Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 4 - 28 febbraio 1907

RIVISTA POPOLARE 95 immergersi nelle ricerche più erudite e nelle indaaini più minute intorno alle passate eta, attraverso le quali scoraeva gli spiriti, le forze, le tradizioni della razza. Fu appunto la sua vigile _coscien_zad! studioso alacre ed instancabile che gh pernuse di raccogliere ed esprimere nell'opera sua t~tti gli. elementi e tutte le glorie che avevano ricostruito e formato il popolo d'Italia, nulla ~scl~dendo e tut~o esultando. Eali tentava di raccogliere m un sol fasc10 ali antichi ;d i nuovi sentimenti, di ridare con essi ~ per essi al popolo distrutto l'impulso _che lo risospingesse e lo riconducesse alle sorgenti della vita nazionale. Perciò la sua poesia non accoglieva l_epassi?ni e ali errori della vita individuale, non si compiaceva delle piccole bravure, delle minuscole abilita, ~ell~ capricciose variazioni di quei nuovi accordatori d1 strumenti che sembra non sappiano suonare un pezzo e cercano invano di dare apparenza di fatica all'o_zio del loro intelletto, ma era forte, serena, grande: mterpetrava l'anima collettiva, pensava ed inc~tava a pensare, raccoglieva, in qualche nota eterna, 11passato e l'avvenire. Come lentamente e con quanto sforzo il Poeta aiunse alla perfezione ultima dell'arte sua! Prova- ~evi a leggere i primi _suoi versi ed ~~c~e. le pr!me sue prose. Il pregio d1ques~e ~rove imzial~ cor_is1ste in un felice sforzo di assim1laz10ne da scrittori antichi, che pur costituisce una non ispregevole virtù di scrittore. Solo a grande stento il Cardu,ci riusci a r?mper~ il cerchio ferreo ed angusto nel quale per più anm le sue facolta aiovanili si erano contenute e mortificate a dir ~ero, non senza vantaggio. Egli uscì dall'es~lusiva ammirazione dei classici e spalancò il suo animo a tutte le grandi voci dell' inspirazion~ e della vita moderna ; in tal modo dal cantore di Neera e di Febo Apolline sorgeva il poeta di Alle fonti del Cli:umno , della Consulta..Araldica, dello Intermezzo, del ça ira; dal recensore accademico delle appendici delle Nazioni veniva fuori lo scrittore che foagiò ogni più sterile materia critica con tanta pote;za d'arte, quanta niun altro mai potè vantar.e. Gl'Italiani si decisero dopo lungo tempo , a riconoscere l'ingegno, l'animo, il v~lore ~el letterato? del critico , del poeta. Per molti anm solo alcurn giovani lessero ed ammirarono i Decennali. La gen~e ritenuta seria si scandolezzava per le bestemnue contro il papa e trovava i versi pieni di stento. ♦ Il Carducci, cui molte amarezze avevan procurato l'inaratitudine della patria, le ignoranze dei critici e 0 le durezze della vita austera , cui erasi costretto, cominciò ad affrontare il mondo ed a conoscerlo. Cosi la sua rude asprezza maturata nel rancore chiuso della sua esistenza solitaria, si dileauò lasciando entra re nell' animo un più giusto se~ti~1ento della realtà umana. Il giudizio più equo e beniano, reso all'opera sua, lo fece meno violento nel diFendere la giustezza dei proprii intendimenti, ali fece sentire il desiderio di intonare una laude ~lla bontà della vita, gli fece ·salire alle labbra un inno di gioia. Il cantore dei Decennali giungeva in tal auisa al trionfale ammonimento del Canto del- o l'Amore: - Salute, o genti umane affaticate! Tutto trapassa e nulla può morir. Noi troppo odiammo e sofferimmo. Amate. Il mondo è bello e santo è l'avvenir. - Questo riavvicinamento alla bellezza della natura, questa pacificazione dell'animo, questo nuov~, senso di bontà amorosa non solo dette al poeta pm sana ed acuta inspirazione, ma conferi anc~1~al _pensatore una maggiore elevazione, una prn Iuc1da e più nitida organicità I di tor~1a. ~nche q u_a~do egli era costretto a difendersi dagli attacchi rnvidi ed acrimoniosi e -minacciava di cedere allo sdegno, ad un tr~tto si ~asserenava ~er sorridere in pagine d'un felice umorismo, o per liberare tutte le grazie e le energie del suo stile in uno sfogo soagettivo in periodi mirabili che parevano le st;ofe mag~ifiche d'una canzone. Ricordate lo scritto in difesa del Ca ira. E sempre, ~1entre il critico dà saggio della sua varia coltura, mentre il polemista da prova della sua agile logica, mentre _l' artista si_co~1pia~e nelle più sottili e forti fantasie, appare 11 c1ttad100 che ha sempre voluto e vuole il bene della patria. _Ec~~ la ragione vera della potenza, e_ d~ll~ ~uperio_nta del Carducci. Il quale, dopo 1Ahgh1en, e 11 pnmo fra gli scrittori che tutto il loro pensiero e la loro arte consacrarono alla patria. Negli altri scrittori, ~:iche_gr~ndi, l'Ita!i~ sem?ra quasi un argomento d mspuaz10ne, un unmagme lirica atta ad elevare lo stile, qualche volta perfino un artifizio rettorico· nel Carducci invece -è commovimento sincero, 'è amore caldo , è devozione cui sono offerti i più elevati proponimenti. Appunto perciò tutta l'opera sua ha dignità e fierezza educatrice. Ed anche in virtù di questa foria la fiamm~ del suo genio sovrano potè bruciare in _u~ r?go ~1 P.u• rificazione tutte le grettezze e le v1lta, m cu: 1rnaeano italiano disabituato dal severo magistero dell'arte per c~mpie:e l''?~era faticosa ~ella ri~ostituzione nazionale si avviliva: la tranquilla e t1010rata languidezza 4ei manzon_iani, le sterili negazioni di chi profanava 1~ Leopard1, ~e decor'?se_ e v~cu_e reliquie dell' Arc~dia, _la n1;1lladicen~a?ei lmgua10!i, l'impudente vamloqmo d~1 ~az_zetueri, ed al_tre_simili laide e meschme abiez1om e degeneraz10m. E nell'aria purificata sorse l' edifizio magnifico della sua gloria. ♦ Fior tricolore, Tramontano le stelle in mezzo al mare E si spengono i canti entro il mio core. Questi ali ultimi versi del Poeta, dal quale noi apprenden~mo ad ama_re gli _studi p~r sè stess~, fu~r di ogni interesse e d1 _ogm vamta, ad odiare 11 falso nell'arte e nella vita, ad amare sempre e sovratutto l'Italia antica e nuova, dal Piemonte sabaudo alla SiciÌia garibaldina. Oggi che il suo po: deroso cuore è stato toccato dalla morte , a noi pare ché davvero _un.in~ier? cielo , con miriadi ~i luminose costellaz10m, si sia oscurato. E, sotto 11 cielo rimasto buio, il gelo c' invade le ossa. Speriamo nell'aurora dell' avvenire, che non accenna a colorarsi. FLORIANO DEL SECOLO

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