. ·34 RIVISTA POPOLARE ridiana dal confronto tra ciò che ho scritto io nel- Ma non sa egli che la legge scritta vale sempre l'articolo del 31 dicembre e ciò che egli mi fa dire meno del fatto e della consuetudine? Ora è inne• nella lettera aperta indirizzatami nelle colonne della gabile il fatto che tra noi esistono e da parecchi Vita. E non mi pare piccola calunnia, data la mia anni le associazioni dei funzionari; che non sono posizione politica e i miei precedenti, quella di farmi state molestate nemmeno dopo il pazzesco manipassare per uno che in Italia vuole introdotti con• festo della Federazione milanese. Risulta dai fatti, tro i funzionari i metodi punitivi della Russia e che i funzionari in Italia godono di maggiore lidella Turchia. Il Dott. Piazzi, quindi, non è che uni lbertà che nella Francia repubblicana e nella Germania galantuomo ... con riserva (1). , imperiale. Di che mi compiaccio e non vorrei meIl membro della Federazione ritiene sempre che; 1· noma mente che si tornasse indietro; non vorrei gl' Impiegati non godano del diritto di associazione, 'neppure che si ricorresse ai traslochi, che potrebperchè le loro associazioni sono soltanto tollerate... bero avere carattere punitivo, se non quando i ---- - funzionari fossero venuti meno ai loro doveri di (r) Il Dottor Piazzi non è un galantuomo... ma un su- ufficio. Una lunga ed eccellente difesa del diritto di peruomo .... forse un dannunziano. Ecco con quale supremo associazione per gl' impiegati che mi ha mandato disprezzo egli risponde nella Vita ali' invito mio esplicito di da Novara un vecchio funzionario e ben noto pubritirare le calunnie lanciate contro di me: blicista, il signor Del Guerra, è perfettamennte Milano, 22 gennaio 1907 Egregio Lodi, Giacchè Ella gentilmente volle ospitare la mia lettera aperta all'on. Colajanni prima, e di poi una breve lettera dello stesso deputato a Lei, la quale - mentre era preludio e accompa - gnamento d'un articolo violentissimo contro di me pubblicato ora nella Rivista Popolare - già accennava con frase ingiu- "riosa alla mia persona! voglia consentirmi, coli' abituale cor - tesia, di fare una modestissima dichiarazione, e cioè che io non intendo di rispondere più pubblicamente al deputato Colajanni. Quando in un alto dibattito di idee si deve ricorrere a simili volgarità personali per eludere ogni necessità di argomentazione seria, ogni risposta è inutile; basta il compatimento. Ci tengo però a rilevare che, mentre il Colajanni si appella ora all'elevatezza ed alla lealtà della discussione,,.proprio egli, abusando della propria impunità parlamentare, e del rispetto che noi non gli abbiamo mai lesinato, volle iniziare una polemica a tono ingiurioso (ed io non l' ho seguito che nella parte iro'nica !), tacciando di pazzia e di menzogna gli autori del << manifesto degli impiegati n, ed attribuendo loro idee èd intenti contrarii al vero. E per la mia dignità non aggiungo altro. Ringraziandola mi creda suo aff. Dott. Giovanni PiaHi Luigi Lodi fa seguire la lettera umoristica nella sua altez zosità da questo commento: « Abbiamo pubblicato com'era nostro dovere, la lettera del dottor Piazzi. Ci si permetta ora di entrare nella contesa. Nessun dubbio che l'on. Colaianni, come avviene spesso a chi scrive per esercizio polemico a sostegno delle idee in cui crede, sia stato eccessivamente e anche improvocatamente violento nella forma. Egli sa, e lo ha mostrato col fatto, che si può discutere senza ingiuriare, che non si deve lanciare scomuniche a chi dissente dalle proprie idee. Egli, costituitosi Vestale del bi - lancio, non ha avuto tolleranza per gli impiegati rei di chiedere umanità di rimunerazione alla loro fatica; egli che ignora chi sia il dott. Piazzi, si è compiaciuto di farlo oggetto dei suoi fulmini, per dilettazione rettorica ora di moda in quelli che del Colajanni hanno molto minore patrimonio d' ingegno e di animo » « Ma con ciò il dottor Piazzi ci sembra, a sua volta, esca dalla via diritta, che è quella di fare serenamente il proprio dovere. Un atteggiamento stilistico, un intieriezione o un apostrofe non hanno mai ucciso nessuno. E del resto si può ben passare sopra a una frase non misurata quando si ha la coscienza di avere delle verità da esprimere in pro di una causa giusta. » A Luigi Lodi rispondo: r0 chiamo pane il pane, calunniatore il calunniatore; perciò ho discusso e discuto serenamente con lui, come con cento altri, non posso che trattare come ho trattato il dott. Piazzi; 2° Luigi Lodi si mostra molto ingenuo o pietoso verso il Piazzi supponendo che egli taccia perchè . sdegnato dei mìei metodi polemici. No egli tace, perchènulla ha da dire a propria difesa; tace, perchè un superuomo non può confessare di avere avuto torto e di avere affermato il falso per diffamare l'avversario. In quanto all'affermazione del D.r Piazzi che io ho abusato della mia impunità parlamentare non riesco proprio a raccapezzarmi .. Che egli, il competente, sia tanto sciocco da ignorare che La Rivista popolare, come ogni altro giornale, non gode d~ alcuna impunità parlamentare ? Non alla Camera, ma da qui ho trattato il D.r Piazzi da calunniatore .... inutile, perchè non mi sono mai sognato di negarlo o di volerlo comunque attenuato (1). Lodo altresì l'ideale che il membro della Federazione assegna a questa: quello, cioè, di trasformare gl' impiegati da servi in liberi cittadini. Ed egli ha ragione da vendere affermando che le associazioni degli impiegati sono necessarie per fare rispettare le leggi. « A che valgono le leggi, egli osserva, quando la loro applicazione è completamente falsata ed inquinata dal prevalere della ragione politica sulla giustizia amministrativa e della insufficienza della burocrazia centrale? Guardi un pò che strumento sono nelle mani della Minerva le due leggi sui professori ! » Pienamente di accordo. Vorrei , anzi, che i fun. zionari lesi nei loro diritti dai capricci del governo., ricorressero più spesso alla IV·Sezione del Consiglio di Stato ; e in ciò le associazioni potrebbero giovare molto. Vorrei altresì che venisse presto la legge generale sullo stato giuridico di tutti gl' impiegati, promessa da 40 anni. Nè trovo da fare alcuna dichiarazione a chi m'invita a distinguere tra funzionari buoni e funzionari cattivi. Non ho fatto mai la confusione; so che ce ne sono di buoni e di cattivi con notevole preva• lenza dei primi. ♦ Due sottotenenti da Roma mi serivono descri• vendo a colori cupi la loro sorte e insistendo sul contrasto che c' è tra gli obblighi estranei al loro vero ufficio e la meschinità deHo stipendio. « Noi, essi dicono, dobbiamo essere inappuntabili nelle tenute; i guanti bianchi non devono mancare mai; a certe feste ed a certe contribuzioni volontarie (?) dobbiamo prender parte; ... ma la paga non risponde al tenore di vita che ci si impone ; e la carriera lentissima non ci è di conforto ». E forse non hanno tutti i torti ... Da una memoria degli impiegati d' ordine del Ministero della Guerra poi rilevo, che gl' impiegati postali provenienti dai sottoufficiali- e quindi colla loro medesima coltura e cogli stessi loro meritiraggiungono un massimo stipendio di L. 2700, oltre i lavori straordinàri; mentre essi non possono ( r) La lettera del Del Guerra, di cui faccio il nome chiedendogli venia della indiscrezione, è ricca di buone osservazioni sull'o:sdinamento amministrativo e sulla carriera dei funzionari. Me ne gioverò in altra occasione.
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