r I ... RIVISTA POPOLARE 527 seconda dei casi consentisse la transigenza e la intransigenza. À Bologna ( 1897) trionfa di nuovo l'intransigenza e si fa una eccezione solo pel caso di Cremona , dove il socialismo per vivere dovette allearsi cogli affini. L'eccezion, del 1897 diventa la regola nel Congresso di Roma ( 1900 ) in cui si stabilisce che i socialisti potessero stabilire alleanze transitorie coi partiti borghesi. In conseguenza si ebbe, dopo i ministeri Pelloux e Saracco, l'alleanza dell'Estrema sinistra col mi nistero .Zanardelli-Giolitti che fu tanto utile al consolidamento della libertà, agli scioperi, al partito socialista. Cosa curiosa: allora i rivoluzionari di oggi non potendo avere con loro i av oratori si rifugiarono nei circoli politici e non ebbero ad Imola ( 1 902) la forza òi battere i riformisti. Ma dopo Imola i progressi economici dei _lavoratori ebbero un naturale pt:- riodo di arresto, fallirono molti scioperi; d' onde il malcontento della massa proletaria; perciò il riformismo :venne battuto nel Congresso del 1903 colla perdita del!' A11anti! e colle decisioni d, Bologna nel 1904. Se il riformismo fu battuto non trionfò , com' era logico che avvenisse, il rivoluzionarismo; ma vinse l'equivoca formula intermedia del caso per caso. L'equivoco trionfò per l'alleanza dei rivo!uzionari alla Ferri e degli attuali sindacalisti. Il rivoluzionarismo di Ferri si limitava a respingere le alleanze borghesi, ma voleva le riforme. fl rivoluzionarismo degli altri - che prevale nel mezzogiorno dove non_ esistono sindacati! - più radicale dice: niente riforme, niente conquiste graduali. Questo rivoluzionarismo era il vecchio anarchismo innestato sulla lotta di classe ed a cui Labriola e Leone hanno aggiunto il liberismo e l'antistatismo alla Pareto ed alla Pantaleoni, che indusse il primo a combattere l' esercizio di Stato delle ferrovie ed a preferirgli qudlo privato. L'alleanza tra i due rivoluzionarismi era una miscela inor• ganica e non poteva durare. Intanto i rivoluzionari veri ne trassero tutti i vi:intaggi: divennero maggioranza nella Direzione del partito l! nell'Avanti - drwt: Ferri si trovò in minoranza! I rivoluzionari avuto il sopravvento nel giornale e nella direzione del partito si misero all'opera. A loro si deve il primo tentativo di dittatura operaia a Milano nello sciopero generale del 1904 - parodia terminata colle sconfitte elettorali del r904; a loro le istigazioni allo sciopero genera le dei ferrovieri nel 1905 e il discredito sul gruppo parlamentare gettato dai labriolisti, mentre il gruppo aveva fatto di tutto per impedire prima l' azionè dei ferrovieri e dopo per at-· tenuare le conseguenze della sconfitta; a loro i metodi esplicati in senso blanquista, cioè di insurrezione senza scopo e senza programma. Quando le sconfitte dei rivoluzionari agirono ·arrestando il progresso proletario essi, che erano i responsabili del fatto e che avevano disprezzato e calunniato il contadiname e tutti i lavoratori che avevano fatta buona accoglienza alla transigenza, cambiarono metodo e si scagliarono contro le elites del partito e contro gl' intellettuali che avevano osato criticare e cercato impedire gli eccessi e gli errori. Le esperienze rapide del sindacalismo ne staccarono la più gran parte dal partito socialista e gran parti! degli operai. fnoltre mentre le improntitudini dei sindacalisti compromettevano la transazione di Bologna, lo stesso Ferri da parte_ sua la condannava coll'appoggio al ministero Sonnino, che fu più del!' applicazione del caso per caso. D' onde la rottura della alleanza tra sindacalisti e ferri ani. Domani per ragioni d' op - portunità momentanea potrà rinascere ; ma i fatti hanno dimostrato la incompatibilità fra lt: due tendenze , di cui una mira alla riforma e l'altra all'atto risolutivo, Questa incompatibilità dovrebbe presiedere ai deliberati del presente Congresso di Roma che sembra dovere essere Costituente e non ossemblea legislativa. Ma non sarà così. La logica n'>n passerà tutta intera nella reeltà. Le moltitudini lavoratici italiane, per l'analfabetismo, per la fiacchezza di volontà da deficiente alimentazione, per mancanza di educazione passano facilmente da un eccesso ali' altro - dalla depressione alla ribellione e viceversa. Esse presentano i tratti di una grande miseria morale; odiano 1'autorità morale, politica e sociale; mancano del senso riella autonomia ' della resistenza, delle qualità veramente rivoluzionarie. Il partito ha subìto l'influenza delle masse e dell'ambiente popofare e presenta la stessa volubilità che gli fa negare oggi ciò che ieri affermò. Ma su questi ondeggiamenti domina un istinto, un pregiudizio, una infatuazione nella psiche popolare italiana : quello della unità , non importa se formale o meccanica e contraddetta dalle interne lacerazioni. Per questo istinto o pregiudizio dell' unità nonostante che ogni congressista senta la incompatibilità delle tendenze, tutti o quasi vogliono l'unità e nessuno è proclive alla secessione. Labriola ha messo le mani innanzi. Dice che i sindacalisti rivoluzionari stanno nel partito in virtù del Congresso di Genova-che li espulse ! - ; che i sindacalisti sono i veri mterpreti di Marx - che ne dice Pantaleoni ? E Marx preconizzò il liberismo? - ; che essi possono cooperare n~l partito cogli altri gruppi : i sindacalisti sviluppano la loro attività nelle classi operaie; i riformisti creano l'ambiente entro il quale il movimento si può svolgere con più comodo. Se i sindacalisti con Labriola ricorrono al macchiavellisn10 nnn sono più sinceri i rìformisti. Questi non sapranno profittare della buona posizione creata dagli errori dei primi ; non sapranno combattere a fondo i sindacalisti ; non sapranno rivendicare del tutto i delibt:rati di Genova e di Reggio Emilia, che li espellevano. Sopratutto non sapranno ricavare tutte le conseguenze dalle loro premesse ; cioè non sapranno riconoscere che dichiarato non disforme dai principii del partito l' appoggio transitorio a indirizzi di governo , cade ogni pregiudiziale con~ro la partecipazione dei socialisti al governo. Agli adattamenti di opportunità, alla sapiente dosatura delle affermazioni e delle negazioni commisurata ali' t:sigenza dei perduranti pregiudizi o misoneismi della folla , provvederà i 1 terzo partito che nel Congresso sarà il padrone del campo, l'arbitro della contesa. È questo il partito degl'integralisti il cui motto d'ordine è: guerra alle tendenze. Nel fondo e nella maggioranza le affinità degli integralisti sono verso i riformisti. Perciò nel Congresso bisognerà vedere l'attitudine che essi prenderanno. A giudicare dal loro passato Cabrini, Rigola, Morgari dovrebbero essere contro i sindacalisti. C' è un' incognita : Ferri. Se egli vorrà mantenere l'impennacchiamento rivoluzionario e continuare l'equivoco centralista per battere le estreme è probabile che egli torni a trionfare. E ciò sarà la continuazione dell'equivoco perchè i suoi atti stanno contro le sue parole. E sarà un danno , perchè la nostra vita di partito, anzi la nostra vita nazionale ha bisogno di parole chiare, d'idee chiare, di azioni chiare: ha bisogno di uscire per un verso o per l'altro dalla greve nebbia che l'avvolge ... (Nuova Antologia, 1° Ottobre). ♦ H. Pereira Mendes: La Palestina e la Conferenza dell' Aj a ( 1 ). - Le conferenze dell' Aja hanno grande im- ( 1) Ora che la Conferenza dell' Aja è stata rinviata ad epoca ind<!terminata, questo articolo può s.:mbrare superfluo. Nondimeno lo riassumiamo per la idea particolare che espone e gli argomenti con i quali l' A. la sostìene. N. d. D.
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