Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 3 - 15 febbraio 1907

74 RIVISTA POPOLARE XXXl. Il linguaggio musicale-li male innominabile-Contro il NordauLa bellezza della vita - Motivi d'arte e di vita - La previsione sociologica - I presagi poetici - Trovatori e poeti - L'arte della « réclame» - Altri libri - Giornali e Riviste. Conoscete voi i mirabili volumi del Ribo! sulle malattie della memoria , della personalità e della volontà? Ebbenl! , nessun libro sul funzionamento normale di tali attività dello spirito potrebbe illuminarvi meglio sulla loro natura, di questi, che, attraverso le loro più varie ed opposte alterazioni, ve ne smontano , direi quai i , il meccanismo, e ve ne mettono sotto gli occh.,, ad uno ad uno, tutti convegni, tutte le molle, tutti gl'ingranaggi. Ora, un'opera di questo genere, e di altrettanto interesse, e piena di pari meraviglie, l'ha compiuta pel primo, su LE LA?\GAGE MUSICAL ET SES TROUBLES HYSTERIQUES (Parigi , editore Alcan) il dottor Giuseppe lngegnieros, professore ali' Università di Buenos Aires: il quale vi dimostra come la musica nasca dal canto , d il canto dal parlare agitato dall' tmozione; onde l' efficacia emotiva della musica, anche strumentale soltanto ; poi , come questa effic&:· eia varì a seconda della sensibilità individuale, della permeabilità e rt!attività d'ognuno alle impressioni sonore, del coefficiente di intelligenza e di educazione mu iÌcale on Je ciascuno è dotato ; poi , ancora , come sotto questo aspetto le persone possano tutte suddividersi in cinque. categorie: gl'idioti, gl'imbecilli, gl'intelligenti, gl'ingegni, ed i geni, musicali, s'in - tende, indipendenttmente dalle loro attitudini' per altre arti o scienze, che possono essere affatto inverse a queste. / E tutto ciò, nella prima parte ddla ponderosa e poderosa trattazione. Nella seconda, quella dei turbamenti del linguaggio musicale sotto l'influenza dell'isterismo, l'Ingegniero'> (ma che nome !) rileva che il linguaggio musi cale ha i suoi centri fi · siologici nei eentri stessi del linguaggio verbale e di quello mimico, e che quindi essi si si asso.:iano e si richiamano tutti e tre a vicenda; che alle afasìe e alle disfasie cioè alle perdite ed alle alterazioni della favella, alle àmimìe e alle dismimìe (ag giungo) cioè alle paralisi psichiche ed alle anomalìe del gesto espressivo, rispondono perfettamente le amusìe e le dismusie, cioè le sospensioni e le aberrazioni delle attitudini musicali ; e che infine i soggetti isterici presentano tutto il quadro completo di tali sconcerti (la parola è di rito, in questo caso !), sordità e cc:cità musicali, mutismo vocale e strumentale, incagacità di scrivere i segni delle note, estasi, impulsi ossessivi, melodizzazione incoercibile della lettura, fonofobìa, ossessioni melodiche, udizione colorata, associazioni anomale di suoni e d'idee, e così via. Mi pare che basti, per dimostrare di che alto interesse per chiunque s'occupi di· critica , d'arte , o di psicolog!a, abbia ad essere questo libro, che, ricco d' osservazioni cliniche originali e di vaste informazioni attinte a tutta la letteratura dell'argomento, è poi unificato da uno spirito filosofico e critico veramente non comune, e vivificato da una evidenza di forma degna d' uno scrittore di professione, d'un artista della parola. Da un medico ali' altro : un altro medico è infatti , certamente, G. Espè de Metz, che, pei tipi di A. Maloine a Parigi, stampa un dramma in quattro atti, dal titolo PLUS FORT QUE LE MAL , inteso ad ottenere un pò di pietà per i disgraziati, non sempre colpevoli , che il (( mate innominabile >l segna di un marchio quasi infamante e condanna quasi sempre· alla privazione delle gioje del matrimonio e della paternità. Il dramma, diciamolo subito, non è, letterariamente, un capo. ·avoro, nè l'autore l'ha scritto per la scena e con ir,tendimenti d'arte: la forma teatrale non era, per lui , che un mezzo più facile per far breccia nel l'Ubblico , e per farlo assistere alle poco altegre discussioni mediche, morali e sociali che si impegnano e si perpetuano fra i personaggi, intorno all'arduo e scottante argomento, che del resto è il pernio dell'agitata azione scenica, e della tragedia, da cui, più o meno, son tutti tra - volti. Tutto ciò, a noi italiani, ricorda ((Un giorno a Madera ii di Paolo Mantegazza; ma la tesi , qui , più ardua e meno simpatica: il mal sottil, è, infine, o era mezzo secolo addietro, un male di moda , un male romantico , un male , anche, melodrammatico; ma quest' altro male, (< il male innominabile >', fa troppo pensare a dove e da chi di solito lo si piglia , per destare qualsiasi sentimento estetico; e mi p~re ardimento soverchio, quindi, imperniarvi sopra un'opera d'arte, sia pure a finalità extra artistic-he. Resta, dunque, il libro come dissertazione Lecnico etica; ed allora esce dal programma di questi miei <( Stelloncini » ; esce , anzi , da ogni · mia competenza ; perchè io non so tanto di medicina, da giudicare se e quanto sia pericolosa per la discendenza l' eredità patologica , d' un « avariato >l guarito o presu111q tale; nè ho molto meditato la questione dei limiti che l'interesse generale e sociale possa e debba mettere legalmente alla libertà de.ll'individuo in questa materia; in linea morale, tuttavia , io resto irremovibilmente Jell'opinione, c.he chi sappia·di avere nelle vene qualche grave tua - trasmissibile alla prole, sia una malattia congenita o sia· un'infezione acquisita, sia una diatesi organica o sia una bruttura psichica, non deve fare figliuoli : non deve mettersi nel pericolo d'essere. poi eta essi, e giustamente maledetto. « Al buonsenso , al coraggio, e alla schiettezza, loro degna sorella , queste pagine da m,e scritte in loro compagnìa , con sereno animo otfro n : tale la dedica , che ,del nuovo libro MENZOGNE (l?alermo ,, Reber editore:) fa Andrea Lo Forte-Randi ai propri ideali , alle proprie norme di vita persona!~ e letteraria;- e .tale anche, in is,;or,cio ed in •sintesi, il giudizio che si potrebbe dare di questa come d' ogni altra sua opera. Si tratta, questa volta (è stampato sul frontespizio) di una « i::scur sione critica a tra verso glt spropositi di Max Nordau e com pagni n: e dì spropositi, infatti, nelle molte opere antropologiche, biologiche, sociologich,e, filosofiche , critiche, letterarie, pokmiche,, del medico tedesco, il Lo Forte ne trova e ne denunzia a bizzeffe, ,in forma,.recisa e,senza eufemismi •~onvenzionali; ma, d' altra parte, oltrepassa molto sovente il segno,, almeno a parer mio, dove e quando, escendendo l'aspra censura al di là della livellatrice~e volgarizzatrice tirannide socialista vagheggiata dal Nordau, si atteggia quasi a campione d'un superomismo altrettanto antipatico e repellente, e, contro la scienza positiva e sperimentale, anche di un idealismo, che, per paura della banalità, divl!nta facilmente retorico e aereo; egli _infatti, in sostanza, discutendo sopratutto il celebre libro~delle Ronve11 - tionellen Liigen der Kulturmenschheit, non nega affatto, o nega debolmente, la menzogna, religiosa, la menzogna dinastica, la menzogna araldica, la menzogna parlamentare, la menzogna giuridica, alla menzogna economica, la menzogna morale, la men• zogna familiare, e così via , denunziate e bollate dal Nordau; ma afferma che tutte queste menzogne sono connaturate con l'uomo e con la soci~tà, che sono necessarie, che s9no utili, che sono provvidenziali: ed è qui, che io, individualista ad oltranza come lui, e perciò nemico di ogni coercizione , che venga, dalla folla,_, lo sono del pari (e mi sembra d'essere-in questo più logico e, coerente ) d' ogni imposizione che v-enga dai pochi che se n'arrogano il governo, sovrani o pontefici, dittatori o tribuni, burocratici o deputati che siano : so bene che c'è moltà gente che ha bisogno d'essere governata, co. mandata , trattata -e scapaccioni ; ma , appunto perchè n' ha

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