Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 19 - 15 ottobre 1906

RIVISTA POPOLARE 509 IL CONGRESSOSOCIALISTA Le forze e la distribuzione del socialismo. Il Congresso socialista che si è tenuto quest' anno in Roma è stato un avvenimento, di cui i militi del socialismo hanno e avranno sempre giusto motivo d'inorgoglirsi per la vivacità, per il tono altissimo per una relativa sincerità delle discussioni e dell~ affermazioni. La Casa del Popolo in Roma non poteva essere più degnamente inaugurata. Noi vorremmo avere molto tempo per potere logicamente e chiaramente riordinare le discussioni e non poco spazio per esporre il nostro lavoro, che vorremmo fare, come sempre, imparziale ed obbiettivo; ma non avendo nè l' uno nè l'altro ci contenteremo di una esposizione assai sintetica e senza tener conto nè della cronologia, nè del raggruppamento delle idee attorno alle persone, contentandoci di mettere in risalto le cose. Cominciamo dalla rassegna delle forze del socialismo e dalla loro distribuzione geografica in Italia. Guardiamo alla relazione sullo sviluppo del socialismo noi .apprendiamo che c'è decadenza nel numero delle sezioni e dei loro componenti. Ma se poniamo mente alle sezioni legalmente rappresentate e votanti nei due Congressi di Bologna e di Roma troviamo un piccolo aumento nel secondo. I votanti a Bologna furono 32,225; a Roma 34,082. Parimenti mentre la diminuizionè delle forze del socialismo italiano potrebbe argomentarsi da quella del numero dei deputati che si sono assottigliati del 30 °lo circa dal 1900 al 1904 al 1906, i progressi dell'Avanti I direbbero il contrario. Ma è ricerca più interessante quella sulla distribuzione geograGca delle forze rappresentate nell'ultimo Congresso. Queste sono distribuite assai inegualmente. Segn·1ndo tra i massimi le provincie che hanno più di 500 iscritti e tra i minimi quelle che ne hanno meno di 100 in ordine decrescente si ottengono questi risultati: Massimi Reggio Emilia Ravenna Alessandria Bologna Pavia Novara Forlì Firenze Mantova Torino Par1na Como Roma Genova Milano Ferrara Pisa Perugia Ancona Modena 4144 3125 2027 1800 1357 1341 1245 1209 1070 l012 956 926 9o9 853 841 800 77° 752 602 54° Minimi Foaaia 98 oo v,~ Avellino ov Salerno 86 Siracusa 83 B 7v ergamo u Caserta 73 Treviso 66 Campobasso 63 Caltanissetta 62 Chieti 53 Teramo 52 Cosenza 49 CagJiari 46 Girgenti 46 Sassari 45 Belluno 45 Sondrio 44 Catanzaro 33 Benevento 30 Reggio Calabria 27 Catania 23 Messina 23 Fra le venti provincie a massimi non ce n'è una sola del mezzogiorno; tra le ventitre a minimi invece ce ne sono quattro.-Bergamo, Treviso, Belluno, Sondrio,- che appartengono al settentri?ne. Questa distribuzione corrisponde a ciò che sr sa e che in questa stessa Rivista venne dimostrato sui rapporti trà socialismo e criminalità. I massimi asso~u ~i n?,n ~ppartengono alle provincie che hanno le c1tta p1u 1mportanti del re ano e che maagiormente fanno parlar di sè · Mihtno Torino }Joma l d . ' ' ' sta~n.o a 1sotto per numero d' iscritti di Reggio Em1_ha, Ravenna, Alessandria, B".>logna ecc. Milano. Tonno 1 Genov~, Como sono tra le più industriali. ~l primato d1 Reggio Emilia si spicaa coll'azione spiegata da Prampolini. Sulla consistenza delle forze di Ravenna e di Forlì ci sarebbero da elevare dei ?~bbi; m~ il. fenomeno si può spiegare colla tr_a~1z10nale,v1vac1tà delle lotte poli ti che e coll'abitudrne dell organizzazione. La miseria della organizzazione nel mezzoaiorno e in _Siciii2. costituisce il più umoristico com~nento all~ intransigenza dei suoi ra pprcsentanti affermat~s1 anch~ burlescamente nel Congresso regionale d1 Calt~n1ssetta. Ma se sono pochi i socialisti nel mezzog10rno e in Sicilia sono almeno buoni? ♦ Le tendenze. Nell'articolo sulla Preparazione alla battaglia socialista furono esposte e rapidamente criticate le tre tendenze-la riformista, la integralista, la sindacalista - che si preparavano a contendersi il campo nel Congresso. Esaminiamo adesso rapidamente che cosa avvenne di esse e come si rivelarono cd affermarono. a) Il riformismo. Questa tendenza ebbe difensori di valore diverso ed anche di diversa gradazione: da Modigliani sistematico a Vergnanini, che si attenne ai fatti e con spirito pratico, a Bissolati e Turati che lo difesero attaccando, a Prampolini che ne consumò e giustificò la dedizione. Nelle vivaci e appassionate discussioni tra i migliori oratori raramente mancò la nota della imparzialità e talvolta della cavalleria. Così ad esempio Enrico Leone nel suo robusto discorso in difesa del sindacalismo non negò la ragione di essere della tendenza riformi sta, quale espressione di una borghesia avanzata ed illuminata; ma la mise fuori del socialismo , eh' è movimento essenzialmente proletario. La n1gione pratica del riformismo venne esposta da Vergnanini che vive in mezzo ai lavoratori e sa organizzarli e comprende che la prospettiva di un lontano millennio non attenua le miserie presenti, non seduce i sofferenti e non giuva al proletariato Egli combattendo il catastrofismo di Labriola con quella eloquenza schietta, che viene dalla osservazione quotidiana della realtà volto ai lavoratori efficacemente esclamò: <e Morite, soffrite, infecclici contadini delle risaie, il socialismo di voi ccnon può occuparsi; la sua mèta è più alta, è più cclontana l Tra le masse che lavorano e che lottano cccontro la miseria non è quistione di rinnova- « mento sociale , è quistione di fame. Le teorie « scritte sui libri son belle; ma le più vere son cc quelle che saltan fuori dallo studio e dal conce tatto della gente che lavora e che soffre >>. ~.Ma ~1 carat_teristi~o,. fu qu~st?: il riforrf!ismo dai suoi difensori e dat srndacahstr venne dimostrato essere tutta una cosa coll'integralismo, che invano tentò dimostrare la propria autonomia e la figura propria. i ~Mod~gliani, che rappresen~ò. l'esstre~na destra d~l rifor»:ismo se la prese coll integra_l1smo , ~be drchiaro non essere altro che un equivoco, ne seppe vedere in che cosa consisteva la differenza tra l'uno e l'altro. Per Turati, l' artista mordace del riformismo, ccil movimento socialista se vuol marciare ha bisogno di tranquillità interna: va\ meg~io u~1 esercito pic~olo e compatto che non l esercito d1 Serse.

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