Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 23 - 15 dicembre 1906

RIVISTA POPOLARE 621 Armand Hirsch abbia potuto discutere seriamente in una rivista rispettabile i madornali spropositi del signor Guyot. A questo articolo dell'Hirsch, del resto, nello stesso Coiwrier Ewropéen e' è una risposta, iadirett~ n~l nu: mero successivo con un articolo del Davray, m cui s'illustra l'allarmante diminuizione della natalità in Inghilterra, sotto il regime del liberismo. ♦ Roosevelt e la questione Californiana.- Ancora una volta il Presidente degli StH-ti Uniti ha avuto occasione di ip.ostrare eh' egli è veramente uno spirito superiore. Tutti sanno quali fatti hanno provocato, recentemente, un aspro attrito fra Stati Uniti e Giappo1:1e~ Non tutti però sanno le vere cause per le quali 1 bambini Giapponesi sono stati cacciati dalle scuole Californiane, e gli operai Giappouesi ad Alder nell~ Stato di Washington sono stati assaliti e malmenati dalla folla bianca. Ora ci sembra opportuno dirle. La professione del poli t.icante, in America , non è come in Europa la occupazione di un uomo che ha certe idee da far trionfare, o certi principi i da mettere in pratica. Non è neppure esercitata, come generalmente lo è in E11ropa, da persone rispettabili e, salvo le eccezioni inevitabili, anche oneste. In America, agli Stati Uniti , il politicante è il loafer·s l' uomo che non ha voglia di lavorare, passa le sue giornate alla birraria, e si mette a servizio di chinnque lo µaghi per pressare le elezioni. In questo momento i loafe1·s delle associazioni operaie , hanno preso il sòpravvento su i loafe1·s repubblicani in California, e fanno di tutto per vellicare e solleciticare gli iuteressi e gli istinti delle masse lavoratrici. Di qui la persecuzione contro i lavoratori di razza gialla che in California sono numerodissimi. E' una questione di concorrenza ed i bambini non souo che il pretesto per l' azione più energica , e codesti politicanti sperano definitiva, contro la mano d' opera Giapponese. C' è poi un' altra ragione, egualmente economica, cioè il boicottaggio in Cina delle merci americane in seguito alla espulsione dei Cinesi dalla California, ed alla proibizione di accettazione in paese degli emigranti Cinesi. Questo boicottaggio è stato, ed è tutt' ora. favoreggiato dai Giapponesi i quali, a scapito degli americani, conquistano poco a poco i mercati Cinesi. Sennonchè il pretesto scelto è non solo odioso , ma anche ingiusto; e quel che è peggio sembrn che i Californiani non si siano accorti della enormità della loro condotta. Roosevelt si; e, con quella franchezza che lo distingue, ha parlato anche della questione californiana nel Messaggio al Congresso. Il suo è stato il discorso di un uomo non solo di un profondo buon senso , ma anche di un' alta moralità. « E' un errore, ha detto Roosvelt a questo proposito, ed è dare prova cii un pazzo cinismo l'affermare che ogni atto internazionale di governo è, e deve essere basato soltanto sull' egoismo e che I' indurre ragioni morali per tali atti è sempre segno di ipocrisia. Ciò non é oggi più vero nelle azioni dei go· verni, che nelle azioni degli individui. E' sempre sicuro segno di bassa natura ammettere bassi motivi alle azioni degli altri. Indubbiamente nessnna nazione può permettersi di trascurare i propri interessi come non se lo può permettere un individuo privato. Una nazione realmente grande deve agire in modo di non trascurare i propri interessi , ma sempre avendo di mira le ragioni etiche, essa deve agire con giustizia, con fermezza e con vigore. « Ciò dico a proposito della attitudine di ostilità assunta verso i giapponesi qua e là nel nostro paese; tale ostilità è sporadica e limitata a pochi luoghi; tuttavia essa getta un grave discredito sul nostro popolo e può avere le più gravi consegnenze per la nazione. Da circa un secolo I' amicizia fra gli Stati Uniti ed il Giappone è continua! In ci~quant' anni il Giappone ha progredito in un modo meraviglioso. E' stata mirabile l'organizzazione della sua Croce. Rossa esso ha inviato oltre 100 mila dollari ai danneggiati del terromoto di San Francisco, dono che fu accettato con gratitudine dal nostro popolo.> « La cortesia dei giapponesi, come nazione e come individ11i è divenuta proverbiale. Da parte dei giapponesi gli americirni sono ben trattati e da parte_ degli americani in patria il commettere la mancanza d1 trattare i giapponesi con poca cortesia sarebbe . proprio una confessione della inferiorità del nostro incivilimento. La nostra nazione guarda il Pacifico nello stes:;o modo che guarda l' Atlantico. Noi speriamo di poter aumentare costantemente la nostra azione nel g,~ande Oceano orientale. > e Io chiedo un equo trattamento per i giapponesi così come chiederei un equo trattamento per i tede:;cbi~ per gli inglesi , per i francesi, per i rus8i e per gh italiani. Non è ammissibile che noi continuiamo una politica per la quale in una data località possa essere commesso un delitto contro una nazione amica, e che il Governo degli Stati Uniti debba limitarsi non a prevenire il reato, ma da ultimo a difendere il popolo che lo ha commesso contro le conseguenze del suo misfatto. » Queste sono veramente nobili ed al te pa~·ole. Sono degne di chi ha saputo sfidare l'impopolarità s?stenendo la causa dei Negri ed affidando loro le canche, di cui si sono mostrati degni. Roosevelt sembra .P?S·_ sedere il segreto di tradurre in parole creatr1c1 1 sentimenti più forti del popolo Nord Ame~ican?. Certamente questa questione della Cahforn_1a c~e sembra noll voler tenere conto del trattato d1 reciprocità fra Stati Uniti e Giappone firma~o nel_ 188~ '. potrebbe diventare molto seria e per gh Stati Un1t1 imbarazzantisssima, perchè se i- trattati firm3:ti concordemente con l' autorità federale possono poi essere misr.onosciuti dai singoli stati, chi si fiderà più a trattare con gli Stati Uniti? . . Ma non è soltanto in questa che Roosvelt s1 è dimostrato uomo superiore. E' in tutto il suo . dis~o~·so al Congresso. Egli ha fatto sentire che non 1 soli rnteressi devono guidare 1' uomo di stato; non la 8ola politica utilitaria deve essere la politica di_ ~n p~e:;e_, ma bensì e princi palrnen te la politica degh ideali, . d1 giustizia, di libertà, di diritto. Egli. h3: tatto capire chiaramente che un popolo, come un rnd1v1duo, è tanto più forte quanto più agisce avendo a guida la g_iustiz_ia! il diritto, la verità. Idealità che oltrepassano 1 confini della patria e attraverso le quali si arriva al concetto vasto e nobile di umanità affratellata; sogno e speranza di tutte le più al te menti dei nostri t~mpi._ Ed in questo concetto Roosevelt ha fatto sentire d1 essere verame~te uomo di vasti pensieri , e poichè come francamente pensa, francamente parla così la sua azione imprime una forte orma. di s~ , ne~ popoi~ americano; e gli è grandemente u_t1le; ~1ù u_t1l~assai rì.elle provocazioni dei demagoghi Cahformam che avrebbero trascinato gli Stati Uniti alla guerra; se le parole nobili e giuste di Roosevel_t non ave~s~ro consigliato i Giapponesi a lasciare a lui ste~so definire secondo diritto e giustizia la spinosa q uest10ne. ♦ Risveglio repubblicano nella penisola iberica. -L' jntransigenza clericale in fapagna come ha finito per indurre anche uu miuist~o della ~onarchia il Romanones a presentare un disegno d1 legge cont~o le corporaz'ioni religiose, ha eccitato pure il popolo. 11 qnale nel Re vede nn sostegno dei vescovi reazionari e lo ha fischiato sonoramente , mentre ha.

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