RIVISTA POPOLARE 63 radk,1li. Altri più accorti tacciono e attendono 1 risnltati per dichiararsi. Si sospetta che taluni dei deputati di parte democratica tacciano o l'adesione condizi:.ma110 con molti se e molti ma, che hanno l'effetto neutralizzante, per motivi elettorali; ma il sospetto non sarebbe lontanamente applicabile a Filippo Turni. Il quale, però, e stato più caustico degli altri nel deplorare questo movimento anticlericale. Non tacebo ! egli ha dichiarato nell'ultimo numero della Criticasociale, cioe « mi associerò alla protesta anticlericale come ad « un ingratissima necessità ..... ma dichiaro che at- « tendevo con un senso di angoscia rassegnata « questo giorno di agitazione anticlericale, come « l'espiazione indeprecabile di peccati non nostri ». La ritieneJormale, piena di vento, impotente a cavare un ragno da un buco; che ne genererà parecchiealtre per la loro stessa nullagine e che farà perdere molti anni alla democrazia e al partito socialista deviandoli dagli sforzi per perseguire scopi più pratici e più utili. Francamente; nei panni di Filippo Turati e con queste convinzioni avrei adoperato tutto il mio coraggio e affrontando qualunque impopolarità avrei rifiutata la mia adesione per com battere l'agitazione. Ma in questa occasione, come nel!' altra più grave dello sciopero generale a Filippo Turati e mancata quella decisione, ch'e indispensabile ad uomo politico, che non· vuole essere compreso tra le mezze figure e tra i caratteri fiacchi. • Sono stato sempre , anche quando un mmor numero di anni mi pesavano sulla groppa, tra gli avversari dell'anticlericalismo di parata, ho detestato sopratutto l'anticlericalismo verbale di coloro, che lanciano un insolenza al prete, alla religione, al Papa per procurarsi in un comizio un nutrito applauso, per rinnegare più tardi a fatti, per tornaconto, per amore del quieto vivere, anche per .sincera convinzione che li ha trascinati al pentimento, l'anticlericalismo di un momento. Ho pensato, detto e scritto che l'opera più efficace per emancipare le coscienze dalle pericolose superstizioni e dal dominio sacerdotale e quella di diffondere l'istruzione e di assicurare il benessere economico. Ho ritenuto tanto necessaria, indispensabile la pr:ma, che a Milano nel Congresso magistrale provocai la sorpresa di molti che non mi conoscono e i commenti più stupidi e più maligni e le ingiunzioni più umoristiche di qualche giornaletto che per mio mezzo voleva acquistare qualche poco di notorietà, dichiarando esplicitamente non doversi connettere la richiesta dell'avocazione della scuola elementare allo Stato - per farle assegnare i milioni necessari - coll'altra della laicizzazione della scuola. Non volevo non voglio connesse le due richieste, perchè: 1 ° credo che non sia la scuola a fare i clericali e i liberi pensatori e che la scuola non educa; 2° credo che ci sia ancora indispensabile il concorso dei clericali per conquistare i milioni alla scuola, facendola passare allo Stato e che li avremmo avversi se tale passaggio dovesse implicare la laicizzazione. La quale del resto in tutti gli ambi enti evoluti e un fatto, che supera di molto il valore della parola. L'importanza grandissima che assegno aìl'istruzione mi ha indotto all'a-mmirazione verso il secondo --articolo di Com bes nella Neue Freie 'Presse; e ricordo in questo momento il particolare perche esso e istruttiyo: Combes che nell'istruzione scorge il mezzo più adatto e più efficace contro il clericalismo, dalle indicazioni speciali ùel momento e dalle circostanze in cui si trova la Francia ha dovuto in apparenza contraddirsi con un atto grandioso, che rappresenta la manifestazione anticlericale continuativa esistematica colla legge della separazione. La lotta vera, quel la che potrà debellare dura.turamente il clericalismo, adunque, e quella che si può fare coli' istruzione ; ma essa non esclude, nè rende inutili altri mezzi, per così dire politici, che possono essere superficiali, artificiali, ;-rnche effimeri, ma che cooperano e possono anche servire ad imprimere la voluta direzione alla stessa scuola. ♦ Come metodo_ di elezione certameine ritengo preferibile quello di non stuzzicare l' idra clericale specialmente quando e dove le masse sono abbrutite dalla miseria e dall' ignoranza ; queste possono lasciarsi trascinare ad atti d' intolleranza , a viole!lze di ogni genere contro coloro che vorrebbero emanciparne le coscienze ed indurle ad alleviare le sofferenze in terra senza attenderne un compenso sul- !' altra vita. Penso altresì che sarebbe preferibile consacrare le forze vive deìla democrazia al conseguimento delle riforme economiche e politiche, che hanno conseguenze dirette ed immediate. Ma nella vita politica e sociale non c' e sempre b libertà della scelta dei nemici da combattere e dd campo dove dar loro battaglia. Ora proprio, per peccatinon nostri, dirò con Turati, ma dando alla frase un altro senso, n ,; siamo costretti a partecipare al movimento anticlericale, pur desiderando ardentemente che si possa ritornare al più presto ad altre lotte e senza rinunziare alle medesime, per b deviazione parziale cui ci costringe l'interfenza del clericalismo nello svolgimento della nostra vita politka t sociale. La realtà e la gravitù del pericolo clericale c'impone di affrontarlo. Non ripeterò tutto ciò che si e scritto, esagerando anche, da Sergi, da De La veleye, da Bazalgette, da Lapouge e da molti altri sulla deleteria influenza esercitata dal clericalismo, che ieri si chiamava puramente e semplicemente Cattolicismo, sulle coscienle dei popoli a civiltù latina - Francia, Spagna, Belgio, Italia - ; ne accetterò il dogma della decadenza o della morte imminente di tali nazioni, che ho dimostrato insussistente in Latini ed .Anglosassoni, per dato e fatto esclusivo dell' influenza cattolica. Ma nessuno potrà e vorrù negare, molto meno lo potranno Turati e Zerboglio e tutti gli altri anticlericali stile liberty che la democrazia e il socialismo oggi in Francia e nel Belgio non abbiano il maggiore e più pericoloso nemico nel partito clericale; che la repubblica francese non abbia avuto suscitati i maggiori pericoli del 16 maggio 1876 con Mac Mahon, del boulangismo e dell'antidreyfosismo dallo stesso partito clericale; che la Spagna non sia legata come ad una palla di piombo, che ne impedisce i tiberi movimenti sulla via del progresso, alla influenza cattolica. Ciò che valga ed a quali sinistre ed imprevedute conseguenze possa condurre l' imperversare del clericalismo lo insegna la stessa Francia in modo irrefragabile. Il c' est ma guerre di Eugenia di Montijo imperatrice dei francesi e l'isolamento della Francia nell' anné terrible si devono al verbo del Va-
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