Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 20 - 30 ottobre 1906

RIVISTA POPOLARE 535 che il compito non è facile: c'è un po' della quadratura del circolo nella politica austriaca. Quella che gli Ungheresi vogliono è , su molti punti , precisamen te il rovescio di q ·1el che vogliono gli Austriaci; i Dalmati non vogliono quel che vogliono gli Czechi; i Croati esigono il contrario delle esigenze italiane; e ci sono poi i socialisti e gli antisemiti che vogliono sempre il contrario di quel che vogliono tutti gli ~Itri, compresi i Pangei·manici i quali vorrebbero chè tn Austria non ci fossero uè Ungheresi, nè Croati, nè Austriaci nè Italiani; ma Tedeschi soltanto. Desiderio, dal loro punto di vista, lodevolissimo, ma di piuttosto difficile attuazione. Bisogna riconoscore che se GolouckowRki è caduto, è in fondo molta sua colpa. Partigi11no, anzi fautore della Triplice egli ha lasciato, in quest'ultimo tempo, che si producessero seris'::iirne discrepanze fra Italia ed Austria. Non ha saputo freuare , nè reprimere le i II temperanze croate, ha dato ragione all' Italia dì so• spettare cbe egli ne volesse sacrificare gli interessi e la influenza nei Balcani alla Russia. E questa è stata una delle accuse principali che la Delegazione Unghe• rese µ;li ba mosso e per le quali gli ba fatto ca pire che gli avrebbe negato il voto se egli alle Dalegazioni lo avesse dimandato. Non è ora il caso di discutere se la Triplice sia, u nieno, ancora utile ali' Italia; il fatto è che la Triplice ancora sussiste e l' aver dimenticato che finchè un' alleanza è in vigore gli alleati sono sempre strettamente legati dai patti reciproci è stato uno dei gravi torti di Golouckowski. I giornali che ne difendono la poli tiea affermano che il vecchio ministro degli e8teri austro ungarico non aveva nessuna intenzione contraria ali' Italia. , e che soltanto egli cercava di striugere con la Russia relazioni di amicizia che certameu te non potevano adombrare nessuno dei componenti la Triplice. Dimenticano rhe la Russia nei Balcani è la spina nell' oechio dell'Austria e dell'Italia : e allora? U u' altra delle cause della caduta di Golonckowski è stata l' essere egli troppo seryile, troppo cortigiano verso la Corona , e, speeialmente , di front~ a certi consiglieri dèlla Corona. Egli' faceva di tutto ormai per aggrapparsi al potere; e naturalmente ricorreva anche ai mezzucci ; e i mezzucci l· hanno perduto. Ora il suo successore ha dinanzi a se un compito non facile da risolvere. Non diremo mettere d'accordo le varie nazionalità, tendenze e pretensioni: voler l' accordo dell' acqua col fuoco è da pazzi; ma almeno, se desidera restare un po' di tempo al cancellierato, dovrà sforzarsi a dissipare le nubi che sul cielo politico il Golouckowski aveva lasciato addensare; dovrà. tentare di determinare certi limiti entro i quali possono agire senza urtarsi le varie nazionalità. cbe compongono l' Imi:,ero Austro-Ungarico; dovrà far di tutto specialmente per mettersi d' accordo con la Delegazione ungherese la quale , come è stata capace di mandare a spasso Golouckowski potrebbe mandare il suo successore a m.iglior aria a sua volta. E in Nerità, data la tarda età dell'Imperatore , i ?;ravi problemi che si agitano ora nell'Impero Austro-Ungarico, e gli ancor più gravi che susciterebbe una catastrofe di Francesco Giuseppe, non è conveniente ci sia un frequente mutamento di uomini a11a Ballplatz. ♦ La politica vaticana fallisce in Spagna. - N,oi non sappiamo iu qual conto i:iia tenuto dalla Chiesa il Vecchio Testamento; certo è che Pio X potrebbe trovare in un versetto del 1 ° Libro dei Re, il 14° , alcune parole adattabilissime al suo caso ; e mettere il suo Dio al posto di Roboamo. Prima dell'avvento di Pio X al trono pontificale la politica della Chiesa non andava di certo a gonfie vele; ma in fin dei conti Leone XIII era riuscito a nentralizare in Germania gli effetti del l(ultu1·kampf, era riuscito ad estendere la influenza della Chiesa in America e in Ingl.iil terra; e gli era stato possibile mantenersi in rapporti se non tenerissimi, almeno tollerabili con la. Francia. Certo la politica della Chiesa era combattuta fieramente, e i prodromi d' uno sfacelo completo si facevano, quà e là, evidentissimi, ma in ogni modo non e~a la rovina dichiarata; il Papato sembrava godere d1 uno splendore da 1 ungo tempo insolito; anzi dopo Pio IX di scarsa levatura, Leone XIII intelligentissimo, senza esagerazione uomo di genio, aveva conferito al Papato una certa autorità. morale che poteva servire di compenso alla autorità politica per semµre ~vanita. Erano, si potrebbe dire riferendosi al VecchioTestamento, le verghe di Salomone. Ma ora? ora Pio X a furia d'intransigenza è riuscito a fare applicare alla Chiesa gli sC01'J)ÌOni di Roboamo. E da parte di chi poi? da parte delle due figlie predilette : Francia - e della Francia abbiamo debto assai- e Spagna. Sarebbe assurdo pensare o supporre che le cose possano andare in Spagna con la medesima rapidità, e fortuna per il governo laico , con la quale hanno proceduto in Francia; ma in tali faccende tutto sta incominciare ed il governo spagnuolo ha incominciato rispettosamente mandando al Papa l' ambasciatore Ojeda che gli ha fatto molti complimenti ..... e gli ha portato a rivedere e rimodernare il Concordato del 1831 che per il Vaticano va certamente molto bene, ma che per la Spagna non va più, assolutamente. Sembra che il signor Romanones intenda l'arte di dorare le pillole. Intanto però i vescovi i quali, in rispetto probabilmente alla paciosità predicata da Gesù , sanno essere dei magnifici sollevatori di rihellioni, mettono a soq uadro la Spagna. Su la questione dei matrimon'i dichiarano francamente che quelli sol tanto ci vili, non sono matrimoni, e che le persone che si sono unite civilmente, vivouo in ijtato di concubinaggio. E pubblicano veementi e violenti articoli, nei diarii delle loro diocesi, contro il governo, e contro le nuove leggi , scrivono lettere insultanti ai ministri; dichiarano francamente che quelle leggi non avendo la loro approvazione, essi sono determinati a uon obbedirle. Si potrebbe osservare ai signori vescovi Spagnoli, che, ip_ fondo, anche i ladri ragiona.no alla medesima maniera; le leggi su la proprietà individuale non godono della loro approvazione e quindi non le rispettano. Senonchè il governo che mette i ladri in prigione, non osa, ancora, procedere contro i vescovi. Ma a questo ci verrà, perchè, ormai anche iu Spa· gna, l' opinione pubblica è su qnesta faccenda col governo contro la politica dei preti. Un'altra questione grave è quella dei cimiteri. I vescovi vogliono che coloro che muoiono senza i cosiddetti c0nforti della chiesa siano sepolti fuori dei cimiteri. E' io. fondo il mantenimento dei sistemi medioevali che fino ad ieri predominarono in Spagna e che i vescovi, incoraggiati nella loro azione dal Vaticano, vogliono perpetuati. Ed anche a questo proposito i vescovi sono francamente ribelli. Ed anche in questo caso la nazione è col governo contro di loro. La Spagna ha dolorosamente sofferto del secolare dominio dei preti. Essi ne hanno fatta la nazione più povera , più ignorante , più superstiziosa , più sconsiderata di tutte le nazioni. Ora che la Nazione comincia a rialzare la testa, i preti vorrebbero rical caria sotto il loro dominio, quasi tutt'ora inquisitoriale. Il curioso si è che il Vaticano che ha veduto andargli a rovescio la sua politica in Francia persegue in Spagna la stessa politica. Inntrasigenza, violenza , ribellione. Si direbbe che Pio X non ha

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