Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 24 - 31 dicembre 1906

,I RIVISTA POPOLARE 653 gratitudine si accoppia poi alla più sconfinata ammirazione perchè gl' Impiegati si degnano di farci sapere che essi non fanno una affermazione di pretese egoistiche ... Quali siano le loro pretese non egoistiche, se si esclude quella dello aumento dello stipendio, noi veramente non sappiamo comprendere e ci prosterniamo innanzi a loro scongiurandoli a rivelarci quali e in che cosa consista no le loro pretese... altruistiche. ♦ Che siano altruistici gl'intendimenti delle Federazioni è evidente. Esse, infatti, denunziano amorevolmente le sofferenze degli altri; e ciò fanno, di sicuro, per ottenerne l'alleviamento. Esse con straziante interessamento constatano: « che soffrono le campagne oppresseda gravanti insopportabili; soffrono le industrie perseguitatedalle offese del fiscalismo più esoso; soffrono i commerci arretrati nel loro sviluppo dalla insufficienzadei 11iezzidi comunicazione , soffre anche l' esercito per un malessere reso più acuto e più intollerabile di fronte alh feconda attività , che rivelano l' intinta vitalità della nazione )). La causa di quest'ultima sofferenza si presta a mettère i nuovi Gere111ia in contraddizione flagrante e bestiale colle precedenti affermate soflerenze. Non si capisce come ci possano essere le sofferenze delle campagne, delle industrie e dei commerci, quando si scopre che -c'è una feconda attività rivelatrice dell'intima vitalità della nazioue... Un'attività feconda, un'intima vitalità della nazione male sì accoppia colla s~fferenza della nazione; poichè tutta la nazione deve soffrire se soffrono le industrie, l' agricoltura, il commercio. La sofferenza dell'esercito poi dovrebbe essere scancellata dalla enmnerazione perchè essendo fatta (!l'invidia di fronte alla prosperità degli altri , non avrebbe più ragione di essere se fossero vere le altre sofferenze ... Però si può trovar modo di eliminare la contraddizione ricordando che nel la concezione politicosociale delle Federazioni lo Stato ~ rappresentato dagli Impiegati. Se questi ultimi soffrono deve soffrire lo Stato; e quindi la nazione che n' è la ae- . • b mtnce ... Ammettiamo che siano reali, enormi le sofferenze dell'agricoltura, delle industrie, dei commerci ... Quali i rimedi? Le Federazioni hanno additato le cause. Le campagne soffrono perchè oppresse da gravami insopportabili; dunque sgraviamole da una cinquantina di milioni d'imposte. Le industrie soffrono per le offese del fiscalismo esoso; dunque; liberiamole da un' altrn cinquantina di_ milioni sulla ricchezza mobile e rendiamole anche più aaili togliendo il dazio sul grano , cioè permett~ndo di diminuire i salari, togliendo allo Stato un'altra entrata di una sessantina di milioni ... I commerci soffrono per la insufficienza dei mezzi di comunicazione; dunque spendiamo, come già ci siamo decisi a spendere, un buon miliardo. Abbiamo esagerato nelle proposte? O sono esse al disotto del necessario per eliminare o attenuare le sofferenze dell'agricoltura, delle industrie e dei commerci? Noi in verità non siamo sicuri nè della esagerazione, nè della -insufficienza delle nostre proposte. Ci proclamiamo degli ignoranti; e genuflessi chiediamo ai competenti delle Federazioni che ci facciano sapere se abbiamo errato per eccesso o per deficienza; essi che han no rimproverato alla nazione d' ignorare la causa delle sue sofferenze hanno il dovere di segnalare la misura del rimedio. In quanto alla sua natura non ci può essere dubbio : è d'indole tributaria e finanziaria. Quando ci sarà arrivato il verbo da Milano noi ci correggeremo. Per ora, non tenendo conto del rimedio per avviare i commerci a cui si comincia realmente a provvedere ricorrendo al credito-escludendo, perciò, ogni aggravamento immediato d'im• poste che sarebbe aggravamento delle sofferenze dell'agricoltura e delle industrie. Noi preferiamo ritenere che abbiamo peccato per eccesso nel proporre i rimedi contro le sofferenze e nella speranza di vederei illuminati dalle Federazioni limitiamo la riduzione dei gravami insopportabili o del fiscalismoesoso ad una sessantina di mii ioni in tutto. Una miseria; non è vero? Ma questa miseria escluderebbe inesorabilmente ogni sgravio sui consumi , ogni sviluppo degli altri servizi pubblici - oltre il ferroviario; assorbirebbe tutto l' avanzo del bilancio. E questo sarebbe forse il più lieto, il più gran de evento dell' Italia nuova perchè agirebbe come l'ammoniaca sugli ubbriachi: richiamerebbe tutti alla realtà, farebbe rientrare tutti gli appetiti morbosi o criminosi degli individui e delle collettività, che si sono scatenate sin dal momento in cui si seppe che la figura tetra - ma educatrice, direbbe Luigi Luzzatti - del deficit erasi dilegu<\ta dal nostro bilancio. Ma scomparso ogni avanzo come si potrebbe provvedere a migliorare gli stipendi degli Impiegati? Ecco la gra1Jde contraddizione! Sono sinceri gl'Irnpiegati denunziando le sofferenze dell' agricoltura, delle industrie e del commercio e invocar:do rimedi opportuni, che si riducono a diminuzione <l' imposte? E allora si mostrino davvero altruistici non chiedendo niente per loro stèssi, almeno sino a tanto che la diminuita pressione tributaria non reagisca proficuamente sulla vita economica e non faccia ritornare l'ora degli avanzi! ♦ In Italia non si troveranno dieci minchioni che crederanno alla sincerità del manifesto delJe Federazioni; l'immensa maggioranza dei lettori nell'interess,1mento delle Federazioni per le condizioni dell'agricoltura, delle industrie e dei commerci non vedranno che un astuto espediente per mascherare l'obbiettivo reale del medesimo: cioè il miglioramento economico degli Impiegati.• Il quale in sè nulla ha d'-illegittimo e di riprovevole; ma che tale diviene quando non tiene conto delle condizioni generali economiche della nazione e non si adatta ai limiti di tempo e di misura. · Per giudicare se il manifesto propugni un obbiettivo legittimo si deve esaminare se il miglioramento, che chiedono le Federazioni è compatibile colle condizioni del bilancio ; se consente in pari tempo gli alleviamenti che bugiardamente affermano di volere apportare all'agricoltura, alle industrie, ai commerci; se, infine, risponde alle_ condizioni ~ella economia nazionale ed al tenore di vita del-la grande massa dei cittadini. Non ritorniamo su questo ultimo punto perchè vi si ,1ccennò nell' articolo sull' anarchia italiana

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