RIVISTA POPOLARE 605 Ma .il lavoro influisce anche sullo sviluppo del corpo. Da una statistica russa risulta che le arti tessili , prendendo a i ro anni i ragazzi in condizioni eguali, hanno poi l' influenza di attenuare se non di arrestare lo sviluppo in tutte le sue manifestazioni ( statura , peso , circonfarenza toracica), senza dire che l'involuzione è più rapida in quelli appartenenti alle industrie tessili anzichè in altri. Ed ecco l'importante ·tabella di Demienteff: Antropometria professionale Statura Peso relativo Clrconfe... toracica Età a 1 m. di statura relativa nelle lndustrie nelle industrie a 1 m. di statura nelle industrie Anni non tessili tessili non tessili tessili non tessili tessili IO 1.26 1.26 21.9 21.7 51.9 51.4 15 1.48 1.45 27.2 26.5 49• I 49·4 20 1.65 r.63 35·4 34·3 51.6 5 I •5 30 1.65 1.64 36.5 35.7 5 2 ·9 52.6 40 1.65 1.64 36.9 35.9 53·4 53• I 50 1.65 r.64 36.6 35.9 53·7 53.6 60 I I .65 1.63 36.4 35.o 53·9 53·3 I ragazzi inoltre che lavorano dentro le fabbriche sono più deficienti nello sviluppo in statura di quelli che lavorano fuori delle fabbriche , come si può rilevare dalle seguenti cifre di Conwel: Statura di ragani Lavoranti I 10 anni I 16 anni I 18 anni fuori le fabbriche m. 1.28 I m. r.56 I m. 1.77 dentro I I I 1.69 )) I )) 1.27 )) I. 5 I )) [noltre gli scarti di leva aumentano a seconda della pro - fessione più o meno nociva così nelle leve ( 1872-73) in un circondario solfifero (Piazza Armerina), secondo Colajanni, se n'ebbero : fra i contadini 24,28 - 21,33 fra i solfatari 40,44 - 44, 53 E dai risultati delle leve nei distretti industnali risulta pure che il massimo degli scarti si ha quando predominano le industrie. È degno di nota il fatto che in alcune regioni come nelle valli alpine che un tempo davano alle leve individui robustissimi, ora, dopo l'impianto di industrie , danno molti scàrti alle leve. Oltre l'alimentazione, l'abitazione, il vestiario ed il lavoro che vt:demmo essere così potenti fattori · igienico-economii:i, dobbiamo dallo stesso punto di vista considerare la : Educa 1 ione. - Questa è per noi : a) educazione fisica propriamente detta , int..:sa in senso lato , cioè con tutti quei mezzi che promuovono lo sviluppo e la sanità del corpo ; b) educazione igienica , cioè la conoscenza dei princip"i, delle regole e delle leggi d' fgiene. La scuola, la stampa ne sono i mezzi di apostolato. L'una e l'altra di queste educazio01 e di questi mezzi per diffonderle sono pure dei privilegi economici , dei guaii ne vengono favorite le classi agiate e private le povere. L' ignoranza delle regole ddl' fgiene espone a molti mali : mentre certe volte basta la conoscenza del pericolo per poterlo sfuggire. Quindi l' ignoranza, l'analfabetismo sono fattori che predispongono alle malattie quei moltissimi che non sanno come queste si prendono, come anche si possono evitare. Paragonando l'analfabetismo e la mortalità regionale, secondo le cifre dell'uftimo censimento, si ha il quadro seguente : Analfabetismo e mortalità regionale Regioni Analfabeti da 6 anni °lo ab. nel 1901 Mortalità °loo ab. nel 1900 Piemonte I 7.69 22.28 Lombardia. 21.58 2 3·39 Liguria. 26.54 21.10 Veneto . 35.37 20.56 Emilia 46.29 22.91 Toscana 48.22 2 I .66 Umbria. 60.26 22 ·37 Marche. 62.53 23.76 Roma e Lazio 43.83 2 3·34 Abruzzi e Molise. 49.76 24.01 Campania 65.09 25.60 Puglia 69.5 1 26.87 Basilicata 75.39 30.00 Calabria 78.70 27.20 Sicilia 70.89 25.84 /Sardegna 68.33 25.40 Da cui si v.:de che la mortalità (che già trova come cause efficienti molti altri fattori sociali) conserva un certo paralle. lismo coli' analfabetismo. Certo le regioni con molto analfabetismo hanno anche molto alta la mortalità. Nel mezzogiorno d' Italia e nelle isole certe volte la mortalità ( qui è considerata quella dell' anno precedente al censimento) decorre in ordine parallelo ali 'analfabetismo. L'analfabetismo è accompagnato dalla immensa serie di p,-e. giudi 1ii popolari. Vi sono usanze (convinzioni non ragionate), costumi e credenze popoiari non solo fantastiche, ma aberranti dalla medicina moderna. L'animismo, le anime, le ombre dei morti, il culto dei morti, oltrechè fantastici, sono contrari ai principi d'Igiene. Altra credenza dannosa è qudla degli spiriti buoni o cattivi, di diavoli che s' Introducono nel corpo e produrrebbero le malattie. Il famoso quadro del Domenichino che rappresenta un santo che fa scappare il diavolo dal corpo d'un ragazzo è la fotografia più vera del!' istero-epilettico. Altre popolazioni hanno culti pe!r astri e per fenomeni naturali che avrebbero influsso sulla salu1e dell'uomo. Per varii secoli avevano invaso anehe la medicina questi pregiudizi pei quali anche i medici sostenevano: le epidemie avvenire per influenza degli astri , le malattie aver relazio!le con le fasi della luna. Altrove si fa gran t:onto delle divinazioni e presagi, anche delle_ malattie. Così pure dicasi delle tante sci oc - chezze come filtri, sortilegi , amuleti , feticci che potevano preservare la salute. Nè minore importanza hanno fra il po - polo le fatture e le fattucchiere, le streghe e le stregonerie· A Roma il calore è causa ed effetto di tutte le malattie. E così abbiamo tulla una medicina popola,-e cu,-ativa , come abbiamo una chirurgia popolare , i pregiudizi dellt: quali im perversano sperialmente sulla pediatria e sulla ostetricia. Così il mettere le foglie di sambuco sull'erisipela, le tele di ragno sulle ferite (ove possono portare le spore del tetano), I' in - chiostro sulle ferite, gli empiastri di panno rosso, di pancotto, di lumach~ , di sanguisughe tagliate a pezzi , paiono proprio mezzi fatti a posta per inoculare le malattie!. Così parecchie malattie dei. bambini e molte infezioni puerperali si devono proprio ali;) aberrazioni della medicina popolare_ Anche l'Igiene popolare è piena di pregiudizi. Raro è che i costumi popolari siano fondati su principi giusti. Cosi la teoria zanzarica e la relativa preservazione dalle febbri mala riche nelle popolazioni nere dell'Africa era ben conosciuta, ed anche le nostre popolazioni iuconsciamente adottavano norme precise, CùSÌ : non uscire in certe date ore perchè pericolose,
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