R l V I S TA P O P O L A R E 41 pessimista non trova nessuuo quasi che la possa tollerare e tanto meno ha probabilità di maritarsi. Si può quindi assumere a p,.iori che una donna che si offre comè emigrante , e che pensa di far la s·1a home in un paese nuovo e lontano, dev' essere particolarmente atta a trovar dentro di sè ciò che non le pnò essere offerto dal di fuori , o a colmare e coor dinare in questa guisa il poco che il mondo esterno le offre. Mentre ]a felicità dell'uomo esige la presenza di qualcosa che lo faccia felice , una donna è felice ovunque nulla la renda infelice. E per di più la donna ama il dettaglio e si annoia meno al suo lavoro. Un temperamento moderatamente flemmatico è essenziale alla donna che si reca iu paesi nuovi , e questo temperamento è posseduto dalla donna inglese esca~- dinava meglio che da ogni altra donna europea. Frn qui tutto va bene. Ma v' è una grande ombra. L' Australia e la Nuova Zelanda mostrano che la natalità è in diminuzione anche più rapida che nella madre patria dato l' alto standard of comf01·t. Se lo stesso avesse ad avvenire oel Sud-Africa, o se almeno non si riuscisse a stabilire in questo un numero di famiglie tale da compensare il minor numero di figli per famiglia, in confronto ai Boeri, l'impresa potr_eb~e fallire. V' è ancora il pericolo che molti residenti m glesi continuino a preferire i servigi domestici di fan. ci ulli Caffri, a quelli assai più costosi, di domestiche inglesi. L' impresa non può dirsi disperata , m~ se l' iniziativa industriale ed agricola inglese non riesce a dar propria impronta al Sud-Africa con la sola pressione delle forze economiche, e se la giustizia inerente alla nuova e perfettamente democratica costituzione non riuscisse a far dimenticar le recenti lotte sanguinose, interessando, come è senza dubbio non solo possibile, ma probabile (1) i Boeri alla leale accettazione dello stato presente, il Sud-Africa, che forse non sarà mai rimuneratore, potrà sfuggire a J ohn Bull. Ma coll'.!unque cio sia, sta il fatto che è questo di cui parlai, il primo e più riuscito tentativo di organizzazione scientifica di emigrazione femminile ; e che, secondo le organizzatrici, nessun altro paese, nelle condizioni attuali potrebbe così bene come l' Inghilterra, assicurarne il successo. Le donne son sempre più restie degli uomini a lasciare il paese na.~i~; non solo, ma mentre negli altri paesi più progred1t1 , ove quindi gli element~ inadatti all' ambiente nativo divenuto per essi troppo elevato, in Inghilterra avviene che quèsta emigrazione femminile è degli elementi più adatti a soddisfar la domanda del Sud-Africa. e ad esercitare sia come madri, che come nu1·sel , rnsegnan ti o governanti, una influenza consolidatrice dell' edificio iruperiale. Il quale, per la vastità ormai raggiunta, per la complessità ed eterogeneità degli intere~si delle sue pa1:ti, e pei fortissimi sentimenti di nazionalità locale, richiede tal delicata direzione, da divenire di per sè una garenzia di politica pacifica della metropoli e di resistenza e freno contro le mene (1) Nel!" attuale campagna elettorale per l'elezione del. primo parlamento transwaliano i Boeri offrirono già la cand1datnra a qualche inglese. imperialistiche_ degli interessi del monopolismo finanziario. ANGELO CRESPI lì' EffiIG~AZIONE del proletariatointellettuale e il nostreoommerdeiieosportazione Il disagio della nostra classe media e la sua emigrazione In una delle ultime Relazioni, 1presentate dalla Giunta del bilancio sul Fondo dell'Emigrazione, viene lamentato che il nostro paese dia all' emigrazione « qu3:si unicamente il contributo delle braccia e della mano d' opera •, e si fanno voti affinchè « in avveniré le vie dell' emigrazione sieno aperte largamente al proletariato dell'intelligenza, in Italia più che altrove sofferente di disagio e di inerzia •. Giuste os~ervavazioni e giusti lamenti. La deplorata inerzia va però di continuo diminuendo con la nuova educazione che per tante vie si diffonde nel paese, e scemerebbe molto più rapidamente ee la scuola abitnasse le nuove generazioni a maggior sentimento di operosità, a maggior spirito di iniziativa. D' altra parte il continuo sviluppo della produzione economica, aumentando le industrie e gli scambi, dà sempre nuovo incremento di occupazione alla classe media e specialmen_te alla piccola borghesia , e va quindi sempre alleviando il disagio di cui soffre. Certi sintomi sono indizio-di miglioramento e fanno, in vero, bene sperare per nn non molto lontano avvenire: per es. le nuove Scuole commerciali e indu- • striali che vanna aprendosi di continuo , e l' esame delle statistiche universitarie fatto dal Bodio e dal Ferraris. Questi fa notare che l'equilibrio fra gli studenti universitari e il fabbisogno delle professioni è già raggiunto in alcuni rami di studi (çhimica , farmacia, architettura), in altri lo è quasi (fisica, ins-egneria civile), in altri l' eccedenza degli iscritti sul fabbisogno delle professioni ha subìto diminuzione, per quanto- non ancora sufficiente (medicina e chirurgia, lettere e filosofia, farmacia), nelle rimanenti si nota. ·pure miglioramento, quantunque l' eccesso perduri sempre fortissimo (specialmente in giurisprudenza). Le differenze statibtiche fr~ i diversi anni indicano tendenza verso un assetto normale. Migliorameo ti e lieti indizi pel futuro, che non tolgono però che il disagio in cui si dibatte la nostra classe media non sia per ora sempre grave, come ne fa fede l'immenso numero di aspiranti a: ogni modesto posto messo a concorso. Evidentemente lo sviluppo economico del paese non progredisce ancora in quella rapida misura che sarebbe necessaria per dare sufficiente occupazione alla nostra borghesia, che non soltanto aumenta per l' eccedenza delle nascite sulle morti e pel .penetrare in essa_ di famiglie del ceto popolare, ma che è anèhe sempre più in. c~rca di la~ voro, perchè la rendita del capitale ~a d,1mmuend? d~ continuo, mentre aumentano i bisogm. E certo qmnd1
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