Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 22 - 30 novembre 1906

590 RIVISTA POPOLARE passiamo sull' abilitfl. di un vero uomo di mare che ha navigato tanto e che perciò è ben navigato e notiamo la parte marinaresca, che parve diretta contro la Navigazione generale italiana ed in favore del Lloyd italiano, cioè di Piaggio; si volle vedere nelle sue parole anche un abbandono della Terni ed una strizzatinfl simpatica di occhi verso il trust antagonistico, che fa capo al Perrone. Spezzò una lancia contro il socialismo. Ultimo tra coloro che parlarono fn Pantano. Le sue parole furono alquanto sprezzanti nella sostanza, benchè dolci ed amiche voi i nel la forma, verso il di- ::;cor~oMajorana. In quello del deputato per Giarre tre punti vanno notati: Pantano giustamente esaltò la creazione del Ministero dfll Lavorll in Francia ri.-:ordando che b ~na eutrat::t nel Ministero Sonni.no doveva essere caratte rizzata da 11na analoga croazione in Italia ; mise in relazione il fenomeno del l'emigrazione col suo progetto di colonizza:lione interna deplorando che il s.1ccessore lo abbia abbandonato; infine coraggiosamente toccò il tasto delle spese militari dichiarando che di nuove non ne avrebbe votato se non c' era l' affidamento che il denaro dei contribuenti non sarebbe stato gettato come pel passato nel pozzo di S. Patrizio senza assicurare la difesa del paese. Questa dichiarazione gli aprirà un' altra voi ta le porte di un Ministero sotto la monarchia? Ne dubitiamo forte. Abbiamo seRtito la parola degli aspiranti alla successione di Giolitti e degli oppositori durante le vacanze. ,. Aspettiamo gli orntori al cimento delle discussioni pari amen tari , che sono cominciate assai fiacche il giorno 27 che furono ravvivate in ultimo da brevi dichiarazioni di Crespi , Maggiorino Ferraris , Ca vagnari, Colajanni sulla questione ferroviaria. Quest' ultimo che ebbe parole aspre hnto pei doganieri ostrnzionisti , quanto µel ferrovieri 6 pei commercianti e industriali che minacciano sen·ate; raccohie le approvazioni di tutta Ja Camera. La logica liberista dell'Avanti. - In fatto di logica e di omaggio a ila reai tà i liberisti i tal iani, militino es8i nel socialis,uo o nell' ortodossi.amo economico che dovrebbe essere il suo a11tagonista ci hanno abituato ali' inverosimile ... Essi pur di dare una stoccata al protezionismo e di gridare contro l' infame dazio sul grano calpestano la verità con una legge• rezza insorpa~sabile che dovrebbe essere figlia dell' ignorauzu. più crassa o rlella più raffinata malafede, se non discendes~e in linea retta da quel fanati:smo politico e scientifico, che offm;ca la mente e si sostituisce a qualunque buona intenzione. Tutto questo pensavamo leggendo un arti.colo del1' Avanti (14 novembre) sugli Insegnamenti di una lotta pe·r l'indipendenza. Questa lotta è q uelìa che si combatte in Ungheria per conseguire la indipendenza economica dall'Austria; il campione che l'ha intrapresa e la eonduce innanzi valorosamente sarebbe ~,rancesco Kossut, ministro dell' agricoltnra e commercio. Per la lotta e pel campione l'Avanti I sente la più viva ;:immiraz10ne. Constata l' A vanti I che Kc-8SUt ha esposto un piano di riforme economiche, e che deve compiere a suon di fatti la giustificazione del la opportunità d'intendere ormai il Ministero di agricoltura, industria e commercio come il dicastero della vera gloria ungherese: il dicastero del lavoro nazionale. « Questo programma mira diritto a sollevare energicamente le sorti delia produzione promuovendone l' increruento in ogni ramo. Il nostro governo, continua il Kossut, è ben fermo nel proposito di dedicare a tale scopo tutte le sue energie, perchè noi avremo un Ungheria forte, libera, ri8pettata e temuta e sopratutto civile e felice il giorno in cui avremo fatto <1.nchenn Ungheria prospera, ricca, fertile d' iniziative fruttifere in tntti i rami della sua µrodutti vità >. L'Avanti I aggiunge e noi riproduciamo integralmente: e Kossut nel suo intere:;sante discorso in seno alla Commissione nominata per lo esame del s110 bilanci,>, ha 8oggi 1rnto che fra i mezzi con i quali si propone di svolgere la polit.ica di promuovimento della produzione nazionale non vi è posto pe1· quel p1·otezionismo doganale, costituito negli altri _paesi di EU?·opa in sopratassa della miseria. Il protezionismo- quasi mai ha rin vigori t() ed esteso la produzione della merce protetta (in Italia, per esempio, la coltura. granaria, malgrado l'infame dazi.o che . . . ht protegge, non si è estesa gran fatto dall' 87 ad oggi) ; esso è servito sol tanto a prnomuovere ed a µremiare la sinecnra dei proprietari, i quali si sono dispensati dal cercare mediante l' applicazi'one di un più perfezionato sistema di prod,:zione quell'aumento di reddito loro ~ssicurato senza alc11n fastidio dal ricatto protezioni1:1ta > • e Sicchè, in ultima analisi il p1'otezivnisrn<>hn danneggiato ciò che doveva f,w01·ire : cioè ln 7,roduzione, la economia dei paesi che ad esso hanno fatto ricorso_ > In queste osservazioni del giornale socialistR. , che verranno accettate come orn di coppello dalle migliaia dei suoi lettori ci sono tante fal.:,ità quasi quanto parole. La generalizzazione che vi ~i fa sul danno che la produzione ha sofferto nei paesi , cbe hanno adottato il protezionismo, non può essere fatta se non da chi non ha la benchè menoma idea dello incremento a.ella produzione, non diciamo ner,li Stati Uniti, ma in Germania e in Italia da cbe è stato adottato il protezionismo. Noi non sappiamo se realmente il Kossut ha pronunziato le parole che l'Avanti I gli mette in bocca contro il _protezionismo doganale. Se realmente le ha prounnziate esse dimostrano che egli ignora completamente gli ordinamenti del proprio paese e la corrente che prevale tra i- propri concittadini. Il disideratu,m più ardente degli Ungheresi, a cui inneggia l'artico- !i8ta dell'Avanti I è quello della indi pendenza doganale, dell'autonomia doganale. Perchè desiderano essi q 11esta autonomia? Perché, non ha dichiarato nelll;I,Camera il giorno 28 lo stesso Kossut, gli Ungheresi sono risoluti aJ averla nel 1817? Il giornale socialista lo dice: per· impedfre che l'Austria venda sul mercato Unghe1·esei p1·opri mannf'atti a buoni p1·ezzi e vi acquisti ,, buon me1·cato le de1·rate agrm·ie. E l'Avanti I in uu l:u;ido intervallo riconosce che la borghesia imghe·rese purchè 'riesca ad 'impad1·0nfrsi dei mercati nazionali con ASSOLUTA ESCL U - SIVITA' - magnifico liberismo questo che vuole la esclusività assoluta ai prodott.i naziomdi dd mer0ato naziooale ! -- non basta che essa ue voglia e ne sappia scaccim·e l'esportazione ausfriaca. Ma per 1·iuscirvi è necessario che la intrap1·esa nazionale lanci sui me·rcati ungheresi quella quantità e qiiella qualità di merci che l' Ai,stria v' infroduceva e che il sol bisogno dell' Unghe1·ia sollecita. Pe1·chè in caso confra•rio l) Unghe1·ùi stessa , quando avesse chiltso le bar1·iere all' Aust?·ia dovrebbe apr•frle ad un altro paese esp01·tato1·e,pe1· provvedere alle esigenze del suo consumo interno. Numi del cielo! Come non si è accorto l' economi::ita liberista dell'Avanti I che qne:;ta autonomia doganale realmente desiderata dall'Ungheria riesce al più sistematico protezionismo'? Come l'Ungheria potrà scacciare dal proprio mercato i man11fatti austriaci senza ricorrere al protezionismo ? Come potrà assicurare ai prodotti nazionali la esclusività assoluta. nel proprio mercato senza affidarsi al protezionismo? Sono misteri degli economisti del socialismo italiano, che possono

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