Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 24 - 31 dicembre 1906

RIVISTA POPOLARE 655 sostenga_. Gli uni e gli altri non sono preoccupati e non ~1 preoccupano - non è male ripeterlo - che dell'interesse elettorale, che sovrappongono al1' interesse collettivo. ♦ Questa lu:-1ga disamina avrà una conclusione, che po tra sembrare - e non è - in contré1ddizione colle premesse. A spiegazione ed anche come attenuante al manifesto delle Federazioni osserviamo che alla testa del movimento, attivi, convinti, eneraici stanno ali Impiegati, che vivono in Milano. Co~i dev' esse~e. A Milano la vita costa più cara; a Milano il tenore di vita della cittadinanza è più elevato · a Milano ' ' infine,_ negli impieghi privati gli stipendi sono più elevati che altrove. Ciò che si dice di Milano si può estendere alla Lombardia tutta al Piemonte alla Liguria, che sono le regioni pi~ prospere del Regno. Perciò in quelle contrade, come venne osservato in uno stelloncino del numero precedente la caccia all'impiego è minore che altrove. lv( dunque, gl'Impiegati del io Stato si sentono, e sono· talora realmente, in condizione d'inferiorità di fronte ai privati. Ma queste condizioni non si riscontrano nelle altre regioni. I provvedimenti che potrebbero essere necessari e giusti in un punto non sarebbero t,ali ~n ~ltri. E.c~o una delle tante conseguenze dell umt1nsmo ng1do , che tante volte abbiamo deplorato. M_ala conclusione a cui verremo più che da questa p~rz1a~e ~ ]?cale giustificazione del talle degli imp1egatt c1 viene suggerita dalle constatazioni fatte dal Manifesto delle Federazioni. ~i d~c~ n.el medesimo : « la gretta amministra- « z10ne italiana cede soltanto alla minaccia e si as- « socia ai piccoli espedienti, che rendono il male « più acuto e più persistente ». ~' questa u~a sacrosanta verità, dalla quale scaturiscono gravi conseauenze che in un certo senso giustificano _la .violenz~1e l'a~dacia delle Federazioni. li governo nahano cedendo spesso alla minaccia di alcune categorie d'impiegati ha dato prova d' impreveggenza e di viltà e si è esautorato completamente. L'in:preveggenza fu spesso condita d'iniquità; cosi esso si fece strappare colla violenza e colla minaccia, ciò che avrebbe dovuto concedere spontaneamente. Cosi avvenne che poi fece delle concessioni a coloro che non le meritavano e queste alla loro :70l ta rese:o nece~sa.rie. quelle pei meritevoli. Tipico 11_ caso dei ferrov1en : 11 governo non agi a loro difesa quando doveva e contro la Società· si sostitui alle Società nel 1902 ed accordò miali~ramenti ai ., . . b p~~ not~os1; . f~rono dimenticati quasi del tutto i prn mentevoh, 1 cosidetti anziani, e si dovette riparare nel 1905 con altri milioni ... Ma se il concedere sotto la pressione delle minacce e della violenza ha costituito un incoraggian~ento, un premio per coloro che, con o senza ragione, a quei metodi ricorsero, ha creato pure una ur~a _sperequazione ingiusta; poichè ha assicurato un m1gl10ramento agli uni ed ha lasciato a bocca ~sc~utta gli altri. Non è, quindi, comprensibile che 1 d.1menticati reclamino la loro parte della torta ? E 11m~todo per conseguirla non l' hanno appreso - acquistando anche la coscienza della sua efficaeia - delle mrnacce dei compagni e dalla vii tà del governo? Ecco per quale processo oggi si può ritenere doverosa una grande e generale revisione delle condizioni degli impiegati coi relativi provvedimenti. C'è_ del~'altro. Dice il manifesto delle Federazioni: « Il_~isagio è generale, il disservizio, l'anarchia, l'ar- << bttrto regnano in tutte le funzioni dello Stato >>. Sacrosante verità. L'arbitrio viene sopr:1tL1tto eser• citato dall'alto; ma il disservizio e l'anarchia sono sopratutto il fatto dei funzionari inferiori e della peri~eria_, e contribuiscono poderosamente a creare 11 disagio generale. Denunziaodo essi stessi gli effètti dell'opera propria gl' Impiegati dauno prova di un coraggio... incivile st raordioa rio. Contro questa esplosione di sfacciataaaine si po- . d bb tranno fare elle esercitazioni rettoriche e delle ' considerazioni morali altissime· ma ciò che preme ' ' ciò che è urgente ed indispensabile è questo: eliminare l' anarchia e il diss~rvizio. Ciò nello interesse supremo dello Stato e àeìla Società. C'è nella Società tanta coscienza dei propri diritti e dei proprii doveri da creare una viaorosa corre_nte di opinione pubblica che po sa imp 0 orsi a quelli che dovrebbero esseie i propri oro-ani e servitori? Ha lo Stato l' autorita mor:1le ~ la forza materiale sufficiente per ristabilire l'ordine? _Non c'è da pensare all'azione dell'opinione pubblica; essa è tanto fiacca o pervertita da dubitarsi se esista o se quella che esiste sia un bene o un male. Ce n'è tanta poca e tanto malata nella nostra società che essa lasda soli coloro ehe ne assumono le difese e spesso li guarda come tanti ridicoli Don Chisciotte, quando non sospètta nella loro opera un losco e recondito fine personale. Non si può trarre conforto guardando allo Stato. Non entra in discussione l'impiego del la forza materiale: con questa si doma una sommossa ma non si riconduce all'ordir!e il funzionario, la cui ribellione è qualche cosa d' imponderabile che sfugge alle manette o alle palle e che arriva alla suprèma ironia d'invocare la legge e i regolamenti a aarenzia dell' azione malefica che esercita coll' ost~uziomsmo ... Se la forza materiale non .si può e non si deve adoperare, non si può del pari contare sulla ,rutorità morale dello Stato : le precedenti concèssiòni lo hanno completamente esautorato. Ma se lo Stato possedesse questa autorità morale - tale anche da potere ricorrere alla forza materiale nei limiti e nei modi consentiti da questa particolare sedizione <leali . • . b 1mpiegat1 - esso non potrebbe valersene giustamente, perchè la sua azione sarebbe tardiv,1 e po• steriore alla creazione della ingiusta sperequazione nella situazione economica delle varie categorie dei funzionari. D'on1e l~ finale conclusione: bisogna anteporre la sodd1sfaz10ne delle :ichieste degli impiegati agli sgravi ed alla riforma tributaria. Ciò nell'interesse supremo della funzione dello Stato e della vita della Nazione. La Rivista Nota. In conformità di questa conclusione l'on. Colajanni ha mandato alla Segreteria della Camera dt!i Deputati la seguente mozione: La Camera convinta che i miglioramenti economici nella condizione degli ufficiali dell'esercito, dei ferrovieri, dei pro-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==