660 t, 1 V l:::,T A POPOLA.RE am1c1 m1e1 - non tutti - dell' Estrema Sinistra; è questo il mutamento che si vorrebbe mettere in contraddizione colla mia qualità di repubblicano, dimenticando con imperdonabile leggerezza---:- che è tanto grande :la farla scambiare colla mala fedeche tutte le repubbliche, dal colosso degli Stati .Uni ti alla microscopica Svizzera, dalle più splendide per civiltà e prosperità come la repubblica delle Stelle, quella di Francia, della Svizzera a quelle meno progredite dcll' America Latina sono più o meno fèrocemen te ... proterioniste. E in Francia contro' il protezionismo non si fanno vivi nemmeno i socialisti unificati o indipendenti. Se l'Italia abbia fatto bene o male a divenire protezionista, contro la fantasmagoria dei liberisti lo esaminerò tra breve in apposito libro. E chiudo con una constatazione per me assai dolorosa : nell' Estrema sinistra godo di scarse si mpati e. La causa del fenomeno non la ricerco in moventi men che corretti e mi piace di ritenere che esso derivi da differenzà di temperamento e di cultura coi miei cari colleghi. Cresciuto negli studi medici ed insegnando da quindici anni la statistica, sono per così dire materiato di cifre e di fatti. Nei miei colleghi temo che prevalga troppo l'ideologia e lo schematismo aprioristico, mentre io ritengo che il solo idealismo sano sia quello che scaturisce dai fatti e dagli insegnamenti delresperienza. Come reazione contro l'ideologia forse in me si fa sentire troppo l'empirismo. Ma un'altra reazione che trapela d~) miei atti e dalle mie parole accentua talora il distacco mio dai cari colleghi dell' Estrema. Penso che i mali maggiori, che intristiscono la vita pubblica italiana, siano quelli derivanti, in gran parte della penisola, da una secolare educazione di servilismo e di oppressione; e cioè: l'ipocrisia, la menzogna, la rettorica. Ritenendo perniciosi tali abiti morali e intellettuali reagisco come meglio so e posso, sacrificando tutto alla verità, alla sincerità, alla semplicità; e gli amici più cari non poche volte mi hanno avvertito che la reazione mia talora assume forme brutali al di là delle mie stesse intenzioni ed anche con un certo nocumento del rine che mi propongo di raggiungere. E così dev'essere; ma il pubblico che mi conosce molto mi perdona, mentre nei colleghi dell'Estrema riscontro minore tolleranza e benevolenza. L'odio per la menzogna e per la ipocrisia, e la passione corrispettiva per la sincerità e per la verità, sono coadiuvati, infine, dalla convinzione profonda ch'è in me contro il catastrofismo. Ritengo che il conseguimento dell'ideale repubblicano sarà meglio assicurato e affrettato dal progressivo migliora·mento nelle condizioni economiche del popolo italiano anzichè dalla crescente miseria. i'erciò mi rallegro e constato con piacere che l'Ita- • lia da parecchi anni progredisca economicamente, mentre all'amico mio Eugenio Chiesa sembra, forse, che venga affrettata la caduta della monarchia affermando, contro la verità, ad esempio: che la mortalità sia in aumento, che il consumo del pane sia in diminuzione, che in Italia i-nsomma non si progredisca che nel male. E l'incauto collega, intanto, non si accorge, ponendo di frequente il contrasto tra l'Italia e l'Inghilterra per mettere alla gogna la dinastia Saba uda, solo perchè la seconda è liberista, che i risulta ti della comparazione sarebbero in favore ... della monarchia; poichè, se non isbaglio, la ·Gran Brettagna vive sotto il regime monarchico costituzionale. Eppure è tanto prospera! Ho io fatto, con questa lunga chiacchierata, la semplice difesa propria? o le osservazi'oni che le ho sottoposto vanno oltre la difesa personale? Vorrei sperare che la seconda ipotesi trovi anche il suo assenti mento; e perciò spero che vorrà pubblicare questa mia lettera. Gliene sarei grato. Comunque mi creda con ogni riguardo suo dev.mo N. COLAjANN[ Ilsoprapredzezlloeazionei l fiseo In questi giorni la Borsa è agitata dalle forti oscillazioni subite dai corsi di alcune azioni negoziate a prezzi di molto snperiori al loro valore nominale. Se la Borsa non subisse l'influenza d'ingordi e poco scrupolosi speculatori, ai quali nessun freno oppongono le attuali leggi, il sopraprezzo delle azioni denoterebbe sempre la prosperità dell' industria e del commercio, perchè rappresenterebbe il val::,re, anzi il prezzo dell'avvia.mento acqui:iiit0 dalle relative aziende sociali. Veramente grandioso e benefico ci si presenta il fenomeno di una impresa per azioni, la quale abbia emessa una enorme quantità di azioni da L. 500 e le vegga poi ne,l!;oziare in borsa al prezzo di L. 1500 , o di L. 2000 ! Riscontrasi ·in. eiò la sintesi di nn meraviglioso periodo di attività, il risultato di una magnifica gestione, la quale produsse, oltre che i dividendi di stribuiti agli azionisti, una n11ova entità patrimoniale, sotto forma di valore di avviamento dell'azienda, pari al triplo ed al quadrupo del capitale statuario. E si sfrondi pure cotesto grandioso fenon1eno da quanto vi sia aggiunto dagli sforzi artificiosi , dalle esagerazioni di avidi speculatori; ma esso rimane sempreindice sicuro di prospera vita indu:iitriale e commerciale,. se tende a generalizzarsi ad estendersi ad un gran n11mtro di aziende sociali. In tal caso, esso é indubbiamente dovuto alla sapiente organizzazione delle aziende, alle ottime condizioni tecniche, economiche ed amministrative, alla bontà àei loro risultati, alla fiducia. ch'esse inspirano nella clientela e quindi nei capitalisti. Ora che il fenomeno del progressivo aumentare del valore delle azioni tenda a consolidarsi ed a diffondersi appare chiaramente anche dal progressivo sfruttamento .che le stesse aziende sociali hanno saputo trarne a diretto ed immediato vantaggio dei loro bilanci. Lo spoglio del Bollettino delle Società per azioni relativamente alle nnove emissioni di azioni effettuate nell' anno 1905, dimostra che in tale anno ben 166 Società poterono compiere tali emissioni ad un prezzo superiore al valor nominale delle azioni. Quelle Società, quindi, oltre ad aumentare il loro capitale statutario, ri11,scirono a luc1·are a titolo di premio o soprap1·ezzo delle nuove azioni collocate, la somma di L. f 1 milioni. in cifra rutond_a. Se non che, il fisco in questa enorme entrata straordinaria delle S_ocietà per azioni, verificatasi nel solo anno 1905, non ba visto soltanto un sintomo assai bene promettente del risveglio economico della Nazione, ma ben anche un reddito delle società stesse, passibile dell'imposta mobiliare, a tenore dell'art. 30 della legge 24 agosto 1877 N. 4021. Né poteva accadere altrimenti, giacchè l'imposta dovuta sul reddito di L. 71 mi-
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