Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 24 - 31 dicembre 1906

RIVISTA POPOLARE 657 deve parere stranissimo. Corue può un Partito Cattolico, si penserà, e per ginnta ed.-,endo stato ligio al Governo per tanto tempo, ed essendo pienamente soddisfatto della politica confessionale di qnesto Governo al punto che su questo punto tra i due Enti non esiste il più piccolo malinteso, come può un tale Partito passare da un. giorno all'altro all'oppoJizione? Le spiegazioni sono due. La prima viene subito chiara quando si fa un po' di analisi sociale del Centro. Mentre quasi tutti gli altri partiti della Germania, più o meno fortemente organizzati, si costituiscono abbastanza nit,idamente a base di classi sociali-si può dire che in Germania i partiti sogliono essere soltanto i sostrati delle classi sociali erette in organizzazioni politiche-il Partito Cattolico Clericale, il cosidetto Centro, ne fa eccezione. Esso C?mprende uomini di tutte le classi imaginc1.bili della società, dal principe fe11datario latifond i~ta della Silesia al povero proletario della metropoli renana, Il solo legame di questo Partito, che dispone (sia detto in parentesi) di molti uomini seri e eolti, di una storia gloriosa, di una tenacia e fedeltà provata, di casse ben fornite e di organizzazioni molto salde, è un legame ideologico: la comunanza religiosa.. Ma in questa vasta associazione papalina, in quella fortezza spavalda che sembra eretta addirittura a cospetto di tutte le leggi del materialismo storico , le disarmonie di classe si fanno pure sentire e minacciano di decomporre il sno corpo. Se i d1Jci del partito non fos_sero i diplomatici esperti e ingegnosi che sono, il Centro sarebbe già da lungo tempo in frantumi. Già l'assalto dei Socialisti, concentrato appunto contro questo partito di cui avevano bene sc.rutato ii lato debole, è diventato più volte pericoloso. E se, finora, i cattolici sono sempre riusciti a difendere il loro patrimouio contro gli aggressori, Annibale per questo non è meno rimasto « ante portas ~. Gli operai cattolici videro di mal'occhio l'atteggiamento meramente conservatore-borghese del loro partito nel1e questioni doganali. Il dazio snl grano li colpisce direttamente, ed essi, in parte almeno, conoscevano bene questo stato di cose. Nelle ultime elezioni prevalse ancora il loro antico affetto per il Partito del Centro di mostrato tante volte negli anni gloriosi della difesa contro le prepotenze di un Bismarck KultU?·kampianesco, e l'appartenere alla classe proletaria danneggiata dal protezionismo del maggiorenti del proprio partito, la cedeva ancora all'idealogia. della comunanza di tradizione e di fede religiosa. Eppure gia allora l'osservatore ~ottile vedeva il serpeggiare di un malcontento sordo nei ranghi degli operai appartenenti al Centro. Nelle elezfoni nel secondo scrutinio , in cui si trattava per i cattolici di dare il loro voto o per il candidato liberale o per il candidato socialista, a dispetto del motto d' ordine schiettamente antisocialistico, pronunziato dalla Direzione del Partito, il Centro si divise in due: i cattolici borghesi e del medio ceto obbedivano con piacere dando il loro voto al candidato liberale; gli operai del partito cambiavono rotta e votavano per la democrazia socialista. Così, tra i cattolici del Centro, ciasc·mo seguiva il suo istinto di classe. Passate le elezioni del 1903 continuava l' entente cordiale tra i clericali ed i conservatori fendali e il Governo. Nemmeno la questione marocchina e la condotta provocatrice, osservata a questa occasione dalla Corte, distrusse il patto. Sopravvenne la q ue8tione coloniale fattasi acuta; e collo sviluppo di questa cresceva il malcontento degli operai cattolici. Le spese improduttive , gli . spesperi di danaro , la crudeltà dei soldati contro gli indigeni, tutto ciò seccava le piccole borse di fede cattolica. Anche i preti non erano troppo teneri di questa politica governativa, sia perchè 1 uelle colonie, le Autorità governative, massime protestanti ! non avevano usato i riguardi necessari verso le A11torità ecclesiastiche ; sia. perchè i rudi modi militari del fucilare ed impicccare gli indigeni toglieva. a questi ogni tendenza a farsi battezzare, menomando cosi di rilievo la propaganda cattolica; sia anche-ciò va detto in onor del vero-per senti~ento cristiano inorridito di fronte alle barbarie ordinate dai generali ci vilizzatori e tollerate dal Governo di Berlino. 8pi.nto da operai e piccoli borghesi, da preti e da frati, il gruppo cattolico del Reichsteg molto forte (100), intimamente legato al Governo , delle cui colpe era partecipe , e consistente egli stesso in parte considerevole in magistrati e in proprietari di fondi, per lunghi mesi non seppe che via prendere. Ercole al bivio, esso lasciava fa.re a due o tre membri suoi delle critiche assai acerbe sul conto del Governo, ma serbava come Ente sempre un contegno cortese e benevolo. Improvvisamente la sgarbatezza pazzesca e subitanea del Governo, osservata già in altre occasioni anche più pericolose, guastò tutto. Nella_ discussione sul bilancio colonia! e, l' onorevole segretario di Stato per le colonie prima , e il presidente del consiglio, Buelow, dopo, di fronte al gruppo cattolico, tennero un linguaggio talmente offensivo e heffardo che l' amore egoistico di quel partito poli-· tico ricevette un colpo mortale. Fu l'amor proprio dei diplomatici del Partito ferito, che, insieme colla pressione anti autocratica degli operai e dei preti, rese necessaria la rottura del Centro col Governo. Il Centro avendo finito di essere il Partito di Governo per eccellenza, un lungo soffio di ribellione giuliva è passato sul Partito. I proletari cattolici oppressi pe1· tanti anni dal chauchemar delle soverchie rispettabilità del loro Partito, riprendono fiato e sono invasi di vero giubilo : « Fina.lm~nte un po di vento dalla Montagna ! Viva la. democrazia! , Così vediamo ora ]'on. Trimborn, avvocato a Colonia, tene1;e dei discorsi elettorali che suonano come sfida perfino a.Il' Imperatore : « Noi combattiamo per i diritti costituzionali del popolo contro l' assol11tismo e il cesarismo! > Intanto si deve notare una circostan~a strana per l'estero, sull'attitudine della democrazia borghese, ma . che non sembrerà tale a coìoro che conoscono la fiacchezza estrema di tale corrente in Germania. Negli ultimi anni la democrazia è stata fortemente invasa dall' imperialismo. Democrazia nell' interno, potenza mondiale di fronte all' estero, ecco la parola d'ordine con la quale i sedicenti democratici in G_ermania si sono lasciati sedurre per scivolare dall' alta cima del-

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