618 RIVISTA POPOLARE SOMMARIO: Gli a.vveulmeul,I e ~li nomini: Noi: (In difesa dei _doganieri - Chiesa e Stato in Francia - Civiltà coloniale bianca - Le grosse corbellerie di un dotto liberista - Roosevelt e la questione Californiana - Risve glio repubblicano nella penisola iberica - Il convegno repubblicano di Bologna 8 9 Dicembre - La crisi spagnuola). - La l{tvista: La discussione ferroviaria - Luigi Miranda: t< Il subbiettivismo morale e ·a norma coattiva giuridica 11 - N. Colajanni: Pro Ferrer e contro il pericolo Cattolico - Mario Pilo: Stelloncini ìetterari - Dal <t l3ollettino dell'Ufficio del Lavoro (No1,embre) - I-ti vista delle ltlvist,e: Corruzione politica [nglese - (North American Review) - La scuola e il proletariato (Mouvement Socialiste) - Il matrimonio civile e i vescovi spagnuoli (Revue Bleue)-La limitazione del monopolio inglese dei cavi - Il lavoro delle donne e dei fanciulli nelle miniere tedesche (So 1ìalistische Monatshejte) - li futuro smembramento della Russia (Fortnightly Review) - L'età dell'oro e la crisi (Giornale dei lavori pnbbl ici). 6LI fl:VVENIMENTI e 6LI UOMINI -------- - - In difesa del doganieri. - L' amico nostro ~ugenio ChieHa ha pnbblicato nel Secolo di Milano un buon articolo in difesa dei doganieri mostrando: 1. che il lavoro è molto aumentato ; 2. che gli s_tipendi sono meschini; 3. che gli a11menti di spesa pel personale di rnolo derivano sopratutto dall' aumento nel numero dei funzionari, mentre qnello degli aumenti si riduce in media a 70 lire ali' anno; 4. che il corpo è bt>nemerito per i servizi che rende alla finanza e soprat,utto per la rettitudine proverbiale con cni li rende. Noi non sentiamo il bisogno di confutare qneste osservazioni ; rileviamo soltanto che il costatato aumento nel personale elimina in parte l' argomento tratto in favore dei doganieri dal maggior la~oro cui vanno incontro. 01 associamo poi pienamente al Chiesa m,lla lode ai doganieri per la loro onestà e nella proposta di ridurre alouni posti di dogana. In quanto al livello degli stipendi lo scrittore milanese ci chiama in causa con queste parole: e Ma l' on. Colajanni potrebbe osservare qui, che nella normale dei salarii e degli stipendi in Italia questi di più cne duecento franchi al mese, non sono poi disprezzabili. Ora non sarà inutile di ricordare come ris11lti, avendo sott' occhio le tabelle di nomina del personale di dogaua, trattarsi, per più della metà, di laureati in legge, di licenziati da istituti tecnici 8Uperiori, ingegneri, dottori in chimica, ecc.: sono funzionari per la cui nomina si richiedono sempre maggiori cognizioni di merceologia, di meccanica, di scienze, indubbiamente necessarie al difficili~simo lavoro diconoscere le più svariate qual i tà di merci ; chi nou e' è vissuto. almeno 11n pò, in dogana, non conosce poi che lavoro febbrile, quanta destrezza, quale intuito, occorre per dishrigare prontamente e con giustE1zza le molteplici operazioni ». e E quando si pensi ai capitali di fatiche, di sacrifici, di spese, che le famiglie hanno dovuto accumulare sulla testa di questi giovani, per rendere loro possibile l' arces:;;o alla carriera, via, non di.ciamo che sono troppe d 11ecento lire al mese, tanto più sapendo che si cominC'ia e si deve stare fra i volontarii, magari 11n paio di anni, a 73 lire mensili e che occorrono poi dieci anni per pas~are da 1500 a 2000, - colla personale responsabilità di pagare fin all'ultimo centesimo per ogni errore e per ogni svista: - non per nnlla emigrano preziosi collaboratori, alle maggiori ditte spedizioniere, che sanno più decentemente rimunerarli. La Svizzera d' altroude insegna; il primo stipendio ai suoi agenti doganali è subito di 1800 franchi: gli auinenti fissi e periodici » . Noi non sappiamo se e quanti siano i laureati in legge, i licenziati da istituti ec. che vanno a cercare i mezzi di sussistenza nel corpo dei doganieri. Consentiamo, però, nella constatazione perchè conosciamo molti sotto ufficiali ed anche semplici guardie che hanno cultura superiore di molto a quella che occorrerebbe nel loro ufficio. Ma come non si accorge il Chiesa che questa constatazione dà piena conferma a quel!' osservazione che voleva oppugnar~? Nel fatto che laureati, licenziati ecc. vanno a cernare pane e lavoro nel corpo dei doganieri - e cosi negli altri corpi alla dipendenza dello Stato - non trova la prova provata che nel mercato libero mancano le occupazioui che assicurino, comunque, la su;;sistenza ? Andrebbero essi ad assoggettersi ad una vita dura, alla disc;p\ina militare ed ai pericoli non pochi entrando nel corpo dei doganieri se nel mercato libero potessero trovare di meglio '2 Repons s' il vous plait on. Chiesa! Su questo proposito dobbiamo aggiungere che la caccia ali' impiego è molto meno arrabbiata nel settentrione d'Italia e specialmente nel triangolo Genova Milano Torino, che nella media Italia e nel mezzogiorno. E cosi dev' essere : in quel triangolo fortunato salari e stipendi sono forse snperiori al livello di quelli b11rocratici e perciò si domanda al mercato libero una occupazione che per dnra necessit,à di cose altrove si cerca negli impie.g-hi governativi di ogni sorta. Con ciò non intendiamo menomamente assolvere il governo della responsabilità grave di arrivare sempre in ritardo e sotto la minaccia degli scì.operi, e dell'ostruzionismo ec. a prendere quei provvedimenti che presi in tempo avrebbero evitato le manifestazioni del malcontento e dell' anarchia morale 1 da cui oon può venire alcun bene alla colletti v~ta nè sotto la monarchia, nè sotto la, repubblica. ♦ Chiesa e Stato in Francia. - Dunque il primo atto di questa che è veramente lotta religiosa s' è chiuso. Il periodo dell'attesa è finito e s' è aperto il pEiriodo de Ile ostilità. Il Va ticano si ribella alla Legge, lo Stato e:::1igedella legge stessa l'osservanza. Il Vaticano ha bisogno d' un pò di persecuzione ; lo Stato fa di tutto per non essere persecutore. Chi ha ragione dei due? Chi ha torto? Forse entrambi e nessuno dei due al tempo stesso. Il Vaticano sente che la violenza contro i cattolici rafforzerebbe le fila di quei credenti ormai molto diradate dall' aumento iucessaute dello scetticismo,' ed ha colta l'occasione sperando che la persecuzione depuri la massa cattolica delle pecorelle non immacolate, e lasci agli ordini del Vaticano una cattolicità, esigua di numero, forse , in Francia; ma forte di convincimenti e di fede che varrebbe certo molto più di parecchie maggioranze attuali poco solide e meno omogenee. Senonchè nella sua rivolta il Vaticano non ha pensato quali saranno veramente le vittime della lotta. I vescovi gli arcivescovi, i parroci delle chiese delle grandi città, non soffriranno; M.gr Richard uscito da nn palazzo è entrato in un altro: il governo ha sospeso gli emolumenti e le frondeuses dell' aristocrazia si sono q ·10tizzate per porgere ai sacerdoti ribelli i mezzi di vita; nel Morbih::tn, nella Vandea, nella Bretagna , i rudi eredi degli Cho-uans fedeli tutt' ora al loro Dio,
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