RIVISTA POPOLARE 101 di maccheroni mi soddisfano, mentre mia moglie .... e Ah, ella è una balena! > l' interruppe trionfante. Quanto ne mangia? e Tre quarti di chilo. e Figuratevi dunque! La vostra signora non è grossa quanto me. « No certamente, La vostra pancia, lodato Iddio I è una botte a prova di bomha ; bisogna avere la penetrazione pietosa delle anime che comprendono i bisogni dell' umanità. e Quello che dico io ! Considerato ciò, io ritengo che Dio non mi abbia mandato in questa terra - valle di lagrime sino a un certo punto ! - per provare i morsi della fame; no davvero: l' Onnipotente non vuole affatto che noi miserabili vermi soffriamo i do• lori dell' indigenza. A dire il vero, Egli ci ammonisce di badare a ciò che esce dalla bocca, alle contumelie cioè dei denigratori e dei perfidiosi che passano per tutti i colori della malignità e della malvagità. e Giustissimo ! Lieto di fare impressione sul direttore, coi suoi ragionamenti, padre Calà aggiungeva: « Dicono i miei nemici - ingiusti come farisei - che io mi scalmano troppo pei beni materiali, pel tornaconto delle cose mondane, credendo di farmi tremare le labbra dalla rabbia. Sono uomo riflessivo e ho pazienza a bigonce. Lodato lddio ! Scusate : se io non penso seriamente a queste cose terrestri, come le chiamate , non peritandomi di dare la caccia ai quattrini - nelle vie oneste - chi di voi, vedendomi basire di fame sul lastrico verrebbe a soccorrermi? Neppure un cane! Credetemi. Neppure un cane! Voglio che mi crediate. E'rgo, i paradossi lagrimevoli di chi mi vuol male non arri vano a toccarmi i calcagni ! « Giustissimo! e Ii mio stomaco richiede· assolutamente, come nutrimento essenziale, due chili di pane e un chilo di maccheroni il giorno : se ìo non porto danaro al pastaio, mi mandano a quel paese. Desidero un tocco di carne? Viva Dio, abbiamo pancia! Ebbene, il macellaio se non mi vede mettere mano alla borsa, è muso da scagliarmi il suo cane addosso , con grande pericolo della mia veste e delle mie gambe. In questo mondaccio birbone - che colpa ne ho io? - prima di guardarvi in faccia, non dico di ossequiarvi e di servirvi, gli uomini vogliono udire 11 suono del metallo possente; e se non l' odono si mostrano aspri e fantastici, con lo scontento dipinto sul viso, pronti ai rabbuffi, alle collere, alle villanie, mentre, se l'odono, vengono in casa vostra sino a lucidarvi il pavimento. Ma lasciamo stare questo. Poichè debbo nut.rirmi, è necessario essere provvisto di quattrini in linea adequata; figuratevi : ieri, nei maccheroni, misi mezza forma di ricotta! Bevo a tavola un litro di vino ; mangio frutta .... e Beato voi ! beato voi ! beato voi ! + Il sindaco, gli assessori, parecchi consiglieri gli ai divertivano come a uno spasso; a volte, finge-vano di dargli ragione e poi gli ridevano dietro : per tanto, padre Calà preferiva sempre la compagnia di don Michele, che lo ascoltava religiosamente e gli dava ragione. Una volta parlò al sindaco in questi termini: e Vi stimo come capo del partito camorrista che ha nelle mani sudice le redini dell' Amministrazione paesana; perchè da questa stima, vera o fittizia-questo a voi non importa - io spero di trarre qualche vantaggio; il mondo è fatto cosi, sissignore, e dobbiamo fargli tanto di cappello: o per fas o per nefas. Ammiro in voi un bell' uomo, coi capelli tagliati a spazzola_e discretamente brizzolati, lo sguardo degli occhi chiari in cui scorgo il carattere sitibondo del dominatore, il merito speciale della vostra intelligenza che consiste nell'impossessarvi di tutto ciò che vi capita sotto gli occhi; il vostro corpo ingrassato, tozzo, forte, massiccio, dai tratti marcati e asciutti desta subito in me che vi guardo la idea invidiabile di vigore, di energia e di salute . _-.. e Volete tacere ? e Eh? Non vi so dipingere? « Grazie! E mi stimate per questo? « Si, perchè siete un sindaco-nato. « Bravo, padre Calà ! « Ma .fa te· male però a volere ridere alle spalle di colui al quale dite - Bravo! - perchè vi sa coscienziosamente dipingere! + Si era nei primi giorni dell'autunno, e si avvicinava il tempo della vendemmia ; le frescure mettevano un ristoro beato nelle campagne , e i pampini della vite ne fremevano deliziosamente: i grappoli pendevano maturi, pesanti, dagli acini fitti e turgidi di do Ice umore acquoso. Padre Calà , ora si non usci va più dal suo podere, covando con le pupille amorose quel ben di Dio che avrebbe tramutato, a traverso il palmento, nel dolce succo rosso; passeggiava, vestito alla sciamq,nnata di una veste talare sudicia, nei viali, sotto i pergolati, guardingo e solerte, pronto a gittare occhiate bieche a chi passa va, quasi volesse sprofondarli sotterra ! Egli non sapeva come difendere la sua vigna contro i ladri e i cani, quando gli pervenne la terribile notizia che le manovre militari si sarebbero svolte vicino al suo podere, sotto la collinetta su la quale esso sovrasta va ; una folgore a ciel sereno I Come avrebbe fatto ora a custodirla , a preservarla degli assalti dei ladroni che per esperienza conosceva tra i soldati stessi e tra i borghesi che si recavano colà con la scusa di osservare quello spasso? E dire che non aveva chiuso occhio ~elle nottate intere , nascosto come un'ombra nelle macchie di fichi o dietro le siepi, facendo tonare a quando a quando un colpo di fucile nel silenzio della campagna addormentata, seguito immancabilmente dai latrati dei cani in visibili. e E' una porcheria il campo! una indecenza I una pagliacciata ! > non si stancava di ripetere. e Farebbe opera umana il Governo, se risparmiasse tanto danaro che manda in fumo a beneficio degli indigenti e dei poveri! Ma aveva un bel sbraitare: l' ineimrabile venne, e fu un vero castigo di Dio ! Una bella mattina, a brùzzico, - già padre Calà
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