Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 2 - 30 gennaio 1907

50 RIVISTA POPOLARE E per conservare questo altissimo istituto al disopra dei par- . titi noi privammo del diritto di voto le truppe e limitammo quello della rappresentanza politica a pochissimi capi. Così ottenemmo che le istituzioni militari non fossero di scusse con livore partigiano: ma se ora cambia il metodo, si ritorna al concetto degli eserciti assoldati dal principotto, ligi unicamente alla sua sorte e che il popolo guardava in cagnesco. Che fare? Necessitava anzitutto una nuova legge per il personale e per la condotta della pubblica sicurezza , mentre il richiamo di classi di soldati per ragioni d'ordine pubblico dovrebbe essere preceduto da quello della milizia comunale riordinata su nuove basi. Per risolvere a dovere le questioni d'ordine pubblico devesi estendere il lavoro e la responsabilità dei corpi preposti alla sicurezza dei cittadini e della proprietà, epperò occorre : 1° Un personale numeroso molto più adatto e molto meglio retribuito dell' attuale ; 2° Una direzione unica sia delle guardie di pubblica sicurezza che dei reali carabinieri. Contro i carabinieri si appuntano oggi tutte le ire dei sovversivi; e i carabinieri sono i peggio pagati. Una guardia di pubblica sicurezza ha la paga di lire 3,60 al giorno; un carabiniere lire 1,90. E i carabinieri fanno il lavoro più duro e più pericoloso. Povera gente. Sperduta nelle valli che dal malandrino han nome, nelle risaie, nelle maremme , là ove le febbri trionfano , essa vive la vita dd pericolo. In quei luoghi desolati vi rappresenta l'unica autorità governati va e noi tutti , ed in ogni contingenza, ad essa facciamo capo. Le statistiche medico-militari dànno per i reali carabinieri le cifre più alte in fatto di morti e di feriti,_ eppure v' è chi insinua che di ogni moto di popolo essi sono i provocatori. Le condizioni però si aggravano e si aggraveranno sempre più, e le terme obbligatorie, ormai brevi per tutto l'esercito, diminuiscono la ragione che un tempo esisteva per entrare nel Corpo dei reali carabinieri. Il numero di questi, da 16 mila che era 20 anni or sono, salì a 2 5 mila e sarà necessario spingerlo ai 30 mila. Questi fatti ci ammoniscono che senza riforme , aenza forti premi di riassoldamento si andrà di male in Reggio e che se il numero si potrà ottenere, ciò sarà a scapito della qualità. Spetta a noi ufficiali il dimostrare come chi parla contro l'esercito confonde l'effetto colla causa; come un militarismo, sinonimo di prepotenza, in Italia non ebbe mai radici, e come l' esercito non è se non un istituto educativo, il quale rende la guerra problematica in ragione diretta della sua forza. Ma, per essere irresistibile, l'eloquenza dei nostri ufficiali va sorretta dai fatti. Essi, come sempre fecero del resto , devono essere i primi ad accorrere con serenità incontro ·ai disagi, e nei tumulti popolari devono comportarsi ... con prudenza ed umanità. Ma occorre altresì un miglioramento generale nel corpo del1 'ufficialità; miglioramento che non sa può Ottenert: se non colla selezione , cioè collo spingere verso gli alti gradi gli elementi migliori. La selezione è perenne : a capo di una industria, di uno stabilimento, si pone quegli che più sembra atto alla bisogna. C' è un ospitale da dirigere, un monumento da innalzare, un' indagine da eseguire? Subito s' indice un concorso: il più meritevole vince la gara. Così in ogni classe di cittadini è viva la lotta, migliori, quelli che hanno il massimo corredo di studi, i baiciati in fronte dal genio e dalla scienza sono spinti in alto , dirigono, comandano, domìnano: al basso la folla applaude e fa codazzo al vincitore. Che avviene tra i militari ? La disciplina è come un rullo che solidifica la massa, ma non esalta le particelle; l' anzianità, l'esser n~to prima è un merito che non si discute, l'intelletto è sempre sottopoito al grado. E così avviene che la forma usurpi gli attributi del contenuto, che poco ~i senta la molla dell'ingegno, il tornaconto dello studio. Per tal ragione giungono agli alti comandi persont: già sul declinare, persone sopraffatte dal giovanile progresso che germoglia in tutte le carriere civili, persone in ritardo rispetto al tecnicismo della gior - nata; questo si espande al basso, è l'attributo dei giovani, ma a che serve, se non lo si può far valere ? Ecco la dispa1ità esistente fra k classi che vivificano la città e le militari chiuse del quartiere, ecco perchè gli eserciti che in tempo di procella sanno tuttora emergere e trionfare , in tempi tranquilli passano quasi inavvertiti colle loro insegne che molto dicono, ma più del passato che dell'avvenire. Per l'ufficialità occorre adunque un aumento di az one e di studio , l'esercito deve trionfare in pace non meno che in guerra e la scelta nelle promozioni , la miglioria nello stato economico e morale è di ciò necessaria conseguenza. L'incremento negli studi dovrebbe poi tendere non soltanto alla perfezione puramente militare, ma altresì al diffondersi della coltura generale. Qui adu!1que ci voglic,no riforme potenti ! La scuola per gli ufficiali chiamati a sali1·e al grado di capitano ed oltre deve essere unica ed a dirige-re gli istituti di educazione militare si devono chiamare persone di squisito sentire, persone dotte, in guanti di velluto , ma e:nergiche ed indicate da pubblici con - corsi. Gli ufficiali, anzichè attendere soltanto all'arte militare, nell'ansiosa aspettativa di un bollettino che li innalzi di grado , cerchino la compiaceu.za del vivere negli studi elevati , nelle libere speculazioni del pensiero, come sempre fecero gli antichi capitani italiani, come fecero un Massimo d' Azeglio, un Cavalli, un Marselli, un Menabrea e tanti e tanti altri: così l' eser cito acquisterà sempre prestigio, cioè forza vera. E molti si dedichino, alla stampa. Si approfitti del giornale buono per confutare il giornale cattivo, si conquisti il popolo per la doppia strada dell'esempio e della persuasione. Si vorrebbe da alcuniì ricorrere ai tribunali per tenere in freno chi vomita libelli con,tro l' esercito. Non pare a me si debba nè rinunziare in modo assoluto, nè usare largamente di quest' arma. L'errore nel quale comunemente si cade si è di considerare il socialismo non solo come un male assoluto in tutte le sue manifestazioni, ma di ritenere che tutti i seguaci suoi sieno in malafede, sieno sprea:evoli, abbiano una pessima condotta. Se così fosse, basterebbe: una bufera di terrore e parce sepulto/ Invece bisogna riccmoscere come la gioventù spesso abbrac - eia le nuove teorie c:olla persuasione che esse sieno buone, sieno apportatrici di un' èra novella di felicità. Il fascino dell'amore, l'istinto ger,eroso di dedicarsi al popolo è una caratteristica di chi, sem~a esperie~za, si affaccia alla vita pubblica. Il socialismo può essere fallace, ed io credo che fallace sia, ma contiene in sè d,el mistico, ha tutti gli attributi d'una fede nuova, e questa trar;cina confortando le miierie presenti colle speranze avvenire. La teorica sociatis,tica dei buoni confonde i sogni colla realtà, non considera gli animi come_sono, ma come dovrebbero essere, e diventa così una gene-rosa utopia. Sotto certi aspetti il socialismo si presenta adunque come una credenza la qu11ue, reagendo contro sessant'anni di ateismo sterile , contro i po:~tivisti , contro gli enciclopedici dei secoli morti si congiunge agli iconoclast! da una parte, ai demo- cri - stiani dal!' altra. Ma è fatale che :anche le idee buone, nuove, o 1'.innovellate, trascinino con sè la parte più torbida della società. Per combattere I" antimilitarismo nelle sue più antipatiche manifestazioni bisoe;:na conoscere gl' intenti di chi lo propugna ed i metodi che esso usa. Non sono, del resto, i socialisti combattenti , che per ii primi si misero in armi contro le armi ,

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