652 RIVISTA POPOLARE delle liberl:t sLatutarie, del dirilto di associazione conculcati dalla nuova rea{ione, e per affermare in faccia al popolo, che il nostro diritto alla Vita, è il diritto stesso alla Vita dello Stato. « E per rispondc:.re alle sopraffazioni che colpirono i nostri colleghi delle Dogane, i capi delle Camere federali di Napoli, di Genova, di Milano, del nostro Comitato Centrale, la Con federazionç vi invita ad inscrivervi tutti alla Cassa di resistenza per la quale sarà possibile combattere le prossime battaglie, che saranno battaglie di Civiltà e di Progresso >>. Milano, 17 dicemb,·e 1906. Il Comitato Centrale Confessiamo candidamente che la lettura di q nesto documentn non ci ha ne indignati , ne addolorati; ci ha solamente sbalorditi , come sbalordisce un colpo di mazza pesante sulla testa. Questo manifesto appena appena sarebbe stato comprensibile se fatto in nome dei cittadini che subivano l'oppressione tirannica del governo austriaco, o papale, o borbonico. Oggi si ..:omprenderebb.: soltanto in Russia o 111 Turchia. Che l'Italia sia scesa al di sotto di quei due Stati senza che noi ce ne fossimo accorti? - Che in Italia muoiano di fame milioni <li uomini, come in Russia? Che in Italia non si paghino più gli stipendi come in Turchia? Che in Italia non sia più consentito di riunirsi, di associarsi, di parlare, di scrivere, di pensare come in Russia o in 'furchia ? Noi crediamo che l'Italia non sia discesa a livello della Russia e della Turchia,; ma temiamo forte; che se l'ignoranza crassa delle masse, la vigliaccheria delle classi dirigenti, la rneschinissima preoccupazione elettorale dei socialisti e dei radicali più o meno ministeriabili', l'abbietto opportunismo dei· governanti rimarranno quali sono; se i forsennati avranno davvero il coraggio di fare una specie di rivoluzione di palazzo, un movimento da giannizzeri, d:i. pretoriani che dia loro in mano lo Stato, l';1bbassamcato al disotto della Turchia e della Russia non potrà mancare ... - Un manifesto a tendenze come quello della Federazione non ha nulla da vedere con quelli che si chiamano rivoluzionari. Si disonora la parola rivoluzione frammischiandola a questa esplosione di menzogne, d>impudenza ... e di contraddizioni, eh' e forse il prodotto di un mentecatto, che lo ha diramato senza consultare la collettività. Erano rivoluzionari i manifesti di Giuseppe Mazzini, che sapeva ciò che voleva e lo confessava apertamente, e che a tntte le soflerenze economiche, politiche e morali - erano ben altre quelle dei suoi tempi, dal 1860 al 1870 ! -- dell'Italia,. che attribuiva all'istituto monarchico, indicava il rimedio nella repubblica ; erano e sono rivoluzionari i manifesti di coloro che segnalano le iniquità reali della presente organiz2azione economica e si ripromettono di vederle scomparire sostituendo la proprietà collettiva alla privata. Ma che cosa vogliono questi contraffattori della rivo] uzione che parlano in nome degli Impiegati? Analizziamo il Manifesto, che rappresenta il trionfo della pazzia, per potere vedere attraverso le circonlocuzioni e gli eufemismi a base di menzogna o di esagerazione ciò che si vuole da questi bastardi ri-. voluzionari, che in una sola cosa si mostrano savi e prudenti: non imprecando alla monarchia o alb proprieta privata. E sono savi e pru<lenti astenendosene perchc essi sannu e com prendono che sotto un regime più forte, più giusto, più egualiurio essi avrebbero tutto da perdere, nulla da guadagnare; essi dovrebbero discendere a livello dei trentadue milioni di cittadini che soffrono e non ascendere a quel.lo dell'altro milione che gode o almeno sta meglio ed ha la esistenza grama, ma sicura. ♦ Cominciamo l' esame della parte politica del Manifesto. Con un linguaggio che una trentina di anni or sono poteva rispecchiare b verità, la federazione degli impiegati aA-erma che sono violate la libertà statutaria, soppresso il diritto di riunione e di associazione , imposto silenzio alla libera voce dei competenti (?!?) . Tante le menzogne quante le p,aole La esistenza delle Federazioni e delle Associazioni degli ùnpie,~ati prova irrefragabilmente che in Italia si usa smo ali' abuso del diritto di associazione; i loro comizi, la pubblicazione impunita del loro stesso maniCesto provano che si puo adoperare sino ali' inverosimile del diritto cli riunione e della liberta di stampa e di parola. In Francia non si tollererebbe la meta; ivi non sono consentiti i sindacati di funzionari; e in Inghilterra non si potrebbe andare più oltre. Sfidiamo qualunque audace membro delle Federazioni a contraddirci. Sotto questo pu11to di vista, adunque, colla più grande serenità si puo rispondere che il Manifesto mentisce colla più sorprendente sfacciataggine. Ma al Manifesto risponderà il governo colla persecuzione? Forse, con criteri gretti e timidi, il governo trasloched qualcuno. E noi, a pélrte qualunque idea di giusti2ia e di costituzionalità, vorremmo che il governo se ne astenesst e accordasse ai pseudo rivoluzionari delle Federazioni la più assoluta, la più completa impunità, che potrebbe essere anche il rispetto doveroso della più illimitata li berta concessa anche ai funzionari, che una scuoìa di giuristi illuminati e non reazionari vorrebbe imporre speciali doveri, com' e speciale la loro posizione - assolutamente privilegiata di fro1ne a quell:-1 dei milioni di lavoratori che non hanno la sicurezza dello stipendio e della pensione, di cui godono gli impiegati. ♦ Dice il lvfanifesto con grande solennita : La nazione non conoscela causa delle sue più acute sofferenze; noi non ci erigiamo contro lo Stato, 1-nain difesa dellesue funzioni ; la nostra è una affermazione delle necessitàsociali, il nostro diritto alla Vita è il diritto stesso alla Vita delloStato . .. (Notiamo entro parentesi che la V grande della parola Vita e del Manifesto e non nostra). Che cosa desumere da queste aftermazioni recise e radicali? Che gl' Impiegati, sono lo Sta1:o. Una · volta Luigi XIV aftermo : l' Etat c'est moi, e 1n quella aftermazione i posteri videro la quintessenza del dispotismo. Oggi sono gl'Impiegati che sentenziano: lo Stato siamo noi. Non commentiamo, perche in verità non ce n'è bisoano; e il commentare sarebbe un degradarsi. Manifestiamo invece la nostra gratitudine ai redattori del Manifesto, che nella loro infinita generosid non sono andati oltre proclamando che gl'Irnpiegoti non solo sono lo Stato, wa anchela Soeietà. La nostra
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