RIVISTA POPOLARE 553 fitturae ~cultura II' Esposizione DI f',\ILANO Ripigliamo il cammino: siamo alla sala XXXVII, dove il Pellizza fa sorgere IL SoLE, abbagliante, da dietro l'oscura linea dei colli, la fa scavalcare, con un vivo alone di raggi, e fa quasi venire la voglia di riparar con la ma~o la vista da quello sbarbaglio: audacissimo , e in buona parte riuscito, tentativo divisionista, opportuno realmente qui, dove pure in natura si nota nei raggi lo scintillìo di tutti i colori, la vibrazione simultanea di tutte le note dell'arcobaleno. E passando alla XXX.VIII, il sole giunge al MERIGGIOnel quadro di Duilio Korompay, dove le due fanciulline appariscono assai rozzamente dipinte, ma dove il cielo, le case lontane, ed il vasto campo di grano turco son veramente inondate, e stavolta coi vecchi e non punto detronizzati processi, di luce ardente e magnifica. Un passo ancora, e il tramonto si specchia in RIVERBERiIncandescenti, ed iridescenti nelle vetrate gotiche d'una chiesa, ne arrossa con gli ultimi fuochi le oscure pareti, si bagna e riluce ancora con essa nell' acqua morta della palude, chiazzata di verde e promettitrice di febbri: bellissimo quadro, questo di Alberto Zardo, e dei pochi che visti una volta vi restano in mente per sempre, formandovi in capo, gratuitamente, una ricca e sceltissima galleria; i mediocri , invece, se li voleste serbare, dovreste comprarveli !.... Certo, dev' esser per questo, che se ne dipingono tanti, mentre di quelli se ne suol far così pochi. E dei pochi è pur quello con cui Vespasiano Bignami rievoca il suo amico PONCHIELLI,che in veste da camera, solo, seguendo con gli occhi socchiusi il pensiero melodico che gli trascorre confuso ancora per l'anima, palpa con mano distratta gli avori della tastiera, facendovi su dondolare la penna piantata nel calamajo, mentre un simbolico raggio di luce gli sfìora le carte in disordine sul leggìo. X La sala XXXIX, del gruppo Bazzaro, del quale Bazzaro non so abituarmi allo stile floscio e senza rilievi , e di cui quindi non gusto l' arte come la gustano altri, la sala, dicevo, ha parecchi quadretti felici di Paolo Sala ( non è colpa mia se pare un bisticcio), e particolarmente LE RIVEDELLAMoscovA; ma sopratutto colpisce pei quattro eccellenti ritratti di Cesare Tallone : vistoso su tutti quello a figura intera della SIGNORADE AMÒRIM,in piedi, vestita di nero, con gran cappellone piumato, spiccante semplice e ·snella sui toni sapientemente smorti e tranquilli della tappezzeria, splendente ' tutta, nella figura elegante, nella magnifica chioma castana, nel volto ancor quasi di bimba, nei grandi occhi neri sereni, di giovinezza sana e felice; ma è più profondo, più intenso, più psicologico, un altro, una mezza figura virile , una, ( direbbesi in gergo pittorico trascendentale) sinfonia in vtrdastro, un po' livida, forse, ma tale che più si guarda, più penetra e vi s'inchioda nell'anima. Nell' altre sale lombarde, dalla XL alla XLIII, non trovo che un'opera superiore davvero, l' AuTUNNOMORENTdEi Giorgio Belloni: un viale di parco, deserto e desolato sotto il cielo cinereo di novembre , dai tronchi oscuri chiomati di giallo , specchianti il loro squallore nelle pozzanghere iD mezzo alla ghiaja inzuppata e alle foglie marcite, tutto d'un' evidenza meravigliosa, tanto che viene fatto, nel cuor dell'estate e del solleone, di provar quasi il bisogno, in un brivido psichico subitaneo, di tirarsi su il bavero. E. poi, quattro piccole e rapide e molto sommane, ma fresche e vivaci impressioni di VITA MILANESEmondana di Pompeo Mariani. E basta. X . P3:rent~si.: ... qll:adra, ma vuota per. me d'impress10n1 gemah, fa 11 « Gruppo della G10vine Roma » con le due sale XLIV e XLV; e con le seo-uenti dalla XLVl alla XLIX torniamo ai lombardt MosJ Bianchi, la cui mostra postuma di bozzetti di studì, .d'appunti, di piccole cose compiute, (tra' cui l'eccellente RITRATTOPATERNO·l,a giovanile e già molto gagliarda CONGIURdAi PoNTIDA,e vari minori PAESAGGIn),e occupa due, rinnovando il compianto per la scomparsa d'un così forte maestro, d'una sì schietta e spontanea tempra di artista; ad Emilio Quadrelli , che adorna la prima con una gran mezza figura del BIANCHImedesimo , somigliantissimo, ·con la gran barba mosaica , coi grossi occhi miopi di batracio , con tavolozza e pennelli tra le instancabili mani ; a Filippo Carcano, tutta una sal3:, con_ l' AUTORITRATTbOizza:ro e. sereno, di gusto antico, 1n berretto rosso ed 1n scialle turco con una CALMAlunare sulla bonaccia caliginosa' e silente, ove passano come fantasmi incorporei le vele da pesca, gettando nell'acqua riflessi molli e attenuati, come di fuochi fatui; e infine al Cairati del quale mi piacque una SERAA GUBBIOu, n chias~ suolo deserto , tra le casupole sghembe , tacito freddo e lapideo sotto il crepuscolo ambrato. ' X La sala L è monotona e faticosa : Onorato Carlandi vi espone, occupandola tutta, ottanquattro acquerelli, che seguono il corso del TEVEREdalla sorgente alla· foce: e son buoni tutti, taluni anche buonissimi, non c'è che dire : ma è un viaggio I Giuseppe Signorini , che dallo stile non pare davvero parente del sovversivo Telemaco, presenta nella LI due acquerelli così finiti , così minuziosi che meglio potrebbero dirsi miniati che non di~ pinti: e alla SAGRESTIAc, oi monsignori panciuti che nell'attendere l'ora della funzione, già in mitra e piviale, fan del. pettegolezzo, ridacchiano, leggono il cc Figaro », io preferisco il CONSIGLIODEI DIECI o piuttosto l'unico consigliere, il solenne vecchion~ togato, che scrive intento ed assorto in un libro enorme dalla pesante magnifica rilegatura : mi chiedo, però: metteva conto profondere un'abilità · di prìm' ordine e una pazienza da benedettino in soggetti di questo genere, che, in. fondo, non dicono nien~e, e noi?- dànno ne~meno a c~i li contempla stupito un piacere estetico propor'.ù10nato ?..... Sala LII: SANTARussIA e PESCATORIa, ltre buone e caratteristiche impressioni di Paolo Sala; LA STAFFETTAfi,ne acquerello d'argomento secentesco, di Paolo Bedini; due SCENETTEs,ettecentesche, invece, e perciò eleganti, gentili, anche un po' leziosette, di Lodovico Marchetti; e, tutt'affatto diverso d'inspirazione, moderna e democratica, e di fattura, impressionista e vivace, calda e pastosa, IL BUCATO, di Vespasiano Bignami, cinque donnette· intorno a un gran tino fumante, vive, staccate, mosse ..... e quasi stavo per dire palpabili. Sale LIII e LIV, infine, ultime dell'edifizio principale delle Belle Arti, una sola cosa notevole, sempre a mio gusto, s'intende: un LEONEXIII di profilo (austero profilo canuto d'asceta, nobile linea numismatica di pontefice , amplissima eburnea fronte di pensatore, sottili argute labbra di diplomatico), rappresentato in atto raccolto di muta fervente preghiera, dal già citato T. Chartran. X
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