548 l<.lVISTA POPOLAl{I:: Come questo fenomeno della selezione naturale fu riconosciuto adatto ad interpretare fino ad un certo punto gran parte dei fatti vitali che sembravano inspiegabili, portò in ogni ramo della biologia un immensa copia d'utili applicazioni e da queste risaltò sempre più lucido e più saldo. Nella pedagogia scientifica è da ritenersi che il principio dell'autodidattica, che dallo Spencer agli odierni educatori si ritiene debba essere la direttiva del vero metodo didattico ed educativo, non sia altro, che un'applicazione della selezione naturale. « L'uman genere - osserva lo Spencer - ha progredito solo mediante l'istruzione autodidattica e che a conseguire i migliori effetti, ogni spirito abbia a procedere nella stessa maniera in qualsiasi occupazione, è dimostrato dal gran successo degli autodidatti >>. E aggiunge: « Il sistema, che solo può svolgere il carattere, è quello di far lavorare la mente al suo nutrimento ». Intorno a lui fa eco un coro di educatori. Il Fallemberg afferma: « La spontanea attività dell'allievo è di molto maggiore importanza che non l'eccessivo affaccendarsi dei numerosi maestri ». Orazio Mann scrive: « L'educazione non sta nell' insegnare , bensì nel formare. Il Marcel: « Il metodo della natura è il tipo di tutti i metodi ». Il fine di ogni buon educatore è dunque quello di fare nel campo della didattica artificialmente, ciò che naturalmente avviene nella vita· di tutti gli esseri: organizzare un sistema tale d'espedienti, di circostanze e d'idee che il discendente sappia reagire alle secolari forze eredi tari e e sia in. grado di rifare sè stesso per mezzo della società e di sovrapporre per mezzo del maestro al carattere fenomenico, che non gli appartiene, un carattere novello tutto suo; stabilire insomma un tal metodo che permetta , da un lato, l'evoluzione spontanea di quelle ragioni interne specifiche insite con caratteri differenziali in ogni singolo individuo, dall'altro, l'esplicazione su di esse dì ragioni esterne o d'ambiente, che, pur non distogliendo dal loro fine intraveduto le attitudini e le inclinazioni dello spirito, possano agire su di esse con una élite razionale volta ad ottenere un tipo perfetto. Secondo il Nageli, come nell'evoluzione filogenica l'ambiente offre gl'impulsi favorevoli allo svol'gersi ·delle tendenze creatrici; così nell'evoluzione ontogenica l'ambiente, oltre il materiale nutritivo, offre una somma di stimoli che favorisce lo sviluppo delle tenden 1e ereditarie ed a misura che queste tendenze si sviluppano, le flette; le modifica adattandole alle circostanze. Un buon educatore quindi deve avere a guida l'organizzazione d'ambiente, che agisca coi suoi impulsi benevoli nella formazione della psiche del discente, senza deviarne le attitudini, senza d_isperderne le energie. . « Perchè mai la natura - chiede l' Hux~ey - è tanto meravigliosa nelle inesauribili e perpetue. sue novità? Perchè il germe si svolge da per sè, in tutta la ricchezza del le sue forme. Perciò l'agricoltore non fa' altro che levar via gli impedimenti e secondaré l'interna attività della feconda semenza con tutti q uci soccorsi, che sanno dare le scienze apç.,licate· e le forz·e stesse, della ~atura circostante. Taie dev'essere anche l'edueazione, tale il discènte, tale l'educatore:. terreno ben prep~rafo, germe f~- condo, guarqìano vigile ». . . Evidentemente ognurio riconosce che il sistenìa d'- am bièµte, che; deve· accompagnare mediante l'educaz1oùe la formazione della psiche, non può ess.ér rappresentato. altro, che dalla verità sciehtifìèa. ·- Qua}Linqùè altro sistema, ~he non tragga :da~la séiénza vera il ·suo pabulum nutritivum, sarà impositorio, coercitivo, illiberale e darà sempre alla psiche che si forma un impronta artificiosa, deviandone l'energia virtuale, dissolvendone le specifiche inclinazioni ideologiche, sovrapponendo a forza un sustrato volitivo già formato in un volere in via di formazione. Chi può vantare, ad esempio, il diritto d'insegnare al fanciullo un catechismo , senza peccare contro i cardini fondamentali della pedagogia scientifica ? Il catechismo è tutto un sistema di filosofia,. di politica, di religione condensato in una forma chiara, semplice, elementare. Un certo numero di cittadini hanno certamente il diritto incontestabile, sancito dal principio della libertà individuale, di accordarsi in una data forma di religione , stabilirsi un rito, fissarsi: dogmi, imporsi un catechismo. Ma gli stessi cittadini non hanno, ad esempio, il diritto di introdurre nelle scuole elementari quel catechismo, che vollero imporre a sè medesimi e nemmeno d' imporre ai loro fìgli nell'educazione domestica i riti della loro religione. In questo caso non siamo nel terreno politico,. nel regno delle persone giuridiche e dell'uomo cittadino, bensì nel terreno pedagogico, nel quale il soggetto, che si prende di mira, non è il libero volere d'uno o più milioni di cittadini, ma il discente,. il giovanetto, cioè la volontà non ancora fatta libera, una personalità potenziale, che appena comincia a germinare, un soggerto insomma incapace di accogliere o di rigettare ragionevolmente eiò, che gli si propone, o meglio gli si impone, poichè la psicologia infantile ci dimostra che proporre un dogma religioso ad un fanciullo è lo stesso che imporglielo. Proponendo e quindi imponendo all'infanzia come bell'e risolute - e risolute a modo nostro - certe verità sull'origine e sul fine delle cose,. noi diverremmo altrettanti despoti d'ordine morale. Nella coscienza dei genitori, del maestro e di tutti . esiste non già un diritto, ma un dovere, un impreteribile dovere, quello di saper condurre l'opera dell'educazione e dell'istruzione in modo da rafforzare l'animo con esempi nobili e ingagliardire 1~ volontà col mezzo di sentimenti generosi, ma serbando altresì incolume lo svolgimento libero del volere nella sua formazione. Non si può plasmare a nostro beneplacito la personalità nascente del giovinJtto con quell'insieme d'inspirazioni, d'abitudini, d'affetti e d'idee p.olitiche e religios-:!, che a noi sembrano vere e legittime. Questa sicura· credenza nell'assoluta verità, q ur.sta schietta persuasione nella certezza d'un dato dogma religioso riguarda ed obbliga soltanto noi, la nostra coscienza; di fatto la necessità, che ci lega ad essa, scaturisce dalla nostra stessa intelligenza oppure da quella autorità,. che la nostra mente reputa legittima. Noi dunque, soltanto noi, voleri già liberi, coscienze già formate siamo obbligati d'accettare ciò che la ragione· ci detta. Tale necessità non cost1'inge la mente del glovinetto, il quale non ha cotesta .ragione atta ad intender~ la necessità ~el dogma e a legittimare a sè stesso il « credo quia absursum ». · Quando sul nostro orizzonte politico balenò per la prima volta la questione dell'insegnamento laiço nelle scuole, il Siciliani dalla cattedra di Bologna diceva: ·cc L' insegnante d' un istituto_ superiore può af- 'fermare ai suoi giovani legittimo il dogm_a ~el Dio trìno ed uno o· dimostrare· che la credenza in un Dio persoria'le non sia altro che un residuo, un~ sopravvivenza dell'animismo primitivo oppure stabilire ··che !'.uomo· nòn 'è· ili fondo che una scimmia 'évoluta. La. coscieriza_nei _suoi giovani è-una facoltà
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==