RIVISTA POPOLARE 587 riconquista di sè medesimo in un~ _individu~~ione_ p_iù libera e più alta, formerebbe la parte migliore e piu art1st_1camente intensa e sottile di questo libro, se· l' A. fosse riuscito a dar forma viva e più sicuro carattère all'inno metafisico che vagamente cantava nella sua anima pagana: Ma ne_lle sue J?Oesie mistico filosofiche , fatta qualche eccezione (st veda ti sonetto Cielo di settembre), il Gaeta appare come uno spirito che non è ancora veramente arrivato dove voleva arrivare. Lo lodo, dunque, per quel che ha voluto e non pt:r quel c~e ha fatto, e mi fermo un istante sui sonetti voluttuosi. - Potchè l'essenza di ciascuno di essi non può cogliersi che traverso l'impressione immediata che producono, io mi domando se quest' impressione è sempre e in verità voluttuaria - se cioè l' A. ha sempre saputo ricreare e far sentire la sua esal tazione erotica nell'unità di una limpida forma. Di questo è lecito, talvolta, dubitare. Quando egli, p. es., dedica un sonetto al busto delle donna amata e comincia con evocare le origini della materia ond'è composto quell'oggetto, io non so comprendere come la voluttà dell' A. fossa esser vera, cioè veramente sentita ed esprimersi così: O tu di seta, ne la quale impaccia i suoi letarghi il filugel senz' ale; tu eh'arma, o busto. d'ossi il boreale cetaceocui l'uom pe' i mari caccia...... Oltre ad essere di cattivo gusto, questa quartina guasta naturalmente la bella immagine che segue: o calice onde it fior del petto sale e la chiusura del sonetto, assai più sensuale di altre strofe ove l'evocazione di atti erolici si riduce talvolta a sola lascivia di locuzione. - D'altra parte io non so vedere, p. es., nelle quartine del 7mo sonetto. un'elaborazione_ art_i·· stica compiuta, quella chiarità di espressione indispensabile m componimenti di tal genere, che se non dànno una impressione pronta vivace immediata, restano come semplici aggregati di parole: Occhi voluttuosi, ove il colore l'iridi tengon da la bruna oliva, che, s'ella un bimbo al sen prime giuliva, ridete dei biondetii ricci a fiore; onde a me saettando ella il bagliore di sotto il gran cappellofuggitiva, qual di chi perde sangue mi sfiniva, squisito inenarrabile, un laniuore... Il sonetto riesce, naturalmente, freddo: e simile difetti ricorrono anche in altre pagine ove talune spezzature, talune durezze, taluni incisi rigidamente immessi non giovano all'ef ficacia e alla intensità della rappresentazione, giacchè non hanno ragione d' essere in quel che il poeta vuol dire, cioè far sentire, ma dipendono soltanto dalla costruzione strofica, talvolta faticosa. Non posso fare a meno di notare tali cose, poi che esse derivano - pare a me - da pigrizia, e oscurano quella nota fresca vivace originale che l'A. pone in ogni sua pagina, nelle più difettose come in quelle ove la sua personalità acquista un rilievo energico e vario, ed agile moto il suo fervore, e maggiore unità la sua forma. Si vedano, ad esempio, i sonetti che incominciano con Follia di baci, sapidi, tenaci... - Tu vai nè il guardo tuo da terra s'alza - oppure: quando in tua bocca,fonte di ca,izoni..., e l'altro: Vecchia fiala d'odor... Anche in questi e in altrf ricorrono alcuni dei difetti notati, ma più velatamente, e vi è quindi più sicurezza, più energia, maggiore agilità - ciò è dire più voluttà. Altrove una melanconia velata, un pò stanca, lievemente sorridente, s'affaccia con un senso di rimpianti su la tensione del piacere e trova spesso la sua forma in espressione di sentimenti delicati e gentili. Sono questi i sonetti che segnano il passaggio dalle pagine dell'acre voluttà alla parte intermedia del volume dove il Gaeta ha posto le sue cose migliori e più forti. Ricorderò le due evocazioni classiche, Sogno ellenico e Teseo e Ariadne, specialmente quest'ultima, di pura forma; e Seft,mbre napoletano, fresco e ridente come un acquerello di buon colorista, e la poesia intitolata Se fossi ..., che finisce: 'Donna che il mondo mio sei divenuta quando ti volgi mentre t' allontani a colui che, lasciate le tue mani, con gli occhi t'accompagna e ti saluta, ah se fossi il passante che per via, abbagliato dal raggio che tu emani, si sofferma ammirando e poi t' obliaI Svegliandosi dal suo sogno voluttuario, ridestandosi alla varietà delle cose e alla tristezza dei destini che la vita infallibilmente compone, evocando la vita passionale com' essa si è chiusa fra le melanconie delle memorie poi che si spense nella vibrazione dei nervi, lo spirito del poeta traversa i suoi migliori momenti d'espressione e si plasma in strofe più nitide e più dense. Mi piace la tristezza d'amore di Ca,izone sentimentale, che s'affina in qualche punta d'ironia lieve, e quella di onda più larga di In morte della Primavera pel sentimento col quale il poeta considera la caducità delle cos~; e mi piace sopratutto quel Notturno del terz.o mese che e la migliore poesia del volume. Ne trascrivo la 2. a parte: .Arde l'amante improvvido d'informi baci le porte di sua donna, e chiama; ma chi con fiamma incorruttibil ama cantu a le porte de la bella: Oh dormi I Certo a le uenti umane intente e fisse ,, ne la lor morte, in un con la speranza cieca due tazze di dimenticanza, Sonno ed .Amor, Prometeo prescrisse: e fuso è questo, autor d'orge e di voti, per tutte membra sue con la bell'ora; transito quello t'è verso l'aurora e ponte nubiloso intra due soli. Dormi I lo per violenza di volere sprigionerò dal sangue mio mortale . il mio fantasma, a canto al tuo guanciale visitator nei sogni e messaggere. Si noti l'unità di queste strofe, e con quanta efficacia si fondano le due belle immagini inerenti ali' Amore ed al Sonn_o animando la vitalità dell'ultima quartina. Ma il Gaeta non seri ve sempre così. A. de Rinaldis N. coL~IANNr- Demografia - L. Pierro. Napoli, 1906. Questo volnme che in una splendida edizione ora pubblica ' d' il Pierro di Napoli, costituisce la seconda parte del ~orso ! statistica che il Colajanni tra il plauso degli studenti da van anni professa nella Università di I~ apoli. . . _ La mente quadrata , acuta , lucida del Cola1anm sembr~ temprata appositamente per la statistica. Anch 7 _qu~n~o egl~ non sogna va nemmeno di diventare professore d1 stat1st1ca, dt dati e di cifre , accuratamente raccolti e perspicuamente vagliati, materiava i suoj libri di s~ciol~gi~ ~rimin~l~ , d,i P?litica di scienza delle hnanze. Ne suoi hbn, anzt st puo dire, anzichè l'autore::, parlano i dati e le cifre che egli si accontenta soltanto di ordinare e di irreggimentare quasi altrettanti soldati per dare l'assalto alla convinzione del lettore. Contro alla esagerazione delle teorie lombrosiane , contro ai sistematici detrattori dell' Italia meridionale, contro al semplicismo di certi liberisti egli non ha mai contrapposto altro che fatti e rilievi statistici. Temprato alla scuola ed al cimento dei fatti, fa:ilmente si capisce come c::gli poteva diventare anche un ~b1l~ teorico della statistica. [ due volumi recentemente pubbltcatt ne costituiscono la prova migliore e più squisita. . ... Nel primo di questi, che già ebbe da parte ?e1 cnttct pt~ . competenti ed autorevoli favorevolissima accogh,:;nza , egh s1 occupa dell'oggetto, dei limiti, della storia e dei metodi della statistica, sostenendo che essa è essenzialmente un metodo: nel seéondo. che ora ci pèrmettiamo di segnalare ali' attenzione del pubblico che legge e studia, tratta dello stato, della composizione e del movimento della popolazione. . La scienza della popolazione, sulle orme del Von F1rks, viene così divisa dal Colajanni: 1) la statistica della P_O· polazione che raccoglie ed enumera i fatti; 2) _ la teoria della popolazione che dai materiali accumulati dalla sta - tistica della popolazione deduce le leggi generali e le rego larità ricercando le cause delle avvenute deviazioni dalle re-- golari manifestazioni; 3) la politica della popola~ione che, per mezzo dell'azione multiforme dello Stato e delle sue derivazioni cerca di limitare o di eliminare tutte le manife stazioni che si credono nocive e di favorire e di rinvigorire le altre ritenute vantaggiose all' aggregato sociale. . Secondo il Colajanni , ;i quale a sua volta segue tl Von Firks, la scienza della popolazione comprende e studia i seguenti gruppi di fatti: 1) Le qualità fisiche degli uomini: età, sesso, qua• 1ità del corpo (condizioni antropologiche), stato civ ile, stato delle famiglie, ecc. · 2) Le condizioni economiche degli uomini : ~tato 1 impiego, professione, ramo di acquisto , possidenza , b1sogn1 materiali e ideali e mezzi per soddisfarli, ecc. 3) La vita sociale degli uomini : condizioni delle famiglie, della casa, del luogo di abitazione, unità politica, regioni, provincie e Stati , migrazione da luogo a luogo , da paese a paese.
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