556 RIVISTA POPOLARE KtVIST A DELLE KtVISTE Anonimo: - Il Papa Pio X e la sua crociata contro l'intelletto e la civllta - La leggenda che rappresenta Pio X come un papa illuminato e d' idee progressive è falsissima. La gioventù del cardinale Sarto ; passata in un seminario Italiano, finchè fu ordinato prete all' età di 24 anni, ha reso impossibile che egli fosse diverso da quello che è. La sua enciclica dd 2 Febbraio del 1904, nella quale dice testualmente che « i patriarchi Ebrei conoscevano la dottrina della Concezione immacol?-ta, e trovarono consolazione nel pensiero di Maria in varie crisi della loro vita >l prova che il suo autore è incapace di capire i problemi religiosi contemporanei per quanto sieno puri i suoi motivi ed elevato il suo carattere. Anzi la sua schietta pietà e la sua evidente sincerità non fanno che I endere anche più disperato il suo caso. Pio X è costretto dai suoi principii per ragioni esclusivamente teologiche e non mondane a desiderare un dominio sopra il potere civile simile a quello cui aspiravano Gregorio VII , Innocenzo II[ e Bonifazio VHI. Questo risveglio di pretese medioevali ha messa Roma in aperto conflitto col collettivismo intellettuale in Francia ed in Italia e rischia di esasperare i fedeli in Spagna , e porterà inevitabilmente a complicazioni con i cattolici britanni. Ci so1:10sintomi significativi di tentativi d' una crociata del cattolicismo contro il pensiero, mossa dal!' attuale papato. Lo atteggiamento del ~ensiero di Pio X sulle questioni bibliche è indubbiamente oscurantista ; la Commissipne Biblica nominata da Leone XlII ha deviato completamente dalle intenzioni del suo fondatore; ed i dotti che la componevano sono stati so praffatti da bigotti, la cui unica caratteristica è la dichiarata ostilità ad ogni critica. La Commissione Biblica ha decisa recentemente che Mosè è l'autore del Pentateuco, apparentemente i cattolici possono ancora credere se vogliono che egli può averne dettati dei brani ai suoi segretari , e che alcune aggiunte possono essere state fatte pos_teriormente,' ma i vari autori ai quali è ormai attribuita, da tutta la critica Biblica, la redazione del Pt!ntateuco sono sconfessati assolutamente. Que-,to decreto è degno Ji figurare accanto alla condanna di Galileo; ed ha alienato dalle idee dell'attuale papa , anche i critici più' moderati , i quali accettavano la condanna del Loisy, ma non vedevano di buon occhio un decreto che implica essi stessi e che condanna implicitamente lavori come quelli del Père Lagrange e quello del D.r William Barry il quale fu recentemente pubblicato con l'imprimatur dell' arcivescovo di Westminster. Ed ora si sta preparando un nuovo sillabo, per purgare la chiesa dagli intellettuali; e pare che in questo Pio X riuscirà. La pubblicazione del sillabo sarà accompagnata dalla condanna di vari periodici cattolici , e possibil. menti:! da un decreto .teli' Indice o del Sant' Utficio condannante vari scrittori cattolic,, compresi alcuni dei più noti !aie·, fra i cattolici inglesi. - (National R.eview, Ottobre). ♦ G. Solinas Cossu : Pro Sardlnia .... Le consuete agi tazioni richiamano l'attenzione sulla Sardegna ; ed oltre le agitazioni un fenomeno nuovo vi apparisce : l' emigrazione. Quali le ragioni di queste manifestazioni nel momento in cui due leggi dello Stato - quella del 2 agosto 1897 e del , 5 luglio 1906 - mirano a provvedere al disagio economico? Due inchieste a trent' anni di distanza furono faue sulla Sardegna. La -;rima parlamentare del 1867 dette luogo senza altro a due libri di diversa indole : uno di Quintino Sella sulle ricchezze minerarie dell'isola e l'altro brillante e d'impressioni di E. Mantegazza. La seconda, per incarico del governo, fu fatta dall'on. Pais e condusse alla legge del 1897, che fu la prima delle leggi regionali. Ora perche i Sardi non attendono l'esito di queste lt!ggi e si abbandonano a modi più o meno legali di protesta e di malcontento ? La Sardegna ha una posizione geografica favorevolissima per la vita marinaresca; ma i Sardi non ci prendono parte in alcun modo. La pesca assai proficua è sfruttata da geno - vesi o da francesi, ma non dai Sardi. Come non sono inclinati al mare ed alle industrie che vi sono connesse, così i Sardi da parecchi secoli mostrano di non possedere affatto il genio delle industrie trasformatrici della materia prima di cui è ricco il suolo dell'isola. Le miniere di Monteponi e di Montevecchio sono esercitate da Italiani del contint!nte, da Belgi e da Francesi, non sfruttate ancora il ricco giacimento di ligniti di Capo Palma. L'industria enologica ebbe qualche fortuna quando ci fu ccpiosa l'esportazione per la Francia. Ora )angue ed è male esercitata. La distillazione dell' alcool ebbe ace or dati favori dalla legge pel 1897 ; ma i Sardi non hanno saputo trarne vantaggiv. La Sardegna è ricca ddh: materie prime necessarie a molte industrie manifattrici - lana, 1:110, canape; ma i Sardi si contentano di vendere le materie prime e di acquistare poi dall'estero i manufatti di cui hanno bisogno. Si sdegna anche di tessere quel forese che aveva qualità speciali di consistenza, d'impermeabilità, di durata che lo rendevano preferibile ai panni inglesi. Il Campidano possiede una terra assai adatta all'artt: del figurinaio ; ma i suoi prodotti nulla a poco valgono. Veniamo all'agricoltura. Il suolo sardo si divide in due zone. La prima, la più vasta, c0mprende le terre destinate alla cerealicoltura , quelle a pascolo cd i beni ademprivili e comunali, ivi compresi i boschi comunali, nonchè i pochi boschi demaniali inalienabili. L_a seconda zona che è la più piccola, comprende i terreni attorno alle città ed alle più grosse eJ industriosi:! borgate, coltivate a vigneti di viti, frutteti, orti, ed in poche località della provincia di Sassari destinati alla coltivazione del tabacco. La coltivazione ddla prima zona è imperfetta tecnicamente ed economicamente. Le buone proposte, non tenute in conto rimontano alla relazione Salaris nell'Inchiesta agraria del Ianni ; e le sue considerazioni sono ancora di attualità. La coltura potrebbe migliorare ctJn una progressione quasi indefinita, ma converrebbe rimuovere alcuni ostacoli assai gravi perchè radicati nei costumi. La terra è frazionatissima ed i Sardi son gelosi del loro campicello, della casetta nel villaggio natio, del loro cavallino della. loro coppia Ji buoi. Questo primo malanno, perfettamente contraria a quello del latifondo, impedisce per deficienza di garanzie, ti movimento dei capitali necessari al miglioramento dei fondi mercè operazioni di credito fondià1 io od agrario. Il capitale circolante è scarso e inadeguato ai bisogni. Quello che e' era venne assorbito dallt! compre della terre vendute dallo Stato. Gl'istituti di credito sardi fallirono e la crisi si rese più grave perchè manca vano i mezzi per reagire e risorgere. Gl'ist:tuti che dovrt:bbero provvedere -Cassa di rispar - mio di Cagliari, Banco di Napoli, Monte frumentari, per insufficienza di fondi e per incapacità di uomini non rispondono. L'abolizione dei beni 3demprivili - terre soggetto ad usi civici di proprietà dello Stato - si approvò la situazione. Le zone basse se prima erano conservate dall'interesse collettivo e servivano a sviluppare pascoli ed all'allevamento di ovini e suini. Decretata nel 1850 imprudentemente la proprietà individuale o abolita interamente gli ademprivili colla legge del 1 865 avvenne la distruzionè dei boschi con tutte le sue conseguenze sinistre. Scomparve anche in gran parte la preziosa quercia del sughero.
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