Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 21 - 15 novembre 1906

ad un tempo di motore e di operatore, di sega , di martello, di falce, di ruota, di puleggia, ecc· Ma possiamo noi dissimulare a noi stessi , che un altro fine mo..;;se gli zelatori più benemeriti e più intelligenti della coltura popolare in tutti i paesi, il nostro compreso, e cioè non si è voluto solamente perfezionare il manovale, offrendo alle esigenze del1' odierna produzione capitalistica un arnese meccanico più perfezionato, ma s' intese altresì a formare degli uomini e dei ci.ttadini r Or eccoci nel cuore della questione. Ohe cosa occorre all' operaio, al manovale, al contadino, a qualsiasi membro delle classi popolari , senza distinzione di sesso, a cui le necessità del pane contesero la possibilità di una estesa e profonda educazione della mente, per avere coscienza d'uomini e di cittadini 1 Niuno oserà dire che ad ottenere questo risultato bastino l' alfabeto, l' aritmetica, delle nozioni cli geometria e di meccanica, una maggiore abilità nel disegno, o nel maneggio di quegli speciali arnesi di mestiere che formano il buon manovale ; nè garanzia. . ' di sufficienza a quegli scopi più eleva.ti e meno semplid a conseguire, possono riuscire quelle bricciole di erudizione letteraria e storica, economica e giuridica, sociologica o di vari argomenti, di cui il dilettantismo dei conferenzieri, anche se dottissimi, suole essere prodigo alle nostre Università popolari, ma che si gettano inorganicamente confuse e frammentarie alla folla dei dio-iuni uditori, come ai poveri, aspettanti I':' •· sulla soglia, si getta no in pasto gli avanzi della mensa di Epulone. Codesti frammenti o detriti di alta coltura, che in forma più o meno attraente, si ammaniscono ai frequentatori delle università popolari, somigliano troppo ai detriti di roccie e terreni di varia natura , che i grandi fiumi depongono sul limitare del loro delta , ostruendo gli utili canali , che l' opera secolare del1' uomo vi aveva scavati per la coltivazione e formando nuovi banchi di mobili arene, sulle quali nulla di solido si può costruire, e nessuna seminagione può condursi a rnaturanza. Io mi sono domandato (e voi forse vi sarete fatta più di una volta la stessa domanda) davanti a uditori, che passano tutte le loro giornate in lavori manuali e vengono alle nostre istituzioni per udire una parola di conforto , per illuminare e rafforzare la loro coscienza di uomini faticanti nelle strettezze economiche e famigliari, quale frutto potessero trarre da conferenze su temi specialissimi di erudizione, affatto lontana dalle loro necessità quotidiane. Mi avevano l'aria, certi temi, di bibelots eleganti offerti a chi manca della camicia e delle scarpe. In breve : io ben so che tutto è interessante per l' erudito, e che ogni argomento, per quanto frivolo possa parere, ha diritto di cittadinanza scientifica tra i dotti; ma sembrami che al popolo debba offrirsi il necessario, ciò che può subito convertirsi in sangue e in fosforo e sopratutto ciò che può orientarlo come uomo e come ci.ttadino nella selva selvaggia degl'interessi in conflitto e delle suggestioni quotidiane del1' egoismo proprio e dell' altrui. Ora che la educazione religiosa è screditata e noi la vogliamo tolta dalle scuole, che domandiamo neutrali, e dai costumi, che vorremmo sottratti alle influenze confessionali, che cosa sostituiremo per il popolo, se non gli porgiamo , in luogo delle vecchie leggende, quelle g1·andi idee generali e quei g1·andi sentimenti umani che costituiscono la coscienza e la bussola della nnova civiltà? Non si è abbastanza considerato da quali speciali attratti v~ e influenze derivava la slla forza e il suo ascendente l'insegnamento cattolico. Nella influenza della Chiesa , come nelle scuole delle congregazioni religiose, la gran forza deriva da ciò, che tutti i professori, come i preti, sono anzitutto dei direttori di coscienze; buona o cattiva che si giudichi, essi hanno una risposta pronta su tutti i grandi problemi della vita. Di qui la loro superiorità sui nostri insegnanti, i quali considerano assolto il loro debito professionale quando abbiano fatto ingollare agli alunni quel tanto di pillole dosate e numerate di grammatica, di letteratura , di fisica, di matematica, ecc., che trovano prescritte nei programmi. Ora anche per questa speciale funzione della coltura popolare, dobbiamo deplorare la deficienza, quasi assoluta, e l' incuranza, se non l' ignoranza , che caratterizza quasi tutti gl' illustri cattedratici dei nostri istituti superiori. Si può essere ~elebri matematici, chimici, chirurgi, naturalisti, astronotui, ecc., e avere uno spirito corto, gretto, egoista . assente dalla vita contemporanea e per ciò incapace di comprendere quegli altri problemi di chimica morale, di paleontologia, di patologia o di meccanica sociale, intorno ai quali l'alta coltura dovrebbe pur sostituire, alle screditate risposte delle religioni , delle nuove risposte più illuminate e più ·sincere e con meno fattrici di coscienze e di caratteri. Non credo estraneo ai doveri del nostro Congresso l'accennare a quesii alti fini educati vi della coltura popolare. La « volo otà generale », per dirla ron Rousseau, o il « voler vivere collettivo » dello Schopenhauer devono avere i loro fini e le loro idee dfrettrici, senza delle quali non si ha nè vita nazionale, nè progresso sociale. Ora è appunto di questi fini, di queste grandi e idee-forze » che cercate invano il fo. colare o la elaborazione, la preoccupazione e l' esempio nelle cattedre (poche eccezioni fatte) e nelle istituzioni officiali della nostra coltura superiore. ♦ Ma tra le istituzioni ausiliari della coltura e della educazione popolare io voglio anche accennare a quelle, che nell' ordine del giorno del Congresso non vedo ricordate , eppure io reputo condizioni iniziali dello elevamento morale e intellettuale delle classi inferiori. Voglio parlare di quella educazione, che anche l'analfabeta riceve dall I esperienza della vita e dall' esercizio dell' osservazione, della riflessione, del ragiona.- mento a cui è chiamato dalle occasioni del suo ambiente. Volgere l' attenzione dell' operaio e del contadino sui fatti sociali, eh' egli può conoscere o con-

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