RIVISTA POPOLARE Politica, Lettere DI e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese lhtlia: :u1110 lire 6; semestre lire 3,50 - Estiero: anno lire 8; semestre lire 4:,.1'i0 Un numero separato Cent. ;10 Amministrazione: Corso Vittorio Euuinuele, n.0 115 - NAPOLI A 111to Xl l - .N um. 22 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 30 Novembre 1906 AVVISO IMPORTANTE. - Tutti i nuovi abbonati, che pagheranno anticipatament'e 11'anno 1907 riceveranno gratis i numeri della Rivista, che si pubblicheranno dal giorno in cui avranno mandato l'abbonamento sino a tutto Dicembre 1906. Coloro che procureranno QUATTRO abbonati·, che pagano antlcipatamente riceveranno GRATIS per tutto il prossimo' anno la Rivista. ' SOMMARIO: Gli avveulmentf e g·Ji nomini: Noi: (Le ultime avvisaglie parlamentari alla vigilia dell'apertura della Camera - La logica liberista dell'Avanti - Cattclici e clericali - Il fallimento delle quotizzazioni. A proposito del bosco Montello - Ancora la quistiorte Posnana e il gesuitismo Vaticàno - L' opera della Rivista nel far conoscere il Mezzogiorno giudicata da un Settentrionale - L'ottimismo di Bernardo Von Bulov - La politica interna inglese - La poiitica Marocchina - L'indennità ai Deputati francesi - Il manifesto del partito socialista alla classe operaia organizzata russa). - Dr. Napoleone Colajanni: L'anarchia italiana - A. Agresti: Una Folla Fiorentina nel secolo XV. - G. carano Donvito: Come combattere: l'analfabetismo - F. Gurviz: La reazir,ne russa attraverso la statistica - Latini ed Anglo-Sas · soni di N. Colajanni - Prof. Angelo Celli: Antagonismi igienirn-economici - Dott. Mario Pertusio: La marina mercantile del Nord America - lti vista delle ltlvlste: Il problema agrario nel mezzogiorno della Spagna (R.evue politique et parlamentaire) - Clericalismo (Corriere della Sera) - Le interviste Jell' on. Tedesco (Giornale dei Lavori Pubblici)- Per realizzare il programma del partito operaio (lndipendent Review) - [I voto alle donne (Weitminster Review) - Dal Bollettino del Lavoro di ottobre - Lo sviluppo commerciale del!' Africa Orientale tedesca (Deutsche Revue) - I gesuiti nel Meclemburgo (Deutschand) - Il problema degli indigeni al Sud-Africa (lndipendent Review). - Recenston1. GLI ftVVENifllENTI e GLI UOMINI Le ultime avvisaglie parlam.entarl alla vigilia dell'apertura della Cainera.-Prima che til riaprisse la Camera continuarono i discorsi degli ex ministri e degli ex sottosegretari di Stato. Parlarono Tedesco, Bianchi, Bettolo, Villa, Pantano; mandò nna lettera ai suoi elettori Maggiorino Ferraris. Tutti hanno voluto illuminare il paese ed hanno parlato a fin di bene ; e chi ne dubita? E per tutti vale l'osservazione fatta nel numero del 30 ottobre, che riuscì sgrariifa a qua lcho amico personale : tutti gli oratori vogliouo e sperano di tornare all' ambita occupazione di ministri. Nella lettera di Maggiorino Ferraris vi sono delle note giuste: quella sul disservizio ferroviario, sulla rinnovazione delle convenzioni marittime. Insistette maggiormente sulla necessità degli sgravi , dimostr::i.ndo coli' esempio delle entrate postali che pretie11tarono nell'ultimo esercizio un aumento di oltre -~uatlro wilioni non ostante la diminuzione da 20 a 15 centesimi della affrancazione delle lettere; e dello aumento dell' entrata doganale pel caffè, nonostante la di111inuzione del dazio da L. 150 a L. 130: l'aumento nell' ultimo anno fu di oltre quattro milioni. Opportnrnrniente egli a sostegno della politica di sgravi ricordò queste parole pronunziate da Giolitti nel sno discorso di Busca del 1899: « Questa con- « dizione di cose è contraria non solamente alla giu- • stizia e alla umanità , ma anche ad un grande in- « teresse nazionale; in molte parti d'Italia le classi « lavoratrici della città e della campagna per difetto « di sufficiente nutrizione crescono deficienti di forza « fisica e di energia morale , onde ne deriva una « grande diminuzione nel lavoro nazionale e una causa « d'inferiorità per il nostro paese. » « Vi fu un tempo nel, quale l'idea di attendere che « vi fosse un margine di bilancio per togliere i più « ingiusti aggravii, parve anche a me accettabile; ma • l' esperienza mi ha convinto che un avanzo perma- « nente di bilancio per molti e molti anni non si avrà, « porcbè arpena comincia a sorgere, subito si propon- « gono aumenti di spese. « Così nel 1896, appena si ebbe nn miglioramento « di entrata, si aumentarono di oltre dieci milioni le « spese militari ; nello scorso anno le speranze di un e avanzo produssero quegli aumenti di spesa contro i « quali protestò il Senato del Regno ; ed ora si parla « di nuove spese per la marina e per opere pubbliche. e Non contesto la utilità di codeste spese, -ma. le me• « desime non sono cosi urgenti come il riparare ad « un'ingiustizia riconosciuta da tutti e che cade sulle « classi più povere » • Fin qui l' on. Giolitti, che nelle recenti dichiarazioni al Parlamento del 12 giugno, presentando l' attuale Gabinetto, affermava che « a misura che le con- « dizioni della finanza lo consentiranno, occorrerà rie durre le imposte sui consumi ». L' 011. Maggiorino Ferraris, infine , deplorò l' effiorescenza dei particolarismi ed ebbe una punta contro gli eccessi delle bnrse resa di grande attualità dal crac delle Terni e dell' ex suo Presidente Ferruccio Prina. Le Terni sia detto en passant, determinarono le dimissioni dell' amministratore dell' Avanti ! signor Armani, che negli affari relativi sembra in vischiato. Si può passare sopra ai discorsi di Villa, di Bianchi, e di Tedesco: il primo si crede ai tempi delle platoniche discussioai suile caratteristiche nella politica interna della Desfra e della Sinistra e si chiari un vecchio dottrinario liberale che non è imbevuto di spirito moderno ; il secondo tentò l' impossibile : la propria giustificazione come ministro dei lavori pubblici nella q uistione ferroviaria. Pare, però, che le accoglienze nel collegio, strappato ad Altobelli nel 1904, non siano state liete ; d' onde l'ira di qualche suo sostenitore, che discese sino alla diffc1.mazi.onee provocò una sdegnosa. lettera di Carlo Altobelli nel!' Avanti, che leva la pelle ..•. Più importante il discorso di Bettolo a Recco. Sor-
590 RIVISTA POPOLARE passiamo sull' abilitfl. di un vero uomo di mare che ha navigato tanto e che perciò è ben navigato e notiamo la parte marinaresca, che parve diretta contro la Navigazione generale italiana ed in favore del Lloyd italiano, cioè di Piaggio; si volle vedere nelle sue parole anche un abbandono della Terni ed una strizzatinfl simpatica di occhi verso il trust antagonistico, che fa capo al Perrone. Spezzò una lancia contro il socialismo. Ultimo tra coloro che parlarono fn Pantano. Le sue parole furono alquanto sprezzanti nella sostanza, benchè dolci ed amiche voi i nel la forma, verso il di- ::;cor~oMajorana. In quello del deputato per Giarre tre punti vanno notati: Pantano giustamente esaltò la creazione del Ministero dfll Lavorll in Francia ri.-:ordando che b ~na eutrat::t nel Ministero Sonni.no doveva essere caratte rizzata da 11na analoga croazione in Italia ; mise in relazione il fenomeno del l'emigrazione col suo progetto di colonizza:lione interna deplorando che il s.1ccessore lo abbia abbandonato; infine coraggiosamente toccò il tasto delle spese militari dichiarando che di nuove non ne avrebbe votato se non c' era l' affidamento che il denaro dei contribuenti non sarebbe stato gettato come pel passato nel pozzo di S. Patrizio senza assicurare la difesa del paese. Questa dichiarazione gli aprirà un' altra voi ta le porte di un Ministero sotto la monarchia? Ne dubitiamo forte. Abbiamo seRtito la parola degli aspiranti alla successione di Giolitti e degli oppositori durante le vacanze. ,. Aspettiamo gli orntori al cimento delle discussioni pari amen tari , che sono cominciate assai fiacche il giorno 27 che furono ravvivate in ultimo da brevi dichiarazioni di Crespi , Maggiorino Ferraris , Ca vagnari, Colajanni sulla questione ferroviaria. Quest' ultimo che ebbe parole aspre hnto pei doganieri ostrnzionisti , quanto µel ferrovieri 6 pei commercianti e industriali che minacciano sen·ate; raccohie le approvazioni di tutta Ja Camera. La logica liberista dell'Avanti. - In fatto di logica e di omaggio a ila reai tà i liberisti i tal iani, militino es8i nel socialis,uo o nell' ortodossi.amo economico che dovrebbe essere il suo a11tagonista ci hanno abituato ali' inverosimile ... Essi pur di dare una stoccata al protezionismo e di gridare contro l' infame dazio sul grano calpestano la verità con una legge• rezza insorpa~sabile che dovrebbe essere figlia dell' ignorauzu. più crassa o rlella più raffinata malafede, se non discendes~e in linea retta da quel fanati:smo politico e scientifico, che offm;ca la mente e si sostituisce a qualunque buona intenzione. Tutto questo pensavamo leggendo un arti.colo del1' Avanti (14 novembre) sugli Insegnamenti di una lotta pe·r l'indipendenza. Questa lotta è q uelìa che si combatte in Ungheria per conseguire la indipendenza economica dall'Austria; il campione che l'ha intrapresa e la eonduce innanzi valorosamente sarebbe ~,rancesco Kossut, ministro dell' agricoltnra e commercio. Per la lotta e pel campione l'Avanti I sente la più viva ;:immiraz10ne. Constata l' A vanti I che Kc-8SUt ha esposto un piano di riforme economiche, e che deve compiere a suon di fatti la giustificazione del la opportunità d'intendere ormai il Ministero di agricoltura, industria e commercio come il dicastero della vera gloria ungherese: il dicastero del lavoro nazionale. « Questo programma mira diritto a sollevare energicamente le sorti delia produzione promuovendone l' increruento in ogni ramo. Il nostro governo, continua il Kossut, è ben fermo nel proposito di dedicare a tale scopo tutte le sue energie, perchè noi avremo un Ungheria forte, libera, ri8pettata e temuta e sopratutto civile e felice il giorno in cui avremo fatto <1.nchenn Ungheria prospera, ricca, fertile d' iniziative fruttifere in tntti i rami della sua µrodutti vità >. L'Avanti I aggiunge e noi riproduciamo integralmente: e Kossut nel suo intere:;sante discorso in seno alla Commissione nominata per lo esame del s110 bilanci,>, ha 8oggi 1rnto che fra i mezzi con i quali si propone di svolgere la polit.ica di promuovimento della produzione nazionale non vi è posto pe1· quel p1·otezionismo doganale, costituito negli altri _paesi di EU?·opa in sopratassa della miseria. Il protezionismo- quasi mai ha rin vigori t() ed esteso la produzione della merce protetta (in Italia, per esempio, la coltura. granaria, malgrado l'infame dazi.o che . . . ht protegge, non si è estesa gran fatto dall' 87 ad oggi) ; esso è servito sol tanto a prnomuovere ed a µremiare la sinecnra dei proprietari, i quali si sono dispensati dal cercare mediante l' applicazi'one di un più perfezionato sistema di prod,:zione quell'aumento di reddito loro ~ssicurato senza alc11n fastidio dal ricatto protezioni1:1ta > • e Sicchè, in ultima analisi il p1'otezivnisrn<>hn danneggiato ciò che doveva f,w01·ire : cioè ln 7,roduzione, la economia dei paesi che ad esso hanno fatto ricorso_ > In queste osservazioni del giornale socialistR. , che verranno accettate come orn di coppello dalle migliaia dei suoi lettori ci sono tante fal.:,ità quasi quanto parole. La generalizzazione che vi ~i fa sul danno che la produzione ha sofferto nei paesi , cbe hanno adottato il protezionismo, non può essere fatta se non da chi non ha la benchè menoma idea dello incremento a.ella produzione, non diciamo ner,li Stati Uniti, ma in Germania e in Italia da cbe è stato adottato il protezionismo. Noi non sappiamo se realmente il Kossut ha pronunziato le parole che l'Avanti I gli mette in bocca contro il _protezionismo doganale. Se realmente le ha prounnziate esse dimostrano che egli ignora completamente gli ordinamenti del proprio paese e la corrente che prevale tra i- propri concittadini. Il disideratu,m più ardente degli Ungheresi, a cui inneggia l'artico- !i8ta dell'Avanti I è quello della indi pendenza doganale, dell'autonomia doganale. Perchè desiderano essi q 11esta autonomia? Perché, non ha dichiarato nelll;I,Camera il giorno 28 lo stesso Kossut, gli Ungheresi sono risoluti aJ averla nel 1817? Il giornale socialista lo dice: per· impedfre che l'Austria venda sul mercato Unghe1·esei p1·opri mannf'atti a buoni p1·ezzi e vi acquisti ,, buon me1·cato le de1·rate agrm·ie. E l'Avanti I in uu l:u;ido intervallo riconosce che la borghesia imghe·rese purchè 'riesca ad 'impad1·0nfrsi dei mercati nazionali con ASSOLUTA ESCL U - SIVITA' - magnifico liberismo questo che vuole la esclusività assoluta ai prodott.i naziomdi dd mer0ato naziooale ! -- non basta che essa ue voglia e ne sappia scaccim·e l'esportazione ausfriaca. Ma per 1·iuscirvi è necessario che la intrap1·esa nazionale lanci sui me·rcati ungheresi quella quantità e qiiella qualità di merci che l' Ai,stria v' infroduceva e che il sol bisogno dell' Unghe1·ia sollecita. Pe1·chè in caso confra•rio l) Unghe1·ùi stessa , quando avesse chiltso le bar1·iere all' Aust?·ia dovrebbe apr•frle ad un altro paese esp01·tato1·e,pe1· provvedere alle esigenze del suo consumo interno. Numi del cielo! Come non si è accorto l' economi::ita liberista dell'Avanti I che qne:;ta autonomia doganale realmente desiderata dall'Ungheria riesce al più sistematico protezionismo'? Come l'Ungheria potrà scacciare dal proprio mercato i man11fatti austriaci senza ricorrere al protezionismo ? Come potrà assicurare ai prodotti nazionali la esclusività assoluta. nel proprio mercato senza affidarsi al protezionismo? Sono misteri degli economisti del socialismo italiano, che possono
RIVISTA POPOLARE. 591 benissimo gareggiare m serietà con quello della Santissima 'rrinità ... Una ipote8i si potrebbe adottare per dare aspetto meno umoristico a tali strafalcioni ; ed è questa : che l'Ungheria voglia acquistare l'autonomia dogana.le per adottare un feroce protezionismo contro l' Austria e per adottare il liberismo verso gli altri Stati; ed è il solo modo di potere spìegare i propositi che l'Avanti! attribuisce a Kossut, ci::ièdi promuovere la produzione ungherese senza ricorrere al protezionismo. Ma in questo caso si riuscirebbe a questo asirnrdo politico: 11na delle due parti che compongono la monarchia austroungarica non accorderebbe alY altra la clausola della nazione più favorita ... 'l'anto varrebbe che il mezzogiorno d' Italia e la Sicilia, se lo potessero, inna.lzas · sero barriere doganali insormontabili al Tronto contro i manufatti dell'Alta Italia e spalancassero le porte ai rrodotti similari della Francia, dell'Inghilterra, della Germauia ecr. In ogni modo in attesa delle novità veramente straordinarie cui ci dovrebbe fare assistere l'Ungheria colla sua politica economica quando avrà acquistata la propria autonomia doganale , contro le grottesche affermazioni che l'Avanti I mette in bocca a Kossut sta il fatto che, ora come ora, l'Ungheria è rigidamente, ferocemente proteziouista. Possono ignorarlo i socialisti del giornale di Roma ; ma non lo ignorano gl'ltaliani; ì quali sanno che sui propr; vini furono proprio gli ungheresi che insL,tettero sino alla frenesia a:ffinchè venisse imposto un dazio di circa il 200 o/o sul valore del prodotto. E con questo pò pò di liberismo alla Kossut, pel . quale. l'Avanti! va in sollucchero, si è riusciti a questo risultato: l' f'Sportazione di vino italiano nell' Austria Ungheria da un milione e mezzo di ettolitri è stata ridotta a mf'no di cinque mila ettolitri ..... Il mercato ungherese è stato assicurato con esclusività assoluta ai vini ungheresi in grazia del liberismo stranissimo che suscita gli entusiasmi del giornale socialista italiano. Se Cobden tornasse in vita, di fronte ad un siffatto liberismo certamente sentirebbe il bisogno di proclamarsi protezionista. + . Cattolici e clericali. - Si è dibattuta una singolare. pol~mica tra Paul Sabatier e il gesuita Padre Brandi, direttore della Civiltà Cattolica, cioè dell' organo più autorevole del Vaticano. Sabatier distinse i cattolici dai clericali francesi ed ebbe parole rispettose pei pr:mi, d~ biasimo e di disprezzo pei secondi. Padre Brandi ba risposto che la differenza non esiste e ch1:i clericalismo e cattolicismo sono tutte una cosa ; chi offende i clericali offende i cattolici e viceversa. Padre Brandi certamente è più autorevole del protestante Sabatier nel conoscere le varietà del gregge di cui egli è guida. Forse ha ragione affermando che le pecore nere sono tante pecore quanto quelle bianche. E' nel suo interesse di reazionario assoluto di stabilire una stretta solidarietà tra clericali e cattolici perchè ai reazionari, naturalmente giova e piace combatter~ con esercito compatto e numeroso anzicchè vedersi abbandonato per istrada da una buona metà dei combattenti. Aggiungiamo per parte nostra che agli amici veri del progresso fa comodo e piacere com· ?a~tere a viso scoperto contro clericali e cattolici uniti rnsieme. Essendo il Papa nn ciericale e dovendo i cattolici cieca obbedienza a lui, come potTebbero restare cattolici dis·1bbidendo al Capo della loro Chiesa? E' q~ello che andiamo dicendo da un pezzo ai migliori e più sinceri democratici-cristiani. La distinzione si dovrebbe porre tra cristiani e cle1 icali , perchè i cristiani sono una cosa di versa dai cattolici. In ogni modo è sicuro che nella vita a.ttuale e nelle presenti condizioni degli spiriti la differenza. ammessa da Sabatier esidte e viene ammessa da spiriti religiosi ed areligiosi o au ti religiosi. E' di questo avviso anche Don Romulo M11rri , che ne ha trattato in un buon articolo del Oor-rie1·edella Sera. E noi, data l' attualità dolla discussione lo riproduciamo nella rubrica della Rivista delle 1·iviste q uan tun que nella medesima di ordinari o non trovino posto i riassunti degli articoli pubblicati nei giornali quotidiani. + Il fallimento delle quotizzazioni. A pro posito del bosco Montello. - Nel 1892 ìl go• verno italiano e il Parlamento votarono una legge che aveva tutte le apparenze della saggezza e ch'era. certamente il prodotto delle migliori intenzioni dell'uno e dell'altro verso le miserissime popolazioni che vivono attorno al bosco Montello io provincia di Treviso e la cni miseria era tale che gli abitanti di quei Comuni erano chiamati bis-nenti, due volte niente. L' ex bosco Mo11tello della estensione di ettari 5912 fo diviso in due parti: una metà fu assegnata a. quote di ettari 1 e mezzo circa a 2015 famiglie povere; l'altra metà fu venduta per L. 1,333,000. La quale somma fu destinata a costituire una Cassa che doveva soccorrere i contadini poveri, che avevano avuto le quote e procurare loro animali, sementi e tutto ciò che occorreva per la colt11ra. Le qnote non divenivano proprietà libera e definitiva se non quando i possessori doro un Resseonio avevano rimborsato la Cassa delle anticipazioni ricevute. Ebbone: questo provvedimento che sembrò saggio e filantropico è fallito completamente. Il fallimento è stato constatato dal Dott. Ilario Zannoni, che ha fatto una diligente inchiesta per conto della Società umanitaria Loria di Milano, e lo desume da questi dati : dalla vendita delle quote ricevute dalle famiglie povere e dalla miseria pert'i~teutc che costrinise i bisnenti ad flmigrare. Noi avremmo delle riserve a fare sulla emigrazione presa come indice di miseria specialmente in questo momento; ma è certo che la vendita delle quote ha un grave significato, che trova riscontro altrove. Infatti nel Mezzogiorno e in Sicilia gran parte dei contadini che avevano preso a censo un lotto di terre delle corporazioni religiose o del demanio o che avevano ricevuto una quota dei demani comunali i cui avanzi sfuggiti alle usurµaziooi dei signori con leggerezza imperdonabile credendo di fare della buona democrazia e magari del socialismo spicciolo, furono divisi tra le famiglie povere, finirono per cederli ad altri limitrofi proprietari arrotondandone i poderi , se non creando gli odiosi latifondi che si vogliono distrutti. Le quotizazioni dei demani sollevarono poche famiglie povere e privarono di un reddito sicuro i dissestati Comuni. Ciò che si ertt constatato in Sicilia e nel Mezzogiorno si è verificato nel Veneto: i possessori delle qude non trovarono nelle medesima i mezzi per la sussistenza e se ne sbarazzarono. Cosi una persona competente del 1 uogo confessa va al Zannoni che nel Comune di Nervesa le quote alienate rappresentano dopo pochi anni il 40 °/0 e che fra non molto, quando i quotisti avranno la libera proprietà del lotto, si arriverà al 70 °fo. Da un articolo della Revue politique et pai·lamentafre , che i lettori troveranno nella Rivista deUe 1·iviste, si apprende che lo stesso fenomeno si è presentato in Ispagna. La evidenza di questo fatto è tale che il Zannoni si associa ad un conservatore come il Salandra in quasto giudizio : « Le leggi eversive della feudalità mossero da questo concetto : che bastasse offrire al proletariato agricolo un pezzo di terreno per mutarlo stabilmente in proprietario. L'esperienza ha dimostrato vana la generosa asserzione. Per evitare che peggiorassero le condizioni della produzione e dell' accumu-
592 RIVISTA POPOLARE lazione della ricchezza nelle popolazioni agricole, dato un demanio quotizzabile e quotizzato, secondo le leggi eversive, la proprietà della qnot2 non si deve far passare all'assegnatario di essa, ma all' asociazione dei quotisti elevata dalla legge in corpo morale. Il far parte di questa associazione sia condizione sine qua non dell'asst'\gnazione della quota. » Lo Zannoni crede che le associazioni cooperative emiliane rispondano alla indicazione del Salandra; a noi pare invece che, non negando menomamente l' utilità delle prime, all'associazione collettiva non rispondeva rhe il progetto Pantano per la colonizzazione interna. + Ancora la quistione Posnana e il gesuitismo Vaticano. - I nostri lettori ci perdoneranno se torniamo ancora ::iu la 11ueHtionedella quale già trattammo nel nostro nnmero antecedente; ma un fatto nuovo si è prodotto che mette in piena luce quella politica Vaticana, ligia sempre al più forte, che co8tituisce l'antitesi più stridente colf' insegnamento di Cristo e la pratica dei suoi seguaci, e specialmente di quegli che si arroga il titolo di suo rappresentante in terra. Intendiamo la lettera indirizzata testè da Pio X al Cardinale Fischer di Colonia. Per bene com}Jrendere il gesuitismo profondo di questa lettera, è opportuno richiamarsi brevemente ai fatti. L'Imperatore Gugliemo da consumato tiranno quale egli è, intende che i Polacchi di Posnania non parlino µiù la lino-ua della loro patria.. Egli sa che la lingua d' uu popclo è, nella oppressione, la più fortEi difesa della patria. Gli Ebrei rimasero, anche nella schiavitù, saldamente uniti a Gerusalemme, finchè potettero parlare e parlarono , anche nei paesi stranieri , la loro lingua. La lingua nazionale è per il popolo oppresso il ricordo della libertà perduta , la speranza della indipendeo7,a da riconquistare. Questo sa perfettamente l' uomo che opprime sotto il tirannico o-ioco quella parte di Polonia. che toccò in sorte ai ;'uoi avi; ed egli cerca di spegnere, di soffocare. di disperdere i I ricordo e la speranza ; per sempre. Ultimo rifugio della lingua era rii:nasta agli oppressi la preghiera. Essi, questa è legge stabilita dal Concilio di Trento, legge inviolabile per la chiesa cattolica, pregavano nella lor lingua materna Id.dio. Nella semola ai bambini Polacchi s'insegnava a chie-- dere a Dio il pane quotidiano e la bontà diuturna, nella lingua dei padri. . Il Kaiser ha dichiarato che d1 ora innanzi anche nella seuola, anche nella Chiesa i Polacchi parleranno tedesco. Cristo si 1:,arebbe levato di-fronte all'oppressore e avrebbe lanciato contro di lui la più fiera delle sue invettive: il suo successore che abita non la povera casa di Gerusalemme ma il sontuoso Vaticano, il suo snccessore clte è pio e buono, e se1·afico cond:rnna .... i Polacchi di Posen. La letten:1. al cardinale :F'ischer è un mon11mento di gesuitismo. Infatti Pio X dichiara che la Chiesa vuol 1·imane1e est-ranea a tutle le questioni politiche. Questa è una prima menzogna po1chè si sa che il Cent~o tedesco cattolico agisce µoliticamente in seguito a~ 1struzioui ricevute dal Vaticano. Dichiara ancora 11 successore di Cristo, che la Chiesa Ramana é intransigente in tutto ciò che tocca le questioni 'religi~se. Altra menzogna poicbè se cosi fosse veramente Pio X .è.ovrebbe esio-ere che nella Obiesa e nella preghiera nelle scuole~ fosse rispettata la lingu~ pola~ca, e s~ sa che egli ha respiuto la supplica dei vescovi Stablewski e Tedorevicz in favore della lingua polacca. Pio X, con una abilità, della quale gli è maestro o complice Merry del Val, baratta abilmente i termini della questione e cerca far credere che è politìca una questione, che, in realtà e ridotta agli attuali termin 1 è religiosa, nient'altro che religiosa. L'Imperatore di Germania tog;lie la patria, potestas ai padri che non si assoggettano alla legge di violenza, destituisce maestri, preti e sindaci : sn tutta questa violenza, il sorridente e pacifico Pio X tende le tre dita aperte e benedice. Del resto non c'è di che meravigliarsi. Non fu forse seguita dal Vatirano 11na identica politica contro l'Irlanda - fedelmente, ferocemente, st11pidamente cattolica ma, debole - ed a favore dell' Inghilterra protestante, ma forte? Lo scrittore Sienchiewicz ha._ indirizzato all'Imperatore Guglielmo una lettera nella quale gli ricorda il manifesto del 1867 nel quale era garantito ai Polacchi il rispetto alla. loro religione, alla loro lingua, ai loro costumi; i Polacchi austriaci si dichiarano contro la triplice alleitnza se la legge di ferocia emanata contro i Polacchi Posnani non sarà modificata. La lettera dell' illustre romanziere è rimasta senza risposta; le proteste dei polacchi austriaci 110navranno un miglior, risultato; come non ha agli occhi del J1aiser tedesco nessun valore l' esempio degli Stati Uniti che ai po• lacchi concedono scuole e n ili.ci pnbblici , della loro linp?;ua nazionale. Quegli che usurpa il titolo di successore di Cristoil difensore dei deboli, morto in croce per direndere il diritto dei deboli e degli oppreesi - si è schierato, seguendo del resto la costante politica dei suoi predecessori - meno i primi passi della Chiesa - si è schierato per il forte contro i deboli, per l'oppressore contro gli oppressi ; per il Kaiser contro i .Polacchi ed ha benedetto la legge della violenza ; lia ratificato con la gesuitica lettera al cardinale Fiscber la violenza dell'imperatore contro uno dei più solenni canonì della chiesa; ed al grido dei fedeli imploranti per la lingua, per la patria, per la religione, egli ha. risposto tappandosi le orecchie, e fingendo di considerare questione politica quella che Cristo avrebbe considerata questione d'intangibile diritto e di umanità. NOTA. Ciò che precede era già stampato qua1ido i gio,· - ,1ali hanno recato la noti,ria della subitanfa morte di Mons. Stablewsky. L' Imperatore Guglielmo può vantarsi d'esser nato vestito. L'uomo che gli era come un bruscolo .negli occhi è scomparso dalla scena del mondo e dalla lotta. Chi ne soffrirà son? i Polacchi di Posnania poichè si può star certi che il Vaticano scegliera a successore del vescovo pa triotta, un uomo bene accetto ai gesuiti, all' Imperatore Guglielmo, alla politica Vaticana e, per conseguen,ra, nemico dei polacchi, avJJersario della loro resisten 1a, disposto a seguire le istru,rioni vaticanesche le quali consistono nel non ostacolare la volontà del sire tedesco, e quindi di togliere anche all'insegnamento religioso il carattere na1ionalista polacco. Una perdita maggiore non poteva in questo momento esser fatta dai Polacchi Posnani. + L'opera della Rivista nel far conoscere il Mezzogiorno giudicata da un Settentrio · trlonale. - Questa nostra rivista) cui tutti riconoscono i pregi del coraggio e della sincerità , contro i propri interessi materiali, sp~sso difende e fa conoscere il Mezzogiorno nel Nord d'Italia, pur non risparmiandolo, in nome della verità, di segnalarne e stigmatizzarne i non pochi e non lievi difetti. Abbiamo detto che la 'rivista va contro i propri intoressi seguendo tale direttiva, poichè i nostri migliori amici , che la pagano, la incoraggiano e la diffondono con amore li abbiamo per lo appunto nel Settentrione più colto e più evoluto, e dove abbiamo i più tenaci legami politici e intellettuali. Ma tra i settentrionali pur troppo non sono pochi coloro che ci hanno abbandonato dichiarandocene la ragione : la pretesa nostra parzialità regio nistica. Ogni volta che ci pervenne qualche rimprovero di queste genere noi ne provammo vivo rammarico, perchè abbiamo la coscienza di non meritarlo; viceversa
RIVISTA POPOLARE 593 ci riusci di grande conforto ogni manifestazione che di lassù ci pervenne approvante la nostra attitudine. In _questi &iiorni tra le tante lettere che ci pervennero rn occasione delle cai·toline spedite ai nostri abbonati, nna ce ne fu mandata da una cittadina del Veneto, e sentiamo il bisogno di pubblicarla nella sua :n_tegrità, perchè rivela uno stato di animo preval~nte m talune contrade del Nord, che male si potrebbe ri_conosce1:e.d~lle manifestazioni pubbliche e per così dire 11ffic1ah,improntate quasi sempre -- e spessissimo a fine di bene: per non suscitare antipat_ie reaionaliad ipocrisia ed a menzogna. 0 Al nostro direttore, adunque, si seri ve dal Veneto. « • 14, XI, 906 ,. Ricevo oggi la sua circolare ed bo spedito subito le cartoline relative ad amici miei. « Gli abbonati, Ella dice , si trovano dove meno si crede; speriamo, dunque, che con questo mezzo io possa procurarne qualcuno alla Rivista che Ella dirige con tanto intelletto di amore. « S~r~i felice ~i vedere mag~iormente diffusa qnassù La Rivista popolare che tra 1 tao ti meri ti ha anche qu~ll~ grandi~si_mo di trattare con competenza quella qu1st10ne mer1d10nale che tutti discutono ma che ben poc_hi conoscano. S~ sentisse quassù, Egregio professore le ide~ della maggioranza snl disgraziato mezzogiorno! Quanti pregiudizi c'instillano sin dai primi anni di vita! « Noi s~ttentrionali, dicono, apparteniamo ad una (< razza supenore, siamo onesti siamo lavoratori abe biaJ:?o. in ,_rn~parola tutte le \uone qualità .. .'.. I e mend1onalt, rnvece appartenenti ad una razza infe- « riore ne s?no completamente privi. Fu un grave er- « rore, soggiungono, quello di Garibaldi di andare a e conquist_are ~I Regno delle Due Sicilie , perchè noi e s~ttentr~onalt dobbia~o pagare le tasse anche per qnei « d1spe~·~t1del M~zzogiorno, che non vogliono lavorare. "' Lagg~u t~tto e mafia e carr;iorra; Palizzolo e Nasi « sono 1 ven rappres~n tanti della Sicilia come Mus- « solino e Casale lo sono delle Calabri e e' di Napoli ,, . « E creda, Professore, che tali idee non le nutrono solo i poveri contadini, ma anche quasi tutti i rappresentanti delle cosi dette classi colte. Ricordo che mentre si discuteva alla Camera ~I p1:ogetto di legge sul Mezzogiorno un co~men~at?re m1 diceva queste testuali parole: « q~e.1 n:iatt1 d1 Montecitorio vogliono buttar via nuovi e mil1001 pel Mezzogiorno; ma il rimedio sarebbe uno « solo e soggiungeva sorridendo : da Roma in giù tutto e un quarto d' 01·a sott' acqua . . . . . ,. e E astraendo da tutto questo. io vorrei veder diffusa n~aggiormen_te la Rivista tra i giovani, perchè t~~t~a. rn form3: piana ~d accessibile tutte le quistioni p1~ rnteressant1 del giorno. Torno dunque a ripeterglielo ancora una volta : se le troverò dei nuovi abbonati ne sarò più che felice « devotissimo . . . . . + L'ottimismo di Bernardo von Btl.low.- Leggen~o il discorso _che il Cancelliere del!' Impero G~rm_amco ha fatto giorni fa al Reichstag, un fatto prmcipale salta agli occhi: l'ottimismo manifestato dal Biil~w a ~roposito della situazione- politica in Ger- ~ama ed 1 n Europa. Potrebbe darsi che questo sentimento. espresso dal Cancelliere fosse risultato dal « far buon viso a cattivo gioco » ma è certo che il collaborato.re del Kaiser ha avuto il raro coraggio di guardare rn faccia la situazione e di far capire che . ' non e rosea, quantunque egli se ne dichiari contento e la proclami sodisfacentissima. Se l' imperatore di Germania ed il suo cancelliere foss~ro due mistici si potrebbe dire che essi praticano la difesa dello struzzo che cacciaudosi la testa sotto ' ala crede non esser visto dai cacciatori· ma il milsticismo dell' Imperatore, è temperato dal' senso' pratico, positivo, juste milieu del suo cancelliere; onde· da quelle dicuiarazioni ottimù,ite dobbiamo trarre una concla~ione del tutto diversa, da q1tella <;bepotrebbe scat11rire dalle -sole parole del Bulow. Ormai la politica tedesca oon tii fa illusioni. L' Inghilterra è riuscita, e di più in pi1ì riesce nella sua costante e paziente opera d'isolamento della Germania. Indubbiamente la triplice dura ancora, e probabilmente sarà anche rinnovata; ma non ha più il carattere che ebbe al suo nascere, come non ne ha più le fonzioni . 1 ' ne_ o scopo. Il Bulow lo ha ammes-:io , 1 uando ha diclnarato che « •••• la politica di Bismarck oo·o·i non ha più ragione di essere; le relazioni fra la G;~mania e l' Italia si sono lentamente modificate , mentre che l' opinione pubblica Italiana si svolo-e sempre di più verso la Francia» ; ripetendo qua; le stesse fraoi con le quali il Basserman, al quale egli rispondeva, aveva attaccato e criticato la politica estera tedesca; naturalmente egli ha concluso diversamente dal!' in. terpell~nte: ha constatato che l'Italia pure avvicinandosi ~olto alla Francia ed all' Inghilterra, pure trovandosi in una po~izione delicatissima difficile anzi d • f I I 1 ronte alla Germania ad Algesiras nondimeno è rimasta fedele ai suoi impegni, e non ha fallato a.gli obblighi che le imponeva la Triplice. Ma ciò non basta: e che nC1nbasta ne è tanto persuaso il Btilow che ha sentito la necessità di alludere alla spada affilata, e di dichiarare che « un popolo di 60 milioni di an:me e con un esercito come quello della Germania, non è isolato se conserva la fede, una forte fede, in se ste8::io ». Bella frase che ha suscitato gli applausi del Centro e dei. Nazioaalisti, ma che, per l' ora che volge, uon è che una frase. Ora al sottinteso delle dichiarazioni dd S-ulow ha. da pensare seriam~nte, ci sembra, la politica estera Italiana. Spezzare ~li antichi legami, forse, non è conveniente ora, ma può essere, anzi è , opportuno rafforzare i nuovi. Non si sa mai ciò che serba dentro il seme chiuso dell' avvenire. Ed anche un altro fatto materiale risulta della discussione della politica estera al Reichstag. La n0vità della cosa. Bene l' ha rilevata il deputato socialista Volmar. Fino ad ora la politica estera della Germania era trattata al di fuori d' ogni altr,t ingerenza. dal• l' Imperatore e del suo cancelliere; oggi si è i:;entita la necessità di far partecipe a questa trnttazione anche la rappresenza del popolo tedesco. Segno di debolezza? Forse. Segno che maturano avvenimenti cosi gravi che se ne vuole d~vi8a con la nazione la responsabilità? Fors' anche ciò. Anzi ci sembra che sia proprio questo i:;econdocaso che ha determinato il nuovo atteggiamento del Cancelliere tedesco. Ottimista si; ma al tempo stesso ha dichiarato che è opportuno tener pronto l'arme che può giovare agli amici ed essere molesta ai nemici. E poichè il Cancelliere non ha confessato l'isolamento, e non è riuscito a dimostrare inesistenti i fatti dai quali risnlta, chi siano gli uomini, chi siano i nemici ai qucdi allnde il Bulow non si sa. Bene è dunque tè11er d'occhio la politica di questt) ottimista i I quale l1a l' aria di far come i gatti, che di sotto lo z_ampetto vellutato son sempre pronti a sfoderare la grinfia; e cercare- . di essere sempre parati ad ogni evento ; poichè qualche volta, potrobbe parere buona politica alla Germania il provocare - malgrado le reiterate dichiarazioni di pacifismo - una guerra contro queì nemici dei quali il Bulow, nel suo discorso pericolosa men te ottimista, non ha determinato la posizione geografica. La politica interna inglese. - In q ue8to momento la politica interna Inglese è interessante come non mai. In altri momenti è stata più rumorosa, o più battagliera o più riformatrice; ma però mai ,
594 R I V 1S T A P O P O L AR E prima d'ora, si è trovata di fronte a problemi di risoluzione tanto ardua e tanta incerta. Dopo le elezioni politiche, che avevano segnato- più che un trionfo per i liberali, e più che nna. rovina per i conservatari le elezioni amministrative di Londra nelle quali hanno trionfato i conservatori sono un indizio di un possibile mutamento nella opinione pubblica. Naturalmente ha nociuto al governo liberale, il non avere ancora applicata nessuna delle riforme prornesse; g;li ha nociuto-e specialmente ai socialisti del Partito Operaio Indipendente, alleati dei liberali - lo scanda• loso affare del Workhouse di Poplar, dove lo sperpero del denaro aveva raggiunto proporzioni fantastiche, e gli ha nociuto la discussione, ritornata ora sul tappeto. dell'education bl'.ll. Il resultato delle elezioni Londinesi ha dato ardire di nuove battaglie al partito conserva· tore, il quale, per mezzo della Camera dei Pari, si adopera a tutt' uomo a demolire le leggi proposte dal governo ed accettate dai Comuni. E il governo da partt=i sua, minaccia di rappresaglie la Camera dei Pari. La questione dell'education bill è nna delle più controverse ; ed ora che la questione del protezionismo è messa - almeno· per parecchi anni - a giacere è questa questione della educazione che appassiona l' opinione pubblica in Inghilterra. Non è certo però che-se il governo dovesse fare di nuovo le elezioni, e le facesse su questa piattaforma, sarebbe battuto. Forse la stragrande maggioranza liberale ai Comnni non vi tornerebbe compatta; i socialisti, ed i rappresentanti del partito operaio ne sarebbero decimati; nondimeno la piattaforma dell'education bil1 darebbe ancora nna maggioranza all'attua.le governo. Più problematica sarebbe la riuscita se la piattaforma dovesse essere la riforma dell'esercito, o l'aumento di spese, o l'aggravio di tasse, o la municipalizzazione dei pubblici servizi. La lotta fra il Governo e la Camera dei Pari è dunque tutta una lotta di abilità. Il governo fa di tutto perchè la Camera dei Pari col rigetto continuo di leggi liberuli si renda invisa al paese: la Camera dei Pari cerca di esautorare il governo menomando la portata e l'efficacia di alcune leggi che sono state presentate ai Comnni senza godere il suffragio di tntta <1 quasi tutta la na• zione: tale è della legge su la educazione. Si è vociferato che i Pari respingeranno la legge fav0revole alle Trade's Unions; ma è poco probabile; essi vogliono abbattere il governo liberale , non rendersi impopolari e sanno che il rigetto di questa legge li renderebbe impopolarissimi , mentre rafforzerebbe la posizione del gabinetto liberale che si troverebbe ad essere favorito dall'opposizione, certamente non disprezzabile delle associazioni dei lavoratori. Intanto le Trade' s Unions preparano le armi per le prossime prevedibili battaglie. Si sa certo che i Pari respingeranno la legge contro il voto plurimo. respingeranno anche le leggi su i conflitti fra padroni ed operai , e si sa pure che la legge su la marina mercantile non uscirà indenne dagli emendamenti della Camera dei Pari. Ora le Trade 's Unions hanno invece interesse a che queste leggi sieno votate come sono state proposte, altrimenti perdono la loro efficacia; sanno ancb~, che il governo - e lo hanno dichiarato alto e forte, è obbligato a rigar dritto - ad agire cioè come vogliono loro - se vuol durare al potere: tutte queste sono nubi, e _non passeggere, e l'elezione municipale di Londra, conservatrice in maggioranza. non è fatta per dissiparle; anzi, è vero che la Camera dei Pari dovrà essere abolita; è vero che l'Inghilterra sarà il primo paese d'Europa dove tutti i servizi pubblici saranno municipalizzati; tutto questo dovrà. essere, ma non ci pare sia ancora giunto il momento favore· vole alla realizzazione di questi desiderata. ♦ La situazione Marocchina. - A dir vero, se volessimo ridere della diplomazia che s' empie le mani di mosche, niente meglio della attuale situazione al Marocco ce ne offrirebbe materia. I governi E·1roi:,ei dovranno ricorrere alle fucilate ed alle ca,nnonate per garentire i loro interessi e proteggere i rispettivi regionali laggiù : veramente per arrivare a questo risultato non c' era bisegno che le sapientissime zucche dei ministeri degli Esteri Europei se n' andassero a passare una stagione ad Algesiras. Tanto più che la si· tuazione al Marocco è peggiore di prima, e le potenze Europee si trovano nelle medesime condizioni di prima. Spagna e Francia obbligate, dai loro stessi interessi, ad intervenire ; la Germania che gioca la sua solita subdola politica che prima alla conferenza di Algesiras faceva credere al Maghezen chEl egli sarebbe stato, contro l' Europa, difesa della Germania; e le altre po· tenze che con più o meno garbo, franchezza e ragione si disinteressano dalla faccenda. Di fronte a tutto il lVIarocco, non come governo ma come popolo e paese che odia a morte gli Europei, è qnel bravo Er Raitsuli, onesto brigante patriotta diventato quasi Sultano, che dichiara francamente che i Giaw·ri devono stare a casa loro. E in fondo in fondo dal punto di vista morale non h!\ poi tutti i torti. Ma nou è una questione di etica che vogliamo fare qui. Le discussioni astratte non sono per questa rubrica. Vogliamo semplicemente fare nna osservazione di carattera politico. Ecco q uà. Prima della conferenza di Algesiras il Pretendente, aveva ridotta quasi agli estremi l'autorità del Sultano. Malgrado che Mohamed-El• Torres avesse mandato contro di lui i migliori soldati marocchini , malgrado si fosse mosso a capitanarle egli stesso le truppe del sultano erano state vinte , e il Snltano dovette il trono soltanto all' avvento di un nuovo ribelle che si mise contro lui e contro il Pretendente , Er Raisuli. Gli Europei qualificano questo capo arabo come m~ b1:igante; non c' è di che sorprendersene e neppure dt che prestar troppo fede al qualificativo. Robin Hood, Hans Sach , J ohn Bull , W at Tgler , i guerriglieri Spagnoli contro Napoleone, Fra Diavolo, erano briganti, erano eroi secondo il punto di vista dal quale si considerano le loro azioni, e secondo chi è che fa da giudice. Ora questo Er Raisuli ha ricevuto mezzi dal Pretendente per mettersi d'accordo con lui a cacciare prima il Maghezen che è ligio agli Europei ; eppoi gli Europei i quali tendono ad impadronirsi del paese. Poichè il pericolo della situazione sta proprio in q nesto. Che Francia e Spagna obbligate ad intervenire direttamente negli affari del Marocco, non interverrano soltanto per i begli occhi dell' Europa, e - malgrado le loro dichiarazioni 'in contrario - non si decideranno tanto pre:"lto ad abbandonare il territorio occupato. D' altro lato la Germania che alla conferenza di Algesiras dovette abbandonare la sua politica a doppia faccia sol perchè l' Italia non volle - e fece bene -- tenerle bordone, dichiara già - è la ufficiosa Koelnische Zeitung che parla·_ che e non bisogna com· mettere l' errore di voler risolvere, armata mano . la questione Marocchina: non c' è bisogno di sbarchi e e di occupazioni che comprometterebbero la situazione al Marocco e potrebber0 suscitare diffidenze in Europa » . Questo si chiama padar chiaro, anche ~e la Germania non agisce a luce di sole. Si parla già d' influenza ted.esca nei torbidi attuali, e si dice che la Germania li fomenta perchè le piace e le conviene che la conferenza di Algesiras non abbia pratici resultati. Il guaio, grave assai, è che la politica in partita doppia mena sempre a situazioni disastrose ; e queste possono forse convenire alla Germania, e alle voglie del bellicoso Kaiser, ma non convengono certo a nessuna delle altre nazioni Europee, le quali hanno bisogno di molta e indisturbata pace. La si tnazione si presenta dunq 11epericolosa a noi, e sarebbe deplorevole che la politica di tergiver,sazioni
RIVISTA POPOLARE- 595 de] Magnezen, di violenza di Er Raisuli, di intransigenza ~usnlmana del Pretendente finis;,ero per avere il sopravvento scatenando in Europa guelfo. guerra che nessuno, meno la Germania , desidera e che in fondo non sarebbe vantaggiosa che per i M11.rocchini, i quali non vogliono aver che fare con gli Europei primo perchè Cristiani , eppoi perchè in essi sentono i possibili padroni del loro paese. E' ancora l' Africa che ci prepara le dolorose sorprese , ed i brutti risvegli. Ciò ha avvertito anche Jaurès, che sconsiglia alla Francia l' intervento nel Marocco. + L' indennlta ai deputati Francesi. - Si sa che i deputati Francesi son pagati dallo Stato a ragione di L. 25 al giorno. Ora la Camera Francese ha deciso. di portare q 11esta ~nde~nità a L. 41,66 al giorno. La. misura ?ella indennità a1 deputati è opportuna e l~g1ca. Se s1 .vuole eh~ un ~om9 possa agire coscienziosamente bisogna, prima d1 tutto, renderlo indipendente. J ean J a1Jrès, però, non è contento del modo com' è stato votato l'anmento dell'indennità e nell' Humanftè giustamente osserva che per lo meno la misura doveva entrare in vigore nella nuova legislatura. I conservatori francesi sono malcontenti ed nno dei l~ro ha tentato di opporsi ; ma 11n socialista gli ha risposto be~e: ha proposto ?be non sia permesso al d~putat? .d1 a~cettar.e p~es1denza e posti in consigli d1 ammm1straz10ne d1 società finanziarie industriali affaristiche come fa~n? i conservatori. Qu;sta proposta: che ha per scopo d1 liberare i deputati Francesi dalla s.o~;~~zione che esercitano su loro gli elementi capitahst1e1, dovrebbe essere meditata e adottata anche in Italia, dove, pur troppo, il depntato è sovente jl ricbia~o degli ing~m~i agli affari loschi ; o quegli che ese~cita. la propna rnfl.11enzasul governo e l'ambiente legislativo a favore di interessi privati che con l' interesHe del paese e la legislazione non hanno nnlla di C0iuune. E' vero che in Italia I~ indennità ai deputati non c'è, ma qnesta pure è una di quelle questioni che un dì o l' altro dovranno essere affrontate e risolute anche dal nostro parlamento. Intanto, ecco breve breve. la storia della indennità ai depi1tati Francesi. La C~nvenzione istitnl l' indennità e ne ~~sò l' ~rnmon~are _a 36 franchi al giorno. Nel 1849 1 rndenmtà legislativa fo fissata a 9000 lire l'anno ogni deputato ; prima del '71 era salita a 12500 pi~ 25~~ lire o~ni mes~ di sessione straordinaria. Dopo 1.l 71 ,1 rnden!:1tà fu riportata alle 9000 lire tal quale e tntt ora. Pm volte però la qnestione dell'aumento della in~ennità. è stata agitata al parlamento Francese. Pnma fu 11 25 marzo 1899 Carlo Iras che ne propose 11 aumento appoggiato dai socialisti e dai radicali. ~la la . proposta fu respinta. Tutta.via il princ1p10 aristotelico della gratuità dell'opera legislativa ~on eh?e. alcuna possibilità di trionfare, malgrado che 1 oppos1z10ne alla proposta. del Iras si valesse anche di que~to ~.rgomento, e che fa, proposta ilei Tra~ non r~ccoghesse che 105 voti su 451 votanti. Ripresa nltu~amente l_aquestione la Camera ba approvato con forte maggioranza l'aumento d'indennità. Vogliamo notare un fatto che non deve sfogo-ire ai nostri lettori._ I deputati socialisti, tutti, se~za distinzione di ~raz10ne ~.anno de.ciso di_ver~a!·e alla cassa del partito 11 soprapm della mdenmtà cioe 100 franchi al mese u.n .total~ di 700~0 lir.e l' anno per la propaganda so~ c1ahsta m Francia. D1 modo che l'indennità oltre che permettere la indipendenza del rappresentante, permette_ anc~e .a ~uelli che sono ascritti a partiti bene ?rgamzzatl d1 riversare alle casse dei partiti e rendere m f~rma d~ prop~ganda di idee, ai contribuenti qnella che 1 contnbuent1 stessi danno, per loro , allo Stato. Il che, come concetto di giustizia distribuitiva non è sbagliato. ♦ Il manif'esto del partito socialista alla classe operaia organizzata Russa. - ,. Noi dobbiamo oi·ganizzare le nostre forze in modo clie esse arrechino il maggior male possibile ai no3tri nemici. > . « P~r ottenere q nesto scopo bisogna ricordarci che al d1fuon del nostro partito-il partito del proletariatoesistono in Russia altri partiti ancora ben determinati a lottare per la libertà. Questi partiti non sono tanto avanzati quanto noi, ma sono avanzati, e nella misura della loro azione noi. dobbiamo sostenerli anche nel noRtro stesso interesse, perche sostenendoli noi rafforziamo l'azione del nostro partito. Ecco ciò che noi dobbiamo aver presente allo spirito sempre e dovnnque. » « Dobbiamo averlo innanzi agli occhi particolarmente durante le elezioni alla nuova Dnma. Comportandoci di fronte agli altri partiti non proletari come se noi considerassimo che la vittoria di qualsiasi di essi e egualmente nocivo al proletariato noi commetteremmo un errore di tattica che non potremmo facilmente riparare. Noi favoreggeremmo la disfatta dei partiti che potrebbero sostenerci e la vittoria di quelli dai quali non dobbiamo aspettarci altro che bastone e frusta. Agire in qnesto modo, sarebbe tradire la nostra causa. » « Nelle elezioni noi dobbiamo procedere con la massima prudenza. Là dove non può essero messa in dubbio la vittoria del nostro candidato n0i possiamo e dobbiamo agire indipendentemente dagli altri partiti. Ma dove la vittoria del nostro candidato non è certa noi siamo obbligati a contrarre accordi con gli altri partiti che vo~liono combattere il vecchio sistema. Se noi non faremo ciò, accadrà la più grande confusione. Soccomberebbe un cadetto, a sarebbe un ottobrista e fors' anche un uomo delle bande nere che ne pigìierebbe il posto. Sarebbe rendere al governo il più segnalato d~i servizi e dargli ragione di rallegrarsi dei nostri errori. Ma non sarebbe soltanto far torto alla nostra causa, sarebbe altresì disonorarci dinnanzi agli occhi di ogni onesto uomo, di ogni uomo che pensa, in Russia e all'estero. • <:: Compagni, un'ora grave, un'ora decisiva si avvicina. Dalla nostra tattica dipenderà il triL,nfo e la disfatta del governo. Sforziamoci dunq l1ed'adottare la tattica più prudente possibile. La saviezza politica ci impone di concludere accordi con i partiti non proletari in tntti i casi dov'è necessario di farlo per vincere la reazione. • , Noi non abbiamo il diritto di condurci in altro modo. Colui che, in nome di nna malintesa intrasigenza, non volesse in questi casi, arnmettere nn accordo con i partiti d'opposizione non proletari, sosterrebbe di fatto il governo,e si condurrebbe come un nemico della libertà.» « Avvicinandosi le elezioni io considero mio dovere di cittadino di dirvi quello che vi ha detto. » + Q11esto è il manifesto che Giorgio Plekanoff, il noto capo social-democratico Russo, ha pubblicato e di, amate a nome del partito socialista russo e noi lo abbiamo tr.ldotto perchè accenna nna. 1 inea di condotta - e ne àa le ragioni - che e utile in .Russia non solo, ma anche altrove , dovunq 110 i partiti proletari non sono i più forti. Noc Dott. N. COLAJANNI; Manuale di Statistica teoretica (pag. 310). L. 3,50 Manuale di Demografi.a ( pag. 3 50 ) ( con tavole di statistica economica e di statistica morale) . >> 4,50 .Elegantemente legati in tela e oro
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==