646 RIVISTA POPOLARE SOMMARIO: Gli avvt)Hlment.l e g-li nomini: Noi: (Avvocati e magistrati contro il ministro di grazia e giustizia - Le amenità liberistiche dell'Avanti - I diritti della storia. A proposito dello incidente Ferri Santini -Giolitti - Ancora del disservizio ferroviario - Il conflitto tra i Lordi e i comuni in [nghilterra - I polacchi abbandonati vilmente dal Vaticano - La lotta religiosa in Francia e la indifferenza del mondo civile - La messa ddla notte di Natale in Fran eia - Vittoria democratica in Austria - In Russia. Il record dell'assassinio. - Emilio Gaggia : Educazione al delitto). - La Rivista: L'ultima manifestazione della anarchia italiana. - Roberto Michels: I Cattolici e lo scioglimento del Reichestag germanico. - N. Colajanni : Sono io un conservatore ? ...:_ E. Abate : Il sopraprezzo delle azioni ed il fisco. - N. C. : Un trattato di politica commerciale. - lti vista delle U,I vl!,te: Lo sviluppo del radicaHsmo inglese - (La Revue) - Le ultime applicazioni della scienza - (Forum) - Impreparazione - (Economista) - I Cattolici contro la Chiesa - (il Divenire Sociale) - La campagna del 1866. [l l< Peggio 11 di Bixio - (Avanti della Domenica) - Indice dell' annata. GLI ftVVI:NIMI:NTI e GLI UOMINI A vvocatl e magistrati contro il m.inlstro di grazia e giustizia. - Si parlava da circa un anno e mezzo di 11n Uon~resso che avrebbero tenuto i magistrati per discutere del proprio miglioramento economico come fanno nè più nè meno tutte le altre classi di lavoratori. I più furbi tra gli amministratori della giustizia voleano dare ad intendere che i fini del loro movimento erano più alti ; ed alcuni accampavano a giustificazione il proposito di ~ssicurarsi l'indipendenza; ma pochi prestavano loro fede , perchè del resto la mat1sa degli uomini di toga non nascondeva i fini reali. Nè del resto c' era da vergognarsi se si confessava che l'obbiettivo perseguito era quello del miglioramento proprio. Non facevano altrettanto tutti gli impiegati? Solamente si poteva osservare che i magistrati ponendosi a livello degli altri scapitavano alquanto in dignità e che non avevano più diritto ad essere tenuti nella maggiore consid&razione , cui pretendevano. Avevano ragione i magistrati promovendo l'agitazione? Ne avevano tanta quanto tntti gli altri impiegati ; nello interesse sociale poi il vederli soddisfatti o meno malcontenti doveva pesare molto nella bilancia,, perC"hè a loro es1,endo devoluta la più alta funzione dello Stato tutti dobbiamo desiderare che essi amministrando giustizia non siano tentati a venderla per bisogni materiali. Ciò che accade in Italia tanto frequentemente quanto negli Stati Uniti, dove pur sono profumatamente pagati. Noi confei;siamo che ai magistrati faremmo una posizione economica eccezionale purchè fosse consentito di procedere prima alla epurazione del corpo. Accorderemmo il miglioramento anche per eliminare il pretesto del bisogno che si accampa quando s' incontra un magistrato che non ara diritto. Si dice che un ex ministro di Grazia e Giustizia, il Sacchi avesse dato il suo consenso, bongrè malgrè, al tante volte annunziato Congresso. Quando al primo successe Gallo il Congresso fu prorogato e si assicura che il nuovo ministro non lo avesse esplicitamente proibito. Noi crediamo, però, che l'attuale Ministro di grazia e giustizia alla proibizione esplicita non arrivò nella il - lnsione che il suo progetto di riforma giudiziaria. avesse dovuto accontentare i magistrati e farli spontaneamente desistere dalla riunione e dalla discnssione pubblica dei loro interessi. Invece ... apriti cielo! Appena conosciuto il suo progetto le ire e le opposizioni si scatenarono più vive che mai e la necessità, l' urgenza del Congresso venne affermata più energicamente che pel passato; poichè i magistrati nel progetto di riforma non trovavano nè gli sperati miglioramenti economici , nè la indi pendenza , di cui si diconr, privi; di più vedevano resa più lenta la carriera e limitata la probabilità di ascendere ai supremi posti del la Cassazione. Più di tutti hanno diritto a lamentarsi i Pretori; i quali colla elevazione della competenza vedrebbero aumentato il lavoro e la responsabilità, senza un corrispettivo st1rio miglioramento - anzi col peggioramento nel la carriera. Cosi il corpo dei pretori , eh' è indnbbiamente il migìiore sarebbe il peggio trattato. L' agitllzione negli ultimi giorni s' intensificò e si facevano i nomi dei Procuratori del Re , di qualche Consigliere di Corte di Appello, di molti giudici e di moltiss:mi pretori, che dirigevano il movimento. Costoro erano meri te voli di lode perchè agi vano a viso aperto ; destarono nausea gli altri che versa vano le loro amarezze nelle colonne dei giornali sotto il velo dell'anonimo anche quando adoperavano verso il ministro un linguaggio non solo rispettoso , ma anche servile. All'agitazione dei magistrati si aggiunse quella degli avvocati. Perchè questi si mossero? A difesa degli interessi pubblici della giustizia? P13r chiedere che si procedesse a quella instciuratri ab imis , che nessun' al tra classe può avere conosciut,o di essere indispensabile quanto quella degli avvocati che nel contatto quotidiano coi magistrati vede q11anto questi di frequente siano disonesti o vili? Manco per sogno. Gli avvocati si mossero percbè co]la elevazione della competenza dei pretori da 1500 a 3000 lire videro compromessi i loro guadagni professionali ... Nulla di più degradante e di più ~oescbino. Si capisce dal movente del!' agitazione degli avvocati, che Je proteste non vennero da.i piccoli centri, ma dalle sedi dei Tribunali. Fioccarono pi.ù energiche da Roma. Sono muti come pesci gli avvocati delle preture , che pur avrebbero diritto e dovere di far sentire la loro voce. Il Ministro di grazia e giustizia che sperava di acquistare grandi benemerenze colla presentazione del progetto di riforma, preso tra dnfl fuochi dovette sentirsi a disagio e nulla potendo sugli avvoeati , se la prese coi magistrati che sono relativamente alla sua dipendenza. Non proibl esplicitamente il loro Congresso; ma chiamò a com1iglio, ammonì e finì anche con qualche provvedimento che parve una punizione al Procuratore del Re di Roma avv. Calabrese, reo di non aver sapnto o voluto impedire l' agitazione nella propria giurisdizione; traslocò da Genova altri funzionari del pubblico ministero; prese altre misure per porre ostacoli allo allontanamento dei magistrati dalle loro sedi e per impedire che i locali delle preture servissero come lrroghi di riunione. Noi cne non abbiamo alcnna simpatia per i magistrati attuali in genere, dobbiamo vivamente deplorare l' attitudine assunta dal Guardasigilli, che si cerca indarno di negare o di attenuare con certi comunicati _ufficiosi. La sua condotta ci è sembrata incerta, contraddittoria; nè gli equivoci e i sospetti furono rlissipati dalla discussione della interpellanza Quarta in t>enato. Se egli credeva indecoroso o illecito il Con gresso avrebbe dovuto proibirlo appena prese possesso del suo dicastero ; l' av verdarlo ora , dopo che si sono dichiarati contrari al suo progetto di riforma, da ai suoi provvedimenti un carattere personale antipatico e l' impronta della sopraffazione.
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