f RIVISTA POPOLARE 559 deriva dal loro temperamento eccitabile. Ricorrono facilmente al coltello; non si può negare. Ma quar~do essi si persuaderanno che possono ottenere giustizia dai giudici americani non penseranno a farsi giustizia da loro stessi. Negli ultimi dieci ~nni essi sono stati estremamente utili. Essi hanno costruito ferrovie , scavato canali e gallerie> abbattuto ferro e carbone e fatto ogni sorta di lavoro di vanga e di piccone. Se gl'Italiani venissero improvvisamente allontanati dal nostro esercito industriale, l'esercito stesso rimarrebbe seriamente storpiato per molto tempo. Nella loro vita intima - come può svolgersi negli alloggi a loro assegnati dagli intraprenditori - essi mostrano molte ec · cellenti qualità. L'ubbriachezza è rara; la socievolezza è generale. Conversare ·per loro è un sufficiente di verti mento. li massimo godimento è raggiunto con un po' di musica, il giuoco delle carte, un bicchiere di vino ed una dimostrazione con bandiere. ([ualche volta vanno timidamente al museo delle arti e indicano con parecchie vive gesticolazioni i lavori dei propri concittadini. Chi sa che questi uomini della vanga non divengano i genitori di un grande artista americano? L' in. comparabile Caruso non è figlio di un contadino napoletano? Coloro che non hanno seguito il movimento degli Italiani verso New York rimarranno sorpresi apprendendo che New York è la quarta grande città italiana del mondo ( r). Essa contiene tantì Italiani quanto Roma ed un poco meno di Napoli e di Milano. Nella Greatcr New York per ogni nove abitanti ce n'è. uno Italiano, e nelle scuole italiane ci sono tanti alunni Italiani quanto la popolazione di Salt Lake City. Secondo le informazioni favoritemi dall'a'{v. Speranza sono questi i progressi degli Italiani in una singola città d'America. I 450,000 Italiani di New York hanno depositato sedie, mi !ioni di dollari nelle Casse di risparmio ed investititi trentacinque milioni m proprietà fondiaria. Possiedono d:eci mila magazzini del valore di sette milioni di dollari e fanno affari per otto milioni ali' anno. li valore totale delle proprietà degl' lta - liani in New York è di 75,000,000 di dollari. Non una parte di essa è stata ereditata , ma è il prodotto del lavoro degli immigranti. Vi è una Camera di Commer-cio italiana; quattro giornali quotidiani italiani ; 150 medici italiani ed un ospedale italiano con 400 letti. Vi sono sette ingegneri, nove architetti; vl:!ntuno avvoc3ti e sassantatre droghieri. Vi è una grande cassa Ji risparmio ed una Società con un milione e mezzo per una di dollari, fondate con solo capitale italiano. Giovanni P. Morosini è certamente il più eminente fìnan - ziere italiano in New York, che ha guadagnato una ventina di milioni. Venne in America nel r850 e trovò lavoro nei più umili lavori ferroviari. Nathaniel Marsh, allora direttore dell'Erie, scovrì la sua abilità ed egli acquistò subito un'elevata posizione nel mondo degli affari. Emergono negli affari: G. Fran - chini e Cesare Conti tra i veterani banchier: ; E Fabbri fu so.:io per quattro anni di Pierpont Morgan ; A. Zucca presidente della Camera di Commercio; Celestino Piva, noto per la sua generosità. Gl'ltaliani di New York hanno dato tre professori: C. L. Speranza alla Columbia, E. San Giovanni alla Università di New York e G. Bandelari, uno dei redattori del Sun, all'Harward. Nell'avvocatura il più noto è John Palmieri. li giudice Rapallo che fu membro per molti anni della Corte d'Appello di New York è nato in America da Italiani. In medicina primeggia il nome di A. Stella. Nella musica gl'Italiani hanno il primato. A New York gli Italiani hanno d~to tre statue: quelle di Colombo, di Garibaldi e di Mazzini ; tra breve ci sarà la quarta : qudla di Verdi. Nella nuova Custor.1 House di New York una delle meglio (1) E Buenos Ayres? La R. eseguite figure è quella che rappresenta Venezia all'apice della sua grandezza e che si deve a Michele Tonetti. Accanto a Pilade Berticri e gli scultori G. Moretti, Attilio e Furio Pie cirilli. 11 colossale monumento che sorgerà in memoria delle vittime del Maine sarà opera dei Piccirilli. Un Italiano che ebbe un posto eminentt: nel mondo artistieo americano alcuni anni or sono fu il Generale L. Palma di Ceresole direttore del Museo Metropolitano. Nell'opera in musica eccdle Caruso; viene secondo nel fa vore popolare A. Scotti e dopo Campanari, Creatore e F. Fan ciulli. In California essi sono stati i veri fondatori della cui tura delle viti e dell'industria enologica; un Saporetti è deputa'.o al Congresso e Palmieri è senatore dello Stato. In Chicago vi è il Dr. Lagorio direttore del!' Istituto Pasteur , il professore Vece h ione compositore e diversi prosperi negozianti. Jn Philadelfia vi è lo scultore Donato; in Boston gl' Italiani hanno due milioni di dollari in proprietà fondiaria. Infine il più grande Italiano che pose il piede in America fu Cristoforo Colombo. Giudicando dalla sua azione sulla storia del mondo non cc n'è stato l'uguale. Egli raddoppiò, per così dire, i I mo:1do ; mutò la struttura della nostra conoscenza e della civiltà. Ad ogni secolo che passa cn~sce meravigliosa mente la storia di Colombo. Altri Italiani che contribuirono alla gloriosa scoperta della America furono Caboto, Americo Vespucci e Verrassani. on fu un incidente che la scoperta dell'America sia do vut!l ad un Italiano. Durante la giovinezza di Colombo l'Italia era divenuta il ..:entro della civiltà. Colla presa di Costanti nopoli fu tagliata la via dai Turchi al commercio nel vecchio mondo. Nkntalml.!nte e materialmente l'Italia si dette alla ri cerca di nuove vie. La mappa e la carte adoperate da Coiornbo er<1no state preparate da Fra Mauro, un Veneziano, e da Tos,anelli, un Fiorentino. L'Italia fu la madre della mo derna nostra civiltà. Da lei comincia il rinascimento del sa pere, l'alba della scienza e della libertà politica, la nuova era della fìnanza c ddl' lnJustria. Con tutto questo ~ impossibile di descrivere tutta l'influenza esercitata sugli Stati Uniti. L'ha lia ci ha dato molto e molto lia ancora da dare (The Munsey, ottobre). ♦ Pietro Kroputkine: SI 11<la,ca,Hsmo e parla,m<}nLarlsmo. - li telegrafo annunzia questa importante decisiune presa dal Congresso socialista di Mannheim: (( k: unioni Ji mestiere (sindacaliste) sono delle organizzazioni indispensabili pel migl_ioramento delle classi ope~aie e per la esistenza dello stesso partito socialista-democratico. Per conseguenza è esse nziale spesso per le due organizzazion. di agire dt comune accordo nella lotta. Per assicurare questa unità di pensiero e di azione si dichiara assolutamente necessario che il movimento sindacalista sia imbevuto dellu spirito ddla democrazia sociale ». Tutto ciò dopo che per tanti anni la democrazia sociale aveva combattuto come inutile i sindacati! Il mutamento si spiega ; e si spiega il desiJerio d1 vedere penetrare lo spirito della democra.da sociale nelle Unioni di mestiere. L'organizzazione sindacale, per quanto moderata, non volle lasciarsi dirigere dal socialismo parlamentare. I sindacati di varia tendenza si costituìrono tutti al di fuori dei politici so c:alisti e rappresentano una grande forza organizz.., ta : un mi lione di lavoratori. I polit1ci socialisti non potendo assorbire queste forze do mandano di agire di accordo quando le occasioni si presente - ranno. Era la migliore soluzione che potevano tentare. Questo fenomeno si produce dapertutto. I lavoratori si accorgono che avevano fatto falsa strada permettendo alla demo-
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