Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 19 - 15 ottobre 1906

528 RIVISTA POPOLARE portanza per i destini della umanità. L' odio della guerra è universale, tuttavia le conferenze all 'Aja non hanno impedito la gut!rra Russo-Giapponese , nè le difficoltà Franco-Germa _ niche a proposito del Marocco, nè le questioni dell' America centrale. Questo dimostra la necessità per il tribunale dell 'Aja di 1 •rovvedere ad un comitato permanente di arbitrato per impedire le guerre , e tener tranquilli gli elementi perturba. tori. Il delitto della guerra è che non è fatto dagli interessati, ma bensì da enormi masse di soldati i quali non hanno niente a che vedere nella controversia dalla quale la guerra ebbe origine. Le spese militari rappresentano r/3 delle spese totali dei governi moderni. La guerra dovrebbe essere abolita, come il duello; è basata su l'idea che la forza equivale al diritto; e questo è un' anacronismo. La soluzione della guerra è la guerra. Gli ufficiali e i sol - dati dovrebbero rifiutarsi a marciare oltre le frontiere per qualsiasi causa; finchè la questione non sia stata sottoposta ad un tribunale arbitrario, che dovrebbe decidere senza appello, e tutte le nazioni dovrebbero dichiarare la guerra a quella nazione che rifiutasse di sottomettervisi. È probabile che la storia non registrerebbe che una sola di queste guerre la quale sarebbe I' t!Sempio terribile che toglie ogni velleità di ritentare la prova. La grande difficoltà consiste nella formazione della Commissione arbitrale, perchè se è composta soltanto di nazioni che hanno interessi politici, alleanze, entente, bound, colonie, protettorati etc .... sarà esposta ai pregiudizi dovuti ad interessi in contrasto, e a Séntimenti radicati profondamente. La Commissioni:! dovrebbe esser composta e.li giuristi di tutte le nazioni, ma l'influenza predominante in mezzo ad essi dovrebbe essere esercitata dalla sola Nazione che non può avere nè alleanze politiche , nè colonie , nè protettorati : la Nazione Ebrea. Adopero la parola nazione nel senso spirituale; e<l una ragion\! cht! esisti! soltanto cornc forza spirituale è certamente quella che più Ji c-gni altra :•uÒ realizzare il çoncetto di cyuit,\. La prossima conterenza dell' Aja dovrebbe trattare fra le potenze la ricostruzione della Nazione fsraelita , come fu fatto per il Belgio. Questo significherebbe la risoluzione della questione d' Oriente la quale deve pure tosto o tardi essere risoluta. Le ragioni sentimentali ebbero m!)lta parte ndla creazione dell'Italia, della Grecia e della Germania moderna, e certo non mancano ragioni di sentimento per restituire la Palestina agli Ebrei. La storia deve fare espiazione per l' in giustizia e gli odii dei quali questo popolo è stato vittima per tanti secoli, e se per l'azione concorJ\! delle altre potenze, la Palestina rinascesse , non sarebbe per la sola gloria degli Ebrei, ma per il bene della umanità. Questa nazione rinata esisterebbe soltanto per dire la sua parola nei consigli dei popoli e soprattutto nel tribunale Internazionale d'arbitrato. La nazione:: ~brea è l'unica che potrebbe:: dare un giudizio spn:giudicato perchè non sarebbe ostacolata e.la istruzioni diplomatiche su le cose che possono o non possono essere discusse. La sua potenza come nazione sarebbe unicamente spirituale senza aspirazioni territoriali, che sarebbero limitate alla sola Palestina. Pc::r conseguenza il suo governo libero da alleanze, colonie, protettorati ed altri impedimenti, non avrà mai l'occasione di orJinare ai suoi delegati alla Conferenza di non discutere queste o qudlt: questioni perchè dannose ai suoi interessi. [I tribunale internazionale d' arbitrato dovrebbe essere permanente, il ricorso ad esso obbligatorio, e le decisioni rafforzate dal rifiuto dei militari di mar.::iare alla guerra prima che ii lodo del tribunale fosse dato; e dall'azione combinata delle altre nazioni. La Conferenza dell' Aja è un grande passo avanti; ma tacciamo l'altro di creare un tribunale permanente composto in maggioranza di giuristi appartenenti ad una nazione cht! non è inAuenzata da interessi politici. E se la sua sede fosse trasportata a Sion, caro al cuore dei cattolici dei protestanti, dei musulmani, degli ortodossi degli ebrei !:ambiente _sentime'.1t,ale non sarebbe senza la s~a efficacia,' perchè « da Sion uscira la legge, ed il Signore parlerà da Gerusalemm_e; ed egli sarà giudice fra le nazioni, e correggerà molti popoli: ed essi trasformeranno le loro spade in aratri e le loro_ lancie in falcetti. Nazione non leverà più la spada ;entro Nazione, e non sapranno più che cosa sia la guerra ». Dulce, et decorum est pro patria mori è vero soltanto quando e per l'onore o la libertà della patria; non quando è per la sua cupidigia o la sua ingiustizia. Il soldato deve im _ parare a pensare e non essere più il mercenario senza cervello. Non ultimo dei doveri della Conferenza dell' Aja è di ~ducare l'opinione pubblica e di aiutare i soldati ad acquistare 1 loro diritti al pensiero. (North American Review) settembre). ♦ F. Harrison: Contro la Camera del Parf.-È una assurdità dichiarare, come fanno i radicali, di metter fint: alla Camera dei Pari: ciò che può , che deve anzi esser fatto è correggerne le imperfezioni. E ciò deve esser fatto senza convulsioni, ed anche senza ,peciali legislazioni. La. pri~~ cosa è di metter fine alla oziosa e v1z10sa legge che 11 dmtto ereditnrio da anche il potere legislativo. Un passo fatto verso questa prima correzione sarà se la Nazione d<!ciderà che a partire da una certa epoca nessuna creazione di Lord trae seco il diritto legislativo per i discendenti. Questo risultato può essere ottenuto senza uno speciale Atto del Parlamento ; se la grande maggioranza della nazione insiste su questa riforma , come una covsuetudine , e se il consenso della Corona sarà ottenuto questo provvedimento diventerà effettivo. Può anche cominciare sotto forma di una risoluzione della Camera dei Comuni. Non c'è niente che impedisca alla Corona di creare dei Pari a vita, quantunque la Camera dei Lords, esattamente cinquanta anni fa, abbia deciso che nessun pari a vita possa sedere e votare alla Camera. Se ciò diventa una regola stabilita per gli uomini politici - almeno politici liberali - nessuna Paria ereditaria sarà creata nel futuro e ' sr Sua Maestà consentisse anche ad una parte di simile regola, la ch.nnosa anomalia del presente sistt:ma riceverebbe un colpo mortale. L!l ironìa della situazione è che questa riforma ha credito e<l è popolare fra gli stessi Pari. Se la Corona e la Nazione convenissero che nessun nuovo LorJ ereditario sarà· più quinJ' innanzi creato, i Lord ercd'tarii attuali acquisterebbero una nuova digmtà dal fatto che il ruolo del loro speciale ordine sarebbe ddìnitivamente chiuso. St! i Pari ereditarii si rifiutassero determinatamente di ammcttere i Pari vitalizi, sarebbe il caso di veJere se éssi osassero affrùntare una Legge che desse a questi ultimi il diritto di sedere in forza d'una disposizione statutaria, come siedono ora i Lordi della Camera Alta. Se cominciasse ad entrart: nella pratica il sistema di non crc::an.: più nd futuro nessun altro Pari ereditario , e se un corpo di Pari vitalizi, forte di numero e reputazione, avesse il diritto di sedere alla Camera, la resistenza della vecchia Camera alle riforme , sarebbe eflettivamente neutralizzata. L'Inghilterra non è mai stata , e non è neppure ora , su la via .di cambiamenti rivoluzionari, a meno che i Pari non vogliano agire come burocratici Russi. Io dubito che la nazione sia p, eparata ad abolire il potere dei Pari di respingere una legge in seconda lettura, quando è stata approvata dal Parlamento. Una simile riforma non è possibile senza una legislazione che trarrà seco una lunga e amara lotta , e alla quale i vecchi diritti costituzionali dei Pari faranno ostacolo. La proposta che io faccio evita la legislazione, è la procedura di

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