616 RIVISTA di loro che si sono fatti preti o istitutori e che dimostrano qualità adeguate allo scopo. Questi magistrati dovrebbero agire come magistrati 0rdinari nelle questioni fra nativi , e come difensori , moderatori e partecipanti al giudizio nelle questioni fra bianchi e neri sottoposte ai tribunali di bianchi. Un altro passo molto facile a fare sarebbe di introdurre nelle autorità locali come commissioni educative, municipii etc. uno o più indigeni istruiti di ogni nazionalità (Cafri [ndiani etc.) scelti per rappresentare i loro compatriotti ed esprimerne le idee a proposito dei regolàmenti che loro sembrerebbero in - giusti. Forse più importante ancora sarebbe applicar..! questo principio alla legislatura cohniale. Costoro potrebbero essere pochi di ·numero ; forse 3 o 4 nella camera bassa , e r o 2 in queila alta. Lo scopo non sarebbe di mettere gli indigeni in i-,iede d'uguaglianza con i bianchi, ma di prQvYedc:re informazioni esatte e precise su l'effetto prodotto negli indigeni da kggi o regolamt:nti europei, permettendo così di modificare i particolari otfensi vi e dannosi, e però fomiti di ribellioni, agli indigeni. (lndipendent Review, novembre). RECENSIONI SANTI SoTTII.E ToMASELL-I So!itudi11e -·· Versi - Santi Aridò Editore. Palermo. 1906. Santi Sottih: Tomuselli, molto noto a coloro che coltivano le arti belle e le lettere per aver dato prove egregie del suo ingegno nei suoi scritti critici , ci si rivela con nuove ed impreviste attitudini del suo spirito fecondo nel suo poderoso volume : Solitudine, col quale si dimostra poeta forte ed oriénale. _Tolte poche poesie, le quali, pur non essendo sempre com - plete nella forma, hanno tuttavia un importante valore per la seridà del contenuto; le altre, o che cantino l'odio e l'amore, o che vengano ispirate dalla bellezza eterna della Natura , o interroghino i profondi abissi dell'essere, o che sciolgano un inno augurale agli oppressi ed ai reietti, sono tutte riscaldate da un intimo e profondo sentimento, che circola in tutti i versi, come il sangue nei più reconditi tessuti di un organismo vitale. Jn tutta la sua poesia egli. è ritrattro intieramente , senza velo d'ipocrisia, con tutti i suoi slanci, con tutte le sue fo1 ti e giovanili aspirazio1,i, col suo odio, col suo amore ed anche, diciàmolo pure, col suo egoismo: assiste ad una lunga trngedia dell' anima, che ora aflascina, ora entusiasma , ora opprime, ed ora , sia detto pure , indispettisce il lettore. Che volete? E' lui, sempre lui, con tutti i suoi pregi, con tutti i suoi difetti: è l'uomo che ama svelarsi qual'è. Da ciò segue che la sua poesia è vera cd originale. Non v'ha uomo, del resto, per esemplare che sia, che non abbia i suoi difetti ; e se questo uomo è artista sincero, li r,velerà nel contenuto della sua arte. Ma oggi, in cui è tornata a galla tutta la letteraria fanciullaggine dell'Arcadia, non si può nè sentire nè comprendere da tutti il canto forte e.I ispirato, bensì s'intende quello che risulta da un ibrido miscuglio di frasi e di parole, che rendot10 un ritmo superficiale : è sdegnato il verso che crea. Vada adungue il nostro più fervido augurio al poeta Sunti Sottile Tomaselli per le poesie già pubblicate e per quelle che pubblicherà in seguito, come egli promette m:ll' ultimo verso del felice sonetto : Nel cielo del Pensiero : Ed astri nuovi sorgeranno ancora Vincen,ro Cutaja PaoF. D. F. PAPANDREA: Salvatore Viga. Vita e carteggio inedito. Acireale 1906. L. 4. Questi studi biografici quando non riguardano uomini di fama grandissima o che ebbero vita strana ed emozionante di ordinario riescono poco interessante. Ora la biografia di Salvatore Vigo, per guanto egli fosse stato cittadino integerrimo, patriota sincere ed uomo coltissimo non si può dire che abbia avuto presenti le due cennate condizioni 111 grado eminente. Che il Vigo, però, fosse un uomo non comune basterebbe a dimostrarlo la stima grandissima in cui lo teneva un colosso: Michele Amari. Il grande ·storico del Vespro e del Dominio degli Arabi gli scriveva con grande affetto e con pari deferenza e lo chiamava Papà Vigo lo considerava come suo padre in civitate; e volendo ringraziare il Conte Arriva - bene dell'amicizia procuratagli con Gioberti gli scrive che vor POPOLARE rebbe rendergli la pariglia, presentandogli il suo Vigo, non filosofo, nè scrittore del valore di Gioberti, ma uomo di virtù romana, moderato, erudito, amorosissimo con gli amici .. La lettura della biografia del Vigo riesce intensamente per - chè serve a farci conoscere le condizioni politiche e sociali e gli avvenimenti della Sicilia nella prima metà del secolo XIX. Da due dialoghi tra Vigo e il ministro borbonico Antonio Franco, (1833 e 1834) ad esempio, si apprende quanto potessero dissentire i giudizi tra un rappresentante del governo e un siciliano coraggioso; il ministro diceva che I' imposta fondiaria in Sicilia non rappresentava che l' 1 o/o del reddito e Vigo la portava al 20 o 30 o/o ; il ministro assicurava che i Siciliani consuma vano almeno L. 0,85 al giorno; e Vigo negava; e Vigo che credeva poverissima la Sicilia osservava: << le ve,·ità, massime le economiche, annun 1 iate da un uffi- ,riale di Carico di Ministero difendono il governo dell'accusa che non le tornino gradite ». Vigo ricordava i_noltre che i Siciliani erano malcontenti del Re Borbone -· Franco diceva che lo odiavano - sopratutto per questi motivi: la soppreRsiont: della Costituzione , la centralizzazione del governo a Napoli, la concorrenza disastrosa che i prodotti del continente facevano a quelli di Sicilia. Si legge con molto interesse il carteggio di vari uomini illustri con Vigo. Da un lettore di Emerico Amari det r84r sappiamo che nei concorsi per una cattedra universitaria a Catania la condotta degli esaminatori raggiungeva una ingiustizia ed una. sgarbatezza che oggi ci indignerebbero. Sono interessanti i giudizi e le osservazioni che Michelt: Amari gli manda da Pa rigi in diverse epoche ; ed è veramente magnifica ciò che gli scrive anche da Parigi il 6 Agosto 1849 in difesa propria e di tutti gli uomini della rivoluzione siciliana crntro le accuse vergognose cui erano stati fatti segno dopo la restaurazione bornonica. Amari prova grande amarezza vedendo che anche Vigo gli chiedeva giustificazioni egli dice: << ma voi sapete che se mi date uno sciaffo non potrò far altro che baciarvi la mano. » L'opera di Cesare Lombroso nella scien 1 a e nelle sue ap plica,rioni - Torino, Fratelli Bocca r906, L. ro. E' un grosso volume pubblicato in occasione della festa pel cinquantesimo anno del!' insegnamento di Cesare Lombroso e contiene molte monogrJfie apologo"tiche di suoi discepoli ed ammiratori. Come in tutti i volumi del genere gli scritti sono numerosi e d'inuguale valore. Un Bazzana illustra lo spiritismo di Lombroso ed un Kurella per deca·ntare l'opera sua nella sociologia ricorre a paragoni iperbolici conditi da qualche sproposito. Altri più prudenti e più giusti - e tra questi scienziati noti e di valore , come il Tamburrini e il Marro - si occupano del lato psichiatrico (Tamburrini), dell'opera pellagrologica (Antonini), dell'antropologia criminale (esposizione esatta ed obbiettiva di A. Marro), della polizia scientifica (Ottolenghi) , delle discipline carcerarie (Bruno Franchi) ec. in rapporto sempre a Cesaro Lombroso. Maggiore importanza hanno le dne monografie di Enrico Morselli (L' antrapologia genei-ale, la filosofia scientifica e Cesare Lombroso), quella di Loria (L' evolu,rione di Cesare Lombroso) e l 1 Pr !fazione di Leonardo Bianchi. Questi loda maggiormente lo psichiatra e mette in serio dubbio il rapporto tra i caratteri anatomici dcli' uomo e la delinquenza e riconosce esplicitamente l'educabilità del delinquente - nato. Morselli ricorda che non ha mai taciuto le sue ragioni di dissenso dal Lombroso e dichiara che non vuol trattare a lungo, ma appena accennare ai lati discussi e piuttosto tem - pestosi del lombrosismo - tra i quali quello del tipo del delinquente; e gli dà merito pel contributo all' antropo-psiolo · gia ... (?!) oltre le lodi per la sua continua evoluzione. Ma l'apologia più ironica mi pare che sia quella che gli fa Achille Loria, che ne esalta la evoluzione e riconduce la delinquenza alla genesi sociale negando I' influenza della razza. E allora che cosa resta del lombrosismo ? DoTT. C. ToRLONIA-- Una nuova dottrina dello Stato. Lo Stato socialista secondo la concezione di A. Mengc:r. Roma r906. E' un buon esame critico della dottrina di Menger , di cui mette in luce le differenze e le attinenze col Marxismo. Non v'insi!:tiamo perchè l'argomento identico fu nella nostra rivista trattato ampiamt:nte dal Prof Salvioli. :)ott. Napoleontt Colajanni, proprietario, direttore .. responsabil Napoli - R. Tip. Pansini, Chiostro S. Lorenzo.
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