesa Sommain cassa 1894 2.685.564 2.105.606 1.319.605 1895 3,036.803 2.488.015 1.640.437 1896 3.616.444 3.323.713 2.323.678 1897 4.083_696 3.542.807 2.951.425 1898 5.508.667 4.279.726 4.373.313 1899 7.687.154 6.450.876 5.577.547 1900 9.454.075 8.088.021 7_745.902 1901 9.722.720 8.967.168 8.798.333 1902 11.097.744 10.005.528 10.253.559 1903 16.419.991 13.724.336 12.973.726 1904 20.190.630 17.738.756 16.109.903 1905 27 .812.:3;j7 25.024.234 19.635.850 Il progresso delle risorse economiche è stato superiore a quello del numero degli aderenti perchè i sindacati hanno elevato costantemente le loro quotizzaz1om. Accanto allo sviluppo economico dei Sindacat' sta quello delle cooperative di consumo. Nel 1902 queste si sono Federate. La Federazione nacque collo scopo di permettere alle Società singole di fare gli acquisti all'ingrosso e a più buon mercato e di organizzare la produzione diretta di un buon numero di articoli.
116 R I V I S T A P O P O L AR E. Secondo i dati del Genossenschaftliche Mitteilungen nel 1902 le società federa te .erano 586 ; nel 1905 arriva vano a 855. Rispettivamente il numero dei socii era di 480,916 nel 1902; di 719,239 nel 1905. I socii di tutte le cooperative di consumo sono 1,200,000. Fecero affari nel 1902 per 147,895,161 marchi ; per 230,656.440 - cioè per circa 300,000,000 di lire - nel 1905. + Vedute chiare del giapponesi. - Il contegno della stampa Inglese, dopo 1a discussione alla Camera dei Comuni , in proposito del trattato di alleanza Ni ppo-Inglese , deve avere aperto gli occhi ai figli del Sole molto meglio e più che qualunque violenza o sotterfugio Californiano. Infatti venuta in quistione la possibilità di una guerra fra il Giappone e l' America, si è osservato che in forza del trattato d'alleanza, l' Inghilterra, dovrebbe battersi contro l' America , a fianco del Giappone. La cosa appare mostruosa e non solo la maggior parte della stampa si ribella a questa possibilità, ma il sentimento pubblico generale è , rssolutamente contrario ad ammettere che ciò possa entrare nella realtà dei fatti. Naturalmente quest0 atteggiamento dell' Inghilterra - popolo e stampa - non sfugge ai Giapponesi, come non sfugge loro il fatto che gli Stati Uniti fortificano febbrilmente le isole Honolulu che potrebbero essere un'ottima base di rifornimento e di operazioni in una. guerra navale fra Stati Uniti e Giappone;. non sfugge loro neppure il fatto che mentre nella California dove con la nuova legge gli stranieri non potranno acquistare terre altro che naturalizzandosi, la naturalizzazione, il diritto di cittadinanza è in.variabilmente negato dalle autorità. californiane agli emigrati Giapponesi ; non sfugge loro il fatto che , in fondo , nelle questioni fra Giappone e Russia per Sakaline e la Manchuria, fra Stati Uniti e Giappone per le scuole californiane tutte le shnpatie-benchè diplomaticam.ente velate - dell' ~uropa, sono pur i popoli bianchi Russi e Americani e contro il Giappone, per quanto dal lato del Giappone stiano il diritto e le leggi di umanità. Onde non sembra essere male avvisato il conte Okuma che in pieno parlamento Giapponese, esponendo la situazione politica estera, dichiara francamente che: e i buoni rapporti del Giappone con le grandi potenze non sono , in fondo, che di pura forma - perchè le grandi potenze europee pensano che il mondo appartenga alla razza bianca, e i popoli di altro colore, sia pure il Giapponese, troveranno sempre una diffidenza insormontabile nelle potenze europee ; dif5.denza che impedirà sempre un'alleanza veramente sincera e una simpatia viva. L'incidente della California è una prova di questi sentimenti >. Or questo è vedere e parlar chiaro, e agire chiararamente è preparare armamenti formidabili, come appunto fa il Giappone, quantunque partecipi alla Confe. renza dell' Aja ! Soltanto per aumentare il materiale navale il Giappone ha stanziato in sette esercizi dal 1907 al 1914, una somma maggiore di 500 milioni di franchi, e in undici esercizi , dal 1907, son ripartiti 605 milioni per la rinnovazione del materiale per l' esercito. Naturalmente il Giappone sent.e che le potenze Europee lo tollerano non lo amano, e capisce pure che un giorno o l' altro la questione della supremazia delle ra,1,ze iu Asia si aprirà violentemente e allora ..... i voti platonici della conferenza dell' Aja anderanno all' aria e dovranno parlare i cannoni, e il Giappone che lo sa se ne provvede, perchè è contro la potenza Giapponese che dovranno parlare i cannoni Europei. + La conf'erenza dell' Aja. - L' articolo pubblicato da Campbell Bannermann su The Nation a proposito del disarmo e dell' arbitràto ha sorpreso l' En ropa, ha avuto il dono d'irritare la Germania, e dt apparire 11topistico alla Francia. Questo s11l primo e come risultato delle prime imptessioni; poi poco a poco il buon senso ed il ragionamento hanno ripreso il sopravvento e l' articolo di Campbell Bannermann è apparso assai logico, perfino dopo la discussione alla Camera dei Comuni -- perfino opportuno. Ed è natu raie. Bisogna tener di conto, ed il Camphell !o noh nel suo articolo, che la prima Conferenza dell' Aja fu convocata proprio con l'intento e la speranza di trovare il modo di porre un freno alla p~zzii:. dei sempre aumentanti armamenti; se non si riusci a nulla di positivo in quel senso non fu già perchè si fosse riconosciuto che la Conferenza doveva avere altri scopi, ma perchè se c'è della gente incapace di precorrere gli eventi - salvo le eccezioni degli uomini di genio - son proprio i diplomatici. Affidato a costoro il compito di vedere se era possibile limitare gli armamenti dissero naturalmente, che q,iella era cosa di cui era bene non parlare. E il risultato della prima conferenza dell'Aja fu, a quel proposito, una vescica piena di vento. Ci fo un soffio eppoi rimase un brandello di protocollo. E questa conferenza avrebbe avuto i risultati della prima, se il primo ministro Inglese non avesse pubblicato il sno articolo. Egli ha obbligato la diplomazia a parlare della cosa che era ... tabu, e alla Conferenza dell'Aja bisoguerà bene, ormai, che se ne parli. Anzi è oramai certo che i rappresentanti dell'Inghilterra intayoleranno francamente la questione. Naturalmente anche, perchè, se le condizioni generali dell' Europa e dell' A.nerica non sono mntate dal 1898 ad oggi, grandemente mutato però è lo spirito pubblico : il sentimento nuovo della possibilità del la pace, per mezzo ò.ell' arbitrato è penetrato profondamente fra i popoli e consente, oggi, la discussione non solo, ma anche la risoluzione e l'adozione di provvedimenti che allora sembravano immaturi. Il Campbell nel suo articolo nota questo fatto e vi appoggia con assai lucidità una delle ragioni della proposta della diminuzione degli armamenti. Egli dice : « Ma mi sembra che noi farem•no bene di approfittare delle recenti esperienze: se dopo la Conferenza dell' Aja i punti di divergenza fra le diverse potenze sono diventati più acuti, queste divergenze sono ora sopra un terreno più ristretto; i sentimenti favorevoli alla pace, a quanto almeno si pnò giudicare, sono fortificati e rafforzati. L'idea dell'arbitrato e della soluzione pacifica dolle divergenze internazionali ha raggiunto un'applicazione pratica ed nn' autorità morale alle quali non si sarebbe pensato nel 1898. Sono queste delle considerazioni alle quali bisogna attribuire l'importanza che è loro dovnta )>. Si dice che la Germania, prima d'ogni altra potenza si opporrà alla discussione della proposta e si aggiunge pure che sarà appoggiata dalla Francia e dall'Austria Ungheria; e prevedendo questo il Carnpbell continua, nel suo articolo con questi argomenti : « Forse si può considerare come· inamissibile l'e8ame di questa grave questione alla Conferenza, seguendo una sola ipotesi : le garanzie di pace, quali che possano essere, debbono essere trattate come seuza alc11na. importanza pratica nella questione della importanza e della intensità dei preparativi guerreschi. Questa sarebbe una conclusione debole e impotente che sarebbe fatta per indebolire la si tu azione morale della Conferenza e per n6u tralizzare i suoi effetti agli occhi del mondo intero ; essa equivarrebbe alla dichiarazione che l'interesse comune delle pace, proclamato per la prima volta dalla. comunità delle nazioni riunite all'Aja e portato tanto più lontano con una rapidità. maggiore che non sognassero i più convinti, è stato confidato alla custodia dei Ministeri della guerra e della marina delle di verse potenze. » E anche questi sembrano argomenti inoppugnabili e
RIVISTA POPOLARE 117 lo sarebbero; lo sarebbero se non ci fossero la Polonia, i Balcani, l'Alsazia e la Lorena, certì altri paesi; se non ci fosse l'incremento enorme del comn:iercio tedesco per il quale, un giorno o l'altro, la Germauia Cdrcherà di schiacciare, cou la forza, la sua fortunata concorreo te, I' Inghilterra. E' bene anche avvert.ire che l'Europa diffida del1' Inghilterra o dei suo primo minist.ro, beu sape11do che la sosta o la diminuizione negli armamenti lascerebbe più forte delle altre potenze la pei·fida Albione, che ha il primato navale. Certo sarebbe nn hene inestimabile se si potesse arrivare a diminuire, ad abolire anche. gli eserciti ad avverare la profezia Isaiaca « E delle loro spade e lance essi faranno uomini per lavorare la terra » ma non ci sembrn che siamo molto vicini alla realizzazione di questo grande fatto. Tanto più che dovrebbe esser compiuto dalla diplomazia. Bisogna d'altra parte notare che nel suo articolo, ed anche nella sua risposta alla Camera dei Comuni in risposta al deputato See, il Campbell non presenta nessun progetto concreto a favore della sua proposta. Egli si limita a dimostrare che sarebbe utile che la diminuizione si facesse - o se non la diminuizione &1meno ìa sosta nel!' aumento degli armamenti - e che non è per ragioni di proprio tornaconto che l' lnghiltt:lrra lo propone. Dimostra anche che non è per indebolire le altre nazioni di fronte a se che l'Inghilterra è favorevole al disarmo ; ma solo percbè, oggi, l'idea della pace s'è fatta tanta strada che una guerra fra potenze Europee sembra impossibile. E tutto questo - weno l'impossibilità d'una guerra fra nazioni Europee - è esattis~imo; ma tutto questo non basta a dare una idea chiara del come si dovrebbe arrivare al principio del disarmo, o alla sosta, o alla diminuizione: poichè la faccenda è men facile e semplice clie non sembri a tutta prima. Non basta dire l'Inghilterra, l'Italia, la Germania, la Francia, ecc. non costruiranno più navi : oppnre nel periodo d' un dato numero di anni diminuiranno di ... tante unità la loro flotta, e di tanti reggimenti e tante batterie i loro esnciti. Poicbè bisogua anche disporre per derimere le ragioni e le cause ohe obbligano l' Europa agli eccessivi armamenti. Si risponde: e l'arbitrato obbliiatorio? Fin ora, però, di questo arb:trato obbligatorio nessuno s'è voluto servire: l'arbitrato sì ... obbligatorio no. Ecco percLè noi, come ci dichiarammo scettici quando ebbe lnogo la prima conferenza - e i fatti ci dettero ragione - continniamo a mantenerci scettici anche su i risultati di questa seconda conferenza; poichè riteniamo che il disarmo, l'arbitrato, la pace non possono essere opera dei tardigradi della diplomazi~, ma sib bene dello sviluppo idealistico e morale dei popoli : sviluppo dal quale siamo ancora assai lontani, e che solo può creare organismi atti ad imporre ai governi i provvedimenti migliori per il bene dei popoli. + Cose inglesi. - 1.0 Al Consiglio municipale di Londra. - La i;confitta dei socialisti e dei liberali nelle elezioni per il Coimty Oouncil di Londra meritano di essere partitamente illustrate per i nostri lettori. Il fatto, del resto, di per se stesso è notevole assai. Da 18 anni socialisti e liberali governano al consiglio municipale della capitale Inglese, e nessuno si aspett~va che essi ne sarebbero tanto completamente scacciati in questa ultima elezione, come si rileva da questi resul tati netti ; nessun socialista eletfo, 79 conservatori, 38 progressisti e 2 indipendenti eletti. I progressisti-così si chiamano al County Oouncil i liberali e i socialisti - hanno perduto 37 voti e su 137 membri sono in minoranza di 12. Quali le canse della sconfitta? Quali i resultati? Le cause multiple mH.rirlnc0nti~i in nlt,irna. RnRlif:liari. una dm le ('ongloba tutte: le tasse gravi. I risultati? Di questi dopo; ora esaminiamo le cause. Quando l'amministrazione progressista ebbe nelle mani le redini della municipalità Londinese 18 anni fa, trovò che il contribuente pagava da 1 scellino e 6 d. nella sterlina, a 2 scellini e 8 d. secondo i quartieri. Ma la città era br11Ua, sporca; mancava di comodi mezzi di conrnnicr zione, e di tante altre comodità indispensabili ad una città civile. Chi scrive ricorda i luridi quartieri dove oggi si apre la magnifica Shaftesbury A venue, ricorda (nel 1896) l'essenza assoluta di fontane, di ritirate, di vespasione, i rari omnibus, e l'orribile, sporco, asfissiante underground: la ferrovia sotterranea. Ricorda la poca acqua distribuita, in estate, sul W est-.B~nd; il qnartiere italiano lercio e gli slums puzzolenti e pericolosi nei dintorni dello Strand e di Hatton garden. Ricorda la miseria e lo squallore delle costruzioni per operai, special"1ente nei quartieri eccentrici. Iusomma quando i progressisti s'insediarono al County Council, Londra era una brutta e scomoda città; ed essi si proposero di farne una città comoda e bella. E vi sono riusciti facendo anche fruttare taluni dei servizi pubblici municipalizzati da loro. I trams, per es. diedero, l'anno scorso 100,000 sterline di guadagno. Naturalmente però, e malgrado che alcuni dei servizi municipalizzati sieno redditizi gli abbellimenti, i miglioramenti di Londra aon si sono fatti senza impiego di enormi somme di denaro ed oggi il County Oouncil ha un deficit di 2 miliardi e 700 mila franchi. Questo deficit, unito all'aumento delle tasse, è stato l'ariete col quale i con~ervatori hanno demolito la fortezza dei progressisti. Senza dubbio essi non potranno mantenere le promesse fatte per strappare la loro elezione ai contribuenti di Londra. Essi promettono che il deficit sarà colmato, che le tasse saranno diminuite, che i lavori per abbellire Londra continueranno: solo assicurano - e questo sarà certamente - che di municipalizzazione non si sentirà più parlare. Una delle grandi caratteristiche delJa amministrazione progressista è stata la municipalizazione: hanno municipalizato l'acqua potabile di alcune compagnie, in parte, il gas, i trams, la ferrovia sotterranea preparando così un enorme ca1,,itale redditizio ai contribuenti Londinesi. E i conservatori non respingeranno, nè potranno annullare quello che è fatto; anzi a lungo andare, se a lungo andare il Oounty Oouncil rimarrà nelle loro mani, ne profitteranno. Poichè pagato ciò che è necessario per le espropriazioni ed i riacquisti, rimane il capitale it.1.tiero,fruttifero, nella mani del municipio, e l' interesse va a beneficio dei contribuenti. Ciò che ha specialmente rovinato i progressisti sono state le spese pazze fatte nei wourkhouse, specialmente in quella del quartiere di Poplar, dove lo spreco del denaro era evidente. Quanto alla diminuizione delle tasse, i conservatori l'hanno promessa ma che possono mantenerla è una al tra faccenda. Già l' organizzazione stessa della contribuzione vi si oppone. A Londra ogni quartiere fa da se le spese delle sue scuole, strade, workouse, etc. di modo che quanto più una parrocchia - Londra per le tasse è divisa 1n parrocchie - è povera, estesa e popolata tanto più paga perchè ha più scuole, più spese di workhouse, più spese di refezione ai ragazzi e di soccorsi di beneficenza. A Poplar, per es., una delle parrocchie più popolari, popolate e povere di Londra il contribuente paga 3 scellini e 6 d. ogni stl3rlina, mentre St. George Hannower Square, quartiere abitato da milionarii, poco denso <li abitanti, e che non ha quasi popolazione di lavoratori paga soltanto 3 scellini e 6 d. la sterlina.
118 RìVIStA POPOLAR~, L'imponibile si calcola sul prezzo delle pigioni; il che viene ancora a vantaggio delle parrocchie ricche poichè paga più pigioni un blocco di case operaie, che il pa lazzo di uu milionario. Naturalmente il rimedio alla gravezza delle tasse sarebbe l'unificazione della tassa: ma a questo provvedimento i conservatori han dichiarato di non voler venire, ed è certo che sarà la base della agitazione progressista - e forse della sua vittoria. - alle future elezioni del Coimty Council. Poichè è forza che tosto o tardi si arrivi a questo provvedimento che è, dopo tutto, anche un atto di giustizia. Perchè i poveri dovrebbero pagare di più dei ricchi soltanto perchè sono più numerosi e stanno in maggiore disagio? 2.0 La sepa1·azione della Chiesa dallo Stato. - In Inghilterra dove le possibilità. della separazione sembravano tanto lontane che un nostro amico, qualche mese fa , ce lo profetizzava possibile solo fra una ventina d' anni , le cose sembrano procedere con maggiore speditezza e più calma che in Francia. Ad una mozione per la separazione presentata dal deputato Everett il ministro Birrell , dell' istruzione e dei culti, dichiarava francamente d'essere favorevole, perchè e la Chiesa non ha mai fatto alcun bene allo Stato, - egli ba detto, - e da. parte sua lo Stato non ha fatto che portare pregiudizio alla Chiesa.! • E non solo; ma Birrell è persuaso che la separazione darà alla Chiesa quella autorità spirituale che oggi le manca, perchè troppo occupata nelle querele e nelle lotte politiche. E non questo solo, ma ad un pranzo dato a lui e a Lord Crewe al National Libe'ral Club di Londra egli affermò con più forza e più vivacità la necessità che lo Stato e la Chiesa siano separati. Durante la discussione ai Comuni Sir Johu Kanpawg propose uua mozione opposta a quella dello Everett ma fu respinta con 90 voti, mentre la risol11zione Everett ne raccolse 183. N a turai mente ciò non significa che la. separazione · è, ormai, cosa fatta in Inghilterra; no. è semplicemente il primo passo, ma è il primo passo lungo e mosso bene. Gli altri seguiranno a breve scadenza. 3.0 L'esercito ingkse e la diminuzione degli armamenti. -- T11tti sanno che in Inghilterra non c'è servizio militare obbligatorio , non tutti sanno però che di questa forma di reclutamento tutto il popolo Inglese, uomini di governo e semplici cittadini, ricchi e poveri, tutti hanno un sacrosanto orrore. L' Inglese non sa adattarsi a pensare che la sua volontà potrebbe essere coatta, che egli potrebbe essere obbligato a portare il focile quando non ne ha voglia. Al tempo stesso, in ogni .città del Regno Unito i battaglioni di volontari-specie di guardia nazionale non mancano m~i il sabato, di fare le loro quattro ore di esercizii militari. I soldati regolari li canzonano ma. ad essi non importa ; fanno il loro dovere. Ma i battaglioni di volontari sarebbero insufficienti se si dovesse fare la guerra, e per ovviare alla mancanza il ministro della guerra Haldane , propone la formazione di un forte esercito territoriale, la cui forza di uomini dovrà essere fissata dal parla.mento. Intanto, e malgrado le spese che la proposta del governo, proposta accettata dai Comuni recherà seco, il bilancio presentato dal gabinetto liberale contempla. le seguenti diminuizioni di spese militari: 2,610,000 sterline per l'esercito; 1,427,091 per la marina. Oltre questa economia che in lire italiane somma a circa 122,500,000, un'altra economia di 438,000 sterline è stato fin' d'ora preventivata, e se la conferenza. del1' Aja sarà favorevole ad una proposta di diminuizione degli armamenti allora questa ultima somma sarà porthta a più à' un milione di sterline. Cou ciò il governo inglese intende dar prova della sua buona fede nella proposta di riduzione di armamenti , o di sosta , che dai delegati inglesi sarà presentata alla conferenza dell' Aja. 4. 0 La politica del generale Botha e la eonfe1·e11za coloniale a Lond1·a. - La dichiarazione lealista de] generale Botha ali' apertura del primo parlamento del la Colonia Sud-Africana non poteva essere più esplicita. Eg_li ha detto : • La Gran Brettagna non avrà da rammaricarsi della fiducia che ha testimoniato oggi al popolo boero. Noi abbiamo feie :uell'avvenire del Transvaal e crediamo che la prosperità e la fortuna del paese possano risultare da una legislazione fatta nell'interesse di tutti e da un'amministrazione giusta e conciliante. E' su queste basi che il Ministero stabilirà la sua. politica ,. . Bisogna tener presente il fatto che meno due, Enrico Soloman e Hull , tutti gli altri membri dei gabinetto sud-africano sono Boeri , e non soltanto Boeri ma di quei boeri che capitanarono la guerra contro l' Inghilterra. Meraviglioso esempio di tatto nel vin citore e di lealtà nei vinti. Se Riccardo Soloman, fr.1tello di Errico, accettasse il portafoglio che gli è stato offerto, una notevole forza intellettuale si aggiungerebbe al gabinetto, e i membri inglesi sarebbero t1·e, ma ormai si è certi della sua definitiva rinunzia. Rinunzia che, certo, deve aver fatto molto piacere ai De-Beers e compagnia, esosi sfrutta.t•)ri dei lavoratori delle miniere, e che vedevano nel Soloman al potere, la. possibilità data ad un acerbo ed aperto nemico del loro sistema, di mettere un freno alle loro prepotenze. La politica del Generale Botha e dei suoi colleghi sembra essere dunque tutta improntata a lealtà verso l' Inghilterra. Intanto si parla già di leggi a favore dei Boeri del rand, e di legge a propo:;ito della mano d' opera nelle miniere. D' altra parte il. generale Botha è stato invitato alla conferenza coloniale e si sa che ha accettato. Notevoli l'invito e l'accettazione. E' farse la prima volta nella storia che a distanza di soli cinque anni da una guerra lunga, sanguinosa, ostinata il capo dei vinti, viene ospite dei vincitori non solo tna presso di essi come rappresentante ufficia.le e capo di una fo1·ma di governo da loro stabilita nel paese conquistato. E questo dimostra non solo la generosità dei vincitori, ma anche e molto più la tenacia del popolo conquistato a mantenersi fedele ai suoi usi, alle sue tra.dizioni, ed anche ai suoi ca.pi militari e politici. Bell' esempio di ciò che possa.no l'amore alla terra nativa, e l'indomita. costanza. anche nella sfort 1rna. 5.0 La conferenza coloniale. - Lord Elgin ha indirizzato ai presidenti dei governi ~oloniali Australiano, Canadese, Transvaaliano, delle Oolonie del Capo , del Natal, di Terra.nuova, della Nuova Zelanda una let• tera che è l'invito ufficiale a partecipare alla Con - ferenza, ed anche il programma. della conferenza stessa che, secondo il parere di Lord Elgin dovrebbe aprirsi il 15 aprile e, con tre sedute la settimana , dura.re fino al 15 maggio. Già alcune colonie hanno mandato i temi di alcune discussioni che dovrebbero esser fatte nella conferenza e Lord Elgin ha proposto che siano riassunte come segue: Costituzione delle future Conferenze , Tariffe preferenziali, Difesa, Naturalizzazioni, Emigrazione. Quindi-, secondariamente: Appelli giudiziarii, Riserva delle Leggi, Estensione del traffico inglese nel Pacifico; quindi ancora: uniformità delle marche di mercanzia. adozione del sistema metrico, e reciprocità di trattamento comerciale. Come si vede il programma coinvolge molte questioni economiche e politiche che interesseranno anche altre nazioni, come le quistioni della difesa , della estensione del commercio Inglese nel Pacifico, delle preferenziali., della Emigrazione e delle Natura.lizzazioni di stranieri alle colonie. Sarà dunque interesirn.ntis'!imo seguire i lavori di questa Conferenza che rà.ppro:,;811ta, si p11ò dire il momento della intesa. delle Colonie con la Madre Patria, per la definizione dei comuni interessi. NOI
RlVlSTÀ POPOLARÈ 119 Nicolò Gallo. - La. morte lo ba c?ipito inesorabilmPnte pr•lprio nel momento iu cu1 1~rngrazia_va i nnmero"'i amici politici e personali, che s1 erano interes8ati di lui nell'ultirna sua grava malattia; q nando si disponeva a riprendere l' u~ato lavoro colla primiti va energia, c0lla. sna gr,wde intelligenza ...... A chi scrive pervenne nn sno biglietto con affettuose parole di riconoscen7.a seri tte di suo pugno nello stes!:lo giorno in cui i giornali ne annunziavano la scomparsa dalla scena del mondo ! Di Nicolò Gallo molto banno detto i giornali in questa triste occasione perchè io senta il bisogno d'intrattenermi dell'oratore. del politico, dello scrittore di cose .filosofiche e letterarie, del giureconsulto. Ricordo soltanto l' uomo privato per notare non solo l'affetto immenRo che egli sentiva pei due snoi figli, 1ua anche la grande scr11poIosa correttezza che poneva 11ello esercizio della profesi;ione. Alla Minerva aveva mostrato come Ministro uua grande vigoria ; perciò sarebbe st.ato desiderabile che ogli fosse ritornate al Ministero della Pubblica Istruzione dove non occorre soltanto la preparazione tecnica, ma anche nn polso di ferro. Invece egli preferì il MiniHtero della Grazia e Giustizia, forse µerchè il volgo vedeva in ciò uua promozione ; più probabilmente perchè egli che conosceva le· magagne della magil:!tratura voleva rendere un gnrnde l:!ervizio all'Italia òpurandola. Nicolò Gallo 111iparlò i:!peBsodi tale s11a ferma intenzione e mi pregò di nou svolgere la mia interpellauza sulla mede.sima q 11istione, perchè sperava cL mostrarrni coi fa.t ti cho egli avrebbe prevenuto i miei desideri e realizzato i miei voti". Ed in fatti mi consta che si era messo ali 'ardua impresa con coraggio raro; e quanrlo il suo affott110s0 e diligente collaboratore al Palazzo di Piazza Firenie , Gaspare Colosimo, pochi giorni or sono promise all'on. ]Pera di fare una severa inchieHta snlla magi::itrat11ra di Catanzaro , io prestai piena fedo alle Hue parole uon solo per la i;iucerit.à e tierietà. dell'nomo cue le pronuuziava, ma anche perchè mi erano note le inte11zioni del ministro in nome del quale parla va. L' opera sna, che ::iarebbe stata tanto utile alla so cietà ed alla ste➔sa magistratura venne interrotta dalJa morte. Si troverà 1m successore che vorrà, saprà, potrà continuarla? Se si trovasse, l'Italia risenterebbe meno la grande perdita, che ha fatto. N. C. L'avocazione dellascuolaalloStato· La 'Rjvista popolare si e occu µa ta frequentemente del problema dell' istruzione popolare; nessun altro argomento, anzi, è stato trattato nelle sue colonne con maggiore insistenza. Ciò eh' è stato riconosciuto da molti e specialmente dai maestri, che in varie occasioni gliene testimoniarono gratitudine. Oggi il problema e divenuto politico; perciò confidiamo che se ne avvicini la s0luzione. r. divenuto politico, perchè molti deputati e qualche giornale hanno creduto di far proprio i! punto del programma del ministero Sonnino che fu uno dei contributi personali portativi d~ Pantano, come avvertimmo 111 altro numero della cl<._ivista (15 Febbraio), e di farsene arma contro il Ministero attuale. Il punto in discor o è questo: avocare la scuola allo Stato, onde combattere efficacemente l' analfabetismo. A noi importa ii prob.lema in se e per sè. Che lu risl>l\'a ii Mini~tl!to Giolitti u che 10 :isolva quello che gli succederà q uamiocchessia, non e' interessa. Crediamo invece utiiissimo che la lotta su questo terreno s'intensifichi, si faccia viva più che mai, affìnchè i governanti attuali, come hanno fatto per altre quistioni, per disarm::ire gli avversari concedano ciò che essi chiedono; che gli oppositori s' impegnino in gui,;;a tale che non possano venir meno, senza disonorarsi ed esautorarsi, alla loro promessa, il giorno in cui assumeranno la croce del potere. Ecco , perchè , titorniamo assai volentieri sulla q uistione, anche esponendoci al pericolo di ripetere cose già dette da vicino da noi o da altri. ♦ Il problema dell'avocazione della Scuola allo Stato vien~ chiarito bene esaminandone questi tre aspetti: 1.0 E urgente, è necessario combattere l' analfabetismo? 2.0 Quali i mezzi per intraprendere la lotta; e chi deve e può somministrarli; lo Stato o gli enti locali ? 3.0 Dal punto di vista complesso intellettu1le, morale e politico, nello interesse degli alunni e degli insegnan6, c'è qualche pericolo nell'avocazione della Scuola allo Stato, se essa fosse dimostrata necessaria ? · Ci sforzeremo di rispondere a questi quesiti senza fronzoli e senza preconcetti e preoccupazioni. 1. a a) E' urgenteenecessarioconibattere l' analfabetiSJJZO. Noi in questa sommaria ·dimostrazione presu p· poniamo come assodato ed accettato da tutti che la diffusione della istruzione arrec,1 alla nazione u11 grande giovamento economico, morale e intellettuale ; e con tale presupposto la enorme inforiorità nostra di fronte agli Stati civili proviamo coi confronti internazionali intorno al numero .degli ,malfabeti e intorno alla spesa consacrata alla scuola ( 1). Spesaper l'Istruzioneprimaria. 'Percentualedeglialunni. Coscritti analfabeti. Stati. Spesa totale. Gran Brett. (1901) L. 494,000,000 Stati Uniti (1900) » 900,000,000 Germania (1900) n 516,000,000 Svizzera (1900) » 46,000,000 Frll.ncia ed Alge- n 280,000,000 ria (1901) Spesa per abitante I I ,87 I I J 79 9,2 I I 3' I 5 6,40 Reclute analf. IO °lo I 0,7 ll 0 1 I ll 0,2 !l 4,2 » Ai unni per 100 abitanti 17,j I j,b l 7,9 14,3 Austria n 102,000,000 3,85 ( 13,9 Ungheria ii 40,000,000 ( 2 5,7 » 13,7 Italia (2) » 80,000,000 2,47 32,6 » 8,j Questo primo prospetto avverte che tra le nazioni veramente civili di Europa l'Italia occupa l'ultimo posto: un posto veramente vergognoso: 1. 0 col massimo numero di coscritti analfabeti; 2. 0 colla minima spesa totale e per abitanti; 3. 0 col minimo ( r) I dati sono tolti dalle seguenti pubblicazioni. Annua! réport of the Commissioner of Education (1904) degli Stati Uniti; G. Sundbarg : Aperçus statistiques intemationau.x 1906; Iurascheck : Geographische Statistische Tabellen 190G; Maggiorino Ferraris: Il problema della Scuola popo lare in Italia. (Nuova Antologia 16 maggio 1904) Avverto che il dato sulle reclute per la Gran Brettagna tolto dalle Statistische Tabellen è molto incerto perchè là non c' è coscrizione forzata. Quelli sugli sposi dimostrerebbero inferiore I' analfabetismo. (2) Cifra data da M. Ferraris. li Report di Washington dà la cifra di L. 66,000,000. CollG nuove lèggi è più nel vero il primo.
120 RIVISTA POPOLARE numero degli alunni iscritti sulla popolazione totale. Pei coscritti analfabeti, tra i maggiori Stati superano l' Italia la Russia col 70 °/ 0 e la Spagna di cui le StatistischeTabellen non danno la percentuale dei coscritti, ma di tutti gli abitanti - trai quali è del 68 °/0 mentre in Italia è del 56 °/0 • Due altri confronti, che prendiamo dall'eccellente articolo dell' on. Ferraris: La Prussia nel 1903 superava di poco l'Italia per popolazione; ma la superava enormemente per questa spesa. Ecco i dati in cifre tonde : Popolazione Spesa per la scuola popolare (Stato) Enti locali Italia 33,000,000 Prussia 33,000,000 9 I 10001000 246,000,000 In tutto L. 82 ,ono.ooo 337,000,000 Noi per amore di brevità, che si traduce anche in chiarezza ed efficacia rinunziamo ad altri· confronti istruttivi; ma tra la Prussia e l'Italia non possiamo fare a meno di riprodurre quest'ultimo: Stipendi insegnanti Scuole urbane Scuole·rurali Maestri Maestre Maeslri Maestre Italia. (meJia delle varie ciassi) L. 1287 1087 925 750 Prussia 3000 2000 2000 1550 E' evidente: gli stipendi degli insegnanti in Prussia, sebbene la vita in molti punti vi sia più a buon mercato, sono più del doppio di quelli .italiani. Per questo noi, che abbiamo combattute le pretese dei ferrovieri e di altri funzionari, fummo sempre partigiani del miglioramento economico dei maestri di scuola. Un ultimo confronto internazionale. Spesa per l'istruzionepubblica nelle principali capitali di Europa (1) Città 1903 PopolazioneSpesa totale Spesa per l' istruzione • m e,_ -; ~ ~e =asccd~.!! C~·N~!::E a:lc,::Sci.,na, fc,,!:rn:..-~ Q) ti) -a) a. ·- ~ Cl. Cl. Londra 4,579,110 L. 426,299,850 81,372,000 19,08 17,00 tlerlino 1,955,910 263,846,616 31,874,265 12,08 16,29 Vienna 1,717,555 262,746,045 21,312,167 8,12 12,42 Parigi 2,690,345 385,174,309 28,118,906 7,30 10,45 Roma 444,887 34,428,459 3,595,171 10,44 8,08 A noi sembra troppo esigua la spesa di Parigi ; ma non abbiamo modo di controllarla. Supponiamo che il Badoglio non abbia tenuto conto del fatto, che i11Francia la maggior pane delle spese per la istruzione sono a carico dello Stato. Ci piace aggiungere che Napoli coi suoi 580 mila abitanti del 1905 nell' ultimo bilancio - 1906 - degli amministratori così detti clericali sopra un bilancio totale di circa 23 miioni consacrò 2,214,389 oltre 464,901 di somme arretrate dovute agli insegnanti, alla istruzione popolare cioè il 9,62 °fo. La povera calunniata, nella spesa per l'istruzione ha superato Vienna e Parigi; ed essa è la città più grande e più misera d'Italia. L' altezza della spesa di Londra non può sorprendere: è la città più ricca e nella quale, per l' Europa, sono più elevati gli stipendi. Per la Gran Brettagn·a è da avvertire che oltrè le spese dello Stato, ( 1 J Dall' articolo di Riccardo Badoglio Le scuole della capitele. (Nuova Antvlogia 1 .U Giugno 1905). e dei corpi locali vi sono quelle considerevoli delle scuole confessionali e delle istituzioni private per completare e man tenere l'istruzione acquistata. Sono altre centinaia di milioni! La Gran Brettagna presenta ancora una quota di analfabeti relativamente elevata rispetto alla Germania e alla stessa Francia. Egli è che al di là della Manica prevalse più a lungo il pregiudizio individualista e liberista e lo Stato non s'interessò della istruzione popolare sino all'anno 1870. In quel1' anno in varie forme lo Stato per la scuola popopolare non spendeva che 30 milioni-appena 500,000 all' ascensione della Regina Vittoria al trono! Cdl' Education ..A.etdi Forster nel 1870 muta la politica scolastica dello Stato e gradatamente la spesa per la sola Inghilterra monta a 305 milioni nel 1905 con un aumento medio di 8 milioni e 330 mila lire all' anno. La lotta contro l' analfabetismo dapertutto non si combatte che a colpi di milioni. b) Spesee analfabetiper regioniin Italia. Se il nostro paese figura tanto male nei confronti intern,tzionali, ciò si deve alle provincie del mezzogiorno, del centro ed un po' anche del Veneto, che presentano massimi di 'analfabetismo e minimi di spesa veramente indegni di un popolo civile. Ecco le cifre. REGIONI Popolaz. (1905) Abitanti Spesa Spesa da 6 anni tota I e per in su per l'istruz abitante analfabeti Piemonte 3,317,401 11,133.58+ 3,35 t7,69 Liguria. 1,077,473 +,27t t33 3,~)5 26,5-1Lombardia 4,282,728 12,56u,+~9 2,93 2 t,5~ Veneto . 3.1 J4,+G7 7.744 605 2,47 35,37 Emilia 2,445.035 G,730.53G 2,75 46,2q Toscana. 2,5+9. 142 5,orG,595 1,9(i + ',22 Marche. 1,060,755 2,602,05t 2,+5 G2,53 Umbria . 6G7,21 o 1,827,527 2,73 60,2ti Lazio. . . 1, 19G,909 4, 769,Go7 3,()7 43,~3 Abruzzi e Molise . 1,441,551 l,273,754 1,57 69,76 Campania 3, 100,44S3 G,398,608 2,05 65,00 Puglie . 1,959,6b8 4,429,015 2,77 6(),51 Basilicata 490,705 739,631 1,50 75,:~9 Calabria. 1,370,208 1,843.99 t 1,35 7~,80 Sicilia 3. 529,799 G ,45 1,2,p 1,83 70,89 Sardegna. 7~11,754 1,264,4'1 1,60 6',33 Regno 32,475,253 80,05G,908 2,4{i 48,49 Gl' insegnamenti che scaturiscono da questo prospetto non sono meno evidenti di quelli, che si traggono dai confronti internazionali e sono questi: 1.° Come l' Italia è in uno stato di enorme inferiorità rispetto agli Stati civili di Europa; così l'Italia centrale , 111..eridionalee insulare è in uno stato non meno enorme d'inferiorità rispetto alle tre regioni più ricche del Settentrione della penisola. 2°Nelle singole regioni d'Italia, come tra gli Stati d'Europa, in generale alla minore spesa corrisponde il massimo di analfabeti. Le eccezioni non possono. infirma re la regola, nè invertirla, come pretese altra voi ta la signora Gina Lombroso. Tra queste regioni la spesa relativamente alta del Lazio e della Campania cui non corrisponde quella bassa degli analfabeti si spiega coll'azione perturbatrice che le grandi città di Roma e di Napoli esercitano sulle rispettive regioni; mentre la spesa per Genova si spiega coll'elevato costo della vita e cogli stipendi necessariamente più alti che altrove. 3° Le regioni d'Italia nelle quali è minore l'analfabetismo si trovano sempre in uno stato di grande inferiorità cogli Stati più civili di Europa; per esse , quindi, esiste un problema della pubblica istruzione come pel resto d' Italia. A nostro conforto, paò , notiamo come uelle
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