RIVISTA POPOLARE 45 Squilibratie degenerati Accade talvolta che l'uomo di alto ingegno s1 riveli deficiente nella piccola lotta per l'esistenza; accade talvolta che l'atleta muscoloso e formidabile non brilli per molto ingegno; che nel tale difetti il sentimento: re Riccardo III; che nel talaltro difetti la volontà: re Enrico VI. Chiameremo costoro squilibrati? Squilibrati essi sono e sono ... l'umanità. Ad ogni passo noi sperimentiamo la insufficienza delle nostre forze ad una vita piena, intera, gìoconda. Viene a mancare la stoffa per tutti i bisogni. Le correnti nutritizie, che abbondano agli apparati erotici e sentimentali, scemano là, dove esse avrebbero suscitato il capolavoro, la idea geniale, la scoperta. Se sei uomo di azione, ti manca per avventura il bernoccolo dell'arte. Dove sono gli uomini equilibrati, le cui facoltà siano in perfetta armonia colle esigenze tutte della vita? In verità, anche il pio abitatore dei campi, appo il rustico casolare, savio e forte capo della patriarcale famiglia, è squilibrato la sua parte. Il clinico scorge i più gravi squilibrii, dove l' osservatore superficiale credeva di vedere la più piatta normalità. Il dotto volgo c' inonda di etichette antropolo- .giche: squilibrato, degenerato, decadente ... ; ma, quando si tratta di applicarle agli u:m1ini, qui mi casca l'asino. Il cervello, la psiche umana sono sempre un laberinto fallace; esploriamoli si, attachiamo numeri e parole di orientamento alle cantonate, ma non diamoci l'aria di conoscerli come le tre stanze della nostra abitazione. Ahimè, le teste ed i cervelli umani non si lasciano assortire così facilmente! I popoli, l'umanità sono una materia molto dura alla tassinomia e, purtroppo, alla terapi~ . O che miseria classificare l'umanità! I caratten differenziali ti turbinano e ti sfuggono da tutti i lati. Mille sono le deficienze, mille le asimmetrie psichiche e somatiche, mille le degenerazioni,_ s~ così vi piace chiamarle, disseminate negli uomm1, senza regola. La degenerazione segue per mille guise, per mille gradi; molte volte è l' ancella del perfezionamento, nè è la conseguenza. E' risaputo: l'evoluzione perfeziona certe strutture a spese 11 altre, ordisce nuovi congegni col materiale nutritizio che sottrae ad altri. Dove comincia lo squilibrio, la degenerazione propriamente detta? . Pensateci, ve ne prego, o voi che assortite le teste e gli uomini, i popoli e le stirpi. . L'uomo normale, a sentire certuni, sarebbe colui che si nutre, si riproduce igienicamente e s_barca a sufficienza il lunario. Dio non vogiia che 11 popolo italiano diventi tutto un popolo no:m~le e~ insignificante, secondo l' ideale di codesti sie-~on. Se così fosse, prepariamoci ad essere ... assorbiti d~ altri popoli meno normali e più fo~midabili: C~1 vinse nella lotta delle nazioni? - I giapponesi mistici, spirituali, i tedeschi romantici, filosofi. - Non è la praticaccia che governa il mondo, sono le facoltà psichiche elevate, ea quae sunt spiritus. Non vi affrettate, o antropologici, a bollare uomini e popoli coi vostri temuti neologismi. Lasciate che un popolo risorga e si rimetta sulla via della ~ra1~- dezza, senza che lo impacciate con prognosi miserande. Voi turbate gli uomini di buona volontà spargendo meste immagini di degenerazione e ~i morte, voi arricchite il pettegolezzo d' una term1nologia, che sente di manicomio e di carcere. E' di moda cbe i migliori fra gli uomm1 appaiano squilibrati e degenerati alla normalissima mediocrità. 11 professore emerito, il cui animo si è raggricciato in mezzo secolo di studi preziosi fra bronchi e stinchi, reduce dal cranio di Gasparone, se vede passare l'uomo di azione dalla faccia dl:ira e da~ gesto risoluto, che prosegue indomito la sua via ira vinti e vittorie, gli schizza dietro un mordace verdetro antropologico. E' naturale che detto professore abbia già da un pezzo appiccicate le sue brave etichette alle grandi figure degli Scipioni e dei Camilli. Addio, storia degli uomini! L'analfabeta dà dello squilibrato a chi ha la disgrazia di leggere e scrivere. Il volgo, posto in basso o in alto, dotto ol ignorante, è sempre inquieto davanti all'uomo superiore e si affretta a... giudicarlo. Quante croci, da Socrate a Cristo e prima e poi, innalzate ad innocenti, eroi o genii. dalla tremenda fretta, che tutti u_n po abbiamo nel sangue, di giudicare il pross1mo. Adagio, o classificatori di cervelli! Fa sempre piacere dare dello squilibrato all'uomo, che ci supera colla sua alta statura psichica. Io, che resto terra terra, mi vanto di essere equilibrato, assestato, compassato. « I signori dice Agnese a Lucia, chi più chi meno, chi per un verso chi per un altro, hanno tutti un pò del matto >>. Lo notava già il severo recanatese: il volgo vuole che il genio sia, sempre, un pò stravagante, anormale; altrimenti rifiuta di crederci. L'uomo superiore non di rado presenta qualche, l_acuna, qualche innocente originalità. Jl volgo ne ta gran caso, ci va attorno, la ingrandisce, l'adorna, se ne rallegra bertoldinescamen te. Ma la scienza non se ne meraviglia affatto. Se buona parte della energia organica gravita verso i centri psichici elevati, è naturalissimo che qualche funzione meno importante deperisc3, che qualche punto nella personalità appaia trasandato , squilibrato. Ma queste mende, inevit2bili nella natura umana, si accompagnano, per avventura, ad una ipertrofia dei sentimenti altruistici, preziosi per la collaborazione sociale, per il miglioramento della specie, -supremo scopo dell'evoluzione. - Nullo ingegno senza mistura di demenza. - Sta bene; ma non bisogna tirare il testo aristotelico su tutte le nostre deficienze, su tutti i nostri odii. E' necessario anzi sottoporlo alla critica scientifica e definirne i limiti. L' equilibrio psichico è come il pareggio del bilancio. Il pareggio del bilancio è una bella cosa, ma non è tutto. Ci sono popoli il cui bilancio è in perfetto pareggio ma che sono intimamente povèri e malandati; ci son persone apparentemente inappuntabili, il cui animo è misero, il cui valore morale è assai scarso. All'epoca del nostro risorgimento nazionale il deficit del bilancio piemontese faceva contrasto col florido bilancio delle Due Sicilie; si vide poi da che parte · stessero il vantaggio e la ricchezza. Un uomo bene equilibrato, ben pettinato, ben ammaestrato è una bella cosa. Ma val meglio un poco di squilibrio, quando è dovuto alle forti correnci di vita civiìe, che solcano le massa cerebrale, val meglio qualche poco di disavanzo, se è dovuto alle passioni belle e buone, che commuovono l'uomo e lo rendono animale grazioso e benigno, che ama e lotta e produce. Che vale l'uomo senza passioni, senza simpatie piccole o grandi, stitico sempre, sempre a corde tese? Gli squilibrati ci diedero la patria. Squilibrati nel senso dei poltroni furono i fratelli Bandiera,
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