Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 2 - 30 gennaio 1907

30 RIVISTA POPOLARE « Lo Stato si è mostrato impari al lavoro della nazione: quei 277 milioni, spesi in sette lustri, si sono riversati , per 220 fra i 45 porti maggiori e per 57 milioni soltanto fra gli altri 80 porti minori: quando si facesse una media ne riuscirebbe la cifra irrisoria rli 25 mila lire all'anno per ciascuno di essi ». « Il progetto Gianturco non ha voluto, e non ha potuto ricordarsi della necessità di fare sviluppare i rami vascolari minori se si vuole che la circolazione delle grandi arterie si svolga bene ; esso risente di quello che fu tutto l'indirizzo della spesa pubblica in fatto di porti : i cento milioni verrebbero oggi dedicati a 17 grandi porti soltanto, e per poco , a 7 porti di rifug\o : prevale ancora il concetto dell'accentramento come in tutta la politica finanziaria ed amministrativa italiana •. Perciò provvede ad appena venti sui quaranta porti che hanno un discreto movimento; d'onde la legittima ribellione dei dimenticati. L' on. Chiesa, inoltre, assegna con questa osservazione la ragione economica d' indole generale dell'agitazione: e Le esigenze moderne della navigazione impongono questi lavori portuali; le dimensioni delle navi mercantili vanno crescendo di continuo; la media dei 20 maggiori piroscafi del mondo ha seguito questo aumento edificante : 1848 1873 1891 1898 Lungh. 70 118 154 164 Largh. 11 13 16 18 Prof. 7 9 9,5 11 Tonnel. 1430 4313 6977 10717 « Queste navi che supereranno ben presto i 200 metri di lunghezza e le 25 mila tonnellate di stazza, (già vi sono degli esemplari) , difficilmente troveranno in un sol porto il carico iutiero per l'unica destinazione, donde la necessità di rendere possibile il loro accesso e l' incetta. a diversi scali •. E conchiude : e Non è un accattonaggio politico, quello che ha riunito deputati di varìi partiti per reclamare: - gli ateniesi condannarono a morte Timagora che, ambasciatore di libera gente, aveva creduto di salutare Dario, secondo il costume persiano, inginocchiandosi : - qui ci sono dei rappresentanti della nazione che domandano, ritti, in piedi, di vedere second~te le energie e le attività delle proprie regioni •. Ci duole che l'amico nostro non abbia tenuto conto delle acntissime osservazioni, che appena presentato il progetto alla Camera e fuori in questo stesso senso aveva fatto l' on. Pantano. Siamo, lieti, però, nel constatare che l'agitazione pare che debba essere coronata. dal meritato successo perchè il ministero, si assicura, accetterà la proposta della Commissione parlamentare, che propugna gl' interessi dei porti minori e dì cui è Presidente e relatore l' onorevole Giusso. L'abbandono dei porti italiani diventerà più marcato al confronto di queste cifre. La Germania sino al 1897 aveva speso pei suoi porti 750 milioni di marchi ; 125 dal 1897 al 1899 ; altri 274 del 1900 al 1905. In tutto circa un miliardo e mezzo di lire italiane! E il numero dei porti tedeschi è limitatissimo. Queste cifre le abbiamo tolte dal Bollettino del Ministero di agricoUura e comme1·cio (febbraio 1906). + L'ostruzionismo doganale fu voluto dal ministro Massimini? - In un giornale di Roma, La Provincia (21 gennaio) , e' è una lettera - una delle tante! - indirizzata all'on. Colajanni sulla nota quistione degli impiegati. · In detta lettera c' è una gravissima affermazione: vi è detto che i doganieri di Genova furono indotti all'ostruzionismo dallo stesso on. Massimini il quale avrebbe detto ad nna loro Commissione in presenza dell'on. De Felice: Cederò - cioè accorderò quello che essi chiedono - davanti alla pressione del Commercio! Questo incoraggiamento all'ostruzionismo farebbe il paio col consiglio dato dall' on. Rava agli insegnanti di agitarsi! E non sono segni veri di anarchia cotesti? Dove mai si sono visti ministri incoraggiare i dipendenti a premere colle agitazioni per concedere ciò che essi credono giusto sia concesso? • Dal vecchio al nuovo governatore dell'Eritrea.- Ferdinando Martini insistette nelle sue dimissioni ed è stato nominato suo successore il marchese Salva.go Raggio, quello della Cina. Era preconizzato a quel posto l'on. Senatore De Martino e la sua nomina si da va per certa. Si afferma che si dovette rinunziarvi perchè a lui c' era chi non sapeva perdonargli la parte onesta rappresentata nelle cose di Napoli. Se ciò fosse vero ci sarebbe da vergognarsi di essere italiani! Dell'abilità del nuovo eletto molti si sono intratte · nuti; ed abilità certamente non poca mostrò nel liquidare i danni subiti in Cina per la insurrezione dei Boxers. Si dice che una inchiesta fatta dal ministero degli esteri trovò c01·rettissima l'opera sua. Sarà statà anche tale; ma alle inchieste in Italia nessuno crede .... Comunque noi augurif:l.mo a lui ed al paese che egli sappia continuare la politica di Ferdinando Martini. A questi rimproverammo altra volta le lunghissime assenze dall' Eritrea , che scandalizzavano gl' ignari, ma che egli poteva permettersi colla coscienza. che non sarebbero riuscite pericolose. Ad onore , non piccolo di Ferdinando Martini , però, si deve ricordare ehe egli seppe per molti anni mantenere la pace nell'Eritrea: un governatore militare al posto suo avrebbe creato le occasioni e i pretesti di una guerra. Ora dall'Eritrea gl'Italiani non possono sperare che questo: non riuscire di danno all'Italia o di arrecarglielo nella minor misura possibile. + La pazzia di Gabriele d' Annunzio. - Le critiche unanimi, disonestamente attenuate dal servilismo di alcuni e dalla compiacente amicizia di altri, fecero dar di volta al cervello del povero Gabriele, il quale sinceramente si doveva credere più che un superuomo, un eguale di Dio e non potè darsi pace che ci fossero degli Italiani, i quali non si prostrassero reverenti ed ammirati innanzi a lui anche quando ammaniva loro delle produzioni eh' erano la negazione dell' arte. In quanto alla moralità non è a parlarne: egli non la co · nosce nella vita e non può portarla sulla scena. Gabriele pubblicando per mezzo di Casa Treves il sno Corrado B1·ando ha premesso una risposta ai critici, che egli tratta da g1·ossie sottili Beoti e combina le più insulse e strane parole per designare i gazzettanti e i catoneµ,lli col m~ssimo disprezzo. L'apologia di 001·- rado B1·ando, che lo svergognato poeta presenta come l'eroe latino; l' apologia del violatore del1a ospitalità, del calunniatore, del biscazziere, del ladro volgare, dell'assassino la proclama poema di libertà, dove la più bella spe1•anza canta la più alta mewdia. Il suo poema di libe1·tà... brigantesca, pare che abbia disgustato molti suoi antichi discepoli e ammiratori e ad essi è rivolto questo saggio sorprendente di umiltà: «Io mi considero maestro legittimo; e voglio ~ssere e sono il maestro che per gli Italiani riassume nella sua dottrina le tradizioni e le aspirazioni del gran sangue oud'è nato: non un seduttore nè un corruttore, sì bene un infaticabile animatore che eccita gli spiriti non soltanto con le opere scritte ma con i giorni trascorsi leggermente I

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