570 RIVISTA POPOLARE istinti, per i suoi bisogni, per la sovrabbC:>n~a1~za della sua energia, di adattamento nella soc1eta, Incapace 1.li rim~nere nei lin:iiti se~nati dalle le_gg_i, consentiti dal costume, e d1venut1 per questo 1 limiti della morale comune. L'ordine, la misura. l'armonia, che convengono alla media degli uomini come Virginio, non convengono a lui ii. . . « Il suo delitto è il delitto di un'energia smisurata, di un'energia eh' è a sua vòlta l'espressione di un sogno anch'esso misurato ... Fra la gente civile la sua virtù non si può svolgere, nè affermare altrimenti che nel delitto- ... La bestia sei- ' . . 1·aggia è in fondo al suo essere e chiede I ns1stentemcnte di ritornare nelle sue selve e nei suoi deserti i>. cc Corrado Brando non ha nella sua psiche ncssu no dei caratteri dell'uomo sociale, dell'uomo di civilta. Il primo carattere dell'uomo di civiltà è il calcolo mentale; egli, invece, è tutto istinto ... U 1 n impulsivo psicologicamente; un nomade, mora - mente)). cc Egli non ha mai un sentimento sociale;. e se1 nel secondo episodio mostra di com~1:1overs1 e s1 comrn L10ve all'annunciazione che gli fa la stessa donna che porta nel grembo il frutt<? de~l' amore, è perchè in lui, cofl1e in tutte le bestie, vibra forte il sentimento, esclusivamente naturale, della paternità. Dal o-atto al leone, tutte le bestie difendono i loro figli ~on le zanne e coi denti, ed egli che partccip~ della natura dell'uno ~ dell' ~ltro, sente come essi l'atfctto paterno - che, rnfì-ne, e un affetto di istinto i>. cc Nomade, impulsivo, feroce, esuberante di ogni enero-ia ma·chi è insomma e che vuole questo Cor- r, J rado Brando ? i> , cc E non lo vedete, e non ve ne accorgete? E il delinquente per eccellenza, è il delinquent~ ~1ato, è il vostro fratello della preistoria, con tutti i c~- ratteri con tutti i segni distintivi dell'uomo pnmitivo~ Dentro quella •figura umana -_non _vedete, non vi accorgete dunque? - è il cc gonlla feroce _e lubrico>> di Taine, al quale han dovuto rasso1~11gliare i nostri padri: è il « carnivor? - c?t~1e Tatn_e lo descrive e lo definisce - che ha 1 canini come 11 lupo e come il cane affinati d~ll' a~ito origi~1ario di affondar] i nella carne altrui>>: e la - bestia da preda che uccide ancora oggi, co~e uccidev::i nella preistoria, pour un morceau de pozsson cru J>. « Egli è la bestia selvaggia annidata nel fonc~o dell'uomo di forme civili, che Gabriele D'Annunzio ha mostrato quale veramente è in ogni su'? movimento e in ogni suo aspetto, scuotendo_la 1n tutte le sue radici, comprimendola in tutto ~ 11 suo essere per farne uscire intatta la malehca potenza che contiene. Egli. rappresenta le tendenze della bestia in tutti gli angoli più acuti nei quali si concentri il massimo di vita e di attività, e segue e fissa il corso delle emozioni e il gioco della ideazione in apparenza incoerente, ma d' una logica interi~re fiera e costante, in una prosa il cui ritmo batte come una pulsazione vivente ad ogni caldo afflusso di sangue>>. Non c' è alcun dubbio, adunque; Corrado Brando è il delinquente-nato tipico, quale Cesare Lombroso non saprebbe immaginarlo. C' è solamente da dubitare che sulla più laida e scellerata reversione atavica, D'Annunzio abbia voluto innestare un ramoscello di pazzia quando fa dire a Corrado Brando, di cui si era scoperto il delitto, omicidio a scopo di furto, eh' egli ha il di:itto di _ru~are e di am-:- mazzare per conseguire il prop_no ideale ~ che d1 fronte a quella bazzecco~a, c~e ~ la gra~saz10ne con omicidio esclama: cc se zl mzo e un delitto, che tutte le mie vi~tù s'inchinino dinanzi a questo delitto )>. Qui spunta il pa1,:rn; e una volta che la pena di morte è abolita e che la eliminazione selettiva non si può ottenere, giudici e psichiatri si troveranno di accordo nel volerlo rinchiuso a sette chiavi nel manicomio criminale. ♦ il pubblico di Roma fece un'accoglienza ostilis-• si ma a Più che l' a1nore. Gli umi ni mi applausi, che scoppiarono in_ a!<:nni punti della rappresentazione giovano n,agmfìca-:- mente a di mostrare che gli spettatori del Costanzi erano animati dalle più benevoli intenzioni verso il poeta - er 1110 anzi degli ammiratori 1i D' ~n:.. nunzio; il loro giudizio comolessivo, quindi, acqmsta maggior valore, un indiscutibile valore. NessunC:> oserà dire che e' era in teatro il partito preso d1 fare una dimostrazione a base di offesa al senso morale - e non sarebbè stato bene che una tale dimostrazione ci fosse stata? --; o che si fosse vo-• luto fare un atto di ostilirà alla persona del poeta. Purtroppo in Italia ai piL1 laidi corruttori dcll_a generazione non sono riserbati che inni ed allon; si susurra anche che si troverà un ministero che a D'Annunzio darà un seggio in Senato (r) ... Se non ostante le benevolissime disposi1,ioni del pubblico Più che l'amore cadde in modo miserando, da non salvare neppure l'onore nella caduta, come pretese averlo salvato lo scostum1to Francesco _I alla battaglia di Pavia, ·segno è che non solo il contenuto morale era oltremo1..io ributtante, ma che era mancata anche l' opera d'arte. 11 successo negativo di Più che l' amore, a giudicarne da i resoconti dei giornali, credo che non sia stato supera!o che da quello di Hurnanitas di Pandolfiana memona. Humanitas fu un colossale successo d' ilarità , che dette materia per diver,.ire gli italiani a Gandoli_n nel vecchio Capitan Fracassa; Più che /' amore fu un successo di disgusto altrettanto colossale. . Non si può misurare l'accoglienza del pubblico di Roma da ciò che ne dissero i giornali, nelle cui redazioni d'Annunzio ha amici cd ammiratori. Gli spettatori erano indigna i per la glorilì.cazionc del delitto volgare tentata in -una tragedia narrata: ch'era la negazione della tecnica teatrale e_ che s1 sorreggeva sulle puerilità prc--cntate con trasctte vecchie, steoritipatc, tratte da quaderni giù adop erati. D'onde ~e risa e gli urli, il disgusto e l'orrore degli uditori, contro questo_ eroe latino, c_!:e_per derubarlo ammazza un vecchio compagno d I bisca. D'Annunzio nella folle pretesa d'imporre al pubblico i suoi pervertimenti e le sue tendenze criminose presentò al pubblico un animale immo1~do antiartistico antiumano, antieroico; e il pubblico non potè fare di megli<;>_che ripetere con. gr~t~dc clamore quella parola africana, calas-, che s1g111tica: basta! Dalla tragedia non tolse che una parola sola per scaraventarla contro il poeta ed imporgli di cessare. Nel caso di Più che l'amore al successo artistico nocque la offesa arreca_t,a. alla m?ral_ità media del pubblico; offesa tanto ptu msanabile 111 quanto che ( r) Un st:gno doloroso del pervt:rtimento morale, che fa la sua strada. A Napoli c'è stata Jella gt:nte che ha telltato J1sonorare la disgraziata città procurando a D'Annunzio la ri . vincita su Roma. Ma quantunque il Politeama fosse per oltre metà popolato da una miserabile claque e il lobbione si fosse tenuto chiuso non si riusd nt:l turpe tentativo. Più che /'a more caJd..: miseramente a Napoli come a Roma. Ma a Na poli si vidt: cosa che non sarebbe stata osata in nt:ssun u I tra città d'Italia: la questura che imponeva l'ammirazione allo eroico brigante. Si avverte, pel buon nome di Napoli , che l'intervento sfacciato della sbirraglia in difesa della e/acque, indignò ancht: i c/acq11e11rs: eruno sta· i pagati per applaudire e finirono col fischiare.
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