Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 3 - 15 febbraio 1907

58 RIVISTA POPOLARE « nella lucida mente ha così netta la visione del noe bilissimo problema che non accettò di pm·tecipare al « Governo se non includendo nel programma del Ga- « binetto il p1·inci.pio dell'avocazione della scuola allo «Stato•. Non è nostra intenzione lesinare le lodi ad Ettore Sacchi che stimiamo moltissimo; ma la giustizia di stributiva e la verità esigono che al s110nome si sostituisca quello di Edoardo Pantano in questo episodio del programma del ministero Sonnin). L'avocazione della scuola. allo Stato fu li contributo specifico dell'on. Pantano ; e ci sorprende moltissimo che lo stesso Sacchi non abbia rettificato prima di noi. Il nome di Pantano viene fatto solo più tardi in 'un altro articolo dello stesso giornale La Vita ; e sempre inesattamente. Colajanni e Pantano, poi contro Ba.rtolini, Donati e Giolitti protestarono vivamente per l' abbandono dell' art. 60. · Noi, non ostante il distacco politico che esiste oramai col deputato per Giarre, lo amiamo 1uolto; perciò siamo vivamente disgustati pel fatto che ~entre la stampa democratica o disprezza l' azione sociale che aveva in mente di svolgere o che aveva cominciato a tradurre in disegni di legge-dal Ministero del lavoro, alla colonizzazione interna alla commissione per gli usi civici, ai 10 milioni alla Cassa di previdenza, all' assicurazione obbligatoria. contro la malattia ecc. ; azione sociale che ispirò ad Angiolo Cabrini parole di vivissima simpatia e di ammirazione pel Pantano nella inaugurazione del Consiglio superiore del lavoro - la parte che trova da esaltare la sottrae ad Edoardo Pantano, per attribuirla ad altri. Con queij_ta ingiustizia flagrante si vuole punire Edoardo Pantano perchè viene dalle fila repubblicane? Ma anche Ettore Sacéhi viene dalle stesse fila! + Per le case popolari e per le case degli Impiegati. - Carnegie, il rniliarda1io, nel Vangelo della ricchezza che abbiamo riprodotto nel nnmero precedente, ha mostrato come si possa di venire milio• nario senza alcun merito proprio, per opera altrui - anzi per la disgrazia altrui : basta possedere un pezzo di area edelizia in una grande città, in un punto in cui per un imprevvisto accidente si agglomera la popolazione· E' noto il favoloso prezzo - oltre un milione - cui pervenne un ettaro di terreno nel centro di Chicago. . Su per giù avviene lo stesso in tutte le grandi città del vecchio e del nuovo mondo. Questa ricchezza non guadagnata è quella che suscita. le maggiori invidie, i maggiori risentimenti, lo scandalo più inaudito e che maggiormente discredita il principio della proprietà privata. Contro q11esta ricchezza non guadagnata, prima. di Carnegie miliardario, si era levato negli stessi Sta.ti Uniti Henry Goorges nel suo celebre Progresso e pove1·td. In Italia dove lo sviluppo della ricchezza per ragioni storiche e naturali avviene a scartamento ridotto non abbiamo il caso di Chicago, nè quel lo di Manhattan; ma non è per questo meno tormentosa l' ingordigia dei padroni di casa; i quali in tutte le città d'Italia pare che Hi siano asirnnti l' impegno di assorbire essi, essi soli, ogni anmento di reddito, che potrebbe venire ai lavoratori ed agli impiegati da un elevamento del salario e dello stipendio. Essi costituiscono un trust, che agisce automaticamente e siçurameote in una misura davvero insopportabile e senza alcuna giustificazione. Quale il rimedio? A Londra, a Manchester, in altri centri importanti dell' Inghilterra o della Francia capitalisti e filantropi-Peabody solo alla città di Londra regalò per tale scopo oltre dieci milioni - provvidero colla costruzione di case popolari, che anche dal punto di vista dell' ntilità dell' impiflg;o rappresentano un buono ed onesto affare. Ma in Italia dove la ricchez~a è scarsa, e µiù dell'iniziativa e del bnon volere, dove trovare il rimedio per la massa dei lavoratori e degli impiegati? Non si può e non si deve cercarlo ciFi nello intervento del Comune e dello Stato. E' intervenuto sapientemente il Com 1ne di Venezia; interverrà con una mag-giore quantità di mili.oni quello di Milano; e farà quello cbe potr~ il Mi!nicipio di Napoli nella misura del possibile - concedendo almeno gratuitameute la aree edilizie che in via di trani:1azi,ine ha ottenuto dRIJa Banca d'Italia, se non andiamo errati (1). Così altrove in una misura µiù o meno rilevante. Più ardito di tutti I' ou. Maggiorino Ferraris. ha invocato l'azione dello Stato per le <'ase degli impiegati a Roma, dove il rirH·aro delle pigioni è a.ll11.rmante. Egli nella Nuova Antologia del t <licembre 1905 pubblic_ò un con vinceu te articolo: Lo Stato e le case pet· gl' impiegati in Germania. Riprese il problema nel mese di dicembre 1906 in un <lisr,orso alla Camera dei Deputati ; ed è tornato con lodevole per~ev,wanza nella Nuova, Antologia del 1 febbraio 1907 (Il rincrtro delle pigioni. Lo Stato e le case degli impiegati) Le vecchie mummie del liberismo si ribelleranno contro questo intervento dello Stato e diranno che esso rappre;;ienterebbe una lesione dei diritti altrui, un peri colo per lo Stato, un premio all' i11fni gardaggine, un utopia ec~. Ma il Ferraris risponde a tutti in 11nmodo tri::,nfale, 8egnalando l'esperimentogià fatto in Germania. Ivi: < Sotto I-a.direzione e l'impulso dello Stalo, gli impiegati sono riuniti in Cooperative per case . cnsti - tuite sopra statuti-modello clie lo Stato stesso ha µre· parato. Queste Cooperati ve sono accreditate da! lo Stato per l'intero ammontare - al 100 per 100 - del costo delle case che esse costrui:'lcono. Le case restano in proprietà p1wpetua della Società coopera.tiv.i e non pos-mne mai formare og-gett-, ,ii µr0prietà e si-,ecula· zione µri vata: l'impieg<1to p.1gando il giu;to fitt·,, ha diritto di restarvi tutta la vita, senza rincaro di pigione, e con particolare riguirdo a.Ile vedove ed ai figli minorenni. Lo Stato presta. il capitale al t"lsso della rendita. senza farvi nè guadagni nè perdite: l'impiegato paga il fitto, io ragione del co::ito della caga: costl'l!zione, · amministrazione, manutenzione, ammortamento e tassa > • « Gli Stati tedeschi, coll'aiuto delle Casse di risparmio. dei Crediti fondiari e delle Soéietà di assicarazione, consacrano oramai centinaia di milioni allo scopo delle case dPgli impiégati e procedono nella benefica opera con mirabile l:lerieti\ di propositi e·J efficacia di mezzi. Lo Stato senza aggravare di un centesimo il bilancio, compie una splendida opera di previdenza sociale > • « L' Impero ha a tale uopo costituito un ufficio speciale, affidandone la òirezione al signor Koska, an tico presidente della « Società cooperativa di case fra gli impiegati di Berlino: » la scelt,a dimostra lo spirito pratico del Governo tede:aicoe-i. onora il funzionario, c?e .seppe dare vita a cosi poderosa e benefica associaz10ne • . e L' esempi.o della Germania dimostra come lo Stat.o, volendolo, possa risolvere il problema a fondo , senza alcun onere per la finanza e con un largo ed immediato beneficio deµ;li impiegati, che posRono alloggiare in appartamenti convenienti, od in grazioae casettine, circondate di aria, di luce e di verzura, con un ribasso di pigione, a fronte riei prezzi correnti. Nè v' ha timore che l' 11zione del lo Stato conduca ad alcuna cri~i. con una discesa troppo sern~ib1lee repentina dei fitti, perchè (1) Il Com. Miraglia, il benemerito dir<lttore del Banco ai Napoli, ha. messo allo studio presso il R._ Istituto d' i~co_r11ggiamento, il problema tielle Case popolari. Una Comm1ss1one si è messa allo studio alacramente.

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