Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 23 - 15 dicembre 1906

624 RIVISTA POPOLARE promesso ben altri rimproveri sarebbero stati mos~i aJ Ministro ed all'az.ienda Jerroviaria. Negare la nduzione per l'Esposizione di Milano, mentre la s_ier~ sempre concessa non diciamo per al tre mostre minor~ e per altre occasioni patriottiche , ma ':nche. pè~ Conaressi minuscoli e pei pellearinaggi elencali sarebbe stato un vero delitto di l;sa italianità e di lesa vita economica. Non vale la pena nemmeno di fermarvisi. 3.0 Accusa più seria è qudla di aver voluto fondere tre oraanismi ferroviari e di averne· voluto b . . trasformare l'ordinamento improvvisamente e rapidamente. Le tre direzioni generali dell'Adriatica, della Mediterranea e della Siciiia rappresentavano un discreto decentramento ed erano tre organismi che funzionavano da venti anni In questo uso gli anni trascorsi avevano dato a quegli organismi le qualità delle scarpe vecchie, che pur facendo un po di male si erano adattate ai piedi; esistevano con: suetudini cui il pubblico si era adattato e ~apporti collo stesso pubblico , che rendevano quasi a_ut<?- niatico il funzionamento delle aziende ferroviarie. Ora tutto questo si volle mutare come con uu colpo di bacchetta magie,1. Non s~lo si ~olle un maggiore decentramento colla creaz1?ne d~ nu~1e-:- rose direzioni compartimentali, ma 1 funz10nan s1 spostarono: si tolsero dagli uffici_nei quali ~i-eran~ sviluppate le loro attitudini e si allogarono in uffici nei quali non avevano dimestichezza•· alcuna e furono mandati in luoghi, dei quali non a~evan~ conoscenza e tra su peri ori e subalterni , dei q uah non avevano la fiducia e ìa conoscenza personale, toaliendo all'organismo ferroviario quel pregio che vi~ne in guerra dall' ordinamento territoriale , che mette in contatto tra loro uomini che si conoscono e tra i quali c'è stima e<l afletto reciproco. Si aggiunge nella critica che si n:rntò l' o~diname~~o ferroviario mentre questo era 10 funz10ne ; c10 che equivale al danno di mutamento Ji fronte di un esercito investito dal nemico. I critici su questo punto riassunsero il loro pensiero col vecchio motto quieta non movere! Il principio del decentramento era stato s'?st~- nuto dalla parte democratica sin da quando si discussero le convenzioni ferroviarie del 1885. Lo affermò l' on. Colajanni in un grande Comizio a Catania nel 1884· ed il decentramento rnercè Je Direzioni cornparti(nentali è un correttivo della onnipotenza della Direzione generale, che, resa autonoma, potrebbe diveni re uno Stato nello Stato. Ma il momento non fu bene scelto per la trasformazione; le rispettive attribuzioni e responsa:- bilita non furono ben determinate ; non c' era 11 perso1_1ale_adatto, disciplinato , educato alla nuova orgamzzazwne. Il momento non fu bene scelto perchè ad un tempo si dovettero fare diverse innovazioni; delle quali la minore era il passaggio dall'esercizio privato a queìlo di Stato. Era più diffìcife fondere, armonizzare il personale che veniva da diverse amministrazioni, eh' erano state spesso in urto, se non in antagonismo. E senza armonia , senza il sentimento della soEdarietà collèttiva il grande organismo ferroviario non poteva bene funzionare. Lasciando in piedi la vecchia organizzazione e la distribuzione dei servizi all' antico personale c' era modo e tempo in qual.che anno di conoscere 111eglio le attitudini dei principali funzionari e poterli destinare in guisa che davvero di loro si potesse dire : che ciascuno· si trovava al suo posto. Di più perchè le relative autonomie compartimenta li fossero cosa reale ed utile era indispensabile ehe ciascun compartimento avesse la relativa sufficiente dotazi0ne io materiale rotabile. Ora la dotazione opportuna era in se difficile in Italia per l'attivita non ugualmente distribuita in tutti i mesi del· l'anno; era resa impossibile per la deficienza iniziale dei carri e delle macchine. Solo nel caso della sufficiente dotazione di ogni compartimento la Direzione aenerale poteva utilmente intervenire ridistribuendo fn certi momenti il materiale in guisa che i compartimenti che lo avevano in eccedenza lo dassero in prestito agli altri che ne mancavano: Perciò è da condannare la nuova organizzazione data alle ferrovie, non in sè stessa, ma pel momento e per le condizioni nelle quali si attuò. Ciò che disse il Gianturco a difesa; e cioè: che al' inconvenienti lamentati non derivavano dalla ~uova organizzazione , tanto che nel mezzogiorno le ferrovie avevano funzionato discretamente bene ed anche mealio che coll' esercizio privato conterma e non distriage il valore delle critiche esposte perchè dim~sfra pe! lo appun_to che tra le ~in~ole parti non cera fus10ne orgamca e vera sohdanetà funzionale. 4.0 Si disse che mancava la vera entente, l'armonia e la solidarietà nel personale derivante da tre società diverse; si aggiunga che i danni e gli incovenienti della fusione ~tffrettata e dd mutamento delle attribuzioni .l:urono aggravate dallo intervento iniquo di un quarto elemento: quello dello Is_pettorato generale ferroviario - la creazione infelice di Genala. A torto o a ragione - più con ragione che a torto - l'Ispettorato era discreditato tanto di fronte alle Società quanto di fronte al pubblico. Non potevano stimarlo le Società che avevano potuto eludere sempre gli articoli delle Convenzioni del 1885 che non andavano loro a grado senza che l'Ispettorato che ne aveva il dovere le richiamassero alla loro osservanza. L' inchiesta Saracco , le denunzie di Pantano nel 1886, i provvedimenti di Prinetti che fece rigurgitare alle Società qualche milione frodato allo Stato costituiscono tante prove della impotenza, della inutilità dello Ispettorato. Ciò che disse l'on. Tedesco nella discussione ultima serve di controprova; egli aflermò che sotto_ la su~ g_esti~ne. mi_- nisteriale l'Ispettorato dovette fare 1 bilanci d1_ diciotto anni delle Società e che quel lavoro g10vò enormemente per le liquidazioni ferroviarie. Ma perchè l'Ispettorato non aveva provveduto anno per anno a quel lavoro? Certamente fu opera utile ai fini delle liquidazioni quello compiuto sotto il ministro Tedesco. Ma quanti elemeoti non sfugoirono dal calcolo in questi bilanci dirizzati su alla lesta dopo 18 anni ? Il pubblico alla sua volt_a intravvedeva~ ~o:se esa: aerava e giudicando come disonesta comphcna quelli ~he erano soltanto l'efl:etto dell'inerzia e dell'ignoranza ; e teneva in grande discredito _l' ~spettorato coinvolaendo nel biasimo e nella dis1st1ma anche molti f~nzionari eh' erano ottimi sotto tutti gli aspettl. . , .. Ora che cosa avvenne col passagg10 dall eser~1z10

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