Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 22 - 30 novembre 1906

RIVISTA POPOLARE 593 ci riusci di grande conforto ogni manifestazione che di lassù ci pervenne approvante la nostra attitudine. In _questi &iiorni tra le tante lettere che ci pervennero rn occasione delle cai·toline spedite ai nostri abbonati, nna ce ne fu mandata da una cittadina del Veneto, e sentiamo il bisogno di pubblicarla nella sua :n_tegrità, perchè rivela uno stato di animo preval~nte m talune contrade del Nord, che male si potrebbe ri_conosce1:e.d~lle manifestazioni pubbliche e per così dire 11ffic1ah,improntate quasi sempre -- e spessissimo a fine di bene: per non suscitare antipat_ie reaionaliad ipocrisia ed a menzogna. 0 Al nostro direttore, adunque, si seri ve dal Veneto. « • 14, XI, 906 ,. Ricevo oggi la sua circolare ed bo spedito subito le cartoline relative ad amici miei. « Gli abbonati, Ella dice , si trovano dove meno si crede; speriamo, dunque, che con questo mezzo io possa procurarne qualcuno alla Rivista che Ella dirige con tanto intelletto di amore. « S~r~i felice ~i vedere mag~iormente diffusa qnassù La Rivista popolare che tra 1 tao ti meri ti ha anche qu~ll~ grandi~si_mo di trattare con competenza quella qu1st10ne mer1d10nale che tutti discutono ma che ben poc_hi conoscano. S~ sentisse quassù, Egregio professore le ide~ della maggioranza snl disgraziato mezzogiorno! Quanti pregiudizi c'instillano sin dai primi anni di vita! « Noi s~ttentrionali, dicono, apparteniamo ad una (< razza supenore, siamo onesti siamo lavoratori abe biaJ:?o. in ,_rn~parola tutte le \uone qualità .. .'.. I e mend1onalt, rnvece appartenenti ad una razza infe- « riore ne s?no completamente privi. Fu un grave er- « rore, soggiungono, quello di Garibaldi di andare a e conquist_are ~I Regno delle Due Sicilie , perchè noi e s~ttentr~onalt dobbia~o pagare le tasse anche per qnei « d1spe~·~t1del M~zzogiorno, che non vogliono lavorare. "' Lagg~u t~tto e mafia e carr;iorra; Palizzolo e Nasi « sono 1 ven rappres~n tanti della Sicilia come Mus- « solino e Casale lo sono delle Calabri e e' di Napoli ,, . « E creda, Professore, che tali idee non le nutrono solo i poveri contadini, ma anche quasi tutti i rappresentanti delle cosi dette classi colte. Ricordo che mentre si discuteva alla Camera ~I p1:ogetto di legge sul Mezzogiorno un co~men~at?re m1 diceva queste testuali parole: « q~e.1 n:iatt1 d1 Montecitorio vogliono buttar via nuovi e mil1001 pel Mezzogiorno; ma il rimedio sarebbe uno « solo e soggiungeva sorridendo : da Roma in giù tutto e un quarto d' 01·a sott' acqua . . . . . ,. e E astraendo da tutto questo. io vorrei veder diffusa n~aggiormen_te la Rivista tra i giovani, perchè t~~t~a. rn form3: piana ~d accessibile tutte le quistioni p1~ rnteressant1 del giorno. Torno dunque a ripeterglielo ancora una volta : se le troverò dei nuovi abbonati ne sarò più che felice « devotissimo . . . . . + L'ottimismo di Bernardo von Btl.low.- Leggen~o il discorso _che il Cancelliere del!' Impero G~rm_amco ha fatto giorni fa al Reichstag, un fatto prmcipale salta agli occhi: l'ottimismo manifestato dal Biil~w a ~roposito della situazione- politica in Ger- ~ama ed 1 n Europa. Potrebbe darsi che questo sentimento. espresso dal Cancelliere fosse risultato dal « far buon viso a cattivo gioco » ma è certo che il collaborato.re del Kaiser ha avuto il raro coraggio di guardare rn faccia la situazione e di far capire che . ' non e rosea, quantunque egli se ne dichiari contento e la proclami sodisfacentissima. Se l' imperatore di Germania ed il suo cancelliere foss~ro due mistici si potrebbe dire che essi praticano la difesa dello struzzo che cacciaudosi la testa sotto ' ala crede non esser visto dai cacciatori· ma il milsticismo dell' Imperatore, è temperato dal' senso' pratico, positivo, juste milieu del suo cancelliere; onde· da quelle dicuiarazioni ottimù,ite dobbiamo trarre una concla~ione del tutto diversa, da q1tella <;bepotrebbe scat11rire dalle -sole parole del Bulow. Ormai la politica tedesca oon tii fa illusioni. L' Inghilterra è riuscita, e di più in pi1ì riesce nella sua costante e paziente opera d'isolamento della Germania. Indubbiamente la triplice dura ancora, e probabilmente sarà anche rinnovata; ma non ha più il carattere che ebbe al suo nascere, come non ne ha più le fonzioni . 1 ' ne_ o scopo. Il Bulow lo ha ammes-:io , 1 uando ha diclnarato che « •••• la politica di Bismarck oo·o·i non ha più ragione di essere; le relazioni fra la G;~mania e l' Italia si sono lentamente modificate , mentre che l' opinione pubblica Italiana si svolo-e sempre di più verso la Francia» ; ripetendo qua; le stesse fraoi con le quali il Basserman, al quale egli rispondeva, aveva attaccato e criticato la politica estera tedesca; naturalmente egli ha concluso diversamente dal!' in. terpell~nte: ha constatato che l'Italia pure avvicinandosi ~olto alla Francia ed all' Inghilterra, pure trovandosi in una po~izione delicatissima difficile anzi d • f I I 1 ronte alla Germania ad Algesiras nondimeno è rimasta fedele ai suoi impegni, e non ha fallato a.gli obblighi che le imponeva la Triplice. Ma ciò non basta: e che nC1nbasta ne è tanto persuaso il Btilow che ha sentito la necessità di alludere alla spada affilata, e di dichiarare che « un popolo di 60 milioni di an:me e con un esercito come quello della Germania, non è isolato se conserva la fede, una forte fede, in se ste8::io ». Bella frase che ha suscitato gli applausi del Centro e dei. Nazioaalisti, ma che, per l' ora che volge, uon è che una frase. Ora al sottinteso delle dichiarazioni dd S-ulow ha. da pensare seriam~nte, ci sembra, la politica estera Italiana. Spezzare ~li antichi legami, forse, non è conveniente ora, ma può essere, anzi è , opportuno rafforzare i nuovi. Non si sa mai ciò che serba dentro il seme chiuso dell' avvenire. Ed anche un altro fatto materiale risulta della discussione della politica estera al Reichstag. La n0vità della cosa. Bene l' ha rilevata il deputato socialista Volmar. Fino ad ora la politica estera della Germania era trattata al di fuori d' ogni altr,t ingerenza. dal• l' Imperatore e del suo cancelliere; oggi si è i:;entita la necessità di far partecipe a questa trnttazione anche la rappresenza del popolo tedesco. Segno di debolezza? Forse. Segno che maturano avvenimenti cosi gravi che se ne vuole d~vi8a con la nazione la responsabilità? Fors' anche ciò. Anzi ci sembra che sia proprio questo i:;econdocaso che ha determinato il nuovo atteggiamento del Cancelliere tedesco. Ottimista si; ma al tempo stesso ha dichiarato che è opportuno tener pronto l'arme che può giovare agli amici ed essere molesta ai nemici. E poichè il Cancelliere non ha confessato l'isolamento, e non è riuscito a dimostrare inesistenti i fatti dai quali risnlta, chi siano gli uomini, chi siano i nemici ai qucdi allnde il Bulow non si sa. Bene è dunque tè11er d'occhio la politica di questt) ottimista i I quale l1a l' aria di far come i gatti, che di sotto lo z_ampetto vellutato son sempre pronti a sfoderare la grinfia; e cercare- . di essere sempre parati ad ogni evento ; poichè qualche volta, potrobbe parere buona politica alla Germania il provocare - malgrado le reiterate dichiarazioni di pacifismo - una guerra contro queì nemici dei quali il Bulow, nel suo discorso pericolosa men te ottimista, non ha determinato la posizione geografica. La politica interna inglese. - In q ue8to momento la politica interna Inglese è interessante come non mai. In altri momenti è stata più rumorosa, o più battagliera o più riformatrice; ma però mai ,

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