Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 21 - 15 novembre 1906

RIVISTA POPOLARE DI Poli tic a, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLAJA..NNI (Deputato.al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese lt.alia; anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero; anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 l\mministrazione: Co1·soVittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI A mao Xll - Num. 21 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Novembre H)06 AVVISO IMPORTANTE. - Tutti i nuovi abbonati, che pagheranno anticipatamente l'anno i907 riceveranno gratis i numeri della Rivista, che si pubblicheranno dal giorno in cui avranno mandato l'abbonamento sino a tutto Dicembre 1906. Coloro che procureranno QUATTRO abbonati, che pagano anticipatamente riceveranno GRATIS per tutto il prossimo anno la Rivista. SOMMARIO: Gli avvenimenti e g·Ji noniin1: Noi: (Continuano le avvisaglie parlamentari -- I socialisti rimangiano il loro repubblicanismo - Il ministero del lavoro in Francia - l socialisti francesi contro l'Herveismo e gl'imbarazzi di Enrico Ferri - Picquart all'opera: la riforma della giustizia militare - Per la Sardegna - La elezione Americana - Lo sciopero degli studenti della Posnania ed il patriottismo Polacco - Nei Balcani. La lotta tra Greci e Albanesi). - Or. Napoleone Colajanni: Per una apologia del delitto - Arcangelo Ghisleri: Le fonti superiori e le condizioni iniziali della coltura 'popolare - Sperimentalismo sociale: Giov. Carano-Donvito: Gli scioperi in Inghilterra ·forante il 1905. Ootf. N. Colajanni: Gli scioperi in Italia. - lti vista delle ltlv1ste: Ancora contro gli esami (La Lectura) - Le chiacchiere diplomatiche (Il Mar:r.occo) - Il nazionalismo antimilitarista al Canadà (Courrier Européen) - Il risveglio della Cina (North American _Review) - Il monopolio di Stato delle Assicurazioni (Financial (Review of Reviews) - Abdul il dannato e l' assassino (Fortnightly Review) - Una opinione inglese su le grandi manovre tedesche (United - Service Maga 1 ine) - Un accordo Anglo Russo (Review of Reviews) - Il nuovo nazionalismo Egiziano (Review of Reviews) - l Gracchi Americani (Rewiev of Revievs) - Quarant'anni di parlamanterismo tedesco (Die Gren{boten) - La terapeutica della tubercolosi (Deutsche Revue) - Recensioni. GLI ftVVENIMENTI e ·GLI UOMINI Continuano le avvisaglie parlamentari.- Nella quindicina hanno parlato parecchi deputati; ha parlato Fortis, ex Presidente del Consiglio ed ha parlato Maiorana , in cui si vuol vodere il successore designato dal Giolitti. Noi non ce occupiamo perchè la stampa quotidiana ha messo in evidenza la niuna importanza del discorsso di Poggio Mirteto e quella scarsa dell'altro di Catania. A questo ha nuociuto certamente la strepitosa preparazione scenica , il rumore che si è levato intorno al medesimo, la grande aspettativa che c'era nel pubblico· di conoscere il proµ:ramma del governo. La delusione, perciò, è stata grande in tutto perchè lo sforzo del governo di voler seguire una via in termedia tra coloro che vogliono sgravi o trasformazioni tributarie o rinvigorimento dei servizi pubblici o sacrifizi maggiori per la difesa dello Stato, ha finito per iscontentare tutti. Aveva certamente ragione il Maiorana ntl '1ire ehe la verità non era in una sola delle quattro correnti sopra enunciate, ma nn po' era in tutte e quattro. · Ma un governo serio e che vuole lasciare una impronta di sè, deve sapere propugnarne una sola in un dato momento per lasciare al futuro le altre, non potendo seguirle tutte ad un tempo , perchè sperpe- · rare le disponibilità del bilancio contemporaneamente per tutte le finalità succennate equivale a consumarle senza ottenere risultati utili. Scegliere risolutamente uno dei quattro indirizzi-e tutti e quattro si possono difendere magnificamenteera una buona tattica per un ministero forte e che ha una maggioranza devota sino al servilismo. Ciò era tanto più necessario in quanto che come Fortis non era riuscito a dimostrare che qualche cosa aveva fatto, Majorana non riusci nemmeno lui a dimostrare che le maggiori leggi ultimamente votate fossero opera propria del terzo ministero Giolitti e non del ministero Sonnino che gliele aveva lasciate belle e pronte. Unico merito degli attuali governanti sarebbe risultato questo: mantenere lealmente ciò che di buono avevan preparato i predecessori. A ronti fatti si è saputo che il programma del governo sarà quello di vi vere con un pizzico di sgravi, un pizzico a.i servizi pubblici - e le canne del cerbero ferroviario hanno bisogno per essere saziate di miliardi ! - un pizzico di spese militari e coli' abbandono di ogni riformà tributaria. Noi non sappiamo se il discorso di Ca,tania avrà rinforzata quella che Il Gio1·nale d'Italia ha chiamato trasmissione del potere di Diocleziano rna è certo che . ha liquidato il ministro della guerra. Con aria eroica il generale Viganò aveva domandato parecchi.a centinaia di milioni per la difesa nazionale; gliene saranno accordati una decina - troppi sempre! - e se n'è conteatato. ♦ I socialisti rimangiano il loro repubblicanismo? - L' inno intonat.o dal!' Avanti! cont1·0 la monarchia· in un articolo non firmato e che perciò rappresentava il pensiero collettivo ci lasciò più che scettici, increduli Qualificammo quelle improvvise dichiarazioni come una volgare schermaglia che do veva servire all' integralismo per mettere in imba - razzo il riformismo. Un~ volta che nel Congresso si fece la pace tra integralisti e riformisti, che si sono tnai tnsieme, si ritorna alla sincerità e si giustifica al di là e assai più presto di quello che avremmo creduto la nostra incredulità. Senza meraviglia, perciò, ma non senza rammarico nell' Avanti del 6 novembre nell' articolo a firma del Direttore abbiamo letto questa dichiarazione: , La .e dottrina socialista ha insegnato che la torma di « governo (monarchico o repubblicano) non influisce e sui rapporti di sfruttamento tra il capitale ed il « lavoro - poichè ci sono delle monarchie più liberali « di certe repubbliche e le une come le altre proteg- « gono i capitalisti (che sono i veri dominanti poli- « tici, poichè hanno la potenza economica) contro i « lavoratori dell' officina e della terra •. e La dottrina socialista ~iconosce, però, in accordo

562 R !VISTA POPOLARE « con la scienza (1) ... borghese, che l'evoluzione ie nevitabile e naturale delle forme di governo (µoi.chè « neppure esse possono essere eterne ed immuta- < bi.li) va dalla monarchia assoluta alla monarchia « costituzionale ed alla repubblica". « La dottrina sociali.sta, in linea generale, non pone « cli1,nquenessnna p1·egiudiziale sMlla fo·rma di go- « ve1·no, p1·0 o contro la monm·chia; poichè vede i « lavoratori sfruttati ed oppressi in repubblica come « in monarchia )). L' articolo continua ammonendo la monarchia a 110n essere militarista e clericale, perchè se ciò avvenisse nel partito socialista si accentnerebbe anche (2) un sentimento antimonarchico. Enrico Ferri. ·si prende soverchia libertà affermando che la dottrina socialista sia per cosi dire indifferente in quanto a forma di governo e non e' è bisogno di r!cordare p~r la centesima. volta le insolenze che Engels scagliò contro Giovanni Bovio solo perchè dubitava del suo repnbblicanismo. Al giudizio di Engels si può aggiungere q nello dei. socialisti fran· cesi e tedeschi. 0' è stato Bebel che ha oscillato e si è contraddetto spesso, ma i nostri lettori non avranno dimenticato le polemiche con Jaurés e le lezioni che gli dette il direttore del Vorwt'trts. Ma tutta questa è acqua passata da molto tempo. Speriamo, però, che non vorrà considerarsi come cosa preistorica l' articolo de11' Avanti del 29 Settembre : Contro la monarchia, di cui ci occupammo nella Ri·vista del 15 ottobre ed a cui alludemmo in principio. Ivi esplicitamente dichiaravasi: Il socialismo italiano vuole proclamarsi, in questo momento della vita nazionale, repubblicano ; e intende combattere specificamente una lotta antimonm·chica .... Come si può conciliare questa esplicita dichiarazione repn bblicana. di ieri con quella di amorfismo di oggi ? Forse la scienza . ... del socialismo italiano può dimostrare che dal 29 settembre 1906 al 6 novembre dello stesso anno il momento è diverso? Per bacco ! non è cambiato neppure il ministero e di mezzo non c' è stato che il discorso Fortis che lasciò il tempo che aveva trovato; non aveva parlato ancora nemmeno Maiorana ! Noi non sappiamo se questo funambolismo politico sia onesto e se contribuisca poco o molto alla educazione politica delle masse e alla formazione del loro carattere ; certamente sappiamo che esso è contrario alla più elementare serietà. ♦ Il ministero del lavoro in Francia. - Noi 8entiamo grandissimo il rammarico di non avere spazio sufficiente per intrattenere i nostri lettori sulle elevate discussioni della Camesa francese. Ivi il Briand, difendendo la legge di 8eparazione, ottenne un successo colossale, non negato nemmeno dai clericali ; il sno successo, però, fu SUJJarato da quello di Viviani in difesa del Ministero (]el lavoro, creato te.3tè e di cui egli è il titolare. · Non avendolo visto esattamente riportato dai giorJ nali italiani non ::iappiam0 resistere al desiderio di ri• produrlo integralmente dal Corrie1·edella Sera. Il ministro socialista così parlò nella seduta del 7 novemb1·e, « Sono socialista e salgo al potere con tutte le idee da me sostenute durante sedici anni. Il Ministero del lavoro non venne istituito per risolvere la questione sociale ; è sopratutto un Ministero d' inchiesta e di studio: bisogna difendere questo Ministero contro le accuse che gli vengono mosse, facendolo apparire nocivo ai lavoratori. Due cose sono necessarie: la libertà (1) I puntini sono di Ferri. (2 ll corsivo è di Ferri. econnm;ca, che i sindacati professionisti aspettano, e la libertà. sindacale; ma la libertà economica lieve venire dalla volontà degli uomini e non eia una catastrofe. I lavoratori non devono credere al sopran11aturale eco· nomico, ma nemmeno devono scoraggiarsi. La libera zione è lo sforzo dei la boriosi,. L'oratore continuò, esponendo le sue idee intorno alle riforme che vuole compiere, relative alla giornata di dieci ore, al contratto di lavoro od altro, e soggiunse: « Io non voglio enu1nerare t11tte le riforme che ho ideato. La rivolnzione francese con la sua irradiazione ha impedito di· vedere un'altra rivoluzione che Hi è elaborata oscuramente: la ri vnluzione economica; in quest'aula i conflitti politici svaniranno f,.rse, ma si parlerà sempre più di confitto tra la mi8eria e la ricchezza>. e Louis Blanc, sotto il cui patrocinio questo Ministero è stato creato, diceva che la libertà non è soltanto un diritto, ma è anche nn dovere. La sicnrezza sociale risiede nel possesso . .M:iìioni di uomini hanno le mani tese verso le gioie di cui domanda.no la loro parte per godere di tutti i beni della terra. Gli uomini saranno costretti a conquistarli' sotto la forma sociale: occo il confitto. La quistione è di sapere se un disaccordo finale debba impedire agli uomini un accordo politico. La rivoluzione francese ha scatenato nell'u >mo delle audacie inaudite. La ri v0luzione del 1848 ha accentuato la marcia in avanti La no:3tl'a rivoluzione ha liberato l'uomo dal terrore clerical:3: noi abbiamo spento nel gelo la sn perstizione. « Come possiamo noi calmare la collera degli uomini ai q11ali abbiamo mostrato il cielo vuoto cii giustizia? Lo potremo, predicando l' idea. di solidarietà , as:;ic,1rando loro in qualche parte q nt>i beni materiali di cni sono stati finora privati e mettendo a loro portata il patrimonio della patria e dell' umanità •. Il discorso eh' era stato interrotto spesso da "P· plausi entusiastici procurò in ultimo al Viviani una vera ovazione e con 368 voti favorevoli e 129 contrarì se ne decise l' affissione. ♦ I socialisti francesi contro l'Herveismo e gl' imbarazzi di Enrico Ferri. - Nel Uon. gresso socialista di Limog-es lo sciocco - l'aggettivo è di Ferri - lo sciocco Herveismo è stato clamoroHamen te sconfitto : ebbe appena 31 voti h vorevoli e 253 contrari. L' Hervé presentò attenuate le µroprie vedute e parti dal presupposto contraddetto dai fatt.i che i soldati e i lavoratori di tutti i paesi avrebbero dovuto dichiarare lo sciopero in caso di guerra La sua proposta venne efficacemente combattnta da Vaillant., da J aurès e da Guesde. L'opposizione dell' ultimo, che si ritiene assai più avanzato dei primi, ha uno speciale valore ; e Guesde fu più incisivo respingendo l' He1·veismo come una vuota fraseologia degli anarchici. Mentre i giornali italiani pubblicavano il resoconto del Congresso dì Limoges, Enrico Ferri, in un lungo articolo dell'Avanti spiegava il suo antimilitarismo. Il suo antimilita·rismo è anche il nostro , cui era- ' vamo pervenuti - o meglio era pervenuto chi scrive questo stelloncino e quando la Rivista non era ancora nata - più di venticinque anni or 80no (1) senza bisogno di contorno rivoluzionario e collettivista. La rettitudine e il bi1on senso conducono il Ferri a riconoscere : che la patria è una realtà storica, un prodotto naturale della evoluzione umana; che la sua difesa è una necessità; che la predicazione della diserzione o della rivolta di fronte al nemico è cosa (1) In due articoli: Gue1•1"a alla guerra pubblicati nel Secolo di Milano nel 1879. Le ragioni di questo antimilitarismo furono esposte ampiamente nel Socialismo di Colaianni (1a Ed. 1884, 2a Ed. 1898).

RIVISTA POPOLARE 563 insensata; che nel bilancio dello Stato una certa somma per l'esercito e per la marina militare sia inevitabile per ora e per degli anni ancora; cbe l'esercito, infine, rappresenta in un certo senso un premio di assic11razione sociale ... Tutto sta nel proporzionare le spese di mantenimento di questo esercito alla potenzialità economica della società assicurata e in gnisa che i benefici dell'assicurazione non vengano superati dai danni. Di accordo; di pienissimo accordo. MR se Ferri è p:enamente convinto di tutto ciò come egli può consentire che nel]' Avanti si possa incoraggiare l' antimilitarisnio scioccamente sedizioso delle reclute, che annienta la disciplina e riduce a zero il valore del]' assicurazione sociale? Perchè egli, perchè il suo giornale non si levano contro la propaganda he1·veista cbe fa dei rrwrtiri inutili ... ed incoscienti, come egli li chiama ed anche pe1·icolosi, noi aggiungiamo? Ecco la contraddizione di cui non si libera il Ferri con la sua lunga dimostrazione ; ed è la con traddizione cosciente perchè noi glie!' abbiamo messa sotto gli occhi e non ha saputo o potuto o voluto rilevarla per negarla 9 spiegarla. ♦ Picquart all'opera: la riforma della giu-· stizia militare. - Il generale Picquart, cbe nel Ministero Clernenceau ha portato la nota più alta e più caratteristicamente, bella e morale, non perde il suo tempo· Egli, che col processo Dreyfus, conobbe che cosa sono i rrrib11nali militari, insieme al Sottosegretario di Stato Cheron ha preparato la riforma della giustizia militare; come annunzia La Petite 1·epublique (3 novembre). La riforma è pog-giata sn due principii: la soppressione dei consigli di guerra e una organizzazione nuova del\' azione disciplinare nell' armata. I consigli di guerra , giuri:-idizione di eccezione, spariranno. D' altra parte la disciplina, essendo la condizione stessa dell' esistenza dello esercito, sono prese misnre necessarie per non indebolirla. Il diritto di punire non potrà essere più eserc:tato che dal comandante di compagnia o dagli ufficiali di 11ngrado superior~. Potrà esgere interposto appello davanti un consiglio di reggimento, oppure , se la punizione è stata data da un capo di corpo, davanti un consiglio composto di autorità immediatamente superiori. Saranno istituiti consigli di disciplina pet· le mancanze disciplinari più gravi. L' istruzione preliminare sarà fatta da un giudice istruttore civile; q uiudi l' i:;trnzione sarà fatta in contraddittorio. Il Consiglio di disciplina sarà composto di cinq 11e membri, di cui quattro militari ed un consigliere della Curte di 9.ppello, ehe funzionerà da presidente. La decisione del Consiglio sarà motivata e resterà sempre aperta una via al condann~to per ricorrere in Cassazione. Secondo il progetto tutti i delitti commessi da militari in tempo di pace, saranno di giurisdizione del Diritto comune. Ai consigli di disciplina saranno sottoposti le infrazioni cbe compromettono il principio stesso della disciplina; abbandono di posto, insuburdinazione, ribellione, rivolta, ecc. Se la ribellione avviene contro 11n atto dell'autorità militare, sarà giudicata dal tribunale ordinario. Ogni altra infrazione preveduta dal codice militare, sarà devoluta alla giuòsdizione comune. Dal lato della penalità il progetto sopprime la pena di morte in tempo di pace, riduce da 10 a 5 anni il massimo dei lavori forzati, attenua il limite di tutte le pene unite e l' applicazione delle circostanze attenuanti, introduce nella legislazione militare la liberazione condizionale e la riabilitazione di diritto. Migliora infine, il regime penitenziario. Il progetto organizza su basi più grave l' azione disciplinare in tempo di g1terra. ♦ Per la Sardegna. - Nel n. scorso della Rivista abbiamo dato un largo sunto dello articolo del Commendatore Solinas-Cossu, un sardo che ama e conosce l'_i!:tola natia ; ora vogliamo far menzione di una luc~d8: e serena relazione di Filipp:> Garavetti al Cons1gho provinciale di Sassari, n~lla quale 110n si nega la bontà delle leggi del 1897 e del 1902 e si dànno alcune spiegazioni sulla lentezza della evoluzione della Sardegna. Vogliamo fermarci su due cause poco apprezzate, riproducendo le sue parole dalla Nuova Sardegna, l'ottimo giornale repubblicano di Sassari. Le condizioni attuali della nostra isola , disse il Garavetti, sono una risultante di queste componenti : i difetti della geologia e della geografia; gli orrori di una storia più cha millenaria di ingiurie; gli errori molteplici della politica contemporanea. I difettidellageologia. La Sardegna non ha alte montagne; non ha quindi nè potrà mai avere, per la mancanza di grandi ghiacciai perenni , notevoli corsi di acqua ~a destinarsi a una larga irrigazione. Vi fu un bello spirito che, parodiando Archimede, invocò un punto d'appoggio per tirar StJ la catena del Gennargentu di altri 3000 metri, ed avrebbe subito gridato il suo E1 .1,reka sulla questione sarda. Ma a parte i paradossi certo è che qnesta non faV?revole condizione orografica della Sardegna fu pegg10rata dalla legislazione e da.Ila pratica forestale finora seguita; e credo di non dire un altro paradosso affermando che se nessuna legge forestale avesse mai imperato nell'isola e se nessun ufficio forestale vi avesse mai avuto sede la distruzione delle nostre secolari foreste sarebbe stata forse meno rapida e meno mecamente vandalica. I difetti della geografia. La Sardegna è posta nel centro del Mediterraneo a quasi eguale distanza dall'Italia, dalla Francia, dalla Spagna e daH' Africa. Ma disgraziatamente da tutte troppo lontana. _Quest~ è certamente la ragione precipua che spiega gli orrori della sua storia; poichè io penso, che sovratatto la posizione geografica della nostra i~ola ha fatto si che la sua. popolazione non abbia mai potuto allacciare e incrociare la sua vita alla vita e alla evoluzione delle popolazioni continentali, che di essa per molti fecero ora il teatro delle loro guerre devastatrici, ora il campo di esauriente sfruttamento. E la conseguenza fu questa; che l'alba del secolo XIX, se trovò la Sardegna ancora con un sentimento di italianità, che è davvere un miracolo abbia sopravvissuto a tanti secoli di oppressione e di abbandono, e ricca di monumenti, di una civiltà preistorica, la trovò però spoglia di qualunque vestigio di un' azione di Stato diretta a dare impulso al suo progresso economico e sociale. Ciò spiega perchè essa anche oggi sia dolorante nel suo triste primato dello spopolamento , della malaria, della povertà, dell'analfabetismo, della delinquenza. Per il nuovo Stato italiano .la riparazione a queste condizioni della Sardegna - che Eliseo Reclus avea stigmatizzato come un fenomeno storico ve1·amente strao1'- dinario e davvero fatto pe1· umilia're l'Europa civile - era suo debito d'onore - ma ci volle l'azione costante delle rappresentanze locali e politiche dell'isola a partire dal memoriale dei deputati sardi daì 1888 - ci volle la civile campagna che Felice Cavallotti a nome della democrazia nazionale lanciò al governo italiano per indurlo a includere nei bilanci dello Stato almeno il titolo di questo debito.

R I V I S T A P O P O L AR E ♦ La tortura In Russla.-Non bastano le forche e la galera al goveroo del liberale Stolypine, per tenere in calma il buon popolo dello Tsar: anche la tortnra ci vuole. I giornali democratici e liberali la St,rana, il Satoi,i, l' Oko ed altri - recano particolari orribili - che i giornali reazionari nfficiosi e no, non smentiscono - di torture inflitte ai prigionieri. S'infligge la tortura per obbligare taluni a confessare i nomi dei complici o le località ove sono nascoste armi, o dove si celano i rivoluzionarii ricercati e le tipografie clandestine; o per sfogare su sltre - specialmente sn i condannati a morte - la rabbia selvaggia e vile degli impotenti, dei deboli che si sentono alla vigilia dell' ultima roviaa. E le torture sono raccapriccianti. Alcune, tanto sono orribili, non possono neppure essere raccontate. Il governo del signor Stolipine - il qnale agisce µer ordine, e col consenso dello Tsar; l' umanitario che convocò la prima conferenza per la pace - riabilita la santa inquisizione, di feroce memoria. Sono sciagurati sottoposti ripetute volte alla fustigazione; uomini ai quali si strappano strisce di pelle , per bruciare poi su la carne nuda ovatta impregnata di petrolio ; sono i cunei fra le ginocchia, le spille cac• ciate sotto ]a pianta dei piedi, la ceralacca colata ardente su le ferite aperte, è il supplizio della sete applicato alle donne per obbligarle alle rivelazioni; vere o no, poco importa. A tutto questo presiedono i tribunali di guerra che lo Tsar ha istituiti di sua volontà, e chp fucilano due o tre individui innocenti sotto il nome di un rivoluzionario che dichiara di essere in salvo a.Il' estero ; i tribunali di guerra che devono mostrarsi feroci, sotto pena di essere puniti. Lo Tsar non vuole aver neppure la fatica di pensare se fosse talora il caso o no di far grazia: lo dice la seguente lettera di un suo, luogotenente: Strettamente confidensial e, Ministero della guerra, Direaione della giustisia militare 29 Rgosto 1906, Pietroburgo Al comandante in capo della circoscrisione militare di Varsavia " Dietro proposta fatta.gli personalmente dal ministro della guerra in data 26 agosto, S. M. l'impera tord ha ordinato di far sapere a tutti i comandanti in capo che S. M. esige l'applicazione regolare della nuova legge sopra i Consigli di guerra di campagna per tutti i delitti numerati in codesta legge. « I comandanti e governatori generali che si permettessero di sottrarsi in quabiasi m-Jdo all' ordine imperiale sarebbero resi personalmante responsabili davanti a S. M. « I comandanti sono tenuti a vigilare che in questi affari non venga indirizzata all' imperatore nessuna domanda di grazia. « Io vi trasmetto questo ordine imperiale. .. Firmato: Il capo della direzione della giustizia mi li tar~ : Luogotenente generale Pauloff • . E i tribunali ci guerra, ligi ,all' ordine dell' Imperatore - l'umanitario ipocrita Nicola II - danno alla compagnia di esecuzione e al boia, una media di venti condannati a morte e di duecento condannati alla deportazione, alla carcere, alla galera ogni giorno. E cosi l'autocrazia spera vincere l'irreparabile movimento di progresso che trascina - fra mezzo alla più spontanea delle convulsioni - la Russia all' avvenire. Ma ciò ciò che rivolta lo spirito, è il silenzio col quale vengono accolte in Europa, le terribili rivela- . zioni dei giornali russi. Il grido d'aiuto che mandano i liberali russi, i ribelli al feroce e reazionario potere dello 'rsar trova sorda questa vecchia e vilissima Europa. Nel passato, ai princi pii del secolo scorso, i giovani di tutte. le nazioni si sarebberl) levati come un sol nomo a maledire e la loro azione avrebbe fatto paura allo Tsar. e avrebbe obbligato i governi a in - tervenire contro il selvaggio au tocrata ; oggi i giovani han ben altro da fare che occuparsi di popoli che reclamano la libertà. Fanno, su per le colonne dei giornali, gli eroi, gli imperatori, i tartarin spaccamontagne; e cercano e insegnano il modo di diventare Dio. Hanno altro da fare che agire in nome della nman ità, per la. libertà per la giusti zia; e intanto in Russia la forca, la nagaica, e il coltello scorticatore comriono indisturbati, l'opera loro. T11tto ciò che di scellerato e d'incredibile si commette per ordine dello Tsar non spiega, non giustifica anzi, il furto elevato a sistema, le bombe e i pugnali adoperati con spaventevole frequenza dai rivoluzionari? ♦ La elezione americana. - Indubbiamente Roosevelt pnò ritenere certo il trionfo del partito repubblicano alle prossime elezioni americane. La sconfitta di Hearst candidato al governatorato di New York prelnrJe alla sconfitta di Bryan alla presidenza. Vero che, a quanto accennano i giornali americani , se Hearst fosse stato eletto governatore di New-York egli avrebbe posata la sua candidatura a presidente della Unione, di modo che Bryan - il quale lo ha aiutato in questa campagna con tutta la sua energ-ia , non ha , forse , da dolersi molto della sconfitta del giovine ~ intraprendente alleato. Intanto è opport11no constatare che la diminnizione di voti subita dal partito repubblicano , malgrado la sua vittoria in questa elezione , non è dovuta ad un aumento di voti pel partito democratico ad nno spostamen.to di elettori da quel partito a questo ; bensl ad un mcremento notevole di voti socialisti. Il partito socialista americano, non si sente ancora abbastanza forte per lottare e presentarsi da solo; essi quindi si nllea a quei partiti che gli sembrano più affini, e che - fino ad un r,erto p,mto - combattono la sua stessa battaglia. Ora l' Hear::;t ::1ipresentava < on un programma di riforme sociali e contro la invadente e sempre crescente olutocrazia americana. Hea~st è a sua volta un mil;ardario , proprietario di parecchi giornali a New York a Chicago e a Filadelfia, ma nondimeno le sne dichiarazioni contro i 1'rusts sono state esplicite; tanto esplicite che il parliito socialista americano ha creduto dover votare per lui , come quegli che più del candidato repubblicano dava affidamento di voler davvero mettere un freno al la ingord!~ia ed alla potenza dei trustisti. Di qni la clirninuiz1one notevole di voti repubblicani , e la forte mmoranza toccata all' Hearst. ~ _questo fat~o si è_ verifi~ato in tutti gli Stati {!mtl. Là dove 11 part1to socialista ha potuto mobihzare un certo nume~o di elettori , essi in massa han~o votato per i candidati rep11bblicani. Crnqne anni fa il Wilshire, nella sua rivista dichiarava francamente che « quando il partito s~cialista si sentirà forte abbast-anza, presenterà un suo candida_to alla Presidenza; ed eleggerà i suoi rappresentanti al Congresso, e rappresentanti e candidato fruiran.n? aìtro che dei voti dei prettamente socialisti, anche d1 quelle schede di elettori democratici e reP?bblica~i che l' alt~l~na dei due grandi partiti avrà d1sgustat1 dalla politica e dall'andamento delle cose del paet:1e.• L'ultima elezione nella quale i repubblicani hanno subito una forte diminuizione della loro maggioranza, dimostra che Wilshire parlava con piena e perfetta cognizione di causa.. Ed un altro fatto anche viene a provare che il contingente repubblicano è stato assottigliato dalla propaganda socialista; cioè ..

RIVISTA POPOLARE 565 che ìà dove la propaganda socialista non è ancora arrivata a far sensibile breccia, lo spostamento dei voti, repubblicani o democratici che fossero, è stato quasi nullo. Noi assisteremo dunque ben presto, ad un esperimento di introdnzione dello elemento socialista nella politica degli Stati Uniti. E sarà interessante vedere quale atteggiamento prenderanno, politicamente, i socialisti americani, sotto quali forme,. e con quali mezzi ei,plicheranno la lotta, in favore del trionfo delle loro idee , e della applicazione pratica dei loro princi pii, in questo paese, che non è inceppato dalle tradizioni dei vecchi paesi Europei; in questa nuova repubblica la cui politica corre, dritta come freccia, al suo scopo senza tener conto di certi ostacoli che frenano forzatamente, la politica dei paesi Europei, e che sovente, e più d'una volta, s' è avvicinata a socializzazioni - praticate là dai partiti al governo , che avrebbero fatto fremere e messo a soqquadro i nostri paesi Europei, molto lontani ancora, dal comprendere la differenza che corre fra il socialismo pratico e quello teorico. Forse il partito socialista americano stà preparandosi a darcene la dimostrazione pratica; sarà interessante. ora che la sconfitta di Hearst ce n'ha rivelato il lavorio, seguirne la evoluzione e l'opera. ♦ Lo sciopero degli studenti della Posnania ed il patriottism.o Polacco. - La politica repressi va del governo tedesco , comincia or.a a portare i suoi mali frutti, maturati dal vento nvoluzionario che dalla Polonia Russa, spira verso Leopoli e Posen. A chi osservi superficialmente, la qnestione si presenta ora, con l' unico carattere d' un' agitazione religiosa, e per '}uestioni d;_ catechismo; in realtà è la difesa della lingua, e della nazionalità polacca che gli studenti pot1nani fanno , scioperando , nella loro protesta contro il secolare tentativo di completa germanizzazione della Polonia tedesca. Il successo parziale, ottenuto dagli ·studenti della Polonia Russa, li ha incoraggiati· Il curioso si è che questi cattolici mettono nell' imbarazzo la politica di Papa Pio X, ligia, più di ciò che ad un pastore d' anime converrebbe, alla politica dell'imperatore Guglielmo, cui - mal~rado le denegazioni vaticane - egli deve in gran parte la propria elezione. Non bisogna dimenticare, e Briand e Dumont alla tribuna della Camera Francese ribadirono il chiodoche ;E>ioX fu eletto in seguito al veto posto alla elezione del cardinale Rampolla da una potenza tedesca. Ma l'imbarazzo della politica Vaticana sta in questo: i concili della Chiesa - ed i concili ne sono la costi~ tuzione fondamentale-prescrivono tassativamente che l' insegnamento religioso deve essere impartito nella lingua de] paese : in Polonia , in lingua Polacca, dunque. Difatti contro i tentativi di germanizzare questo ramo dell' insegnamento il clero protestò sempre, e a tempo del cardinale Ledochowski nel 1867 i polacchi più illuminati condannarono l' atteggiamento dal cardinale che associava il movimento cattolico polacco allo stesso movimento tedesco e nel 73, pigliando parte alla lotta contro Bismarck e il Kulturkampf, trascinava la Polonia in una battaglia nella quale, dal lato degli interessi nazionali, aveva tutto da perdere. E il cardinale Kopp che tiene oggi il posto del Ledochowski continua la medesima politica, politica che, del resto, piace al Vaticano e si mette in guerra con l' arcivescovo di Stablewski e con l' arcivescovo di Leopoli, Teodorowczi, i quali parteggiano franca• mente per il mantenimento della lingua polacca nelle scuole, e incoraggiano la resistenza degli studenti alla germanizzazione. La storia del processo continuo di snazionalizzazione praticata dal governo Germanico su la Polonia' sarebbe troppo lungo a farsi : cominciò nel 1804 con la proibizione dell' insegnamento ai maestri polacchi che ignoravano il tedesco, continuò nel 1811 con l'interdizione dello studio del polacco ai ragazzi tedeschi; con l' obbligo della traduzione in tedesco di tutti gli atti ufficiali polacchi imposta nel 1830 dal governatorn Flottwell, con l' obbligo del tedesco nelle scuole imposto dal decreto reale nel 1835; e via di seguito ·11 imposizione dell' uso del tedesco andò sempre più aggravandosi attraverso .ai secreti governativi del 34, del 63, del 7-::l-73che tendevano tutti a ridurre di più in più l'iusegnarnento e l'uso della lingua polacca, fino ai decreti del 1901 che soppt'imevano l' insegna• mento del Polacco nei Licei su peri ori ed ai processi del 1902; fino a questa ultima agitazione provocata dal decreto che sopprime l'insegnamento del catechismo in iingua polacca. · Venuto fino agli estremi limiti, il sentimento n,~- zionale polacco si ribella ora; e gli studenti scioperano e i ragazzi sono tenuti a casa dai genitori i quali non vogliono che ogni vestigio della lingua polacca - l' ultima reliquia, la sopravvivenza della patria oppressa - scompaia. Intanto l'atteggiamento del Vaticano, che pur senza dichiararlo apertamente partaggia per la Germania contro i Polacchi, avrà indubbiamente per re ➔ ultato di allargare la questione dal campo religioso al campo politico, e di creare nella Polonia tedesca q negli stessi scismatici, i Maria.viti, che la politica Vaticana, ligia allo Tsar, ha suscitato nella Polonia Russa, ♦ Gli studenti Austro-Italiani e il governo Austriaco. - e La volpe. dice il proverbio, perde il pelo, ma il vizio mai ». La condotta tenuta in q uest' ultimo tempo dal governo Austriaco ce lo dimostra partecipante della proverbiale qualità della volpe E il vizio del governo Austriaco è l'ipocrisia. Pur di non cedere s' adatta a tutti i travestimenti, a tutte le finzioni. I nostri lettori sanno in che consista la quis tione universitaria Italiana in Austria. Noi ce ne siamo occupati altre volte, e crediamo inutile tornarvi su ora. Ci piace , piuttosto, trarre qualche conseguenza dagli ultimi atti del governo A ·1striaco. Avvicinandosi la. riapertura delle scuole e delle Università gli studenti Italiani hanno di bel nuovo ricominciata l' ,agitazione per ottenere dell' i. r. governo nna università Italiana a Trieste. Ognuno ricorderà gli spiacevoli fatti di Innsbruch dell' anno scorso; è quindi facile il dedurre che il governo avrebbe fatte di tutto per evitare l'agitazione, o almeno_ frustrarne gli effetti. Già qualche riunione era stata tenuta dagli studenti Italiani a Vienna, ed in una di esse èrct.stato v?tato il seguente , e molto significativo ordine del giorno: e Da oltre un mese gli studenti italiani chieJono per mezzo dei deputati italiani, l'adempimento delle promesse loro fatte nel luglio scorso dal ministro del1' istruzione, riguardo alla facilitazione per gli s lindi seguiti in italiano. e Il ministro dell'istruzione e il ministro presidente, evitarono ogni volta risposta definitiva. e Gli studenti, persuasi che questo sia un indegno giuoco, decidono di riprendere l'agitazione nelle università austriache, e invitano tutti i connazionali a sostenerli nella giusta lotta. « Inviamo intanto una deputazione dal rettore del1' università , affinchè richieda uguali diritti accade-

566 RIVISTA POPOLARE miei, per gli Italiani come per i Tedeschi, e prendere le misure necessarie per difendere i loro diritti, contro gli eventuali attacchi da qual,rnque parte essi vengano. « Nelio stesso tempo inviano una deputazione dal ministro dell' istruzione, per richiedere un' ultima risposta». Naturalmente il governo, più che paterno, dell' imperatore F. Giuseppe era preoccupato della mala piega che andavano prendendo le cose. Il governo però non vuole l'università Italiana a Trieste; sennonchè, ed è qui dove scappa fuori il vizio della volpe dal nuovo pelo, sennonchè concede che e saranno riconosciuti e ritenuti validi gli studi e gli esami fatti· nelle università Italiane », da Italiani politicamente soggetti all'Austria. La trovata è degna d'un genio: peccato sia sol tanto nna scappatoia trovata da quel ministro Marchet, cbe a confessione dei suoi stessi amici e dei giornali llfficiosi non è nn aquila. Nondimeno la trovata ba avuto, per ora, un buon successo; sarà momentaneo in I 11 hbiamente, ma intanto le agitazioni degli studenti Italiani si sono calmate. Giustizia vnole che sia detto che erano gli studenti Italiani stesBi i quali a vevano chiesto come temporaneo e transitorio questo prnvvedimento che il Marchet ha stentato tanto a concedere. E come concesso poi! Non già con un i. r. decreto; non già sotto forma di legge, ma bensì come ,ina dichiarazione scritta dal ministro e consegneta ai deiJutati Conci e Pitacco con l' assicurazione che qnella dichiarazione aveva valore di dichiarazione ufficiale dèl governo. Naturalmente gli stu -ìenti Triestini ci guadagnano; ma il prvvedimento lia questo di dannoso per Trieste e di ottimo per il governo Austriaco, che non' fa sentire pi~ tanta urgente c )me prima la necessità di risolvere la questione del la Università Italiana a Trieste; che diminuisce le ragioui d' essere della agitazione a quello scopo, e che mette gli studenti Italiani dalla parte del torto , se essi reclamassero ancora per la Università. Questo è, senza dubbi0 , molto comodo per il governo Austriaco, ma è certamente anche il rinvio alle calende greulie del rico11oscimento di un sacro diritto degli Italiani i:wg-getti all' Austria; e questo dal punto di vista nazionale, non è certamente un bene. Se poi questa concessione fosse un primo atto della nuova politica del snccessore di Goluchowsky , come si assicura, b;sognerà accettarla di buon grado in attesa del resto. ♦ Nei Balcani. La lotta tra Greci ed Albanesi. -<Jredian:o utile, anzi-doveroso, richiamare l' attenzione dei nostri lettori sopra una lettera inviata da Mo11astir ad un nostro amico, che ce la comuuica. La p11bblicbiarno senza modificarne o attenuarne la for111a. e Onorato e amato patriotta, e Chiedo v.enia se ho tardato molte a risponderti; è più di un mese da che mi trovo ammalato con febbri, ora pare cbe mi sia rimesso e le febbri si siano allontanate. I 11 Albania si_è iniziato un movimento febbrile nel senso dei di ri tt.i nazionali da salvaguardare; nell' Albania di mezzo-Vilajèt di Monastir - hanno incominciato a la varare molto bene; il despota, Mi tropoli to di Korcia, Fotos venne ucciso; questo maledetto avea sollevato il capo. Lo uccisero i nostri ... ............. io conosco bene i fatti. Ricevo lettere e noti~ie da tutta l' Albania ma non le pubblico perchè ne verrebbe certamente a conoscenza il governo Turco, ed allora poveri patriotti! Il Sig. S..... trovasi a P ...... i t;gli viene mantenuto dal comitato con molta utilità per Ja causa nazionale. Che possiamo fare? Abbiamo ostacoli e nemici moltissimi. Se avessimo denaro e aiuti così come li hanno, i Bulgari , i Greci, e Valacchi, ben presto i nostri diritti nazion~li sarebbero rispettati, ma non abbiamo nè aiuti, nè luogo libero ove poter lavorare. Oltre al despota Greco, ferirono con arma da fuoco anche il Sindaco di Korcia io casa propria, ma non è morto il maledetto procuratore della T11rchia ; dicono che vorrà guarire. Colui che ferì il procuratore dell' Impero Turco è un albanese maomettano del Kazà di Kosturi, chiamato Dilke, però l'infelice venne arrestato. perchè il ferimento avenne dentro la città, e non potè fuggire in mezzo ai soldati Turchi. - Dopo due giorni di questo ferimento, uccisero con sei colpi il Mi tropolita Fotos, ma gli uccisori anche dei nostri, fuggirono e non vennero arrestati. Fuori l'Albania vi sono molti albanesi che possono e vogliono. aiutare la cau$a nazionale con aiuti in denaro, ma non sanno ove spedire tali aiuti, perchè quei patriotti, che lavorano dentro l'Albania non possono mostrarsi, perchè il governo Turco li uccide e sotterra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . _ . . • . Io combatto pei nostri diritti; i nostri albanesi sono uomini forti, ma sono immersi nell'ignoranza a causa della schiavitù; scuole non ne hanno, libri neppnre, e tutto c-iò per ordine del governo Turco; e poi anche i preti delle diverse religioni lavorano per dividere gli Albanesi di diverso rito religioso. Con tutto ciò a poco a poco le nostre sante aspirazioni si attueranno, ed io ho grande speranza che la nazione albanese vorrà risplendre anche essa di luce propria. Nè i desiderii perfidi degli Slavi e dei Greci per distruggerci vorranne realizzarsi ; di tutto ciò io sono sicurissimo. Qui giorni fa venne, il Principe Aladro insieme ad un tal Babatasi, il quale ultimo è un briccone ; io però non mi faccio ingannare perchè abbiamo cono sciuti quali fiori di vagabondi sono essi ; io cono bb prima di altri Aladro a Parigi, è un vecchio che soffre di e ambizione senile > ; non sa quello che faccia, tutti lo ingannano, e non ha vergogna , vien strappazzato di q uà e di là, e le sue opere lo rendono abbastanza ridicolo. Di me Alandro ha paura, perchè sa che io sono a conoscenza di tutte le sue stupidaggini. Saluti e onori molti, e che il Signore ci faccia incontrare al più presto. Molti saluti anche da G... E. F. >. ♦ L'amico che ci ha favorito la lettera aggiunge questo commento. A chi~.rimento maggiore della lettera aggiungiamo che il Metropolita di Korcia, Fotos, era un Turco di , religione ortodossa, e qni.ndi al servizio del Patriarca e àella Grecia; questi cristiani di razza Turca son chiamati e Karamanli ». Costui uno o due mesi fa si era negato di celebrare le nozze di un figlio di J ovan Kosturi, ricco albanese di Xorcia , sol perchè il Kosturi era albanest:i, e naturalmente ama la patria e la propria Jingua. Anzi il Metropolita invitò in propria casa il Kosturi ed ardi innanzi a molti preti di fargli una paternale, invitandolo infine a Eiottoscrivere una dichiarazione colla q11ale egli doveva rinunziare alla nazionalità albanese, per considerarsi Greco e come tale Javorare per la « Grande Idea ,, . A simili proposte il Kosturi rispose con tale vee~nza , che i preti tutti fuggirono, ed il Metropolita tremava come verga ; indi il fiero albanese fece partire per Bukarest il figlio col proprio fratello e la fidanzata e pareo ti di questo, ove col concorso di tutta la fiorente colonia albanese di Bukarest, col prefetto della città, Principe D. Moruzi, coll'ambasciatore 'rurco Chiazim Bey e molti R11meni si celebrarono le nozze, e quindi ritornarono a Korcia in mezzo alla e vala» o canto nuziale albanese. I preti Greci in Albania sono degli intrusi e tutti lavorono per il Panellenismo ; l' anno scorso per or-

RIVISTA POPOLARE 567 dine del Patriarca Greco venne assassinato da una banda Greca il prete ortodo:;so albanese di Negovan Patlatl Kristo Harolambi, sol per Jhè qnesti stampava libri in lingua albanese e amava la propria nazione. Grandi e vari sono i mezzi che il Patriarcato greco adopera contro t11tto ciò che sa di albanese, come scuole Greche, anatemi in chiesa contro coloro che mandano i figli in qualche rara ::;cuc>laalbane~e, o lavorano per la patria, assassini per mezzo di bande Greche, corruzioni e tutto il hen di Dio che i preti hanno sotto mano. Finora gli Albanesi, innanzi alla propaganda Slava e Greca ed agli as:;ass: ni e saccheggi perpetrati da questi rimasero indifferenti, ma ora che vedono in pe · ricolo la loro nazione, che nessun diritto viene a loro concesso o riconosciuto ; neppurn q nello di insegnare a proprie spese e ai propri figli la lingua nazionale, nel mentre formano la maggioranza as:3oluta fra tutte le popolazioni Bal~aniche' e vedendo che Greci e Bulgari coi saccheg~i e gli a8sassini si fanno credere i soli padroni della cosi detta Macedonia, banno anche essi iniziata a somiglianza di quella u1:1atadai loro nemici, opera di distruzione contro tutto ciò che sa di straniero in casa propria. Perciò se finora erano Greci e Bulgari che si contendevano il campo in Macedonia, da oggi innanzi bisogna considerare che in mezzo a qnolla lotta di sangue vi entrerà certamente l' elemento albanese, che è il più numeroso nei Balcani, ed ha i maggiori diritti da salvaguardare in Macedonia, ad onta che l' Europa finga di non avvedersi e fac(iia la sorda verso quel popolo generoso ed infelice nello stesso tempo. Con stima la riverisco. NOI Per le solite ragioni di spazio siamo costretti a rimandare l'ultima puntata dello interessante studio del Celli: Antagonismi igienico-economici al prossimo numero. Per una apologiadel delitto Le tristi condizioni in cui passai 1 primi anni della mia vita, col padre in esilio e colla mancanza di scuole nella mia città natia, fecero di me un autodidatta nel senso più rigoroso della parola e non mi consentirono nemmeno la più rudimentale cullura letteraria. Di ciò si saranno sempre accorti i lettori dei miei scritti. Tutte le circostanze della mia vita fecero sì, in appresso, che io abbia sempre guardato con ripugnanza alla formula dell'arte per l'arte e considerata come moralmente perniciosa una certa arte che educa al male; e che inocula 1~ella _coscienza_ i germi del male e, li sviluppa e li coltiva dove c1sono. Confesso, percio, che mi sento sempre a disagio quando mi trovo tra amici che mi deridono per le mie fisime morali e le cui derisioni subisco con rassegnazione se mi vengono da persone, che pur avendo dei criteri diversi dai miei, in fatto di arte, sono pure fior di galantuomini. Aggiungo che l'attitudine di costoro mi è parsa sempre l'elemento di prova più plausibile in favore della dissociabilità dell'arte dalla morale. .La dissociabilità del resto viene anche meglio dunostrata dal fatto, che spesso non c'è armonia alcuna tra l'opera d'arte eccelsa, e la vita del1' a:t~st~ : gl' in~re~u ~i plas~a1~0 fìgu~e e~ episodi rehg10s1 merav1ghos1 , e 1 d1ssolut1 c1 hanno dato immagini di Vergini purissime. Se questo è vero quando è spiccato il contrasto tra la vita dell'artista e la sua opera, lo è ancora di prn quando l'opera d'arte non ha relazione diretta coi sentimenti dell'artista. Raffaello, Cellini o Michelangelo stanno a dimostrare queste varie forme e gradazioni di dissociazioni o di contrasti , che sono ancora più frequenti nella schiera dei poeti. Tra i tanti costituisce un clamoroso esempio Oscar Wilde, quello di Sodoma e Gomorra. Chi non si commuove alla lettura di quella bellissima Ballata della prigione di Reading, che ricorda cioè, la prigione dove fu rinchiuso pei suoi depravati costumi ? D' altra parte quanto poco la bellezza di una poesia rispecchi i senti men ti e le convinzioni di un poe~a ce lo mostra, per non cercare esempi remoti, Giosuè Carducci : egli ci ha daro l'Inno a Satana in cui si canta la forza vindice della ragione-e la Chiesa di Polenta, in cui dall'intercalare dell'Ave Maria! spira tanta vaga religiosità. Gli apologisti dell'arte per l'arte spero, però, che non vorranno negare che l'ammirazione e il godimento siano più schietti e più intensi quando la creazione estetica ha un contenuto ~orale; quando c' è armonia tra l'artista e la sua opera. Si ha allora la complessa sensazione, che si proverebbe se alla bellezza dei petali vellutati della camelia si accoppiasse il profumo della rosa. L'armonia tra la vit.::t dell'artista e la sua opera ci esalta; ci fa trovare ancora più belle delle creazioni, che in sè har,no scarso valore estetico. Perciò rimangono e commovono sempre i canti di Koerner, di Mameli, di Pètofi,. l?erchè si sa che furono santificati dagli atti ero1c1. Chi potrebbe dirci quale impressione estetica ci produrrebbero certe poesie di Carducci se si sapesse che egli nella vita reale ha vissuto in armonia coi sentimenti, che spirano dal Ca ira? E Gorki era noto ed ammirato; ma r ammirazione è cresciuta da che egli si è slanciato nella lotta contro lo _czarismo per la redenzione di quei vagabondi e di quei miserabili, di cui ci ha narrato con meravigliosa efficacia la vita di stenti e di sofferenze; crescerebbe ancora se egli le idealità politiche armonizzasse colla vita privata e non avesse dato fondata occasione alle escandescenze della ipocrisia protestante dei nord-americani. Viceversa attualmente è generale l'affievolimento dell'ammirazione verso Tolstoi perchè si è visto che la sua meravigliosa arte non può compensare il danno enorme che ba fatto alla Russia la predicazione ultra evangelica della non resistenza, della rassegnazione. Quale che possa essere l' infatuazione per la formula: l'arte per l'arte, i suoi apostoli poi non potranno negare che i grandi, i colossi - Omero, Eschilo, Sofocle, Virgilio, Lucrezio, Dante, Shakspeare, Ariosto, Cervantes, Goethe-senza voler fare della morale per mezzo dell'arte non si sognarono mai di fare l'apologia sfacciata della immoralità o del delitto. E indubitabile pure che l'esteta giudica l'opera dal suo solo pu-nto di vista; ma non può negare al sociologo il di ritto di andare più in là. Può il primo senza preoccuparsi del contenuto rimanere estatico innanzi alla bellezza della forma; ma compie il proprio dovere il sociologo avvertendo che il grato sapore può nascondere il veleno mortale. A quest'ultimo una sola cosa non s1 puo concedere: che egli voglia fare ammira re come bella un'opera brutta, quantunque morale. Che l'arte e la letteratura immorale, poi, esercitino azione deleteria sulle anime medie, che sono quelle della grande maggioranza degli uomini, nessun potrà mai negarlo, perchè in questo caso gli studi psicologici e pedagogici sono troppo concordi, tra gli scrittori delle più opposte scuole, nel-

568 RIVISTA POPOLARE l' ammettere l'azione dell' imitazione, della sug- disgusto specialmente tra militanti dei partiti più gestione, della educazione nel senso più largo della avanzati. ( r) parola; di questa azione ciascuno di noi nella vita La mia ripulsione verso l' uomo e verso la sua quotidiana ha avuto agio di convincersi alla scuola arte, però, non mi trascinarono ad impedire che dei fatti , e colla personale esperienza. Ond' è che altri rendesse omaggio a D'Annunzio poeta; e Pilo lessi da recente con vivo compiacimento il libro di ed altri nella Rivista ne esaltarono le qualità arScipio Sighele: Letteratura tragica, in cui, senza tistiche specialmente in occasione della Figlia di che vi sia esplicitamente combattuta la formula Iorio e delle Laudi. dell'arte per l'arte, l'influenza sinistra della immo- Io rnstai saldo nelle mie convinzioni che avevo ralità e della delinquenza letteraria per mezzo del avuto occasione di manifestare dieci anni or sono. romanzo e del teatro viene sostenuta vigorosamente. Nel 1896 in occasione delle vive polemiche solleSuperfluo aggiungere che l'opera d'arte quanto più vate dal romanzo Le Vergine delle Rocce nel primo è viva, eccellente, se immorale o criminosa, tanto anno di vita di questa Rivista (15 e 31 Marzo) pubpiù riesce efficace nell'impressionare e nel perver- blicai due articoli, non per impancarmi a critico tire. Massima la sua azione pervertitrice col teatro. artistico, ma per esaminare alcune difese strane So bene ciò che rispondono molti difensori del- che di D'Annunzio si erano fatte sul terreno scienl'arte pervertitrice: essa rispecchia le condizioni im- tifico e morale, P.erchè allora il pubblico letterario morali e criminose della società, non le crea. Ciò ci teneva ancora alle fisime morali, come le chiama che in parte risponde a verità e serve a fare ac- adesso, del contenuto dell'opera d'arte. Il Visconte cordare le circostanze attenuanti. Costoro, però, nun de Voguè, per non citare i minori, che aveva ledovrebbero dimenticare il canone inconcusso della vato un inno a D'Annunzio scrittore, proclamansociologia, cioè la reciproca azione e reazione tra le dolo, campione della latinità, - quasichè la esalcause e gli effetti: un fenomeno deriva da una tazione della galera e del bordello potessero codata causa, ma alla sua volta la riproduce e la rin- stituire un merito per una civiltà sana e robusta I - vigorisce. Un'arte corrotta e criminosa può essere lo difese dall'accusa d'immoralità e di stravaganza il prodotto delle condizioni dello ambiente; ma di scientifica campeggianti nelle Vergini affermando quelle condizioni serve a consolidarne e ad intensi- che la forma era tutta di D'Annunzio, ma ciò che ficarne l'azione. Ond' è che bisogna nello interesse c'era di biasimevole nello spirito del romanzo era sociale combattere certe cause e certi effetti ad un imputabile a Nietzsche, alla sua teoria del supertempo 1 lasciando alle circostanze del momento e uomo, dell'ilbermensch. al temperamento dei combattenti la scelta dell'ob- E, allora pur confessando la mia ammii::azione per biettivo della lotta. ,. lo splendore della forma dimostrai al De Voguè ♦ che tra le teorie del Nietzsche e le incarnazioni La coscienza della deficientissima mia coltura let- di D'Annunzio non c'era niente di comune; D'Anteraria e i sentimenti profondi e immodificabili che nunzio, concludevo nel primo articolo, ha laidanutro sulla funzione dell'arte hanno influito nel- mente adulterato le teorie di Nietzsche in guisa che l'accordare o nel negare la mia simpatia a questo tra le idee dello scrittore tedesco e quelle dell'itao a quell'altro scrittore ed artista; ma mi ha con- liano correva tanta differenza quanta ce n'era tra sigliato rigorosamente a non impancarmi mai tra la vita dei due uomini. i critici artistici e letterari. Di arte o di letteratura, Esaminate rapidamente le teorie di Nìetzsche e conscio della mia grande incompetenza non mi sono l'applicazione che ne avevo fatto D'Annunzio, aggiunoccupato che assai di raro e solo quando il conte- gevo: « Per quanto non siano pochi coloro che voglionuto o politico o morale o scientifico esorbitava su no esaminare l'opera d'arte indipendentemente dal quello estetico. Di più: in questa Rivista mi sono suo autore, come separano l'arte da ogni concetto imposto il massimo rispetto delle opinioni altrui; morale e sociale in omaggio alla formula: l'arte per tanto da affidare a Mario Pilo, che su questo ter- l'arte; pure essi stessi quando possono trovare un reno è un mio avversario, la rubrica ordina- caso in cui il concetto dell'artista venga illustrato ria degli stelloncini letterari e da dare motivo di dalla vita dell' uomo , con armonica unità , se dolersi della mia soverchia tolleranza verso gli apo- ne compiacciono come di una rarità, che aggiunge logisti dell'arte per l'arte al mio amico Lanzalone, pregio singolare e valore morale altissimo all'opera che. la combatte con ardore. d'arte. Per lo meno anche ai loro occhi la vita Le mie convinzioni, i miei sentimenti lasciano dell'uomo rappresenta una cornice magnifica e supporre che io non abbia mai sentito alcuna simpa- adatta al quadro dell'artista ». tia per Gabriele D'Annunzio, quantunque sia ri- « La corrispondenza tra ruomo e l'artista, l'armasto affascinato talvolta dalla bellezza di alcune monia tra la vita delruno e la produzione dell'altro sue pagine. Ho avvertito marcatamente un senti- contribuì non poco a circondare lo sventurato mento di ripulsione, che deriva dalla sua arte quasi Nietzsch~ di _un aureola, che abbagliava anche gli sempre immorale e dalla dolorosa corrispondenza avversan su01 », tra la vita dello scrittore e le sue manifestazioni « Predomina negli scritti di Nietzsche la sinceartistiche. Perciò fui unico e solo - e me ne van- rità, il disprezzo della gloria e della ricerca del to - nella Estrema sinistra a non prestar fede a consenso dei contemporanei; egli ci teneva ad esGabriele D'Annunzio, che aveva magnificato la sere inattuale, cioè a non essere del suo tempo; siepe divisoria tra il mio e il tuo, per far cosa grata visse sconosciuto tra i suoi contemporanei e con ai conservatori, quando poco dopo recitò una grot- l'amarezza profonda di saper~i sconosciuto; ebbe tesca commedia nel dichiarare che veniva verso la fede nel suo ideale e continuò a propugnarlo sino vita, per assidersi sui banchi della Montagna appena a quando non gli si chiusero dietro le porte del eletto deputato; fui unico e solo a non avvici- manicomio. narlo , a non serrargli la mano con entusiasmo --- . . . come fecero tutti i miei colleo-hi che credettero di (1) Verso d'Annunzio ho da rimproverarm! una de~o.lezza. avere fatto un magnifico acquì~to perchè sicuro che Nel 1905_infervorato com'er~ nell'adopera;~' !lffi~che 11Nu- . · . . ' . mero unico consacrato a Grnseppe Mazzm1 rrnsc1sse quanto s! trat.tava d1 una ma111~e~taz10neestetica senza alcun !più si potesse degno del Grande genovese, da un comune ~111ccrocontenuto poht:1co e morale. Ora se la men•) amico mi lasciai trascinare a [richiede~e a~ po~ta ab:uzz~se z 1 ogna puo esser~ _ammirata per la sua for~a ne~-1 qualche suo scritto. Della debolezza egh m1 puni col s1lenz10. 1 arte, nella poh t1ca non dovrebbe che suscitare 11 I E fece bene. ·

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