Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 20 - 30 ottobre 1906

RlVISTA POPOLARE 547 Toraci stretti (perimetri meno di 8 5 centimetri) Media regno 31,425 °/0 Trapani col minimo della Sicilia 23,9 a 28,9 °/oMess. col.massimo dell'isola e del regno 38,9 e più. Palermo, Caltanisetta, Siracusa 28,9 a 33,9 °/o• Girgenti e Catania 33,9 a 38,9 °/o• Capelli ondat,i e ricciuti media r_egno 16,80 °/ 0 Trapani, Palermo, Girgcnti, Siracusa, Catania più di 1718 °/ 0 • Caltanisetta e Messina da 15,8 a 17,8 °/ 0 • Capelli rossi Media regno 5,8 ° /o Trapani e Messina il minimum con 2,8 e meno. Palermo 4,8 a 6,8. Girgenti, Siracusa e Catania 2>8 a 4,8. Caltanisetta e Palermo 4,8 a 6,8. Chiedo scusa ai lettori della Rivista se li ho annoiato con questi dati inconcludenti dal punto di vista morale; ma giacchè gli antropo-sociologi ad essi accordano una grande importanza sono stato costretto a riportarli ad edificazione dei pochi che in buona fede professano tali dottrine. Nulla, proprio nulla, ci dicono adunque i caratteri antropologici e tutte le rilevate contradizioni eslcudono l'azione della razza e del clima. Per quanto audaci i sostenitori dell' azione del clima, poi, non vorranno dire che differenze ci siano tra Napoli e la sua provincia, tra Milano e la sua provincia, tra Piana di Greci e la provincia di Palermo, tra Trapani, Monte San Giuliano e Pantelleria e la provincia di Trapani. Se si volesse fare della caricatura si esaminerebbe l'ipotesi della epilessia tanto cara a Lombroso cd ai suoi discepoli e ci sarebbe da divertirsi un mondo nell'illustrare lo chassez.-croisez. di epilettici da Napoli alla sua provincia, dalla provincia di Milano al suo capoluogo e l'emigrazione selettiva degli epilettici da Piana di Greci, da Trapani, da Monte San Giuliano, da Pantelleria nei dintorni. Esclusa dunque l'azione fantastica dei fattori fisici ed antropologici non rimane a spiegare le rilevate differenze che l'azione dei fattori stciali. Io non ho avuto modo e tempo di raccugliere tutte le notizie necessarie per dimostrare statisti- .camente l'azione di tali fattori sociali e di quelli demografici. Le ho di un solo: la distribuzione della popolazione, cui assegnai grande importanza altra volta. Si sa che in Sicilia la popolazione sparsa è minima: appena del 10,75 °/0 , mentre arri va a 59,41 ncll' Emilia, a 55,82 nelle Marche, a 53,70 nell'Umbria, a 45,59 nel Veneto. Orbene nella provincia di Trapam sale a 23,70 °/o• . Ma la provincia di Trapani nel suo insieme presenta un alta criminalità; dunque la distribuz10ne non esercita alcuna inHuenza l Adagio. Precisamente i quattro mandamenti, che presentano la massima proporzione di popolazione sparsa sono per lo appunto quelli che presentano la mimina .criminalità. Infatti sopra 87,282 ab. che rappresentano la popolazione sparsa di tutta la provincia ben 72,043 appartengono ai quattro mandamenti: di Trapani col 24,32 °/ 0 di popolazione sparsa, di Marsala col 56,32, di Monte San Giuliano col 69,64 e di Pantelleria· col 57,66. Al resto della provincia a più .alta criminalità con 213,522 ab. non restano che 15239 ab. di popolazione sparsa cioè, il 7,13 °/ 0 - ·.al ctisotto della media di tutta l'isola. Così quelli insegnamenti che trassi dalle condizioni demografiche della provincia di Messina trovano una luminosa conferma nella provincia di Trapani. Le sane condizioni demografiche sono rinvigorite dal punto di vista della criminalità da quelle economiche. Nel fare il parallelo tra Gibellina e Pantelleria dissi che qui predomina la piccola proprietà, l'uguaglianza delle condizioni, il benessere; ora aggiungo che Marsala, Monte S. Giuliano e Trapani sono paesi abbastanza evoluti ed agiati. Di questa ultima circostanza se ne ha una prova indiretta, ma importancissima, in un fenomeno biodemografico: ·Trapani tra i 69 capoluoghi di provincia è il solo dove la mortalità è discesa al 15 °/ 0 , cioè alle proporzioni della Norvegia e della Nuova Zelanda. Questo è l' ultimo anello che posso portare nella catena oramai assai lunga di argomenti che polverizzano il romanzo antroposociologico; i eui autori, non potendo distrurlo, continueranno a tacerne per dare prova della loro insigne malafede. DoTT. NAPOLEONE CoLA.JANNI "La libertà nell'educazione,, Il nostro secolo, che ama proclamarsi liberale ad ogni piè sospinto, non s'avvede di commettere colla maggior inditferenza e quasi dovunque colla sanzione della legge tali atti di imposizione, di coercizione continua ed incalzante da ricorJare a buon J.ritto i metodi persuasivi della S. Inquisizione, contro la quale ogni buon cittadino è pronto a spezzare una lancia nel crocchio degl'amici o nei pubblici ritrnvi. Così si costituisce sua spante Torquemada di sè stesso, e, sebbene talvolta dalla luce degli avvenimenti o dall'ammonimento dei dotti sia richiamato ad esamina re il frutto bastardo della sua malsana seme_nta e lo riconosca anemico, rachiti,,co, colle ~tigmate evidenti della degenerazione, pure tardi e rari sono gli esempi di repiscenza, o meglio, appena incominciano a spuntare sull'orizzonte sociale delle nazioni più civili, la Francia e l'Inghilterra, che ormai sono il faro del mondo. Da noi, sia per la condizion~ inferiore d~ll'educazione nazionale, sia per l' azione intensamente tossica esercitata dal prete che s' abbarbica, come una enorme pianta parassita, attorno tutti i rami della vita sociale a succhiarne i succhi vitali, il caso è più disperato e non accenna ancora a nozzarsi la sua gravità, ad onta che appunto in q ucsta nustra Italia, sia la culla di quella pedago5ia scientitìca, cht!, secondo me, è destinata a rigenerare il mondo. Veniamo all'e,-go. E' un fatto che il proce,;so della selezione natu• rale, per quanto in parte menomato dalla primitiva portata assunta nella geniale concezione darwinistica della natura, rimane pur sempre il fulcro di ogni evol..1zione, sia nella filogenesi sia nell'ontogenesi. 11 neghelismo, col qua1c oggi non pochi autorevoli biologi consentono, non distrugge il darwinismo, ma soltanto ne modifica e corregge le linee generali: non disconosce l'importanza massimale della selezione naturale nell'evoluzione della specie, ma solo la integra con quella delle cagioni interne della trasformazione, perfettamente analoghe a quelle, per cui dal germe, ossia dall'uovo fecondato, si sviluppa l'individuo perfetto, e per cui un individuo mutilato è capace di rigenerare un membro mancante.

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