92 RlVlSTA POPOLARE supercerretano. « Si onora Carducci, avrà pensato Gabrielè,e si dimentica che io accordo all'umanità la grazia di vivere per deliziarla coi miei CorradiBrandi?» D'Annunzio, perciò, che pochi giorni or sono non si era accorto nemmeno che Carducci poteva essere terzo tra Dante e lui, si degna di proclamarlo maestro. D' Annunzio, dice Lodi , le cui manifestazioni di dolore operanocol disboscamento: mandò un ramo di alloro sul feretro di un grande morto tedesco, un ramo di olivo sulla bara di Menotti Garibaldi ... e due rami di pino - ai quali, pare che il popolo di Bologna abbia fatto pessima accoglienza - su quella di Carducci. ... E d' Annunzio, in fine, versa il suo dolore sul fratello Pascoli .... E Pascoli, manco a dirlo , risponde con questo telegramma che fa il paio colla manifestazione della commozione in tre tempi e diversi quadri : « Caro grande fratello, << Ho baciato per te la nobile fronte. Egli non era lì. Egli era forse nel suo paese natale , presso te , ad ispirarti nel l'aspra ascensione verso l'Etra senza nuvole a cui giungerai. Giovanni Pascoli ,, Lodi ha fatto l'analisi di quest'altra incomprensibile dizione del!' epistola pascoliana; non la rifaremo guastandola. Ritorniamo al caro grande fratello. D' Annunzio non poteva con tentarsi dell' omaggio di un telegramma e dei rami di pino - tanto più che gli avevano fruttato soltanto qualche amarezza. Perciò alla lesta manda al Corriere della Sera un'ode che ricorda Bologna più'· che il Carducci. La chiude da par suo , con impareggiabile modestia: « Canzon, tu ,:;ammi ostaggio « eh' io guarderò mia fede a Lui che parte. 11 La fiaccola che viva Ei mi commette « l' agiterò su le più aspre vette n. Che più? I fenomeni psicologici si sa che risentono la influenza della forza dell' imitazione, tanto brillantemente illustrata da Gabriele Tarde ; e tale influenza crediamo che abbia subito anche un fortissimo poeta inspiratosi sempre a verismo sano. L'infausta psicosi dell' imitazione, ne siamo certi, ha inspirato questo telegramma barocco , che trascriviamo con dolore : . . « Nè in una chiesa nè in un cimiter-o dorma il poeta, ma nel giardino della casa che fu sua. Roma dia il travertino; la quercia la Versilia ; Fiesole ìl lauro. Cesare Pascarella 1> Tutti questi episodi ci convincono che ha ragione da vendere Diego Angeli notando, a proposito dell' assenza di Gabriele e di tanti altri da Bologna e delle manifestazioni artificiose e disgutose, che attorno alla bara di Carducci mancò il dolore vero e prevalse soltanto la preoccupazione i far sap:re al pubblico che il dol_orec' era; e he non c1 fu a Bologna quella schietta commocione che a Parigi invase l'animo della gente di letzere quando colla morte di Victor Hugo se ne fece t' apoteosi. Forse non ci poteva essere perchè Carlducci non fu educatore; e non poteva esserlo. Non vogliamo chiudere la nostra cronaca colle sole osservazioni che la rettorica grottesca dei discepoli ci ha suggerito. Crediamo invece opportuno di serbare per ultimo una nota giust~ e vera su Carducci. Ce l'ha data Vincenzo Morello con un magnifico articolo sul suo paganesimo che raccomandiamo caldamente ai nostri lettori di leggere nella Tribuna del 18 febbr~io. Così è. Giosuè Carducci, - a parte la grandezza sua come artista e critico letterario-ebbe come suo contenuto specifico intellettuale lo spirito pagano. Il senso storico spesso gli venne meno si da poter presentare Carlo Cattaneo come apostolo di guerra e fautore <li militarismo ; la scienza moderna non gli era familiare tanto che in Giordano Bruno non seppe scorgere che le sconcezze del Candelaio e gli sfuggirono le geniali visioni dell' evoluzionismo consacrato eroicamente colla morte, da gigante dan• tesco ; e potè anche farneticare sul cosiddetto darvinismo sociale. Ma intellettualmente e artisticamente egli fu sempre pagano. Dai primissimi suoi anni sino al momento in cui la natura segnò la decadenza Giosuè Carducci fu anticristiano ed essenzialmente pagano. Ed è del 1859 questa pagina che opportunamente è stata riprodotta da Rastignac : « Per intanto voi avete costà .... persone le quali nelle conferenze magistrali sonosi studiate di mandar persuasi i professori liceali che nell' insegnamento filosofico il mistero almeno della Trinità e quelli della incarnazione e delta redenzione bisognava pure ammetterli ..... Per intanto voi avete costà..... la semi-officiale filosofia ortodossa del signor Augusto Con ti.... Per intanto, voi morbidi scettici, voi razionalisti annacquati, seguitate- ad inchinarvi, alt' opera letteraria di Alessandro Manzoni, che ( dicasi con rispetto parlando all' ingegno delt' uomo) rinfiancando il cattolicismo e promuovendo il neoguelfismo ha tanto nociuto all'Italia .... Per intanto costi.. ... ed altrove, dove la buona scuola lavora, avete mitriato nuovo poeta d'Italia il signor Zanella che della scienza si fabbrica scale per l'assoluto e che facendo un inchino alla ragione battezza le eleganze pagane di Virgilio nelle pilette delle chiese di Maria >>. Rastignac a commento del pensiero carducciano aggiunge questa esclamazione : Oh, i fogazzirini ! E p->i continua per suo conto : « C' è bisogno di mettere i nomi moderni a questa pagina, del 1859, di Giosuè Carducci ? O c' è bisogno di ricordare, oggi , ai nuovi sbarbaretti neo-cattolici d' Italia, queste memorabili - oh ma ben dimenticate I - parole del poeta con le quali, nel Secondocentenario di Muratori, malinconkamente egli profetizza il momento che oggi - traversiamo, mentre il suo cadavere passa per le vie d'Italia? « E vidi, sempre in vicinanza del ponte futuro; il signor professor Sbarbaro, che si sbracciava a parlare con tutti, tutto acceso, credo, a reclamare la liberta per i gesuiti: altro ponte anche questo per cui la monarchia da rivoluzionaria passera a conservatrice , dalla usurpazione , secondo i cattolici, alla restaurazione. » Scolari, eredi, del Carducci, dove siete? Scolari, eredi di Pietro Sbarbaro, forse. Ma non scambiamo i nomi, e neppure le cose ! » Si; ha pienamente ragione Vincenzo Morello concl udendo : « L' opera di Giosuè Carducci ha per esponente l'Inno a Satana. Non si accetta quel1' opera, se non si accetta l' Inno a Satana - come segno di combattimento contro il movimento intellettuale , morale , politico delia fede cristiana. » « Questa fede, contraria alle tradizioni italiche, il poeta vuole sradicata dal suolo e dal cuore della
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