658 RIVISTA POPOLARè l' opposizione al Governo dov' era.no, al basso fondo della complicità. Negli ovvii dilemmi tra quella politica democratica ed oppositrice, riservata all'interno, e la politica espansionista e guerrafondaia che si svolgeva in tutti i lidi, in tutte le coste di tutte le pa1ti del mondo; in questi ovvii dilemmi tra una politica anti feudale combattente l'influenza onnipossente degli strati della nobiltà - nell' interno, e la politica fa11dale. consona a1 desiderii della nobiltà avida di gloria, di onori, e di sincure - all' estero; in questi necessari dilemmi la democrazia tedesca ha scelto in un batter d' occhio la via d' uscita , troncando la questione in senso prettamente dinastico. Cosi, nel momento attuale, essa si trova sul campo quale avanguardia del1' autoritarismo della corona contro quei pochi diritti, che gode ancora il parlamento in Germania. Essa difende, con zelo degno di uno scopo più onesto, il sic volo sic jubeo dell'imperator rex contro l'insopportabile - per lui -- controllo parlamentare. Il pretesto per giustificar alquanto questa curiosa condotta che serve alla democrazia borghese è l'anticlericalismo. Ma questa è una parola stupida e vuota quant' altra mai, poichè non si tratta in questo caso evidentemente di una lotta tra il clericalismo e il liberalismo (come in Francia); ma di una lotta tra i resti della democrazia, che si trovano ancora nel partito clericale e Pautoritaris-,uo imperialista del cesarismo regnante. In questo momento il combattere e.sciusi vamente il cattolicisimo in Germania e battere la gran cassa dell' anticlericalismo eq11ivale semplicemente a combattere i diritti del poFolo a prò della dinastia degli Hohenzollern e quindi a preparare alla democrazia la tornba colle proprie mani .. Riesce doloroso, per chiunque abbia un' anima amante del progresso, vedere che nel medesimo tempo in cui si risvegliano nei seguaci del cattolicesimo militante in Germania , i sentimenti della giustizia , se non sociale almeno democratica - i veri custodi dei diritti costituzionali del popolo, i domocratici borghesi , perdere completamente la bussola e mettersi risolutamente da parte del!' oscurantismo guerrefondaio. ♦ Nell'ora in cui scrivo (ora, che rubo alle battaglie) la lotta ferve. Non sarebbe il caso di fare facili previsioni sulla vittoria. Bastino poche parole: è poco ~robabile che il partito cattolico perda molti collegi. E quasi impossibile che i socialisti ne perdano dal canto loro. Anche dall' altra parte, i conservatori e i nazionalisti non saranno decimati. Possibile, quasi desiderabile, che i democratici borghesi paghino soli il conto, che la loro cecità e stupidaggine politica ha creato. E gli irredenti, specie i polacchi cresceranno . . . . Comunque le cose vadano, le elezioni certo non saranno le pietre fondamentali · di una nuova fase storica della Germania. Tutto il chiasso elettorale non altera l' atteggiamento equanime e quasi indifferente del Governo. E vero che quel frastuono delle volte gli dà una specie di fastidio fisico. Allora diventa un po' nervoso ; ma questi sono casi rari. In fondo in fondo il Governo si considera come spettatore piuttosto disinteressato e quasi direi platonico di quello spettacolo. Esso è, a ogni modo, il terzo gaudente , al di sopra della contesa degli altri. Ed infatti: qualunque sia l'esito di quella mischia elettorale. la posizione del Governo non ne sarà menomamente alterata. Almeno nou in male. Il Governo tedesco si appoggia su due fattori di molta efficacia e di validità ben provlita: sull' i,upotenza giurid;co-costituzionale della Camera (corrispondente ad nna fiacchezza oltre o~ni dire della psiche popolare) e sulla forza dell' apparato amministrativo mii i tare dal quale dispone. Il Governo tutt' al più avrà la noia di sciogliere ancora una volta la Camera nuova e - en cas écheant - di cambiar il diritto elettorale in senso restrittivo. Non è sul campo elettorale unicatnente, neanche principalmente , che le sorti della Germania. e quelle della moderna civiltà si decideranno. ROBERTO MlCHELS Sono • 10 un conservatore? (r) ------- Egregio collega, Un amico mi manda segnato il numero del Lavoro del 21 dicembre colla corrispondenza da Roma e che mi riguarda in molta parte. (r) Ripubblichiamo dal Lavoro di Genova ( 28 dicembre) questa lettera dell'on. Colajanni. ~l brano ?i corrispondenza da Roma a detto giornale si rife_ns~e al discorso dd nostro direttore sulla discussione .fina11- .parz~ che fu l~rgamente commentato nella stampa italiana e stramera e quasi sempre nel modo più benevolo. L' a?ence_ d' information telegrafò in Francia a proposito di tal_e d1~cuss1~ne : Il solo discorso da segnalare è quello di Cola;~nni, che in molte quistioni politiche e sociali non abbandona ~ai le proprie con·uinz.ionianche quando esse sono in opposizione ~on_~uelle del gruppo al quale appartiene. [I gm~1z1~ dei cor:i,spondente del Lavoro è il seguente: • << Ma ti discorso pm notevole fu quellD dell' on. Colajanni ti quale ebbe l' approvazione dei tre quarti della Camera ad eccezione, c~oè, dell'Estrema Sinistra - cosa che a un d;putato repubbltcano non accade con troppa frequenza. Ma l'on. Colajanni è un 1< indipendente >l non soggetto alle comuni re. gole della disciplina di partito >>. « Il suo discorso fu in molti pur.ti un vero attacco al prog~a11_1m~comunemente accettato dal!' Estrema Sinistra. Egli ?'chiaro ~he non aa il caso di parlare di scuola laica quando 11 Mezzog10rno d 'ltalia attendeva nient' altro che la scuola -- senza agg~ttivi; dife~e il dazio sul grano, la necessità dei nuovi ar~a~ent1 , e ~uono contro la frequenza degli scioperi che eglt disse dovuti ad un eccessivo sp"rito di egoismo di classe. )) « Forse a taluno l'on. Colajanni parve oggi il perfetLo tipo d~l ~onse~v.ator~- _L' amico nostro on. Claudio Treves precon_1zzoanzi 111 lui li futuro capo dei conservatori. Egli ha ragione e torto al tempo stesso. L' on. di Castrogiovanni è un c?nservatore della scuola di Giuseppe Mazzini, da cui deriva direttamente. >> « Egli condanna infatti la facilità deglt scioperi in nome di una idealità superiore: l'interesse della nazione· combatte l'eccessivo spirito di ribellione degli italiani per un' alto sentimento di disciplina. Lo spirito idealistica;nente conservatore di Mazzini, si è_ fatto carne della sua carne è sangue del sangue suo. ~osi egl_1, esalt~ndo oggi ie virtù del popolo giappcnese , ha inteso_ dt fare I apologia della sua Repubblica mazziniana, tutta imbevuta d'uno spirito di patria solidarietà-mentre invece le moderne società occidentali sono tutte pervase da un fiero ed indomabile moto di lotta di classe. n « L'on. Colajanni è apparso come un conservatore idealista m~ntr~ gli altri si rivelano difensori dei loro piccoli interessi privati. n « E questo è apparso chiaramente dal successivo discorso d~ll 'on. ~ajorana. Quanta distanza morale! li Majorana cercò d1 tenersi a mezza via tra gli sgravi e la riforma tributaria, promettendo un poco a tutti ..... ~
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